(10.09.13) La wool week italiana si svolge a Milano dal 10 al 16 settembre. Oggi erano presenti anche le pecore. Venivano da Seregno (quindi con un breve trasporto) e in piazza Duomo, a farsi ammirare, sono state benone
Pecore alla Rinascente
peccato che gli animalisti abbiano impedito la tosatura
di Michele Corti
La lana dal 2010 sta aumentando di prezzo in relazione ad un rinnovato interesse della moda ma anche grazie alla bioedilizia. È importante comunicare al pubblico che la lana , in quanto fibra animale, è una materia prima rinnovabile ottenuta in sistemi a basso impatto ambientale e possiede molte proprietà utili per il benessere e la salute
"Il nostro è stato il primo lavoro dell'uomo,
e sarà anche l'ultimo"
Renato Zucchelli, pastore transumante
(protagonista del film: "L'ultimo pastore")
Questa volta non mi perso le pecore a Milano come avvenne il 30 settembre 2011 quando giravano il film "L'ultimo pastore" (foto sopra). Allora mi avvisò un amico al pomeriggio quando era tutto finito. L'altro ieri sera mi ha chiamato Tino Ziliani (vedi oltre): "Sono in Viale Zara dimmi che strada fare per Piazza Duomo". Con l'intrico dei sensi unici che vige nel cuore della città gli ho consigliato di andare in Piazza Scala e chiedere ai vigili. In realtà avendo un po' deviato dalla strada che gli avevo consigliato dalle parti del Centro Direzionale si sono fermati per chiedere informazioni sulla strada da seguire ad una pattuglia della Polizia locale. - Questa evidentemente era a conoscenza dell'arrivo di un carico di pecore diretto nel cuore della città. "Dovete andare alla Rinascente? Seguiteci che vi scortiamo" E così il trasporto pecoreccio con tanto di scorta è arrivato sino a destinazione.
Ma perché le pecore bergamasche sono ricomparse dopo due anni in Piazza Duomo? Sarà un segno del destino? L'annuncio di una nuova era con meno industria, meno chimica, meno tecnologia e più pastorizia? Un'era dove città e campagna tornano a fondersi? Lo voglio sperare.
Di fatto le care pecore bergamasche sono arrivate per la Settimana della lana, un evento che fa parte di una campagna "globale" (come suona male, però questa parolaccia...) per promuovere l'uso della lana. Si è svolta in varie città con greggi di pecore nelle piazze principale a fare da testimonial del loro prodotto.
A livello mondiale questa campagna è sostenuta dalla Woolmark company organizzazione di allevatori australiani mentre a livello nazionale ad essa si affiancano sponsor locali. In Italia, dove non ci sono organizzazioni di allevatori di pecore da lana (la produzione ovina principale in Italia è rappresentata dal latte), la campagna è sostenuta da noti marchi di moda e scuole di design che non mancano a Milano e che hanno provveduto ad allestire sui temi dell'uso del tessuto di lana le vetrine della Rinascente. Anche a Milano, e in Lombardia, però, ci sono sono pecore e pastori. Pochi, ma ci sono. E con i loro spostamenti continuano a frequentare le periferie della metropoli seguendo rotte di transumanza ininterrotte da mille anni. Così, quando gli organizzatori hanno pensato di portare le pecore in Piazza Duom,o non è stato difficile "ingaggiarle".
È bastato contattare Tino Ziliani (foto sotto), tosatore professionista (già pastore e di famiglia di pastori) nonché presidente dell'Associazione pastori lombardi, un personaggio molto conosciuto anche in altre regioni perché è lui che organizza le squadre di tosatori professionisti che vengono da vari paesi e si spostano tra un emisfero e l'altro dove c'è stagione di tosatura. Tino ha organizzato il trasporto del gruppo di pecore da Seregno (cittadina a Nord di Milano)dove si trovava una parte di un gregge che è ancora in alpeggio in Valle Camonica. Il breve trasporto (meno di 30 km) è stato rapido e senza intoppi.
Le pecore hanno trovato in piazza Duomo una più che confortevole sistemazione. Un perfetto tappeto erboso naturale delimitato da una steccionata che consentiva piena visibilità agli animali (e pensare che per le mostre c'è chi usa i tubi Innocenti...).
Le pecore hanno potuto restare al fresco riparate dall'ombra della Cattedrale non disturbate per nulla dalla presenza dei curiosi che scattavano immancabilmente foto con gli smart phone.
Quanto all'acqua era mantenuta fresca e pulita grazie al frequente trasporto (con un innaffiatoio) dalla "vedova" ai piedi della Cattedrale (al momento verniciata di minio in attesa della mano di verde regolamentare). Due comodi abbeveratoi consentivano alle pecore di dissetarsi senza problemi.
A completare il quadro di una situazione di pieno comfort e sicurezza vi era la presenza di un veterinario venuto appositamente da Sovere (BG) e pratico di greggi che - tranne qualche pausa caffè - ha garantito una presenza continua a fianco del recinto. E, se non bastasse, tre persone dell'organizzazione sostavano permanentementepresso il recinto per controllare che nessuno aprisse il cancelletto. Su questo Tino commenta: "Ma tanto le pecore non sono sceme, cosa credono? Che scappino per la città?"
Eppure, pur con tutte queste precauzioni agli animalisti molesti dell''ENPA la cosa non è gradita. Sostengono che la città non è un ambiente "naturale" per gli animali e che chi desidera conoscerli se ne andasse alle Fattorie didattiche. Bontà loro che non hanno fatto del tutto ostruzionismo ad un evento che rispettava ad abundantiam tutti i requisiti del già rigido regolamento comunale (nel quale essi pur hanno messo ampiamente il becco).
I guastafeste hanno comunque ottenuto che: 1) le pecore invece che 100 fosero ridotte a 50; 2) i giorni di presenza del gregge da due a uno; 3) la dimostrazione di tosatura saltasse del tutto. Comune di Milano e Woolmark company hanno "calato le braghe" immediatamente. Tanto è il timore delle ritorsioni degli animalisti, che godono di ottimi agganci nelle redazioni. Se, per il comune di Milano, sono in ballo i voti per la Woolmark company c'è l'esigenza di evitare al massimo gli attriti con gli animalisti dal momento che è già in atto una campagna mondiale contro la lana merino australiana per ottenere l'abolizione della pratica cruenta del mulesinga danno delle agnelle.
Peccato che ad andarci di mezzo siano stati i bambini milanesi cui è stato negato di assistere alla tosatura. Una pratica che, specie se eseguita con tosatrici elettriche da professionisti, non provoca alcuna sofferenza alla pecora e consente in 2-3 minuti di "svestire" completamente l'animale di un "cappotto" che in estate diventa molto fastidioso.
È curioso che appena prima di parlare con me (e spiegarmi che avevano preferito non contrariare gli animalisti anche in punto di dimostrazione di tosatura) una rappresentante della campagna del Woolmark company ricevesse da un bimbo proprio questa domanda: "Ma ci fate anche vedere a tosare le pecore?"
Erano numerosi i bimbi che si avvicinavano al recinto. Senza chiedere nulla a nessuno prendevano delle brancatine di fieno dalle balle prismatiche sistemate a fianco del recito e le porgevano alle pecore, che di buon grado accettavano l'offerta.
Per fortuna che nessun animalista iperzelante è intervenuto per proibire di dar da mangiare alle pecore. Una mamma, nel contesto di una piccola discussione su queste esperienze educative, ha commentato: "ma chi ha oggi i soldi di andare a fare le gite e portare i bimbi alle Fattorie didattiche? Le scuole di gite non ne fanno quasi più, non ci sono i soldi". Avrebbe dovuto dirlo all'Enpa che imporrebbe di limitare queste "occasioni" di incontro con gli aninali al luogo deputato istituzionalmente: nelle Fattorie didattiche. Alla faccia della spontaneità.
Nessuno vuole usare gli animali come attrazioni da Luna Park ma la loro presenza nelle città serve a ricordare che la separazione tra città e campagna è tutto sommato un fatto recente e può essere rimessa in discussione. Del resto sino ai primi decenni del '900 a Milano passavano mandrie transumanti e i caprai vendevano il latte munto nelle strade.
Viene da pensare che agli animalisti non faccia affatto piacere che i bimbi si avvicinino agli animali domestici. L'esperienza di un animale con il quale puoi avere anche la semplice interazione di una carezza non porta acqua al mulino di un animalismo che alla pecora predilige il lupo.
L'Enpa di Cuneo - dove il conflitto tra animalisti e pastori è più acuto - si è distinta per un antipastoralismo accanito, sino a polemizzare con il sindaco di Vinadio che aveva ripristinato una capanna in pietra per consentire a dei margari di poter ricoverarsi di notte e custodire la mandria dai lupi. Per l'Enpa era una spesa "clientelare": i pastori devono restare all'aperto anche di notte a sorvegliare le pecore. E se non lo fanno non venissero poi a lamentarsi delle stragi dei lupi. È curioso, o forse rivoltante, che chi non vuole che i milanesi assistano alla tosatura ("troppo brutale") trovi del tutto accettabile che pecore, capre, asini, vitelli, manze, vacche vengano sbranate vive e muoiano tra atroci sofferenze(senza magari essere nemmeno poi consumate da orsi e lupi. Loro, gli animali "superiori" devono essere liberi di dar sfogo ai loro istinti uccidendo in serie. Senza che il pastore possa torcere loro un pelo. Questo è l'animalismo.