(26.01.12) Alcuni politici - almeno in linea di principio - rinnegano il biogas, Legambiente in Emilia-Romagna ha fatto un mezzo dietro-fronte le proteste non solo dilagano ma si fanno più dure e coordinate
di Michele Corti
Il fronte dei biogasisti continua a contare (come dimostrano recenti vicende parlamentari) accaniti sostenitori in tutti i partiti (almeno in quelli di maggioranza a Roma e al governo nelle regioni). Ma aumentano i circoli di Legambiente che si fanno promotori essi stessi delle proteste mentre i vertici regionali e nazionali stanno pensando a come riposizionarsi. Intanto i comitati vanno avanti sapendo che possono contare solo sulle loro forze. In Emilia Romagna il 16 gennaio si è costituito un Comitato inter-provinciale BO-FE-MO-RA mentre sabato 28 a Ferrara (indicazioni nella colonna a sinistra) si terrà la prima riunione inter-regionale con rappresntanti di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Trentino (e probabilmente di altre regioni che aderiranno all'ultimo momento). In Emila-Romagna dove i comitati sono più organizzati il tema è ormai entrato prepotentemente nell'agenda politica. Contro il biogas si sono pronunciati il segretario del PD di Bologna e lo stesso presidente della regione, Vasco Errani.
Errani era intervenuto dopo la trasmissione di Report (Rai3, Gabanelli) del 19 dicembre che aveva suscitato vaste reazioni a fronte dell'evidenza del significato spietatamente globale dell'operazione agroenergie che condanna immense aree dell'Africa e dell'Asia ad una nuova e per certi versi più spietata forma di colonialismo a spese di foreste vergini, savane e terre delle comunità contadine espriopriate senza tanti complimenti a favore di società cinesi, ma anche europee (italiane comprese). Posto che tutti i partiti al governo dlele regioni si comportano in modo ambigiuo (vedi la Lega in Veneto) va detto che le contraddizioni dentro il PD appaiono come le più clamorose. Leana Pignedoli, relatrice del provvedimento e capogruppo del PD in commissione agricoltura della camera qualche giorno fa ha esultato per il passaggio all'unanimità di un ordine del giorno mirante a rimuove alcuni "ostacoli" frapposti da alcune regioni all'uso dei liquami zootecnici come matrice per i digestori. Il tutto salutato come un passo avanti a favore della sostenibiliutà dell'agricoltura e della zootecnia. O la senatrice è consapevolmente a favore di interessi poco limpidi che si muovono nel sottobosco delle speculazioni finanziarie sulle rinnovabili o in buona fede ha ascoltato solo le campane degli esperti dell'industria che raccontano le favole dell'impatto zero e della CO2 risparmiata. Anche in sede locale non mancano esponenti del PD che si distinguono per lo zelo nel sostenere le centrali. Tra loro Anna Chiara Ghetti che si è pronunciata (24.01.2012) senza se e senza ma a favore di "Agrimetano" la società che intende realizzare l'ennesima centrale a Granarolo faentino (dove si vorrebbe far transitare i mezzi pesanti da una strada di campagna assolutamente inadeguata). La Ghetti ha parlato anche di "minacce" ricevute dai soci di "Agrimetano". Di ieri, invece, la notizia che la società che intende realizzare la centrale a biogas di Bra-Cherasco (Cuneo) ha accusato i manifestanti che hanno protestato il 23 davanti alla sede della provincia di Cuneo di essere "prezzolati".
Perché comincia a serpeggiare il nervosismo da parte del fronte biogasista? Un po' perché la protesta si estende e si organizza un po' perché quelli che erano degli insispensabili supporti in termini di legittimazione e di "lavaggio del cervello" dlel'opinione pubblica stanno venendo meno. Legambiente Emilia-Romagna ai primi del mese ha emesso un lungo documento che ha trasformato in NI al biogas quello che era un SI chiaro e netto. Si parla di biometano, di paletti ma - quello che più conta - si abbraccia la proposta del limite delle colture dedicate ponendolo al 10% dlele superfici aziendali. Basterebbe questo per fermare tutto.
Non è finita. Alla Fiera di Verona è annunciato un convegno sponsorizzato da una primaria società fornitrice di impianti (tutte tedesche) su "Una svolta nel biogas". Si anticipa che si parlerà dell'abbandono delle monoculture, di coltivazioni "perennanti". Si vede che il business comincia a capire che la gente non può essere imbrogliata in eterno. Le notizie e le idee viaggiano rapide (specie nella rete) e la riserva di dabbenaggine rischia di esaurirsi. La trasformazione della pianura padana in una landa di monocoltura (già adesso non si scherza) non è molto allettante. Considerazioni ecologiche, sociali, etiche unite al concreto disagio imposto alle popolazioni che hanno la disgrazia di essere nel raggio di una centrale rischiano di diventare benzina per la protesta. Lo sanno anche loro che la sproporzione tra i folli guadagni dlele società (una centrale da 0,999kW da un utile di 1,5 milioni di € all'anno) e i disagi per chi abita in zona e non ci guadagna nulal ma ha solo problemi di odori e viabilità (con punti interrogativi sulla dsalute) è troppo stridente e che ci vuol altro che giustificare queste iniziative con lo "spirtito di impresa" e "la necessità di ridurre le emissioni di CO2". Due balle una più grossa dell'altra.
Così si corre ai ripari "faremo meno monocoltura" (che sforzo, lo imporrà la nuova PAC dal 2014), faremo più cogenerazione (balla è e balla resterà), faremo biometano che è più sostenibile (per certi versi sposta poco i termini della sostenibilità dell'insieme). Non bisogna lasciarsi incantare. Bisogna chiedere la MORATORIA. Sono gli stessi biogasisti a sostenere che è necessatrio rivedere il tiro, sono i politici (in questo caso assessori provinciali) che dicono - per lavarsi ipocritamente l'anima - che sono "costretti" a dare le autorizzazioni "per colpa delle norme". Allora se tra il comune sentire e gli stessi orientamenti dei rappresentanti delle istituzioni c'è questa discrasia vuol dire che ne norme non vanno e vanno ripensate. In modo organico. Serve quindi uno stop alla corsa "in automatico" verso il baratro. Serve la MORATORIA. Lo dimostra anche la vicenda della Regione Lombardia. nella primavera 2011 era stato annunciato che "dopo lestate" sarebbero state pronte le Nuove Linee Guida per le centrali. Siano nel 2012 e non si sono viste. Se non sapete che pesci pigliare vuol dire ancora una volta che c'è qualcosa che non va nel castello di piani, linee guida, sovvenzioni.