Ruralpini      Commenti/Ancora Salamini

Choose language

Per il link all'articolo di Salamini

su l'Adige e il commento vai allo

articolo su Ecce Terra

 

Scorri i principali temi di Ruralpini e accedi agli indici degli articoli

Potrebbero interessarti anche...

 

 

 

(14.03.12) Modernizzazione ecologica: legittimazione dei rischi e della tecnocrazia

Dietro l'ecobusiness degli Ogm, delle "rinnovabili" insostenibili c'è la teoria e il programma politico della modernizzazione ecologica. L'estremo tentativo dell'industrialismo e del potere tecnoscientifico di evitare di fare i conti con i limiti dello sviluppo e con la crisi della modernità. Con forti pericoli per la democrazia e per l'ambiente stesso sottoposti al controllo di una governance autoritaria e tecnocratica alla cui legittimazione concorre in modo subalterno anche il mainstream del movimento ambientalista istituzionalizzato. Che diventa controparte dei movimenti locali per la salute, contro la tossicità ambientale, per la difesa del cibo e dell'agricoltura  leggi tutto

 

(08.01.12) OGM alla frutta

Di fronte al montare delle accuse per l'inarrestabile diffusione di piante infestanti resistenti al Roundup la Monsanto chiede l'autorizzazione per un mais OGM resistente al 2,4-D, un pesticida componente del famigerato Agente Orange utilizzato in Vietnam. L'utilizzo del 2,4-D è associato a diversi tipi di tumori ed è in corso una campagna per bandirlo definitivamente in Usa come avvenuto in altri paesi. Ora l'USDA sta vagliando la richiesta della Monsanto. Un test per valutare le promesse di Obama su OGM e pesticidi  leggi tutto

 

(02.04.12) Trentino Coldiretti: Tutto bene con i pesticidi, tranne gli "allarmisti"

Il Trentino - insieme a Bolzano - detiene il record del maggior uso di pesticidi per ettaro coltivato. In barba ad una immagine costruita a colpi di campagne milionarie. Ora, però, una parte dei residenti della Val di Non (dove si produce Melinda) e alcuni comuni, hanno intrapreso azioni per tutelare la salute. Azioni che, intensificandosi, rischiano di far arrivare fuori dal Trentino l'eco della questione e di compromettere l'immagine dorata di Trentino felix (e il business della monoMelindacoltura). Intanto Melinda corre ai ripari e annuncia che la quota bio salirà nei prossimi sei anni al... 1,5%. Scegliete se ridere o piangere

 leggi tutto

 

(13.09.09) Trentino. Dellai ha voluto alla presidenza della 'Mach' Francesco Salamini , noto pro OGM e convinto che 'i prodotti ticipi rappresentino il passato'

Francesco Salamini, luminare di biotecnologie applicate, professore ordinario in tre università, già direttore del Max Plank Institute  ecc. ecc. è stato nominato dalla Giunta provinciale, su proposta del presidente Dellai, alla guida della Fondazione Mach, il 'cervello' dell'agricoltura trentina. Una 'svolta' pro OGM della Provincia? L'assessore all'agricoltura, Mellarini, e Calliari (presidente della Coldiretti e vice-presidente della Mach) che si dichiarano anti-Ogm dovrebbero essere un po' imbarazzati; almeno quanto l'assessore alla sanità, Rossi, che ha candidamente ammesso di aver votato senza conoscere le posizioni pro-Ogm di Salamini leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(30.12.12) Il presidente della Fondazione Mach di Trento, noto biotecnologo pro-OGM, nemico delle produzioni tipiche e del biologico scrive al quotidiano l'Adige una lezione sulla biodiversità. Molto ambigia e insidiosa.

 

 

Salamini e l'omelia natalizia

 

sulla biodiversità

 

 

 

di Michele Corti

 

Cosa c'è da aspettarsi, quando parla di biodiversità, dal presidente del braccio agricolo della provincia di Trento, ente artefice dell'orientamento fortemente intensivo dell'agricoltura trentina (e della marginalizzazione del biologico)?

 

È proprio vero che il conformismo, il consenso unanime, universale e melenso, svuotano anche i principi più nobili. La “biodiversità” e la “sostenibilità” sono diventate dei feticci da omaggiare formalmente, ritualmente. Poi ognuno continua a perseguere i propri scopi e interessi, anche se in totale contrasto con glienunciati della biodiversità e della sostenibilità.

Ormai lo sanno anche i bambini che l'agricoltura industrializzata, chimicizzata, geneticamente modificata è uno dei fattori più distruttivi nei confronti della biodiversità. Eppure anche i sostenitori, tutt'altro che pentiti, delle varie "rivoluzioni verdi" insistono a sostenere che la salvezza è nell'aumento delle rese, nella selezione di varietà sempre più produttive. Meglio se geneticamente modificate. Che tutto ciò favorisca le multinazionali, che devono vendere pesticidi, sementi e concimi chimici è ormai altrettanto noto. Si fa finta di non sapere che esistono dei limiti biologici ed ecologici ma si pretendeche la scienza e la tecnologia possano superarli.

Scriveva Herman E Daly (Oltre la crescita. L'economia dello sviluppo sostenibile, Edizioni di comunità, Torino, 2001, p. 294).

 

L'idea che la scienza e la tecnologia, avendo aumentato di molto il nostro potere, abbiano rimosso tutti i limiti, si avvicina a essere l'esatto opposto della verità. È anzi propio perché scienza e tecnologia ci hanno dato così tanto potere che la scala dell'economia ha potuto crescere al punto di portarci a fronteggiare consapevolmente i limiti del creato: finitezza, entropia e dipendenza ecologica. La scienza può aiutarci ad adattarci a tali limiti nel miglior modo possibile, ma pensare che ci porterà a superarli equivale a rivendicare l'autorità di rifare il  creato a nostra misura, anziché conservarlo e averne cura così come ci è stato dato da Dio.

 

 

 

L'inconciliabilità tra agricoltura intensiva e biodiversità

 

L'agricoltura "convenzionale" (definita così per distinguerala da quella bio) ha puntato per aumentare le rese sulla specializzazione, sulla monocoltura che implica la coltivazione di una sola specie vegetale, tutte le altre che si insediano spontaneamentevengono eliminate a colpi di erbicidi. Come premessa ad un discorso sulla biodiversità non c'è male.

Con la monocoltura gli insetti e i funghi patogeni, che in una situazione con presenza di vari ospiti vegetali non arrivano mai a raggiungere elevate densità e capacità distruttiva, diventano una minaccia. Così si usano funghicidi ed insetticidi ad abundantiam. In questa corsa biocida vengono coinvolte specie che potevano contribuire (attraverso la competizione, la predazione, il parassitismo, l'effetto diversivo) a contenere i “nemici” delle coltivazioni. Ma è meglio aumentare i fatturati delle multinazionali della chimica piuttosto che sottoporsi al fastidio di dover sobbarcarsi tecniche biologiche o naturali, di dover osservare con pazienza quello che avviene nei campi, nelle vigne, nei frutteti, di dover adattare con creatività e sensibilità tecniche elaborate altrove, praticare attenzione, cura e amore... e attivare in proprio il cervello. Meglio far emanare dalla Fondazione Mach un bel bollettino di guerra: “trattate col veleno x”, “trattate con quello y”. E tutti trattano con un prodotto chimico di sintesi nel Gran meleto della Val di Non.

 

 

Il pensiero dei biotecnologi alla Salamini (autoproclamatisi novelli sacerdoti della fertilità della terra)

 

A capo della Fondazione Mach che fa trattare le coltivazioni con prodotti considerati pericolosi per l'ambiente e la salute, che guarda con sufficienza al mondo del biologico ignorandone le istanze (nonostante il timido affermarsi di un piccolo settore di viticultura bio in Trentino) c'è il biotecnologo Francesco Salamini. Uno dei sostenitori degli OGM. Uno che insiste nel ritenere che gli OGM non sono forse l'unica soluzione per la "fame nel mondo", però sono utili ad alleviarla: “Penso che se viene prodotto un chilo di pane esiste semplicemente un chilo di pane in più nel mondo. E che un bambino dell'Africa non si domanda da dove viene: lo mangia e basta”. Non vale la pena chiedersi se faccia bene alla sua salute o all'ambiente o se in questo modo si creano rapporti di dipendenza. Così l'affamato, sotto ricatto, diventa il passpartout per la diffusione delle biotecnologie e del controllo economico e politico. Salamini, però, insiste: "Non sono una bacchetta magica. Di certo grazie agli Ogm si può fortificare un’agricoltura che nel terzo mondo è molto fragile". Benedetto XVI riferendosi all'Africa non ha detto esattamente lo stesso, anzi:

 

"La campagna di semina di organismi geneticamente modificati (Ogm), che pretende di assicurare la sicurezza alimentare, non deve far ignorare i veri problemi degli agricoltori: la mancanza di terra arabile, di acqua ed energia, di accesso al credito, di formazione agricola, di mercati locali, infrastrutture stradali, ecc. Questa tecnica rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici di Ogm.”

 

Purtroppo la Pontificia accademia delle scienze influenzata dalla lobby dei cattOgm alla Salamini ha contraddetto a più riprese il papa, ma le parole di quest'ultimo non si cancellano.

Passando dall'Africa a casa nostra Salamini ha detto anche che non si può fermare il progresso: “Penso che la moratoria dell'Italia agli Ogm sia un freno allo sviluppo scientifico. Il ministro Alemanno la propone invocando la difesa dei prodotti tipici, ma non mi sembra giusto. I prodotti tipici così come la moda, le ferie e le città d'arte rappresentano il passato dell'Italia. Non ci si può basare sul passato per costruire il futuro”. E allora perché la Dop per Melinda, per lo spumante ecc. ecc.? Facciamo subito la mela OGM visto che quello è il futuro. Chi meglio della Mach – che, con l'arrivo di Salamini, ha decodificato il genoma del melo - può lanciare la mela OGM? E invece di vini biodinamici avanti con i vini transgenici (trionfo di OGM dalla vigna alla cantina).

 

 

L'omelia di Natale

 

Di recente Salamini, che non demorde, ha ancora sostenuto che gli OGM non pongono alcun problema per la salute. Chissà se ha fatto un pranzo di Natale rigorosamente a base di prodotti GM? Non lo sappiamo. Però, in tempo natalizio, l'Adige ospita (29 dicembre) una lezione-omelia di Salamini che si proclama - in quanto biotecnologo -  novello sacerdote dei riti della fertilità della terra (vedi la biografia).

L'omelia di Salamini  è, in apparenza (ma solo in apparenza), un grido di dolore, un inno alla biodiversità. Il solito omaggio formale e buonista di fine anno ad una “parola sacra” si dirà. No, è peggio. Le cifre della catastrofe che incombe su molte specie viventi sono tanto imponenti che uno comincia ad allargare le braccia e a pensare: “Non c'è niente da fare, monocoltura più monocoltura meno, pesticidi più pesticidi meno, OGM più o meno, non c'è piùniente da fare, rassegnamoci”. Già rassegnamoci.

Per l'astuto Salamini la difesa della biodiversità a questo punto diventa un “fatto individuale”, qualcosa che non compete alla società.

In soffitta le convenzioni, i vincoli, gli impegni delle istituzioni. Via dalla sfera sociale e giuridica questa utopia di voler difendere la biodiversità. Salamini suggerisce – coerentemente con la sua posizione di cattotecnocrate – di demandare la difesa della biodiversità a scelte individuali, quasi ad una dimensione intima, soggettiva, estetica. Un po' come fanno i cattolici perbenisti di oggi e di ieri che non vogliono compromettersi con il potere: lo Stato, la Scienza, Mammona, il Progresso e riducono la fede a fatto, per l'appunto, relegato nel profondo della coscienza individuale.

Un bel furbone. Un bell'ipocrita di cui Dellai, che lo ha nominato, può legittimamente andare fiero e in cui prispecchiarsi.

 

Sì. Ma il Trentino?

 

L'intervento di Salamini è del tutto avulso dalla concretezza della realtà agricola trentina nella quale riveste una posizione di grande responsabilità (sarà uno scienziato ma l'attuale suo mestiere è fare il presidente della Fondazione Mach che non è un istituto di ricerca). Perciò è stato anche letto come un depistaggio rispetto ai problemi sgraditi: il problema dei pesticidi nelle melicoltura, i biologici che contestano la politica di chiusura nei loro confronti della Mach, i vignaioli indipendenti che si chiamano fuori dal sistema delle coop, di Mamma PAT, della Mach. Problemi che con la biodiversità c'entrano eccome. Ma Salamini preferisce non stabilire certi collegamenti.

 

 

Per queste reazioni rimando all'articolo su Ecce Terra dove trovate anche il link all'articolo dell'Adige con l'intervento di Salamini ed altro.

 

 

 


 

Commenti

 

 

***

 

 

           commenti, informazioni? segnalazioni? scrivi

pagine visitate dal 21.11.08

Contatore sito counter customizable
View My Stats

 Creazione/Webmaster Michele Corti