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(03.12.2012) Cuneo. Margari nella morsa "ecologica"

A Cuneo la zootecnia intensiva e la speculazione biogasista convivono a stretto contatto con l'economia tradizionale dei margari legata all'alpeggio. Così i margari sono messi in ginocchio da un mercato degli affitti e dei foraggi drogato dal biogas. E in vista della nuova Pac si profila una corsa spietata all'accaparramento dei pascoli che vede speculatori e biogasisti pronti a far fuori i margari. Se il land grabbin nostrano avrà successo gli speculatori lasceranno sui pascoli un po' di bestie... per sfamare i lupi. Così saranno tutti contenti in nome dell'ecologia, della wilderness, delle rinnovabili, di Kyoto e di tutte le balle che ci raccontano.

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(25.11.12) Successo della serata a Poschiavo (Grigioni)

Venerdì sera all'ex cinema Rio di Poschiavo un folto pubblico ha seguito con attenzione e compostezza le testimonianze relative alla problematica della, convivenza imposta con i grandi predatori. Non vi sono state polemiche e contestazioni. Colto in pieno l'obiettivo del comitato spontaneo che promuove una informazione oggettiva sul problema. leggi tutto

 

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(26.10.12) Formalp Saluzzo 2012. Allevatori senza filtro

Organizzata dal progetto Propast Regione Piemonte, dalla Fondazione Bertoni di Saluzzo e da Agenform di Moretta, la manifestazione potrà diventare un appuntamento importante per gli appassionati del formaggio, per gli amici degli alpeggi e della montagna, ma soprattutto per pastori e margari che stanno scoprendo che è possibile e utile parlare (senza filtri) sia tra loro che con i referenti pubblici. Ne parla Gianni Varetto (Corriere di Saluzzo)che ha fatto da moderatore all'incontro di domenica svolgendo anche un appassionato intervento "promarghée" leggi tutto

 

(06.08.12) Colture da biomasse rubano l'acqua

La siccità è grave. Il calo della produzione di mais nazionale avviene in un contesto di siccità generalizzata e le ripercussioni sui prezzi saranno pesanti. Le pagheranno gli allevatori già penalizzati dalla concorrenza delle biomasse. Aumenteranno importazioni e prezzi. Ma il governo dei tecnici ha fatto un nuovo regalo ai vampiri del biogas. leggi tutto

 

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(24.07.12)I margari piemontesi si organizzano

Di fronte alle gravi minacce che incombono sull'attivita dei margari (gli allevatori "pendolari" tra la pianura e gli alpeggi) è nata, il 18 aprile scorso l'ADiAlPi, l'associazione difesa alpeggi Piemonte. Difesa da cosa? Nello statuto una delle minacce è indicata nero su bianco: la speculazione sui pascoli, l'altra (il lupo) è solo accennata ma è considerata altrettanto grave. il 9 luglio i rappresentanti dell'associazione hanno esposto le loro preoccupazioni in un incontro con il presidente Cota

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(05.12.12)A favorire la corsa al biogas e all'accaparamento delle terre ci pensano anche i Parchi e il demanio regionale. A Staffarda, nel Parco fluviale del Po cuneense terreni in affitto passati da margari a biogasisti

 

 

Quando è il Parco fluviale

 

che alimenta... il biogas

 

 

di Michele Corti

 

La corsa al biogas non conosce ostacoli. Terreni fluviali che erano pascolati dai margari con proibizione di lavorazione passano ai biogasisti e alla coltivazione intensiva

 

Sono tante le storie dei margari della provincia di Cuneo che non riescono a sostituire i terreni con contratti di affitti che scadono. Il mercato è andato alle stelle per colpa del biogas (1600 € /ha/anno). Diventa più amara la pillola quando a metterti fuori dalla porta è il demanio regionale, un Parco. È successo a Giovanni Dalmasso, il presidente dell'Associazione difesa alpeggi Piemonte. Dalmasso interpellato sulla questione biogas ha subito premesso che la sua associazione considare il problema come una minaccia molto grave, altrettanto grave di quelle contro le quali si è battuta sin dalla nascita: i lupi e le speculazioni sui pascoli. "Per i margari trovare terreni in affitto in pianura è altrettanto vitale che disporre degli alpeggi". "La situazione è grave come testimonia quello che è successo a me".

 

 

Dalmasso riferisce che con la sua mandria utilizzava con il pascolo un terreno demaniale lungo il Po in comune di Revello. "Erano 100 giornate (2,62 giornate equivalgono ad un ettaro) che avevo trovato in pessime condizioni perché abbandonate da tempo. L'affitto era rinnovato annualmente e in qualche anno il terreno è molto migliorato, è divenuto appetibile".

 

 

Quest'autunno il terreno è andato all'asta. Dalmasso ha capito che faceva gola a chi gestisce una vicina centrale a biogas e: "non ho offerto un centesimo di più di quello che potevo pagare". Così il terreno (a 600€ per giornata) è andato ai biogasisti. "Quello che mi fa dispiacere è che loro lo potranno usare come seminativo mentre io, per ragioni ambientali, non potevo azzardarmi ad effettuare nessuna lavorazione". "Quando a ottobre ero tornato dopo l'alpeggio avevo trovato erbacce alte come piante  avevo pensato di trinciare tutto, e volevo provare su una piccola superficie. Non l'avessi mai fatto, dopo mezz'ora che ero entrato con il trattore mi hanno subito fermato e ho dovuto smettere".

 

Dalmasso aggiunge che il Parco gli ha proposto altri terreni da utilizzare solo per il pascolo ma di non aver accettato di partecipare all'asta nel timore di dover contribuire ancora una volta a creare le premesse (trasformazione in terreni appetibili) per ... perdere un'altra volta l'affitto.

 

 

Coltivare biomasse per alimentare i digestori anaerobici in terreni prossimi al fiume non pare molto ecologico e coerente con la "missione" di un Parco fluviale. "Durante il ciclo del mais useranno tre passate di diserbanti" sottolinea Dalmasso. Chissà se poi non si lanceranno nei secondi raccolti, si può aggiungere, e chissà se - come probabile - si procederà allo spandimento dei digestati con il sicuro effetto di dilavamento dei nitrati nelle acque. Si vede che le esigenze di cassa fanno premio su tutto. È certo che nella forma il tutto è cpoerente con gli strumenti di piano, le classificazioni, le destinazioni d'uso dei terreni. Però nella sostanza resta da chiedersi: se anche dei terreni prossimi al fiume possono essere destinati a una coltura super-intensiva che senso ha un Parco fluviale, che cosa tutela? Intanto le vacche di Dalmasso (e non solo le sue) dovranno cercarsi altri pascoli.

 

 

 


 

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