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[Zenerù ad Ardesio] |
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Le foto di questa gallery sono a cura di Anna Carissoni Quest'anno il 31 gennaio il tradizionale rito dello Zenerù (la cacciata rituale dell'inverno) che si svolge ad Ardesio, in alta val Seriana, è stato arricchito di nuovi significati. Al mattino si è tenuto il convegno “Maschere e corpi, miti e riti del mondo senza tempo”, che ha messo in relazione la varie espressioni di "carnevale alpino" presenti ancor oggi nelle Alpi. Erano presenti rappresentanti di diversi "carnevali alpini" ( gruppi di maschere "ospiti" sono ritratti nelle foto a sinistra). L'azione ritualè è stata anche attualizzata con riferimento alla presenza indesiderata nelle montagne di Ardesio dell'orso JJ5. "Acchiappa l'orso" Per coinvolgere ancora di più le giovani generazioni, nel pomeriggio si è svolto il gioco dell' "Acchiappa l’orso", una specie di caccia al tesoro che ha sguinzagliato per il paese bambini e ragazzi alla ricerca del tesoro, rappresentato, appunto, dall’orso, lo stesso che è stato posto quest’anno sul carro dello Zenerù per dargli un tocco di attualità: evidentemente anche lui andava “scacciato”, a causa di tutti i guai che ha provocato ai pastori ed ai mandriani della zona l’estate scorsa e in previsione di quelli che potrebbe ancora causare….La sera poi ha visto la personificazione del mese più freddo dell’inverno e l’orso preso al laccio e ridotto a tirarne la slitta sfilare per le vie del paese su un carro tirato da una paziente coppia di buoi, accompagnati dal consueto rumorosissimo corteo di giovani e meno giovani armati di ciòche, di tóle, di corni, di pentole, di coperchi e quant’altro potesse servire a fare il maggior baccano possibile per spaventare lo spirito della brutta stagione Al rogo finale ha assistito una folla impressionante, probabilmente più di mille persone: non solo valligiani dei paesi dei dintorni, ma anche studiosi e turisti, richiamati dallo spettacolo sempre affascinante di una delle feste più arcaiche che tuttora si celebrano in Italia come rito di propiziazione al ritorno della primavera (Anna Carissoni).
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