(01.09.12) Dopo l'articolo sul Corriere sui lupi che mettono a rischio la produzione di Roquefort anche la Stampa porta finalmente a conoscenza del grande pubblico le conseguenze della reintroduzione del lupo sui sistemi pastorali piemontesi
Un po' di par condicio
(Per la pecora) Era ora
di Michele Corti
La versione "buonista" del ritorno dei grandi predatori è palesemente una forzatura ideologica e la grande stampa inizia a rendersi conto che è irresponsabile e pericoloso continuare ad alimentare una cultura pseudoecologica staccata dalla realtà
Che qualcosa cominci a cambiare? Nella sua lunga serie "via del lupo" (11 puntate) la Stampa di Torino dopo diverse puntate pro lupo arrivata a Bellino (dove la pastorizia è scomparsa) e non può fare a meno di dare voce al grande sconforto dei pastori (il servizio è sul numero in edicola oggi). Di certo non è stato per le lamentele circa la scarsa par condicio che sinora aveva caratterizzato il "viaggio" de la Stampa (visto che la tappa a Bellino era programmata) né per far concorrenza al Corierone che il 27 agosto ha rotto il tabù (almeno nell'ambito della grande stampa) presentando l'aspetto negativo del lupo (sia pure nella Lozére al centro della Francia).
Il titolo dell'articolo di oggi su La Stampa
Bellino, Caporetto della pastorizia piemontese
Cristiano Peyrache racconta di come la pastorizia a Bellino abbia subito un tracollo. Lo ha fatto altre volte (vai al video you tube) ed ogni volta dice che per lui è uno sfogo salutare. Far sapere alla gente quello che è successo a Bellino aiuta a soffrire di meno. Ma non mancano altre testimonianze di pastori di bellino (vai al video you tube). Da 15 pastori a 3-4 con greggi piccole difesa la notte dentro recinti elettrici con cani maremmani. Ma se per caso si scarica la batteria o un capriolo rompe la rete e le pecore e le capre escono i lupi, sempre in attesa sono pronti a colpire. Proprio a Bellino si è verificato il primo caso sugli alpeggi piemontesi di "morte in massa". 60 pecore parte del gregge di 700 custodito da Alfredo Peyrache nel 2011 sono attaccate da due lupi ed hanno trovato la morte per soffocamento in un canalone dove si sono ammassate precipitando terrorizzate dall'alto (una carcassa, però, recava inequivocabili i segni dell'affondo delle zanne del lupo nel collo)(vai al video you tube) . La possono chiamare "convivenza". Ma con quale legittimazione scientifica e morale? Sanno benissimo (gli amici del lupo) che - a prezzo di grandi sacrifici - il pastore può limitare le perdite ma non le ridurrà mai a zero. In compenso gli animali crescono di meno, sono meno sani e meno fertili, il pastore deve spendere di più per l'alimentazione perché non può scendere a valle a fare fieno per stare a fianco del gregge su in montagna. Gli amici del lupo intanto giocano a cercare le cacche o al wolf howling (ululato provocato), organizzano -eventi in cui ignari cittadini vengono indottrinati sulla necessità della presenza del predatore, se la prendono con le iniziative a favore dei pastori.