Alpeggi - Animali

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Bovini Razze La Bruna

 

Testi

Michele Corti: Gli animali dell'alpeggio - full text

Sommario:

Introduzione pag. 1, Bovini pag. 3,Capre pag. 11, Ovini pag. 20, Suini pag. 25, Bassa corta pag. 26, Api pag. 26, Equini pag. 26, Cani pag. 28, Selvatici pag. 28, Appendice statistica pag. 29

Introduzione:

Non sono poche le specie e categorie di bestiame che si possono trovare sugli alpeggi. I bovini e i caprini sono prevalentemente utilizzati per la produzione di latte mentre gli ovini (in passato utilizzati anch’essi per il latte oltre che per la lana) oggi lo sono quasi esclusivamente per la carne (almeno in Lombardia). Rivestono una funzione importante gli equini che, in non pochi alpeggi, sono ancora insostituibili per i servizi di trasporto e i suini che utilizzano, secondo un principio di economicità e di riciclo ecologico, i residui della lavorazione del latte. Non mancano gli avicoli: galline ovaiole, ma anche tacchini e palmipedi. Tra gli animali degli alpeggi non possiamo dimenticare i cani pastore ma è giusto comprendere anche le api trasferite in estate sui pascoli alpini per produrre mieli pregiati. Vi sono poi i cervi, gli stambecchi e i camosci che utilizzano spesso gli stessi pascoli degli erbivori domestici. Si potrebbe continuare elencando uccelli, insetti, anfibi che arricchiscono la fauna degli alpeggi e che cesserebbero di essere presenti qualora i pascoli venissero abbandonati e gli erbivori domestici cessassero di salire ogni anno sull’alpe.  Il concetto di alpeggio si riferisce ad un sistema di gestione pastorale ben preciso che implica la presenza el’uso per tutto il periodo estivo di fabbricati il ricovero del personale e del bestiame e per la lavorazione del latte, la dotazione di fontane e altre piccole infrastrutture. Possono però essere incluse nell’utilizzo delle alpi quelle forme di attività pastorale che implicano un pascolo guidato e una custodia continua degli animali o quantomeno, il mantenimento del bestiame in determinate aree di pascolo sotto regolare sorveglianza. Non può essere invece compreso nel fenomeno dell’alpeggio (che implica un ‘area ben definita di pascolamento) il pascolo “brado” delle greggi caprine e ovine che vengono rilasciate in tarda primavera dai proprietari; controllate solo saltuariamente esse possono compiere spostamenti anche da una valle all’altra.

 

 

 

Michele Corti: La pecora bergamasca. Storia e presente di una razza ovina (1999) -full text

Sommario:

Premessa

Cap. 1 - Gli ovini domestici nell’antichità.

Cap. 2 - Collocazione della pecora Bergamasca nell’ambito delle razze ovine.

Cap. 3 - Razze ovine affini alla Bergamasca.

Cap. 4 - La “razza sudanica”: tra leggenda e conformismo,

Cap. 5 - Elementi storici circa l’origine della popolazione da cui è derivata la pecora Bergamasca.

Cap. 6 - Storia della transumanza ovina bergamasca nel medioevo.

Cap 7 - La transumanza bergamasca tra XV e XVIII secolo.

Cap 8 –Il XIX secolo e la decadenza dell’allevamento ovino bergamasco

Cap 9 - Nel novecento la crisi continua

Cap 10 - L’organizzazione della transumanza tra passato e presente.

Cap. 11 - Il lanificio bergamasco e la lavorazione della lana “nostrana”.

Cap. 12 - La razza Bergamasca e le sue caratteristiche morfologiche, produttive e riproduttive.

 

Gianni Astori: La pecora bergamasca.  (1942) -full text PDF 0,8Mb


 

 

 

 

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