(17.03.2013) Come tante centrali a biomasse legnose anche a Mello in Valtellina il camino è a fianco di ua scuola materna. Ora che le ASL "si accorgono" che sono "industrie insalubri di prima classe" cosa succedera?
Una green (?) economy che fa
male ai polmoni dei bimbi
testo e foto di Michele Corti
Bimbi costretti a respirare le emissioni delle centrali a biomasse (ma i genitori sanno che sono "industrie insalubri"). Centrali
che nascono per recuperare i boschi locali ma poi il cippato viene
acquistato sul mercato
Nella controversa centrale a cippato di Mello, nella costiera dei Cèch (bassa Valtellina, SO) c'è almeno una certezza: le emissioni le respirano i bimbi della materna. Mentre il Comune ha vantaggi economici, i bimbi respirano le emissioni di una industria insalubre di prima classe come sono state definite le centrali a biomasse a combustione di cippato da diverse ASL
Nel 2010 è stata inaugurata con gran pompa e presenza dei sindaci plaudenti del circondario una biomassa legnosa a combustione da 300kWh. destinata ad alimentare una microrete comunale di riscaldamento. Un anno dopo sono state sollevate pesanti obiezioni che portarono a indagini della Guardia di Finanza in un periodo in cui infuriava Morbegnopoli e un presidente della Comunità Montana era finito per mesi in galera a Lecco. La minoranza aveva denunciato che un parcheggio appena costruito con una spesa di 100 mila euro, era stato demolito e poi ricostruito per fare posto alla centrale di biomassa (costata quasi un milione di euro) e a magazzini interrati (poi venduti per fare cassa). Non sembravano chiari neppure i rapporto tra il Comune e il Consorzio Forestale Boscovivo (con sede presso il municipio) che per acquisire tutta la documentazione relativa sia alla realizzazione della nuova centrale di biomassa (attiva da ormai un anno) che alcuni appalti. Una nuova perquisizione nella primavera 2012 venne eseguita dalla GdF in Comunità Montana sulla questione appalti (4 da 600 mila €) in quanto affidati per trattativa diretta dal comune quando il Consorzio non era ancora stato riconosciuto dalla Regione e quindi non sarebbe stato lecito farlo.
Della vicenda, però, a noi interessano altri aspetti: è sconcertante che i genitori dei bimbi della materna non trovino nulla da obiettare che i loro figli respirano le emissioni della centrale e che la stessa opposizione consigliare si sia concentrata solo su rilievi amministrativi e di ordine economico trascurando la prioritaria questione della salute. Ma c'è un altro aspetto inquietante. La centrale è stata realizzata con i fondi per lo sviluppo rurale in quanto il materiale bruciato avrebbe dovuto essere quello fornito dal Consorzio (di volontari) Boscovivo. Il finanziamento fondo perso ottenuto dal Comune sul Piano di Sliluppo Rurale 2007-2013 è ammontato a 574.000 euro.
Invece ora il Comune il cippato lo acquista sul mercato con asta al ribasso come da determina n.50 del 05.09.2012 con la quale Responsabile dell’Area Amm.va/Economica del comune di Mello ha indetto una gara "per la fornitura di legno a cippato con umidità inferiore al 30% per la produzione di calore presso la centrale a biomassa" per le stagioni invernali 2012/2013, 2013/2014, 2014/2015. Come è compatibile il meccanismo dell'asta al ribasso con l'utilizzo di materiale legnoso dei boschi locali?