(19.07.13) Si susseguono annate disastrose per la monocoltura del mais. Il cielo si sta vendicando per le offese alla madre terra: produzione compromessa anche quest'anno. le aflatossine saranno peggio dello scorso anno.
Raccolto mais compromesso.
Si macelleranno le vacche per
sfamare i digestori?
testo e foto di Michele Corti
L'agricoltura e la zootecnia padane sono cadute nella trappola del biogas. Le multinazionali si fregano le mani perché nelle difficoltà delle imprese agricole riusciranno ad imporre ancora di più il loro controllo anche se per ora la prospettiva dell'introduzione degli Ogm sembra scongiurata
Rese inesorabilmente in calo (da decenni), annate "anomale" che si susseguono una dopo l'altra. Solo un meccanismo perverso eterodiretto spiega perché l'agricoltura padana, succube delle filiere industrali, continua ad avvitarsi in un circolo vizioso senza via d'uscita. Mentre si dovrebbe accompagnare l'agricoltura (e la zootecnia) padane a disintossicarsi dalla monocoltura maidicola spinta la spinta speculativa del biogas la estende ancora di più. Una conseguenza del fatto che la politica non esiste e non è capace di contrastare i funzionari dei grandi interessi agroindustriali (dirigenti pubblici, accademici, vertici delle organizzazioni "agricole").
Ma monocoltura spinta significa incapacità di compensare gli effetti del cambiamento climatico, ulteriore degrado del suolo, perdita di fertilità, aumento di resistenza di malerbe e parassiti.
Un annata ancora peggiore
Lo scorso anno il raccolto del mais è stato disastroso, sia per calo quantità che per la contaminazione con aflatossine. Quest'anno si profila una disfatta ancora peggiore. Non capiscono che con la monocoltura esasperata non si può andare avanti. La trappola del biogas, sostenuto da tante voci compiacenti al servizio dell'industria e delle multinazionali, sta funzionando bene.
La primavera piovosa ha costretto ad attendere a giugno per seminare (quando la stagione decorreva normalmente si seminava a fine marzo) . Alcuni sono entrati nei campi con le gabbie alle ruote, altri si sono impantanati dentro solchi profondissimi (una bella ferita al terreno) pur di riuscire a lavorare la terra in condizioni proibitive e poter seminare . Ma il risultato è stato disastroso. Le piante sono andare incontro a stress idrico in levata quando, normalmente, il terreno è ancora umido per le condizioni primaverili.
Il diluvio porta ... siccità
I raggi cocenti del sole di luglio seccano il terreno che avrebbe già dovuto essere ombreggiato dallo sviluppo della pianta (già in fioritura). Si è spesso formato un crostone che impedisce la penetrazione della pioggia. Si è cercato di compensare con l'irrigazione a go go impiegando enormi quantità di acqua. Nonostante questo nel lodigiano e in parte nel cremonese le piante ancora in levata mostrano segni di seccume delle foglie. In altri campi le fallanze sono numerose. La disfatta è certa. Come se non bastasse in questi giorni la bassa padana è flagellata della trombe d'aria. Le foto sotto sono state scattate a Pessina Cremonese il 13 luglio (ma il fenomeno ha interessato anche molti altri comuni). Per chilometri quadrati i campi della monocoltura del mais sono devastati. Valerio Invernizzi, allevatore milanese da innumerevoli generazioni (Cascina Cortenuova di Trucazzano) da tempo convertito al bio aveva definito il mais ceroso "il nefasto" per gli effetti perversi della monocoltura sulla terra e dell'unifeed sull'alimentazione delle vacche . Quanto aveva ragione! Purtroppo la maggior parte dei suoi colleghi sono magnetizzati dalle sirene industriali. Entrati in una logica di guadagno a breve termine non riescono più a distinguere tra quello che vale per un'azienda industriale e quello che vale per l'agricoltura.
Purtroppo le trombe d'aria non sono selettive e non colpiscono solo i biogassisti. Fosse per loro e per la loro avidità si meriterebbero questo castigo
Avanti con l'estensione suicida della monocoltura
Da parecchi anni, nonostante i (cosiddetti) miglioramenti genetici, le rese del mais in pianua padana sono in calo. La Diabrotica è solo l'ultima delle conseguenze della perversa e ottusa insistenza nella monocoltura. Il biogas l'ha ulteriormente incrementata. Ma l'ottusità e l'avidità si pagano. Di fronte all'ira di Giove Pluvio, che alterna siccità (prolungate come mai si era visto in precedenza) a piogge torrenziali, il sistema di monocoltura subisce un impatto violento. Cosa dicono gli economisti alla cui logica nichilista gli agronomi hanno abdicato? Nei loro modelli come entrano queste variabili climatiche impazzite? La logica contadina, che non rinunciava ad una pluralità di colture anche nell'ambito di piccoli fondi sapendo che ciò che un andamento climatico che danneggia una può favorire l'altra, è stata mandata in soffitta in nome della specalizzazione, delle economie di scale. Adesso godetevi i risultati. Non ammetteranno mai i signori economisti che la logica industriale e produttivistica comincia a fare cilecca. Tanto non pagano di tasca loro.
La terra oltraggiata chiama vendetta
È una monocoltura contronatura quella del mais, che porta malerbe resistenti, che obbliga ad usare fiumi di erbicidi. Si è arrivati a utilizzare insetticidi contro la Diabrotica in forma adulta che avvolgono i campi di mais in nuvole di veleno. I trattoristi devono indossare la maschera antigas e ogni forma animale all'interno del campo è uccisa.
La terra dalla monocoltura maidica è avvilita, impoverita. In qualche modo si vendica e gli oltraggi alla madre terra attirano anche l'ira delle divinità celesti che la terra fecondano con la pioggia e irradiano di energia. Gli empi che offendonono, che profanano la terra non si accontentano di ridurla ad una landa desolata spianata al laser, rimpinzata di concimi chimici e irrorata di pesticidi, impoverita al massimo di forme di vita, ma osano gettare i suoi frutti a marcire in grandi calderoni per produrre un po' di elettricità (ovvero un bel po' di soldi poco puliti). Così facendo stanno attirando la vendetta celeste. Sotto forma di troppa o troppo poca acqua che cade dal cielo.
Cosa metteranno nei loro stramaledetti biodigestori i biogassisti visto che di mais ne raccoglieranno ben poco? Rastrellerano tutte le aflatossine della Padania?