(17.01.13) Ieri l'orso della val Poschiavo ne ha combinate di cotte e di crude mandando anche all'ospedale una ragazza in stato di shock: per evitare tragedie e rimediare (in parte) alle figuracce le autorità decidano subito l'abbattimento
L'orso della val Poschiavo si
risveglia e semina la paura
di Michele Corti
Chi dovrebbe decidere l'abbattimento dell'orso e nicchia (per paura delle reazioni degli animal-ambientalisti di oltre Bernina (o germanici o italiani che siano), deve sapere che non solo rischia una tragedia ma anche conseguenze legali personali pesanti. Perché i poschiavini, di fronte alla palese omissione di azioni necessarie a tutelare la sicurezza pubblica, sapranno rivalersi legalmente su pubblici "servitori" che stanno dimostrando di non servire affatto lealmente chi li paga, lasciandosi influenzare dall'animal-ambientalismo ideologico e dalle "superiori istituzioni" sino al livello sovra-nazionale
Quello che è successo ieri segna una svolta nella storia tragicomica dell'orso M13. Una storia che non ha confini e vede, di qui e di là del confine, fronteggiarsi due partiti: da una parte gli "esperti" e gli animal-ambientalisti di città, dall'altra la gente di montagna. Con le istituzioni locali che non riescono a stare dalla parte della loro gente e si allineano alla tecnoburocrazia, agli interessi esterni, alle istituzioni delle capitali (purtroppo ormai avviene anche per tante altre cose e non solo per l'orso).
Istituzioni locali, cantonali, federali, sovra-nazionali sotto accusa
La popolazione esasperata mette sotto accusa le istituzioni: "Ci prendono in giro e ci nascondono le cose". Come facilmente prevedibile l'orso M13 al risveglio - spinto dall'appetito - ha iniziato i suoi raid in Val Poschiavo, la tranquilla e ridente valle del Canton Grigioni di lingua italiana(e lombarda) che è la prima valle alpina interamente ad agricoltura biologica.
I poschiavini, che non accettano lezioni di ambientalismo da nessuno (considerato come hanno saputo ben conservare la propria terra), sono però esasperati per il modo con cui le istituzioni hanno affrontato il problema orso... non affrontandolo, tirando a campare "all'italiana" e sperando che se ne torni.... in Italia, in Trentino da dove è venuto. Qui la gente non è meno esasperata e stramaledice il famigerato progetto Life Ursus che ha riempito il Trentino occidentale di 50 orsi che hanno imparato a non aver paura dell'uomo, a fare i gradassi, a scorazzare a loro piacimento. Poschiavini e trentini sono anche stufi di sentirsi raccontare balle: che l'orso non è pericoloso, che "bisogna" convivere perché così è stato deciso a Bruxelles, a Berna, a Roma, nei circoli degli ambientalisti da salotto.
I fatti di ieri
Ormai da qualche giorno M13 è sveglio. I suoi "guardiani" (i funzionari dell'Ufficio della fauna) che lo controllano con il GPS hanno detto che era un risveglio temporaneo. La solita tattica tranquillizzante. Però le cose non stanno così.
Ieri M13 ha dato spettacolo. In particolare a Miralago, amena località sul lago di Poschiavo con diversi alberghi. L'orso ha seguito due escursionisti bresciani (mogli e marito) che rientravano da una breve passeggiata a Caneu (una località sul lago a 600 m in linea d'aria da Miralago) sono stati seguiti per un bel tratto dall'orso. I due, si era detto inizialmente, avrebbero mantenuto il sangue freddo (ma forse non è stato proprio così).
All’altezza del ponte che scavalca il Poschiavino sono riusciti ad allungare il passo seguendo il sentiero che corre sulla sinistra del villaggio. Ignara di quanto stava accadendo una ragazzina del villaggio, Emina Piana stava correndo nei pressi della chiesa, quando imboccando il ponte sull’altro lato, ha visto il plantigrado. In preda allo shock è riuscita a fuggire e a ripararsi in casa dove la sorellina l'ha vista salire di scorsa le scale terrorizzata e chiudersi in camera. Poi è scesa piangendo e vomitando, tando che è stata portata dei genitori al pronto soccorso a Poschiavo. La ragazza si è ripresa in qualche ora ma ha dichiarato: "Non mi va di andare a scuola e restare ad aspettare lo scuolabus". La ragazzina negli attimi prima di vedersi l'orso e di fuggire in preda al panico davanti ha però fatto in tempo ad osservare i turisti bresciani inseguiti dall'orso. La scena era apparsa buffa a Emina: "Il marito correva e ha lasciato la signora dietro da sola con l'orso e la signora ha tirato il bastone da walking adosso all'orso".
Nel frattempo l’orso ha passeggiato tranquillo lungo la strada del paese per poi raggiungere il bivio di congiunzione con la strada cantonale. Qui, tra gli automobilisti che si sono dovuti fermare per la presenza dell'orso, c'era un poliziotto che ha chiamato subito i "guardiani dell'orso". Sono intervenuti rapidamente e, dopo però che l'orso si era già allontanato nel bosco, si sono sentiti degli spari (pallottole di gomma o petardi). In seguito, seguendo ormai i suoi collaudati percorsi, ha fatto visita ad un'azienda agricola creando scompiglio ma senza danni.
Chi comanda a Poschiavo: l'uomo o l'orso?
Ormai M13 si comporta come se il padrone della valle fosse lui. Una situazione aberrante creatasi grazia alla "impunità" di cui gode l'animale. Le pallottole di gomma gli fanno il solletico e per capire che la valle non è sua, che non può razziare pecore a suo gradimento e apparire quando e quando vuole nei paesi, avrebbe bisogno di ricevere ben altri "rinforzi negativi" (come si dice in etologia). In realtà ormai anche le "deterrenze" più forti (ora si sparerebbero anche petardi che gli bruciacchiano anche la pelliccia oltre che a provocargli fastidio uditivo) non bastano più. È un orso senza speranza perché la sua spavalderia lo porterà inevitabilmente in situazioni di "incontri ravvicinati" che potrebbero evolvere in tragedia. Bastava che ieri l'orso avesse reagito al bastone tiratogli addosso dalla turista e le cose avrebbero potuto prendere una piega peggiore. Non è necessario che un animale sia aggressivo per essere pericoloso. Se si viene a trovare in una situazione dove pensa di avere precluse le vie di fuga come potrebbe reagire?Fosse stato affrontato con più energia sin dall'inizio forse M13 avrebbe potuto imparare la lezione (o andarsene).
Va da sé che le ultime "bravate" dell'orso vengono giudicate inaccettabili dalla popolazione che mescola paura e rabbia e che, in ogni caso, ritiene che la soglia della normalità sia stata ampiamente superata e che le autorità siano già venute meno alle loro primarie funzioni di tutela della sicurezza dei cittadini. Di questi sentimenti si fa interprete Il Grigione Italiano (vai all'articolo di oggi). Antonio Platz, redattore de "Il Grigione Italiano" non usa mezzi termini:
"M13 ha oltrepassato il limite e adesso si attende solo che sia fatto ciò che si ha da fare; la legge – la stessa che finora è stata invocata dagli animalisti d’oltre Bernina – parla chiaro, quest’orso è da abbattere".
Pericolo per la sicurezza e danno certo per il turismo
L'orso minaccia le persone su passeggiate pedonali vicinissime agli alberghi. Ed è quindi una minaccia concreta all'economia turistica. Ma come si può pensare che famiglie con bambini possano venire a Poschiavo la prossima estate? Forse i fanatici dell'orso affolleranno quegli esercizi (ma ce ne sono ancora?) che sostenevano mnon più tardi dello scorso autunno che la convivenza è magari possibile, che "si può provare, così forse arrivano più turisti". Era comunque una minoranza a ragionare così. Ora il rischio per il turismo poschiavino è evidente e la preoccupazione cresce.
Le autorità devono cambiare registro, fare autocritica e accettare un confronto con la popolazione e con il comitato sorto per tutelare allevatori e valligiani dai grandi predatori
Ormai il solco tra autorità e popolazione è profondo e le programmate "serate di informazione" possono solo attizzare le contestazioni visto che vengono percepite come informazione parziale se non vera e propria disinformazione nello stile dei regimi totalitari. Se non vogliono rischiare grosso i responsabili dell''abbattimento dell'orso devono farsi passare la paura della reazione degli ambiental-animalisti e fare subito il loro dovere. Nel loro interesse a questo punto. Basta una pallottola a chiudere una questione che, altrimenti, non si sa a quali conseguenze potrà portare.