(05.09.14) Secondo alcuni il 2014 segna l'inizio di una piccola era di raffreddamento climatico. Su quanto durerà e quanto si raffredderà la temperatura dell'atmosfera planetaria e, soprattutto, sulle sue cause il disaccordo è notevole
L'emergenza CO2 si sgonfia, quella dell'inquinamento atmosferico e lo scandalo delle biomasse no
mentre l'Oms dice che un morto su 8 è da addebitare agli inquinanti tossici nell'aria le finte rinnovabili - inceneritori di rifiuti compresi - aumentano l'avvelenamento 'sostenibile' grazie ai soldi estorti ai sudditi. Con la benedizione di Kyoto, degli scienziati, dei politici, degli ambientalisti di regime
L'ex vice presidente di Clinton, Al Gore aveva previsto nel 2007, quando aveva ritirato il Nobel per la pace (per cosa?) che nel 2014 in estate la calotta artica sarebbe del tutto scomparsa in estate. le organizzazioni ambientaliste (WWF in testa) hanno per anni - lo fanno ancora oggi - sfruttato la dabbenaggine delle persone che si informano solo attraverso i grandi media propagando immagini di orsi polari in difficoltà. Le notizie del rapido scioglimento dei ghiacci polari hanno contribuito a creare nel grande pubblico l'impressione che le previsioni più catastrofiste sul riscaldamento climatico si stessero avverando. Si parlava di livello dei mari prossimo a crescere di metri. La realtà è che negli ultimi anni l'atmosfera terrestre si sta raffreddando a dispetto delle previsioni degli scienziati del clima e che i ghiacci artici si stanno estendendo.
Analisi recenti dei trend di variazione della temperatura atmosferica terrestre basati su dati satellitari (http://www.climate4you.com/)
Se sino a ieri la contrazione della banchisa era giudicata segno di un imminente catastrofe perché oggi i media legati ai grandi interessi economici non danno lo stesso rilievo alla altrettanto rapida ripresa della glaciazione artica?
Non è difficile da intuire? Perché le scelte politiche adottate dando per buone le previsioni degli scienziati del clima (finanziati da anni con generosi fondi di ricerca), premiano interessi forti che non hanno alcuna intenzione di rinunciare ai profitti previsti. Perché i politici dovrebbero ammettere di essere stati influenzati da previsioni, modelli, teorie che - almeno in parte - non reggono alla realtà dei fatti.
I fatti dicono che l'atmosfera si sta raffreddando globalmente (quindi è difficile giustificare il raffreddamento con un effetto temporaneo dovuto alla corrente del Golfo). Gli orsi che avrebbero dovuto soccombere per il riscaldamento e l'assenza di ghiaccio ora sono in difficoltà per lo spessore del ghiaccio stesso.
In realtà la gran parte dei modelli previsionali sul trend della temperatura terrestre hanno fatto cilecca. La CO2 sta aumentando senza tregua ma la temperatura diminuisce. Gli autori dei modelli, che attribuivano all'effetto serra il ruolo di gran lunga determinante della spiegazione della macchina climatica, ora - ma solo ora - ricorrono a teorie sul riscaldamento marino profondo che 'nasconderebbe' temporaneamente il riscaldamento globale dell'atmosfera. Peccato che prima prevedevano un aumento senza tregua della temperatura atmosferica senza se e senza ma.
Il fallimento degli stregoni del clima . Confronto tra i modelli di previsione (le linee colorate di cui i quadratini neri rappresentano la media) e le osservazioni empiriche (dati satellitari). I dati osservati sono ottenuti dai satelliti. HadCrut4 (pallini verdi) si riferisce alla temperatura della superficie terrestre ed è basato su un data set svuluppato dal Climatic Research Unit (University of East Anglia) in collaborazione con il centro di Headley (presso l'Ufficio Meteo del Regno Unito). Il più accreditato insieme al data set GISS della NASA. UAH (pallini blu) è invece un data set di osservazioni satellitari ririferito a vari strati dell'armosfera sviluppato presso l'Università dell'Alabama. 88 modelli su 90 hanno 'toppato'. Ma su questi modelli stiamo regalando soldi a palate agli speculatori delle biomasse (e di altre energie pseudo rinnovabili).
Chi non si allineava all'ortodossia, facendo osservare che altri fattori quali le macchie solari, l'attività vulcanica, la variazione dell'asse di inclinazione terrestre continuano a spiegare le fluttuazioni del clima (mentre secondo l'ortodossia hanno influenza minima), veniva isolato quale "servo dei petrolieri". I russi, che attribuiscono molta importanza all'influenza dell'attività solare, sono liquidati come "piazzisti di gas naturale".
L'effetto serra spiega una parte importante dell'aumento di temperatura verificatosi nell'era industriale ma questo effetto è stato forse sovrastimato attribuendo all'aumento della temperatura di origine antropica anche una quota di aumento che può avere altre spiegazioni. Da qui dei modelli previsionali che si stanno rivelando sbagliati per sovrastima dell'effetto serra.
Oggi il dibattito scientifico, a livelli autorevoli, sta riconsiderando anche i dati del passato con evidenze che modificano quegli scenari alla base dei modelli previsionali climatici tanto ortodossi quanto catastrofisti. Il Prof. Liu dell'Università di Madison in agosto ha pubblicato su i Proceedings of the National Academy of Science - una delle riviste scientifiche più blasonate al mondo, dei risultati che come commenta egli stesso (http://www.news.wisc.edu/23050) mettono in discussione i modelli climatici "ortodossi" che stanno rivelando "sostanziali contraddizioni". Liu e i suoi colleghi della Rutgers University, del National Center for Atmospheric Research, dell'Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research, dell'University of Hawaii, dell' University of Reading, della Chinese Academy of Sciences, e della University of Albany evidenziano un trend di riscaldamento climatico nell'era Olocenica (qualla geologica attuale) che ribalta studi precedenti che descrivevano un periodo di raffreddamento climatico prima dell'influenza umana. Retrospettivamente Liu sostiene che anche la piccola era glaciale tra XVI e XIX secolo non si spiegherebbe se si tiene conto del fattore aumento della CO2 (che, in termini molto meno drammatici di quanto è avvenuto con l'industrializzazione, era già in atto). Con questo Liu non si schiera tra i negazionisti e non mette in discussione l'effetto dell'attività antropica sul riscaldamento globale nel XX sec. ma in questa prospettiva esso risulta responsabile di una quota minore del riscaldamento con implicazioni notevoli.
Solo i negazionisti e i ridimensionisti sono "a libro paga"?
Grazie ai climatologi ortodossi e a Kyoto i paesi europei (particolarmente zelanti in materia) hanno adottato politiche sulle "rinnovabili" che hanno fortemente distorto l'economia e aumentato i costi dell'energia (mentre la Cina e gli altri paesi "emergenti") continuano imperterriti ad aumentare le emissioni di CO2. L'enorme travaso di risorse dagli utenti energetici (famiglie e imprese) ai gruppi che scaltramente (spesso grazie a particolare vicinanza con i poteri politici) sfruttano i generosi finanziamenti per gli impianti (specie se cammuffati da 'agricoli', i crediti verdi, le tariffe onnicomprensive ecc., è luna delle conseguenze sociali di Kyoto è una delle cause della crisi. Più che un capitalismo neoliberista è un capitalismo predone, arraffone, che contraddisce l'ABC dell'economia sull'allocazione efficiente delle risorse invovando per sé un livello elevatissimo di sussidi.
La truffa del "risparmio" di CO2
I costi energetici in termine di energia fossile impiegata dell'incenerimento cippato per la produzione di energia elettrica sono tutt'altro che trascurabili (in percentuale dell'energia del legno). Il taglio, esbosco, cippatura, trasporto โkm 0โ (70 km) in funzione grado meccanizzazione, condizioni esbosco "mangia" il 2-4% dell'energia del legno. I valori minimi si riferiscono alle condizioni ottimali delle foreste americane e del nord Europa dove è possibile operare con grandi cantieri di lavoro. In Italia le condizioni orografiche sono del tutto sfavorevoli ed è necessario operare in condizioni di efficienza energetica molto peggiori. Se poi, come accade regolarmente in Italia invece che "km 0" il cippato arriva dall'Austria, Francia, Slovenia, Croazia il trasporto non è entro 70 km ma di 200-500 km. Il trasporto a distanza terrestre su gomma (a/r) "mangia" ogni (100 km) il 2,9% dell'energia del legno. Quanto alle biomasse legnose non forestali (quelle coltivate) una stima prudente del consumo energetico (che include i fertilizzanti) con un trasporto a una grossa centrale dal solito raggio a km 0 (che diventa entro 70 km) calcola il 6% dell'energia del legno. Se le distanze si allungano (in Italia le grosse centrali realizzate negli ex-zuccherifici non riescono a reperire la biomassa coltivata nei rispettivi comprensori e devono ricorre a biomasse di importazione) le cose peggiorano nettamente.
Per quanto riguarda il materiale legnoso trasportato da oltre mare ogni 1000 km si deve calcolare una perdita dell'energia del legno dell'1,9%. Dal momento che le fonti di materiale legnoso di importazione sono l'America (nord e sud), l'Australia, l'Indonesia non ci vuole molto a calcolare perdite sostanziali. Parliamo di rotte di 8-10-12 mila km.
Se una centrale utilizza tronchi o cippato che arriva via terra dall'estero facilmente il materiale percorre 300 km il che significa 8,7% di perdita di energia cui va aggiunto almeno un 3% per i costi di cippatura, taglio, esbosco, primo trasporto. Significa che un equivalente del 12% dell'energia del legno è stata "bruciata" già come energia fossile. Se la distanza del trasporto terrestre arriva a 500 km (come può avvenire per provenienze da Austria o Croazia) arriviamo a consumi di energia fossile pari al 20% dell'energia del legno. Nel caso di trasporto da oltremare la perdita può oltrepassare facilmente il 20%.
Questi consumi obbligati di energia fossile corrispondono ovviamente a CO2 emessa in atmosfera contraddicendo platealmente la truffa delle "biomasse carbon neutral". Agli sprovveduti si fa credere che la biomassa aiuta a combattere l'effetto serra perché "tanto si brucia tanto le nuove piante fissano nei loro tessuti". Non è così perché le piante non si tagliano da sole, non si sramano da sole, non si cippano da sole, non si trasportano da sole.
Tabella 1 - Efficienza energetica delle biomasse ai fini della riduzione emisisoni CO2
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Efficienza elettrica (%) |
Energia elettrica prodotta (% energia fossile impiegata) |
Energia elettrica /energia fossile impiegata |
Moderna centrale a turbogas |
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Energia fossile |
100 |
60 |
60 |
0,6 |
Centrale biomasse "km 0" |
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Energia biomasse |
100 |
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Energia fossile |
10 |
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Energia biomasse netta |
90 |
15 |
13,5 |
1,35 |
Centrale biomasse importate |
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Energia biomasse |
100 |
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Energia fossile |
20 |
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Energia biomasse netta |
80 |
15 |
12 |
0,6 |
La squallida realtà delle biomasse racconta che esse non solo non mitigano il problema delle emissioni di CO2 ma, secondo non pochi scienziati di vari paesi, lo aggravano. Grandi centrali elettriche a biomasse determinano il trasporto - al di là degli oceani - di enormi masse di legname provocando localmente disboscamenti più intensi della ricrescita forestale. Altrove , come in Brasile, la foresta vergine viene annientata per sostituirla con coltivazioni a rapido accrescimento di eucalipto (una pianta che, tra l'altro, contiene significativi contenuti di cloro con tutto quello che implica nella produzione delle diossine), in Indonesia la foresta vergine viene abbattuta per fare posto alle coltivazioni di palme da olio (esportato in Europa per alimentare, con la sua combustione, il business delle finte rinnovabili).
La distruzione delle foreste vergini per la produzione di biomasse rilascia enormi quantità di CO2 nell'atmosfera in seguito non solo e non tanto alla combustione del legname del soprassuolo quanto alla mineralizzazione della grande quantità di sostanza organica del terreno forestale. Con la distruzione delle foreste e la realizzazione di piantagioni dove di utilizzano fertilizzanti e pesticidi aumenta il carico di veleni nell'ambiente e diminuisce la biodiversità. In Occidente il WWF finge di difendere biodiversità e specie animali con campagne a favore di orsi e lupi (che sono in espansione) mentre, sostenendo le biomasse, gli ambientalisti si macchiano della distruzione di un gran numero di specie animali e vegetali tropicali (tra cui gli oranghi). A questo punto anche un bambino capisce che se gli scienziati e i politici non fossero corrotti non persisterebbero nel sostenere politiche che non solo non mitigano le emissioni di gas serra ma determinano altri pesanti impatti ambientali in termini di avvelenamento degli ecosistemi e di distruzione della biodiversità.
A mettere una foglia di fico sulla dannosità delle biomasse esse sono incoraggiate (con incentivi aumentati) a presentare un assetto cogenerativo virtuoso. Il che, tradotto, significa che devono far finta di non dissipare in atmosfera la maggior parte dell'energia derivata dalla combustione, cercando di recuperare - a volte in maniera smaccatamente fittiuzia - un po' di energia termica. Qui però si apre il dilemma delle biomasse: se l'energia termica viene utilizzata per utenze civili (di solito pubbliche o comunque collettive) si espongono categorie a rischio come bambini, anziani, malati (che frequentano gli edifici pubblici teleriscaldati) alle ricadute degli inquinanti emessi dalle centrali. Per motivi economici (costo delle tubazioni) e per non disperdere nel terreno la maggior parte del calore dell'acqua calda che circola nelle tubazioni del teleriscaldamento, le centrali - gli inceneritori a legna e altre biomasse - vengono costruite a breve distanza dai centri abitati quando non a fianco di scuole, case di riposo, ospedali. E qui appare evidente che le "rinnovabili" per contrastare un'emergenza presunta in modo dubbio contribuiscono in modo certo e pesante ad un'emergenza certa, grave e conclamata: l'inquinamento atmosferico con le sue conseguenze esiziali per la salute (dell'uomo, degli animali, dei vegetali, degli ecosistemi).
Fonti di inquinamento "efficienti"
Per ogni kWh prodotto mediante la combustione di biomasse si producono 10-20 volte tanti inquinanti rispetto ad una moderna centrale a turbogas. Poco efficienti in termini di risparmio di energia fossile, le biomasse sono estremamente efficienti in quanto sorgenti di produzione di inquinanti, quindi di morbilità e mortalità.
I motivi sono presto spiegati: le centrali, gli inceneritori a biomasse sono molto più piccole delle centrali a gas che devono rispettare valori di emissioni per i macro inquinanti più alti e valori di emissione per i microinquinanti che non sono neppure presi in considerazione nel caso delle centrali a biomasse (tranne che per quelle che bruciano rifiuti o legno trattato). le centrali a biomasse sono piccole ma ... tante. L'astuzia, da parte dei Signori delle biomasse (in larga misura le stesse ecomafie dei rifiuti) e dei loro politici di riferimento, consiste nel frammentare sul territorio l'impatto sperando che localmente le comunità, spesso senza esperienze alle spalle, non siano in grado di attivare azioni di protesta e efficace contrasto (cosa che nel caso di grandi inceneritori e discariche è invece ormai data per assodata).
Le grandi centrali termoelettriche così come i grandi inceneritori possono dotarsi, sulla base di criteri economici e tecnologici, di sistemi più efficienti di abbattimento delle sostanze inquinanti nei fumi rispetto a quelli adottati nelle centrali a biomasse. La legge favorisce anche dal punto di vista del rispetto di valori soglia delle emissioni inquinanti le centrali a biomasse considerando che non solo sono "fonti trascurabili di emissioni" ma anche in forza del ruolo ad essere riconosciuto di presunta pubblica utilità legato alla presunta funzione di riduzione delle emissioni di gas clima alteranti. Il tutto sulla base di assunzioni che imputano il riscaldamento climatico esclusivamente ai gas serra, un riscaldamento climatico per altro cheโฆ Non c'è più.
La beffa è formalizzata nel famigerato decreto legislativo 387/2003 che recepisce la direttiva europea 2001/77 facendo ponti doro alla speculazione sulle pseudo energie rinnovabili.
Per incentivare la costruzione di nuovi impianti alimentati da FER (fonti di energia rinnovabile), l'art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 in attuazione delle disposizioni contenute nell'articolo sei della suddetta direttiva interviene sulla disciplina di autorizzazione alla costruzione e all'esercizio di impianti alimentati da FER al fine di semplificare e accelerare il rilascio di una autorizzazione unica regionale per gli impianti nonché per tutte le opere connesse e le dichiara di pubblica utilità, indifferibili ed urgenti. Così il suddito, oltre a versare una tangente-estorta attraverso una bolletta energetica gonfiata-viene anche affumicato e avvelenato, si vede la propria casa perdere di valore, subisce rumori, traffico pesante e per di più può anche essere espropriato per consentire la costruzione di una strada al servizio degli inceneritori a biomasse.
La vera emergenza
Se qualcuno pensa che le nostre considerazioni sul clima vadano nella stessa direzione di quanti proclamano che la "civiltà industriale" è innocente, lo spreco di energia può continuare, il modello di consumi è da assolvere, è fuori strada. Noi sosteniamo un'altra cosa. Che il problema CO2 è stato stato isolato da una scienza riduzionistica funzionale al profitto capitalistico perché si presta molto bene a fare da "foglia di fico" e non mette in discussione il modello economico ma sposta risorse da settori a tassi di profitto declinante a settori innovativi dove l'innovazione è pesantemente sussidiata dal contributo pubblico, dove gli investimenti godono di rientri rapidi e dove i guadagni sono tutelati da un quadro normativo "protetto". Senza mettere in discussione il modello di produzione e consumo dlel'energia come del resto (il concetto di "centrale" elettrica sta a dimostrarlo)
A differenza degli "amici dei petrolieri", delle case automobilistiche ecc. noi diciamo con più forza che è necessaria la decrescita dei volumi di produzione fisica di merci e di rifiuti e lo spostamento dalla combustione (con recupero parzialissimo di energia) al riciclaggio della materia. Le emergenze vere sono:
1) L'aumento delle combustioni con le conseguente sulla produzione di sostanze tossiche;
2) l'aumento di carico di inquinanti nelle matrici ambientali e negli organismi viventi legato alle combustioni e all'uso di sostanze chimiche di sintesi nei processi agricoli e industriali;
3) la caduta verticale di biodiversità;
4) la perdita di fertilità dei terreni agricoli per degrado chimico-fisico e biologico.
L'organizzazione mondiale della sanità (Oms), che attraverso l'agenzia internazionale di ricerca sul cancro nell'autunno 2013 aveva ufficialmente inserito l'aria inquinata tra gli agenti cancerogeni, nel 2014 ha reso noti dei risultati che, riferiti al 2012, indicavano in 7 milioni i casi di morte attribuibili all'inquinamento atmosferico: 1 su 8. Entro quest'anno saranno resi noti i dati relativi a 1600 città di tutto il pianeta.
Ci sarà di che rabbrividire. Oggi il principale rischio ambientale per la salute umana a livello globale è lโinquinamento atmosfericoโ, ha dichiarato Maria Neira, direttrice del Dipartimento di salute pubblica dellโOMS. โI rischi legati allโinquinamento dellโaria molto più seri di quanto pensavamo, soprattutto per quanto riguarda le cardiopatie e le ischemie cerebrali, ed è necessario adottare al più presto misure efficaci e condivise per rendere più pulita lโaria che respiriamo. Le cifre sono preoccupantiโ, ha sottolineato, โe unโadeguata lotta allโinquinamento può salvare milioni di vite umaneโ.
"I rischi legati all'inquinamento son più molto più seri di quanto pensavamo"
L'organizzazione mondiale della sanità che attraverso l'agenzia internazionale di ricerca sul cancro nell'autunno 2013 aveva ufficialmente inserito l'aria inquinata tra gli agenti cancerogeni nel 2014 ha reso noti dei risultati che, riferiti al 2012, indicavano in 7 milioni i casi di morte attribuibili all'inquinamento atmosferico: 1 su 8. Entro quest'anno saranno resi noti i dati relativi a 1600 città di tutto il pianeta. Ci sarà di che rabbrividire. Oggi il principale rischio ambientale per la salute umana a livello globale è lโinquinamento atmosfericoโ, ha dichiarato Maria Neira, direttrice del Dipartimento di salute pubblica dellโOMS. โI rischi legati allโinquinamento dellโaria molto più seri di quanto pensavamo, soprattutto per quanto riguarda le cardiopatie e le ischemie cerebrali, ed è necessario adottare al più presto misure efficaci e condivise per rendere più pulita lโaria che respiriamo. Le cifre sono preoccupantiโ, ha sottolineato, โe unโadeguata lotta allโinquinamento può salvare milioni di vite umaneโ.
I nostri politici pro biomasse che terrorizzavano i sindaci recalcitranti a piegare la testa e a subire le centrali a biomasse dicevano: "Ce lo chiede l'Europa, dobbiamo rispettare il traguardo del 20% di energia da FER entro il 2020, rischiamo di essere messi in mora e di subire pesanti sanzioni".
Faziosamente a favore delle biomasse non dicevano che dal 2009 l'Italia è in mora per il mancato rispetto della Direttiva Quadro 96/62/CE sulla qualità dell'aria recepita con D.Lgs. 351/99. L'aria non solo dei centri urbani ma di tanti altre località e lo stesso "fondo" di ampie superfici di Pianura Padana è fuori legge per i parametri di PM10, NOx, ozono. La Pianura Padana, in relazione alle molte sorgenti emissive e alla scarsa circolazione dell'aria (chiusa com'è tra Alpi e Appennini) è una delle camere a gas mondiali ma politici, amministratori, Legambiente hanno il coraggio di sostenere che le biomasse rappresentano anche in questo contesto una soluzione "a favore dell'ambiente".
Tabella 2 - Alcuni inquinanti prodotti dalla combustione delle biomasse e loro conseguenze
Inquinante |
salute |
ambiente |
metalli pesanti |
cancerogeni ( polmone, vescica, rene, pelle), danni al sistema nervoso e immunitario, alla pelle |
si accumulano nel terreno, forme solubili in acqua |
PCDD e PDDF |
interferenti endocrini, danni alla fertilità, al sistema immunitario, possibili cancerogeni (stomaco, linfomi, sarcomi) |
si accumulano nelle catene alimentari |
formaldeide |
irritante, cancerogeno |
formazione ozono |
acroleina |
estremamente irritante |
|
COV |
benzene cancerogeno, danni alla memoria, fegato, reni, sistema nervoso e respiratorio |
formazione ozono |
IPA |
cancerogeni, danni alla fertilità e polmoni |
si accumulano nel terreno e nei sedimenti |
NOx |
irritante |
formazione di ozono e polveri secondarie, acidificazione |
acidi (Hcl, Hfl) |
irritanti per la pelle le vie respiratorie |
danni agricoli e forestali da acidificazione |
I danni derivati dalle emissioni in atmosfera delle biomasse si ripercuotono a livello locale, regionale e globale. Alcuni inquinanti (come la diossina e i metalli pesanti) veicolati dalle micropolveri possono restare a lungo sospesi nell'atmosfera e ricadere a terra a grandi distanze.
I sistemi di abbattimento degli inquinanti mostrano vario grado di efficienza anche in relazione alla manutenzione e alla sostituzione delle componenti tanto che al di là delle affermazioni rassicuranti di tecnici e politici quando, pesantemente sollecitate dagli enti locali, le ARPA intervengono per effettuare dei controlli si scopre che non vengono neppure rispettati i già elevati limiti di legge.
Da questo punto di vista è bene aggiungere che i "limiti di legge" sono puramente convenzionali e non hanno alcun significato scientifico e per la salute. I microinquinanti più subdoli come le polveri sottili presentano effetti lineari: quanto più si alza la concentrazione e tanto più aumenta la mortalità a breve e lungo termine. In ogni caso neppure la parziale tutela dei limiti di legge è efficace nel caso degli impianti a biomasse perché essendo "piccoli" sono soggetti ad autocontrollo
Figura 1 - Relazione tra concentrazione di PM 2.5 e mortalità in città americane
da: Reduction in Fine Particulate Air Pollution and Mortality. Am. J Respir Crit Med. Mar 15, 2006; 173(3):667-672
Conclusioni
Per inseguire ipotetiche e comunque modeste riduzioni delle emissioni di CO2 si è attuata una politica di incentivazione delle energie pseudo rinnovabili che sta portando ad un aumento di combustioni e di emissioni inquinanti a carico delle matrici ambientali e della salute. Ciò è particolarmente grave nelle aree dove l'inquinamento è elevato.
L'obiettivo della riduzione delle emissioni di CO2 si è prestato a giochi di prestigio e a operazioni di green washing spregiudicatamente sfruttati dai gruppi economici accreditati presso le istituzioni.
Mentre crescono i dubbi circa il peso dell'effetto serra sul cambiamento climatico si accumulano evidenze sulla crescente gravità di altre emergenze ambientali che richiedono di affrontare con maggiore energia lo spreco di energia e la produzione di rifiuti che caratterizza la società tardo industriale. L'economia del riciclo, dell'autoproduzione, del compostaggio non consente facili profitti per grandi imprese ma migliora il benessere e la salute e crea posti di lavoro diffusi riducendo anche il peso della tassazione per lo smaltimento rifiuti che premia soggetti economici opachi e incentiva il malaffare e la corruzione.
Ben venga una contrazione di PIL per riduzione del fatturato di chemioterapici, beni e servizi che vanno a 'tamponare' i danni dell'avvelenamento delle matrici ambientali e dei corpi degli organismi viventi.
L'ecologia spettacolo, che si concentra su temi emotivi e d'immagine e distoglie da questi problemi di fondo e l'economia ragionieristica del traffico di crediti di CO2 che allontana la gente da un ambientalismo sempre più percepito come componente dei comitati d'affari oligarchici che decidono sulla testa delle persone e delle comunità, hanno fatto il loro tempo. Non ci può essere soluzione ai problemi ecologici staccata da quelli della messa in discussione del modello economico, politico e sociale.