(26.07.13) Reclusi in casa, nella zona del vino Prosecco Superiore DOCG. Una testimonianza dei colli trevigiani. La barbarie delle irrorazioni con gli elicotteri
Il vino fa buon sangue.
Anche i pesticidi?
testo e foto di Paolo Subiaco
Vivo ai piedi delle colline della pedemontana trevigiana, una zona tanto incantevole quanto invivibile, nel periodo da maggio ad agosto in cui vengono fatti i trattamenti fitosanitari.
È un territorio in cui da sempre esistevano le vigne in collina coltivate a Prosecco, ed i campi in pianura coltivati a mais. Ora, da quasi 10 anni, con l'estensione della zona DOC a tutta la pianura, hanno piantato vigneti ovunque, anche in zone molto umide dove la lotta alla peronospora impone pesanti trattamenti con pesticidi spesso tossici e molto tossici.
Parlando con altre persone della zona scopro che sono in molti ad avere
mal di gola, irritazione cutanee, tachicardia e asma. Guardo avanti
pensando a quale sarà il nostro futuro, dopo aver perso nell'ultimo anno
mia madre, mia suocera e la mia prozia, tutte a causa del cancro:
casualità? L'azienda sanitaria della zona, l'ULSS 7, riscontra negli
ultimi 3 anni un aumento preoccupante dei malati oncologici, da un
malato ogni 22 abitanti nel 2009, ad un malato ogni 18.5 abitanti nel
2012; eppure questo è un territorio composto da piccoli paesi, poco
industrializzati e con un moderato traffico di autoveicoli.
Preoccupato, cerco su PubMed le pubblicazioni medico-scientifiche sui
pestici, constatando che ci sono più di 6000 studi in cui viene
stabilita la correlazione fra pestici e cancro, e non solo: i pesticidi
sono spesso i responsabili di disfunzioni ormonali specie alla tiroide,
sviluppo puberale precoce, diminuzione della fertilità maschile, aumento
abortività e gravidanza extrauterina, disturbi autoimmuni, deficit
cognitivi, iperattività, patologie neurodegenerative. In Francia il
morbo di Parkinson è riconosciuto come malattia professionale per gli
agricoltori.
Al mattino apro le finestre della camera osservando il sole che risplende sulle colline, ma scorgendo anche agricoltori già impegnati nell' irrorazione delle vigne, in tuta bianca con mascherina a doppio filtro combinato per proteggersi dall'inalazione di polveri e vapori. A quel punto richiudo le finestre sperando di poter arieggiare la camera il giorno successivo. Ma il giorno successivo un rumore annuncia l'arrivo dell'elicottero, pronto a spargere i prodotti fitosanitari direttamente dal cielo.
Nelle schede tecniche dei prodotti fitosanitari viene spesso raccomandato di non entrare nel vigneto nelle 48 ore successive all'irrorazione, ma ogni angolo verde qui è stato trasformato in vigneto, cosicché le case, scuole e gli asili si trovano in mezzo ai vigneti! Quindi, secondo le prescrizioni dei fitofarmaci, nel periodo delle irrorazioni tutti gli abitanti qui, soprattutto mamme e bambini, dovrebbero indossare la tuta bianca con mascherina a doppio filtro.
E' questa la vita che abbiamo sognato per noi e per i nostri figli? Oppure dovremmo ignorare il problema, sperando in futuro di non vivere l'esperienza del tumore?