Ruralpini   Commenti/Biogas ad una svolta?

   

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(06.01.12)  Petrini continua ad essere il solo intellettuale a denunciare il biogas selvaggio

Firme prestigiose hanno denunciato da tempo le devastazioni dell'eolico selvaggio e del fotovoltaico a terra. Tranne Petrini, però, nessuno lo ha fatto a proposito delle centrali a biogas, che crescono come funghi. Perché? Perché il biogas è parte di una strategia di "corsa alla terra" che va al di là dei MW e ci sono in ballo interessi enormi? Perché le centrali che devastano le campagne non urtano la sensibilità estetica borghese (tanto le vedono e le "usmano" solo i "villici" dall'olfatto poco sensibile)? leggi tutto

 

(21.12.11) Germania. La morte che viene dagli impianti a biogas

La scorsa primavera in Germania, è stato lanciato un allarme per la salute degli animali domestici e selvatici. Da parte di un esperto internazionale in materia di botulismo, il prof. Helge Böhnel, si ritiene che la diffusione del botulismo cronico negli allevamenti bovini possa essere imputata alla diffusione degli impianti di biogas e allo spargimento dei digestati con spore di Clostridium botulinum. Alcuni veterinari  tendono anche ad attribuire alla stessa causa le morie di selvaggina osservate in alcune regioni e la più diffusa rivista faunistica e cinofila germanica ha dedicato al problema una inchiesta (copertina a fianco). Da noi la regione Emilia-Romagna per il rischio delle spore di Clostridi ha "esonerato" le aree del Parmigiano reggiano dalle centrali a biogas. Precauzione. Ma allora conta più il Parmigiano della salute?

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(18.12.11) Mezzolara (Bo). 4 NO alla centrale-truffa

I piani energetici della regione  prevedono la rapida trasformazione della pianura emiliana (tranne le zone "esentate" del Parmigiano) in una gigantesca monocoltura maidicola per alimentare centinaia e centinaia di digestori. Ma la resistenza delle comunità che vogliono tutelare la terra, il cibo, l'ambiente, la salute si fa ogni giorno più organizzata e determinata. Ne ho avuto la prova a Mezzolara dove venerdì sera ho partecipato ad una conferenza sulle conseguenze ambientali e sulla salute del biogas. Tanta gente attenta e preoccupata, tanta passione e determinazione da parte del Comitato locale e dei medici-relatori (Luigi Gasparini e Salvatore Virzì) leggi tutto

 

(29.11.11)  Mezzolara (Bo). Biogas senza pudore.

Quattro impianti quadrigeminati da 0,999MW, nello stesso sito. Proposti da 4 società gemelle con lo stesso progetto. Una superficie occupata di 13,4 ha a fianco di un'oasi Natura 2000 e a poche centinaia di m dalle abitazioni. Alimentazione 100% cereali (80% mais). La regione Emilia che ha 'graziato' le aree del Parmigiano, concentra tra la bassa bolognese e il ferrarese una gragnuola di progetti con la benedizione di Legambiente e dei maggiori partiti. leggi tutto

 

(01.12.11) Vercelli/Alessandria. Le bioenergie mangiano l'agricoltura (bioetanolo)

Entro il 2012 sarà in funzione l'impianto di bioetanolo di Crescentino (Vc). In prospettiva utilizzerà trinciato di Arundo donax (canna comune) coltivata su una superficie di oltre 4.000 ha (marginali?). Il tutto con contratti di coltivazione e contorzismo e quindi la sparizione della figura dell'agricoltore sostituito dalle società bioenergetiche. Siamo sicuri che sia una soluzione sostenibile come proclama Legambiente?

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(02.07.11) Nasce nel bolognese il movimento contro il biogas

Ieri sera affollata assemblea a Galliera. 10 comitati e tanta voglia di non mollare. Di fronte a speculazioni sfacciate che penalizzano pesantemente i residenti e l'agricoltura, di fronte alla scarsa trasparenza, al deficit di processo democratico. Un riferimento per chi in tutta Italia cerca - con grande difficoltà e ostracismi - di opporsi ad una vera e pericolosa truffa leggi tutto

 

(01.07.11) Estendere la coraggiosa iniziativa di Slow Food cremonese

Nell'assemblea di maggio della condotta è stata approvata una richiesta di moratoria per le centrali a biogas 'agricolo'. Cremona è l'epicentro di questa folle corsa, ma anche a Brescia, a Lodi a Mantova, a Bologna, a Padova sono numerosi i progetti realizzati o in cantiere. A Bologna è stata la stessa provincia a chiedere la moratoria alla Regione. Altrove comitati, associazioni, personalità preoccupate del futuro dell'agricoltura devono attivarsi per chiedere uno stop o severe linee guida limitative alle Regioni. leggi tutto

 

(01.07.11) Il biogas è un danno. In montagna lo è ancora di più

Intervento di Fausto Gusmeroli sul problema delle conseguenze nehative della diffusione delle centrali a biogas spinte dall'industria e dalla speculazione. Gli interessi speculativi hanno scatenato la corsa al biogas selvaggio che porterà - senza una moratoria - a centinaia di impianti da 1MW in Lombardia. Anche a Sondrio ne è stato realizzato uno e uno è in progetto leggi tutto

 

(23.06.11) Imbroglio ecologico, agricoltura truffata

Tra Bergamo e Brescia alcune società si offrono di provvedere alla realizzazione a loro spese, di impianti di biogas (da liquami e mais) con trattamento secondario di abbattimento dei nitrati. Si riservano tutti i proventi energetici, acquisiscono diritti di superficie per lunghi periodi e vincolano gli imprenditori agricoli al conferimento della quantità pattuita di liquami. Un ciclo ad alta insostenibilità spacciato per 'ecologico'.  leggi tutto

 

(02.05.11) Cresce in tutta la Padania l'opposizione alla folle corsa al biogas

Sono centinaia gli impianti di biogas che verrebbero realizzati nei prossimi anni nella pianura padana con il pretesto di risolvere i problemi ambientali (direttiva nitrati) e con la favola dell'energia rinnovabile.

Il risultato  consiste nel  'digerire' i contributi a fondo perduto regionali (erogati per rendere allettanti i forti investimenti), i contributi della PAC per le coltivazioni agricole ora convertite in colture 'elettriche', i super-incentivi elettrici e trasformare il tutto in super-profitti speculativi. Il tutto pagato più volte dall'ignaro consumatore-utente-contribuente a tutto danno dei veri agricoltori e a vantaggio economico di una lobby spregiudicata fortemente sostenuta dalla tecnoburocrazia.

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(06.03.11) Energie 'rinnovabili': un business sempre più sporco

Le buone intenzioni del governo di ridimensionare il regime di incentivi folli alle 'rinnovabili' si scontrano contro gli appetiti delle lobby. Via i limiti alla percentuale di superfici da destinare a biogas, via il tetto del fotovoltaico. Il ricatto di Forza Sud che ha minacciato di non votare il federalismo se il governo non avesse ritirato il decreto sulle 'rinnovabili' (poi 'ammorbidito') la dice lunga sul meccanismo che si è messo in moto. Ma anche al Nord... Strane manovre delle società padane dell'energia 'alternativa' per mettere le mani sui terreni per produrre biogas. Non solo a Cremona e nel Polesine ma a anche del Centro Italia. leggi tutto

 

(15.01.11) Biogas: una trappola per l'agricoltura

Ora che la corsa al biogas è scatenata c'è una parte di mondo agricolo che inizia a rendersi conto della 'fregatura'. Compito delle regioni fermare una speculazione che spaccia per 'agricoli' impianti da 1MW che 'divorano' gradi estensioni sottraendole alla produzione foraggera. leggi tutto

 

(03.11.10)  Gli equivoci delle 'rinnovabili

L'energia rinnovabile può rappresentare un'opportunità se riavvicina produzione a consumo di energia ridando controllo e responsabilità alle comunità locali.  Le soluzioni speculative non sono sostenibili specie quelle che divorano terreno coltivabile. Vanno invece premiate le soluzioni decentrate e 'contadine'. In ogni caso non si possono risolvere i problemi (fine petrolio e emissioni) in assenza di un forte cambiamento verso il risparmio di energia e il suo utilizzo più efficiente.  leggi il commento di Fausto Gusmeroli

 

(23.05.10) Casnigo (BG) come Fiavè (TN).  Un paese insorge : la centrale a biogas (da deiezioni zootecniche) non la vogliamo A Casnigo scontro duro tra la popolazione e la giunta comunale. Oltre 1000 firme contro la centrale a biogas (in un paese di 3400 abitanti). nell'assemblea del 20 maggio 400 oppositori hanno ribadito che non accettano il traffico e gli odori indotti dalla centrale, da realizzare in prossimità dell'abitato. Il tutto in una valle già 'sovracarica' di inquinamento e tumori e al solo scopo di mantenere un modello insostenibile di zootecnia intensiva in montagna che penalizza l'uso del territorio (prati e pascoli) per puntare sul forte impiego di mangimi. Il comitato del No intanto respinge agni accusa di strumentalizzazione politica. leggi tutto

 

 

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(26.01.12) Alcuni politici - almeno in linea di principio - rinnegano il biogas, Legambiente in Emilia-Romagna ha fatto un mezzo dietro-fronte le proteste non solo dilagano ma si fanno più dure e coordinate

 

Biogas: verso una svolta?

L'obiettivo moratoria diventa realistico

 

di Michele Corti

Il fronte dei biogasisti continua a contare (come dimostrano recenti vicende parlamentari) accaniti sostenitori in tutti i partiti (almeno in quelli di maggioranza a Roma e al governo nelle regioni). Ma aumentano i circoli di Legambiente che si fanno promotori essi stessi delle proteste mentre i vertici regionali e nazionali stanno pensando a come riposizionarsi. Intanto i comitati vanno avanti sapendo che possono contare solo sulle loro forze. In Emilia Romagna il 16 gennaio si è costituito un Comitato inter-provinciale BO-FE-MO-RA mentre sabato 28 a Ferrara (indicazioni nella colonna a sinistra) si terrà la prima riunione inter-regionale con rappresntanti di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Trentino (e probabilmente di altre regioni che aderiranno all'ultimo momento). In Emila-Romagna dove i comitati sono più organizzati il tema è ormai entrato prepotentemente nell'agenda politica. Contro il biogas si sono pronunciati il segretario del PD di Bologna e lo stesso presidente della regione, Vasco Errani.

 

Errani era intervenuto dopo la trasmissione di Report (Rai3, Gabanelli) del 19 dicembre che aveva suscitato vaste reazioni a fronte dell'evidenza del significato spietatamente globale dell'operazione agroenergie che condanna immense aree dell'Africa e dell'Asia ad una nuova e per certi versi più spietata forma di colonialismo a spese di foreste vergini, savane e terre delle comunità contadine espriopriate senza tanti complimenti a favore di società cinesi, ma anche europee (italiane comprese). Posto che tutti i partiti al governo dlele regioni si comportano in modo ambigiuo (vedi la Lega in Veneto) va detto che le contraddizioni dentro il PD appaiono come le più clamorose. Leana Pignedoli, relatrice del provvedimento e capogruppo del PD in commissione agricoltura della camera qualche giorno fa ha esultato per il passaggio all'unanimità di un ordine del giorno mirante a rimuove alcuni "ostacoli" frapposti da alcune regioni all'uso dei liquami zootecnici come matrice per i digestori. Il tutto salutato come un passo avanti a favore della sostenibiliutà dell'agricoltura e della zootecnia. O la senatrice è consapevolmente a favore di interessi poco limpidi che si muovono nel sottobosco delle speculazioni finanziarie sulle rinnovabili o in buona fede ha ascoltato solo le campane degli esperti dell'industria che raccontano le favole dell'impatto zero e della CO2 risparmiata. Anche in sede locale non mancano esponenti del PD che si distinguono per lo zelo nel sostenere le centrali. Tra loro Anna Chiara Ghetti che si è pronunciata (24.01.2012) senza se e senza ma a favore di "Agrimetano" la società che intende realizzare l'ennesima centrale a Granarolo faentino (dove si vorrebbe far transitare i mezzi pesanti da una strada di campagna assolutamente inadeguata). La Ghetti ha parlato anche di "minacce" ricevute dai soci di "Agrimetano". Di ieri, invece, la notizia che la società che intende realizzare la centrale a biogas di Bra-Cherasco (Cuneo) ha accusato i manifestanti che hanno protestato il 23 davanti alla sede della provincia di Cuneo di essere "prezzolati".

Perché comincia a serpeggiare il nervosismo da parte del fronte biogasista? Un po' perché la protesta si estende e si organizza un po' perché quelli che erano degli insispensabili supporti in termini di legittimazione e di "lavaggio del cervello" dlel'opinione pubblica stanno venendo meno. Legambiente Emilia-Romagna ai primi del mese ha emesso un lungo documento che ha trasformato in NI al biogas quello che era un SI chiaro e netto. Si parla di biometano, di paletti ma - quello che più conta - si abbraccia la proposta del limite delle colture dedicate ponendolo al 10% dlele superfici aziendali. Basterebbe questo per fermare tutto.

 

Non è finita. Alla Fiera di Verona è annunciato un convegno sponsorizzato da una primaria società fornitrice di impianti (tutte tedesche) su "Una svolta nel biogas". Si anticipa che si parlerà dell'abbandono delle monoculture, di coltivazioni "perennanti". Si vede che il business comincia a capire che la gente non può essere imbrogliata in eterno. Le notizie e le idee viaggiano rapide (specie nella rete) e la riserva di dabbenaggine rischia di esaurirsi. La trasformazione della pianura padana in una landa di monocoltura (già adesso non si scherza) non è molto allettante. Considerazioni ecologiche, sociali, etiche unite al concreto disagio imposto alle popolazioni che hanno la disgrazia di essere nel raggio di una centrale rischiano di diventare benzina per la protesta. Lo sanno anche loro che la sproporzione tra i folli guadagni dlele società (una centrale da 0,999kW da un utile di 1,5 milioni di € all'anno) e i disagi per chi abita in zona e non ci guadagna nulal ma ha solo problemi di odori e viabilità (con punti interrogativi sulla dsalute) è troppo stridente e che ci vuol altro che giustificare queste iniziative con lo "spirtito di impresa" e "la necessità di ridurre le emissioni di CO2". Due balle una più grossa dell'altra.

Così si corre ai ripari "faremo meno monocoltura" (che sforzo, lo imporrà la nuova PAC dal 2014), faremo più cogenerazione (balla è e balla resterà), faremo biometano che è più sostenibile (per certi versi sposta poco i termini della sostenibilità dell'insieme). Non bisogna lasciarsi incantare. Bisogna chiedere la MORATORIA. Sono gli stessi biogasisti a sostenere che è necessatrio rivedere il tiro, sono i politici (in questo caso assessori provinciali) che dicono - per lavarsi ipocritamente l'anima - che sono "costretti" a dare le autorizzazioni "per colpa delle norme". Allora se tra il comune sentire e gli stessi orientamenti dei rappresentanti delle istituzioni c'è questa discrasia vuol dire che ne norme non vanno e vanno ripensate. In modo organico. Serve quindi uno stop alla corsa "in automatico" verso il baratro. Serve la MORATORIA. Lo dimostra anche la vicenda della Regione Lombardia. nella primavera 2011 era stato annunciato che "dopo lestate" sarebbero state pronte le Nuove Linee Guida per le centrali. Siano nel 2012 e non si sono viste. Se non sapete che pesci pigliare vuol dire ancora una volta che c'è qualcosa che non va nel castello di piani, linee guida, sovvenzioni.

 

 

 

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