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(01.01.13)  La pace col creato e il prossimo è anche non diffondere veleni (il caso del Prosecco)

Serve un maggiore impegno contro i pesticidi. L'avvelenamento "sostenibile" non si arresterà mai per opera delle agenzie di protezione dell'ambiente e la scienza ufficiali. Serve un movimento dal basso, di contadini e abitanti, una mobilitazione dei territori per un'agricoltura pulita, patrimonio di tutti, come la terra, l'aria, l'acqua, le piante e gli animali con i quali condividiamo uno spazio che non può essere solo "agroindustriale". Una tesi di laurea sui colli del Prosecco (TV) mette il dito sulla piaga leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(10.01.13) Un'altra tesi di laurea sul problema del conflitto tra  una viticoltura di pregio, ma che non riesce a disintossicarsi dall'uso dei pesticidi, e il territorio di riferimento. Mentre il turismo non è adeguatamente valorizzato

 

La Valpolicella:

tra Amarone e tradizione

 

di Mattia Dal Molin

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    Di seguito le conclusioni di una Tesi di Laurea del Corso di laurea in Progettazione e Gestione del Turismo Culturale dell'Università degli studi di Padova (Relatori: Dott.ssa Daria Quatrida, Andrea Prof. Pase. Chi fosse interessato può scaricare la tesi integrale (PDF download 1.2Mb)

     

    Con questo lavoro si è cercato di delineare un quadro generale sul territorio della Valpolicella che sembra stia diventando sempre di più il territorio dell’Amarone. Grazie al lavoro di ricerca, sia bibliografica sia sul campo, si sono riscontrati diversi conflitti in atto dovuti a questa trasformazione del territorio. Dalle interviste si notano due rappresentazioni contrastanti di territorio, da una parte quello vitivinicolo dedito solo al mercato, dall’altra quello degli attori locali che hanno come interesse un territorio più salubre sia dal punto di vista di una riduzione dell’uso dei fitofarmaci sia paesaggistico.

     

     

    In Valpollicella come altrove pensare la sostenibilità significa operare per la capacity, per l'autogoverno locale

     

    Queste rappresentazioni si sono tradotte sul territorio da una parte sviluppando la monocoltura della vite, dell’altra dando vita ad associazioni o blog sul web per diffondere informazioni sulla viticoltura e cercando di dare risposte ai problemi che crea la monocoltura su un territorio come quello della Valpolicella. Un elemento comune ad entrambi “gli schieramenti” è il riconoscimeno di una potenzialità di sviluppo turistico del territorio.

    Mi sento di dire che l’agricoltura non può essere considerata come le altre attività economiche per il semplice fatto che per natura è multifunzionale, su questo insiste direttamente la Pac, la quale sostiene che l’agricoltura ha come scopo principale quello di produrre derrate alimentari, ma intrinsecamente al suo lavoro mantiene e salvaguarda il territorio, la biodiversità e il paesaggio, la storia e la cultura locale(1). Dopotutto gli imprenditori agricoli dovrebbero prendere coscienza del loro reale valore, capire che il loro lavoro non può essere legato solamente alle richieste del mercato, ma che sono attori fondamentali per un futuro sostenibile.

    Come suggerisce Magnaghi, credo sia fondamentale per la Valpolicella e per il suo futuro, anche quello economico, ricreare una sostenibilità non solo ambientale ma anche, politica, sociale, economica e territoriale. Per sostenibilità politica, s’intende un’elevata capacità di autogoverno di una comunità insediata rispetto alle relazioni con sistemi decisionali esogeni e sovraordinati(2). Qui la parte fondamentale è la partecipazione politica dei soggetti che producono valore aggiunto al territorio; la creazione di una cultura dell’ascolto e del riconoscimento degli altri che porta a difendere l’interesse comune e non quello del singolo. Per sostenibilità sociale si intende un elevato livello d’integrazione degli interessi degli attori deboli nel sistema decisionale locale per arrivare a un’equità sociale.

     

    Solo un territorio "plurale" garantisce quella complessità alla base di relazioni virtuose che costruiscono la qualità territoriale

     

    Una sostenibilità economica definita come la capacità di un modello di crescita di produrre valore aggiunto territoriale(3). Per fare ciò serve una valorizzazione del territorio e delle proprie peculiarità locali non affidandosi ad un solo comparto produttivo. La sostenibilità ambientale può essere prodotta solo da regole virtuose dell’insediamento umano nello spazio(4), questa ovviamente è strettamente legata alla sostenibilità economica. Anche in Valpolicella l’agricoltura gioca un ruolo chiave, passando dalla sua riqualificazione come principale produttore di beni pubblici, come la difesa idrogeologica, la riqualifica paesistica, l’aumento della biodiversità, ma anche la valorizzazione delle economie locali e del turismo. Infine la sostenibilità territoriale considerata come la capacità di un modello insediativo di promuovere processi di riterritorializzazione: una nuova organizzazione dello spazio o del territorio affinché si realizzino le altre quattro sostenibilità(5).

    L’alta qualità territoriale sarà possibile solo attraverso una creazione di relazioni virtuose fra comunità e ambiente. Ovviamente per fare questo è necessario avere una società locale sufficientemente complessa, per riuscire a prendersi cura del proprio territorio, come riporta Magnaghi dove non esistono gli abitanti del luogo, questo non può avvenire, non è possibile che il territorio sia affidato a produttori da una parte e consumatori dall’altra. Dal mio lavoro credo sia eloquente come questo ragionamento valga anche per la Valpolicella, dove serve ricreare una società locale.

     

     

    Dalle proposte dei singoli attori alla convergenza in una alleanza locale

     

    Una società locale deve essere consapevole del proprio territorio, che non è solo il o, territorio dell’Amarone, ma anche di tutte le altre peculiarità che sono uniche ma che si stanno perdendo. In altre parole la Valpolicella ha bisogno di fare sistema locale e non localismo. Le possibilità le ha tutte perché, come visto, ci sono strutture sul territorio, a cui se fossero allacciate relazioni porterebbero portare degli enormi benefici, come dimostrano l’Università e lo stesso credito cooperativo. Le stesse iniziative proposte dalle associazioni e dagli attori vitivinicoli sono sintomo di un territorio reattivo che non fa proteste ma proposte e quest’ultime dovrebbero essere maggiormente prese in considerazione da tutti gli attori del territorio. Le istituzioni da parte loro dovrebbero dimostrare una maggiore attenzione alle esigenze effettive del loro territorio. Per concludere auspico che questo lavoro serva a far prendere coscienza agli attori che esistono dei problemi sul territorio che vanno risolti. La loro risoluzione sarà legata alle basi stesse del territorio, cioè alle relazioni, tra attori economici e sociali, tra uomo e ambiente.

    (1) Magnaghi A., Il progetto locale, Bollati Boringhieri, Torino, 2000, p. 68

    (2) http://europa.eu/legislation_summaries/agriculture/geneal_framework/ag0010_it.htm

    (3) idem p. 69.

    (4) idem p.71.

    (5) idem p.72.


     

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