(19.08.12) Impossibile camminare sui sentieri di montagna delle valli bergamasche e non incrociare le moto che scorazzano in barba ad ogni divieto
Bergamo: moto sui sentieri
e gare "benedette" dal Parco?
(eco-opportunismo)
di Michele Corti
Comuni, Comunità Montana autorizzano gare motociclistiche sui sentieri e le mulattiere. Ma ci si mette anche lo stesso Parco delle Orobie (quello che gioca all'ecologia spettacolo con gli orsi e i lupi sulla pelle dei pastori e dei piccoli allevatori). Cos'è? Eco-opportunismo.
Ci sono divieti che la burocrazia ha interesse, voglia e capacità di fare applicare. Magari sono quelli più sado-burocratici che fanno chiudere le aziende contadine. Poi sui passi alpini, sui sentieri pedonali non poi andare in giro senza incrociare le moto, il loro puzzo, il loro rumore. Intendiamoci i mezzi motorizzati non vanno demonizzati come fanno certi escursionisti della domenica che inquinano tutto l'anno ma guai se su una pista forestale incrociano un mezzo di chi è lì per lavoro. Si arriva a imprecare contro chi passa in fuoristrada per lavoro e a malmenare i motociclisti (quando i "puri della montagna" sono tanti contro uno). Se i divieti fossero fatti rispettare queste assurdità non si verificherebbero (con tutti i guardia-parco, i CFS, le guardie ecologiche, la polizia provinciale che ci sono!). Chi usa la strada saprebbe che chi passa con mezzi motorizzati lo fa per una buona ragione, che ha una autorizzazione motivata (magari conquistata con la partecipazione alla "giornata delle strade").
Stupido demonizzare i mezzi meccanici in sé, giusto stroncare l'abuso
Fuoristrada e moto sono indispensabili strumenti di lavoro dei montanari che integrano i sistemi tradizionali di trasporto (il vero montanaro usa sempre i piedi e i muli). Ma l'abuso di mezzi a motore in ambienti fragili - dove si danneggiano sentieri e mulattiere - rappresenta un malcostume che non deve più essere tollerato. Peccato che anche le amministrazioni locali non si limitano a tollerare le moto che transitano su sentieri di alta montagna e sui pascoli ma autorizzano anche gare di motocross. Si tratta di gare che si svolgono nel territorio del Parco delle Orobie bergamasche con il placet del parco stesso.
Verdismo anticontadino (a buon prezzo
politico)
Il Parco delle Orobie bergamasche èquello che "vende" orsi e lupi come sue "produzioni",
assumendo un orsolupologa, organizzando incontri nelle scuole per spiegare che
gentili creature siano i grandi predatori e che - al massimo - sa ammannire
ai "villici" i suoi illuminati consigli: "chiudere gli
animali in solide stalle e in recinti elettrificati doppi, dotarsi di feroci
cani da guardia". Quello lì è l'ecologismo che piace al Parco: rompere le
scatole con autorizzazioni su autorizzazioni per una staccionata, per spostare
una badilata di terra. Roba che non da fastidio ad interessi organizzati. I
sudditi, i servi della gleba, subiscono in silenzio o mugugnando impotenti (le "loro" organizzazioni hanno altro a cui
pensare). Più difficile impedire che le moto scorazzino nel Parco anche sopra i
2 mila m. E chi si mette contro il moto club?
Due
motivi per tornare a parlare di moto in montagna
In questi giorni di ferragosto vado avanti indietro tra Milano (bollente e deserta a dispetto della retorica delle città-che-non-si-svuotano-più) e le Orobie per un progetto di comunicazione autofinanziato come sempre degli alpeggi del Bitto storico (ne parlerò in un prossimo post). A noi del Bitto ribelle (produttori e loro sostenitori) non vengono certo i Parchi a darci una mano... Quello delle Orobie valtellinesi (bellissimo esempio di come destra e sinistra con tanto di ambientalisti di Legambiente facciano inciuci) è palesemente schierato contro i produttori storici, con i caseifici industriali, quelli che terrebbero le mucche in alpeggio a mangiare in prevalenza mangime (il presidente del Parco li vende...) trasformando i pascoli in parte in cagatoi e in parte in lande cespugliose abbandonate.
Ma torniamo alle moto. Con grandedisappunto le ho incrociate in più occasioni in questi giorni. Parliamo di
sentieri, non di mulattiere; posti dove i bikers (per fortuna ho incrociato
anche quelli) devono scendere dalla bici anche in discesa.
Oggi al rientro ho trovato un messaggio
di un amico bergamasco (Davide Torri di "Gente di montagna") che mi
segnala due imminenti gare motociclistiche nelle valli bergamasche che
scandalosamente non sono oggetto di opposizione (e nemmeno di denuncia) da
parte di (quasi) nessuno, nemmeno sul web. Giusto rimediare subito, no? Anche
perché il dente avvelenato con le moto l'avevo già.
La prima di queste
competizioni è una gara di enduro che si svolgerà in un'area privata nei
bellissimi prati dell'altopiano di Bossico, ad una quota di oltre 800 m slm in
un ambiente naturale classificato dalla Regione Lombardia di alta naturalità e
per tale ragione da salvaguardare e proteggere (loro classificano poi ...).
Per ora risulta che solo il WWF Bergamo e qualche esponente del CAI (a titolo individuale) abbiano preso posizione sull'evento. Silenzio assoluto sulla stampa e sul web. Verdi se ci siete battete un colpo.
A lezione di ipocrisia e ecobusiness dai Verdi
Passimo ad un
altro evento. Si tratta di una gara di regolarità
per moto da cross d'epoca (noblesse
oblige) che si svolgerà il 15 e 16 settembre prossimo a Foppolo in
alta Val Brembana. Gli organizzatori sono andati a scuola dai Verdastri.
Da loro hanno imparato che ogni nefandezza ambientale si può compensare,
mitigare, monetizzare. Può diventare business per intermediari di eco-truffe.
La gara sarà "sostenibile" perché attraverso l'agenzia Life Gate®
l'emissione di CO2 verrà compensata con "la creazione e la tutela di 800
mq di foresta in crescita in Madadascar". Un campo di calcio, uno sputo.
Ma chi se ne frega di queste compensazioni! Nel comunicato (di "agosto"),
oltre a spiegare che la gara è sostenibile, per via del Madadascar, si
dice anche che il motocross è ingiustamente associato a "comportamenti
vandalici". Peccato che a Bossico (dove si svolgerà la prima delle gare di
cui stiamo trattando) il vigile abbia rinunciato a tentare di fare verbali ai
motocrossisti perché da loro malmenato. I nostri si auto equiparano ai
camminatori, ai cavalieri, ai ciclisti e proclamano che anche loro "amano
la montagna". Non si nega che in ogni categoria di fruitori possano
esserci maleducati e prepotenti (vedi bikers che si lanciano a velocità folli e
sono un vero pericolo per i pedoni) ma il motocrossista che romba, inquina e
danneggia sentieri, pascoli e mulattiere selciate (specie quando piove o il
terreno è impregnato d'acqua) che montagna ama? Quella "parco
giochi", quella "mi diverto, mi emoziono e chissenefrega degli altri
e se lascio la montagna peggio di come l’ho trovata"...
Legittimazione
istituzional-ambientalista
Quello che però da più fastidio è che
nel suddetto comunicato del Moto club si legittima il transito
sui sentieri in quanto "autorizzato dal Parco delle Orobie bergamasche".
Che i Parchi siano enti inutili (anzi dannosi) lo sappiamo da tempo, come lo
sanno tutti i contadini, i pastori e gli allevatori (con le poche eccezione di
quelli "accreditati" alle
cerchie politiche-amministrative, i manutengoli abbonati a contributi). I
Parchi sono tutti sempre lì , mentre chiudono provincie come Sondrio. Hanno
creato una lobby (di cui Federparchi è
solo l’espressione ufficiale) che è tra le meglio attrezzate d'Italia. Non c'è
riuscito nessun governo - né di "sinistra", né di "destra"
- a tagliare le spese dei Parchi; solo ora, con una spending review che
ha riscritto la mappa amministrativa italiana, c'è finalmente stato qualche
tagliuzzo.
Preferiremmo, però, essere smentiti
dai fatti, dal Parco stesso. Preferiremmo dover dire che, almeno una
volta, abbiamo parlato male a torto del Parco. Manca meno di un mese alla
gara di motocross. Caro (si fa per dire) Parco delle Orobie, confermi
quello che dice il club del motocross? Autorizzi lo scempio? Lasci che i
motocrossisti si vantino di essere fruitori sostenibili della montagna?