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Lupo

Michele Corti, 18 marzo, 2025
 

Quando mappare le predazioni in Piemonte era "terrorismo"

La storia di un tentativo di rompere il monopolio della lobby del lupo


Ricordiamo la storia del Progetto PROPAST (2011-2012). Una meteora che si insinuò tra i Progetti Lupo Piemonte e Life Wolf Alps. Per un brevissimo periodo la voce dei pastori poté farsi sentire al posto di quella della lobby del lupo. La Regione, era la prima volta che la Lega andava al governo in Piemonte, prese ad ascoltare gli esperti di pastoralismo sui temi riguardanti la predazione. Orrore! Eresia! Infatti finì subito perché la stessa giunta di centro-destra diede l’OK al progetto Life Wolf Alps. E’ bene ricordare, però, che un altro mondo è possibile, che non è dogma di fede attribuire nelle mani della lobby del lupo tutta la “filiera” (prevenzione con i wpiu, accertamento del danno, monitoraggio del lupo, non monitoraggio degli impatti sociali, (dis)informazione, lavaggio del cervello). Per un breve periodo i dati ufficiali delle predazioni erano trasmessi a quel “terrorista” e “bracconiere” del prof. Michele Corti che osò persino pubblicare quasi in tempo reale una mappa delle predazioni.

Nel 2010 il centro-destra aveva vinto le elezioni regionali in Piemonte. Nel programma della nuova giunta, che riceveva forti sollecitazioni dagli allevatori, era prevista una svolta nella politica pro lupo delle giunte di sinistra precedenti che avevano istituito il Centro di referenza per i grandi carnivori presso il Parco delle Alpi Marittime. La regione Piemonte aveva finanziato con risorse proprie il Progetto lupo Piemonte, gestito dal Parco delle Alpi Marittime, con la dottoressa Marucco alle prime armi.



Il Progetto Lupo Piemonte dal 1994 al 2011 si era occupato (nelle loro parole) “di monitoraggio, prevenzione e indennizzo dei danni, ricerca, comunicazione e mediazione”. Parole grosse per indicare che, in modo ancora dilettantesco, si puntava a mettere in piedi una “filiera” completamente controllata dal Parco, ovvero dalla lobby pro lupo, collegata con veterinari e Corpo forestale dello Stato, con la Regione che, avendo delegato al Centro di referenza, operava come ufficiale pagatore, lasciando la governance alla lobby. Il Progetto Lupo servì a “fare esercizio”, in modo ancora artigianale per poter ambire a gestire il super progetto Life Wolf Alps (2013-2024, con 20 milioni di euro), il progetto che ha portato il lupo su tutte le Alpi e ha imposto una politica del lupo a livello interregionale. Life Wolf Alps ha creato una rete (che sopravvive al progetto) di associazioni, enti, “apparati paralleli” (dentro le Polizie provinciali, le Regioni, i cc forestali) che costituiscono un potente gruppo di pressione e di potere trasversale, capace di imporsi alle istituzioni rappresentative. Ha creato modalità e strumenti di propaganda che – per imitazione e diffusione – hanno raggiunto un livello di pervasività senza precedenti.

Nel 2012, mentre la Centrale del male (ops, del lupo) del Parco delle Alpi Marittime studiava la progettazione del progettone Life Wolf Alps, la nuova giunta regionale leghista, raccoglieva le sollecitazioni provenienti dai pastori e di quelle mosche bianche che, dentro l’università, invece di assecondare gli orientamenti ambientalisti , si preoccupano dei “perdenti”, dei pastori, dei pascoli. In quell’interregno partì il progetto PROPAST “Sostenibilità dell’allevamento pastorale in Piemonte: individuazione e attuazione di linee di intervento e supporto“. Nell’approvare il progetto dell’Università di Torino Nell’approvare il progetto elaborato dall’Università la Giunta Regionale deliberava di: “riconoscere all’attività pastorale un ruolo agricolo sociale, ecologico e culturale fondamentale per la conservazione dei territori collinari e montani, ai sensi degli artt. 6, 7 ed 8 dello Statuto”. Non c’era solo il lupo, insomma. C’era l’ambizione di creare un Centro di referenza per la pastorizia che facesse da contraltare a quello del lupo.

Sin dal Convegno iniziale di Moretta (sotto), PROPAST si era caratterizzato per dare voce ai pastori (guarda i video)Per raccogliere le criticità del mondo pastorale e allevatoriale furono organizzate presso le comunità montane delle riunioni con gli allevatori dove erano loro a parlare. In valle Stura di Demonte, in valle Maira, in valle Po, in val Pellice. Sono stati anche organizzati convegni a Frabosa Soprana e a Saluzzo (insieme a una mostra mercato di formaggi). La realtà della pastorizia è stata raccontata con un film “Tutti i giorni è lunedì” e una mostra (vedi sotto il link). Sul piano pratico, il progetto riuscì, non senza resistenze, a mettere in capo alla all’assicurazione obbligatoria tra allevatori il costo dello smaltimento delle carcasse e a incaricare dell’accertamento delle predazioni i veterinari delle ASL (prima operavano veterinari lupisti del Parco). Uno sviluppo inevitabile mano a mano che i lupi si spostavano in tutta la regione. Dal 2012, i veterinari redigevano una scheda analitica che riportava le varie circostanze della predazione. Era uno strumento per capire quanto i mezzi di prevenzione fossero efficaci e per comprendere le circostanze che aumentano il rischio di predazione. Da parte di chi scrive l’analisi delle schede relativi agli accertamenti della predazione è proseguita dopo la fine del Progetto PROPAST. Era evidente dai dati che il lupo è in grado di “aggirare” le misure di prevenzione. Ai lupisti non interessa conoscere tutto questo: per loro le reti e i cani sono efficaci, punto.


Sapere come fa il lupo a colpire ugualmente contraddice la narrazione ideologica, capire in che condizioni meteo, ora, circostanze, gli attacchi sono più probabili e pericolosi non interessa. Nel 2013, approvato dalla stessa giunta regionale che aveva approvato Propast, è partito Life Wolf Alps e il lavoro iniziato con PROPAST è stato archiviato. La Lega si era “normalizzata” (e anche Alleanza nazionale), gli fu spiegato che, per stare al mondo, bisogna rispettare il potere, che chi è eletto deve stare al suo posto, limitarsi a fare bella presenza e lasciare che a decidere siano la burocrazia e le lobby.

I dati sulle predazioni, cambiati i funzionari, non mi sono più arrivati. Il pallino è tornato alla Centrale che ha avuto nove anni per estendere la sua presa non solo su tutto il Piemonte ma anche in Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino, Valle d’Aosta. Con i milioni so sono fatti tanti amici i cari lupisti: Parchi, enti regionali, polizie provinciali, cc forestali.

I pastori sono tornati ad essere delle comparse, buoni per fare da testimonial della “convivenza”, comprati con un sacco di crocchette.

La trasparenza che da fastidio alla lobby del lupo

Nel 2012, con l’arrivo delle schede degli accertamenti, ho tentato di avviare una mappa pubblica delle predazioni. Qualcosa di inaccettabile per la lobby. Essa cerca di nascondere il più possibile la dimensione del fenomeno predatorio, l’entità dei lupi, la loro localizzazione. Ogni preoccupazione è volta a proteggere i lupi, indipendentemente dai danni che arrecano e dalla loro numerosità. E’ una religione. E’la fonte del loro potere, del loro prestigio e anche di tante opportunità di riempirsi le tasche.

Sapere nel giro di qualche giorno, dove era avvenuta una predazione significava far sapere dove erano i lupi. Giammai. E la mia mappa, realizzata con mezzi artigianali, diede fastidio. Fui accusato di “terrorismo” (anche per via dei video – raccolti qui sotto – che davano voce senza censura ai pastori). Poi tutto rientrò nella normalità, tornò la sana censura, la sana narrazione a senso unico. Propast, il progetto eretico che osava stare dalla parte degli umili, dei perdenti, fu dimenticato e, da allora la lobby ha continuato ad espandere il suo potere e ad autocelebrarsi. La politica sempre più zombie


MATERIALI


Corti M., Battaglini L.M., Verona M., PASTORALISMO TRA AZIONE E CONOSCENZA. IL PROGETTO PROPAST IN PIEMONTE (Quaderni SoZooAlp)

L. Battaglini, V. Porcellana, G. Fassio, M. Verona, “TUTTI I GIORNI E’ LUNEDI”: UN FILM DOCUMENTARIO PER “COMUNICARE” SULLA PASTORIZIA PIEMONTESE (Quaderni SoZooAlp)

Verona M., Corti M., Battaglini L.M., L’IMPATTO DELLA PREDAZIONE LUPINA SUI SISTEMI PASTORALI DELLE VALLI CUNEENSI E TORINESI (Quaderni SoZooAlp)

La Mostra realizzata dal Progetto PROPAST

https://progetto-propast.blogspot.com/


ALCUNE INTERVISTE (QUELLI CHE I LUPISTI NON DICONO E NON FANNO VEDERE, LORO FANNO VEDERE I LUPETTI CHE GIOCANO)




























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