La Marmolada era stata già ampiamente sfregiata dalla
costruzione delle nuove funivie che da Malga Ciapela a 1.450 m, dove un tempo
arrivavano effettivamente le mandrie per l'alpeggio, portano a 2.950 m. Non solo
era stata realizzata una strada di servizio larga 8 m sul ghiacciaio ma i
crepacci erano stati riempiti di bidoni d’olio, lamiere e cavi d’acciaio,
polistirolo.
Il re delle funivie, Vascellari, è stato candannato a 8 mesi di
reclusione (indulto e 100.000 euro di multa per danni
ambientali).
Ora Vascellari, insieme al fratello (presidente degli industriali di
Belluno) e ad altri soci si accingono a edificare nei pressi della partenza
della funivia un maxi-resort. 90 m ³ di volumetria per un edificio centrale più
54 chalet (" Ma saranno fatti bene, sembreranno i fienili di una
volta") sostiene il sindaco Maurizio De Cassan, 53 anni, albergatore a Malga
Ciapela e primo cittadino di Rocca Pietore che vede nell'iniziativa una grande
occasione per il turismo "che vdeve uscire dall'età della pietra" e per il
comune che ... incaserà l'ICI.
Di tutt'altro avviso gli altri albergatori
Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno, che sostiene
che si tratta di una svendita del territorio, che i posti letto alberghi del
bellunese sono occupati solo per il 40% e che il turismo non è attirato dal
brutto.
A Rocca Pietore il turismo potrebbe contare su
altre attrattive se solo si seguisse la strada della valorizzazione
dell'artigianato e delle tradizioni locali. Siamo nella ladinia (l'identità
ladina è tenuta viva dall'Unin di Ladins de Rocia), una terra ricca di storia e
caratterizzata da una propria peculiare identità etno-lingusitica. Il fortilizio da cui deriva il nome il paese risale al X secolo. La zona
ha sempre avuto importanza strategica ed è stata a lungo contesa tra diverse
gravitazioni politiche. La rocca venne distrutta nel 1391 dai bellunesi per
ordine del Duca di Milano Giangaleazzo Visconti. La posizione particolare lungo
le vie di traffico consentì a Rocca di mantenere poi una larga autonomia anche
dopo il 1420 quando entrò nell'orbita Veneziana e di conservare gelosamente le
proprie tradizioni. Come altre terre ladine (e lombarde) troviamo la tradizione
casearia dello zigher (conosciuto anche come zincarlin nell'Insubria), un
formaggio di latte di capra (più tradizionalmente) o vaccino a coagulazione
acida impastato a mano e variamente aromatizzato con pepe e erbe di
montagna. Nessuno pensa che al nuovo maxi-resort il cliente
farà colazione con il zigher, però. All'hotel Principe Marmolada, a Malga
Ciapela, che fa parte del gruppoEmmegi hotel srl con sede a Milano con sette
gradi sottozero nel menù c'è prosciutto e melone. Nessuna traccia di zuppe o
polenta, altro che zìgher! In questi complessi alberghieri industrializzati a
difefrenza dei locali a conduzuzione famigliare I menè sono "globalizzati",
decisi a livello nazionale; nessun apporto per l'artigianato agroalimentare
locale e, a cascata, agli allevatori che - come in tutto il Bellunese -
vendono il latte alla grande cetrale Lattebusche. La tavola del ristorante
davanti alla Marmolada è uguale a quella di un self service milanese. "Il grande
complesso alberghiero - dice Luigi Casanova, vice presidente di Cipra, la
Commissione internazionale per la protezione delle Alpi - è invadente, cancella
l'identità della popolazione locale, frantuma le filiere corte dell'economia che
ancora oggi resistono. Cancella l'artigianato, i piccoli albergatori, gli
affittacamere".
Le battaglie ambientali, quando non sono c a favore
di una wilderness astratta sono anche battaglie per difendere le opportunità di
sviluppo autosostenibile locale, la cultura e l'economia identitaria. Ai piedi
della Marmolada si scontrano due concezioni opposte di intendere il turismo e
l'economia montana e difenderla è affare di tutti quelli che amano nel Alpi.
Quindi in primo luogo dei ruralpini.
Ruralpini informerà sulle iniziative che si
svilupperanno per bloccare la colata di cemento.
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