(18.03.2013) Importante convegno com medici, agronomi e biologi sul tema pesticidi. A Verona è stato messo in evidenza come vi siano indicazioni sempre più cospicue circa i gravi danni a uomo e ambiente derivanti dal loro uso in agricoltura
L'agricoltura biologica è una
necessità non un plus
di Laura Zanetti
In commercio ci sono oltre 70.000 fitofarmaci, basati su 600 principi attivi i cui effetti a lungo termine sono sconosciuti. Per prevenire conseguenze gravi su uomo e ambiente l'agricoltura bio attuae deve diventare presto la regola mentre si devono affermare anche forme di agricoltura ancora più rispettose dell'ambiente. Allevamenti e coltivazioni «puliti» rappresentano un milione di ettari in Italia e 50.000 addetti ma lo sviluppo della produzione bio italiana ristagna mentre aumentano le importazioni spinte da una crescita della domanda che non conosce crisi
ll 9 marzo nella sede dell’Ordine dei Medici di Verona si è tenuto il convegno nazionale «Pesticidi e salute» con la partecipazione dei Medici per l’ambiente, scienziati, agronomi, biologi e zoologi. Tutti d’accordo nel chiamare l’oggetto del convegno non più fitofarmaco, ma con il suo vero nome, senza cioè quella melina semantica che nasconde la realtà: pesticida appunto, che come è noto nasce nel secolo scorso dall’industria bellica, per proteggere da insetti, funghi,muffe e roditori. Oltre 7000 i prodotti in commercio in Italia che utilizzano più di 600 principi attivi, di cui poco si sa, se non il fatto che costituiscono un giro d’affari miliardario gestito dalle multinazionali con la legge che spesso si adatta alla tossicologia anziché il contrario.
I primi ad esserne danneggiati sono gli agricoltori, con possibili forme tumorali specifiche e l’elevata possibilità di sviluppare malattie congenite nei loro figli, con ricadute sulla popolazione per il bioaccumulo nell’aria, acqua e nelle catene alimentari.
Un esempio spettacolare, ormai confermato dagli studi condotti nel Quebec, è l’incidenza dall’uso cinquantennale di pesticidi, tipo l’erbicida carbammato, nell’insorgenza delle patologie neurosilenti come il morbo di Parkison, la crescente diffusione di sclerosi multipla e il morbo di Alzheimer. O l’incidenza altissima di carcinoma alla prostata in Martinica per l’uso di pesticidi clororganici nei trattamenti del banano. Sulla rivista americana «Pediatrics», i medici raccomandano una dieta a basso contenuto di pesticidi. Del resto «la dieta biologica nell’infanzia porta ad una drastica diminuzione di specifici residui di pesticidi nelle urine nei bambini», assicura Celestino Panizza, medico del lavoro della Asl di Brescia. Primo monito del tossicologo Giampaolo Velo: informare i medici i quali devono accostarsi a questa tematica con lo stesso approccio usato con le medicine.
ll dottor Ernesto Burgio, studioso di epigenetica ha spiegato che, essendo i pesticidi non dotati di capacità selettiva, l’esposizione a 9 dei 12 inquinanti più pericolosi al mondo che si biomagnificano nella catena alimentare è collettiva: dalla specie umana a quella degli insetti impollinatori, a tutte le catene trofiche, alla biosfera stessa. La nostra specie ne viene compromessa a partire dal feto che subisce i primi danni attraverso il cordone ombelicale carico già di sostanze tossiche più ancora del latte materno.
L’intero ecosistema del genoma nfatti, sotto il carico chimico globale, deve lavorare in maniera diversa da come ha lavorato per milioni di anni, soprattutto in organismi poco differenziati come l’embrione, programmando così l’intera vita del soggetto con tutti i rischi che ne derivano. «C’è da augurarsi - sostiene Burgio - che i pediatri se ne rendano conto, che le Asl si attivino per cercare i metaboliti di pesticidi nella popolazione e che questo diventi una prassi». E fa pure un accenno anche a un pericoloso pesticida di uso domestico, molto diffuso tra gli orticoltori e addetti al giardinaggio. «Invito agronomi e biologi a lavorare con la natura e non contro di essa perché in natura non si cerca la distruzione di organismi ma l’equilibrio tra più organismi» ha sostenuto Gianni Tamino, il biologo a cui va il merito di aver studiato per primo una visione sistemica degli equilibri in natura e anticipato in Italia l’importanza di indagare scientificamente sulla tossicità sul genere umano e animale dei pesticidi formulati e messi in circolazione a partire dal secondo dopoguerra.
Al pari della classe medica dove forte è la preoccupazione per la sempre maggior formazione di supergermi resistenti anche ai superantibiotici, così è per la chimica che richiede sempre più nuovi super-erbicidi,fungicidi, insetticidi, battericidi, rodenticidi, fumiganti, malacocidi, resistenti alla degradazione ambientale, lasciando problemi sempre più irrisolti.
Ma se l’Italia è al primo posto in Europa per uso di pesticidi con in testa Veneto, Emilia Romagna e Trentino-Alto Adige, il comparto agricolo dedicato al biologico è sicuramente il futuro con un peso economico da non sottovalutare, che sta tenendo bene, tutelato da una legge europea unica al mondo per i sistemi di controllo sulleproduzioni agricolo -biologiche.
In Italia nel 2011, oltre un milione di ettari di terreno a produzione biologica certificata, da lavoro a più di 50.000 contadini.
Altro dato interessante: negli ultimi due anni la viticoltura è crollata in varie regioni italiane, mentre la viticoltura biologica trova sempre maggiori spazi. «L’Agricoltura biologica», ha spiegato Cristina Micheloni,responsabile scientifico dell’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, «è un sistema praticabile che richiede solo la testa, mettendo assieme le buone pratiche del passato». Stesso discorso per la zootecnia biologica «che significa ricerca sugli effetti da pesticidi negli animali di cui gli zoologi sono da sempre i più accaniti studiosi e il rispetto della fisiologia dei ruminanti in quanto erbivori» sostiene Carlo Modonesi zoologo all’Università di Parma. Ecco allora che la montagna da sempre considerata luogo marginale, quindi problematico, andrebbe riconsiderata in quanto miniera per produzione di foraggi salubri.
E a Verona, la provincia italiana da dove partirono negli anni ’80 le prime esperienze di agricoltura biologica, nasce il Comitato interregionale per lo studio scientifico contro i pesticidi che raggruppa molte regioni italiane tra cui la nostra provincia dove si usano annualmente centinaia di tonnellate di pesticidi.
Ne sarebbe felice Rachel Louse Carson, ricercatrice scomoda perché considerata «non scientifica», che con «Primavera silenziosa» fresco di ristampa, di fatto anticipò molte delle tematiche del movimento ambientalista negli Stati Uniti e nel mondo.