(23.02.13) A risollevare dalla sua triste situazione la Cantina sociale di Villa di Tirano arriva la Apri sviluppo, una merchant bank milanese che - attraverso le sue società - opera, tra l'altro, nel campo delle energie rinnovabili
Puzza di bruciato il "salvataggio"
della cantina soc. di Villa (So)
AGGIORNAMENTO! Su cortese invito del Dr. Luciano Monti si precisa che all'epoca dei fatti citati lo stesso non rivestiva più da un anno la carica di A.D. della società Apri sviluppo. La notizia era stata desunta dal sito della società, evidentemente non aggiornato. Ci scusiamo con il Dr. Moggi per averlo citato a proposito di una vicenda rispetto alla quale non poteva esercitare alcun ruolo |
La politica valtellinese, interessata solo ai prodotti dell'agroalimentare industriale, ha lasciato disperdere il patrimonio della storica cantina di Villa, costituita nel 1960 ma erede importanti tradizioni di associazionismo contadino dei primi del '900. Ora c'è in vista un inquietante prospettiva di salvataggio da parte di una grossa finanziaria milanese.
Se l'operazione di "salvataggio" della Cantina di Villa nascondesse solo mire speculativevi vi è il rischio concreto che il sistema dei vigneti eroici e dei muretti a secco sia destinato a cadere in rovina. Da questo punto di vista va ricordato come la Cantina di Villa, nonostante le difficoltà economiche, ha recuperato negli ultimi anni una quindicina di ettari già in abbandono.
Ma cerchiamo di capire per quale motivo la Apri Sviluppo di Luciano Monti abbia messo gli occhi sulla decotta Cantina soc. di Villa, abbandonata al suo destino dalla miope politica dell'establishment valtellinese. Non certo per filantropia ma per mettere in piedi qualche lucrosa speculazione nel campo delle energie "alternative" ma altamente insostenibili. E viene da pensare che se si scomodano grossi personaggi della finanza con alle spalle le più blasonate famiglie lombarde (Borromeo, Radice Fossati Confalonieri) è perché mirano a sicure e lucrose speculazioni quali appunto la produzione super incentivata di energia da biomasse, specie se con copertura "agricola".
A Villa e in Valtellina si è domandato perché l'a.d. e fondatore di Apri sviluppo non si sia fatto vedere all'incontro per presentare ai soci della cantina il suo progetto di salvataggio.
Pensano che la Apri sviluppo sia "una società in provincia di Como" e non sanno che Apri Sviluppo, presente sul mercato dal 2006, è una società autorizzata dalla Banca d’Italia ad operare quale intermediario finanziario nel settore del merchant banking. Essa investe nel capitale di rischio di altre società con sede in Italia e all'estero specializzata in consulenza e investimenti prevalentemente rivolti a start up (avvio di impresa) nel settore delle energie rinnovabili e nel riciclo di materiali (recupero dell'acciaio dai copertoni usati).
Luciano Monti è un esperto di politica europea, un docente della Luiss, l'università di Confindustria (fondata dall'Avvocato) con lo scopo di promuovere una formazione "aderente al mercato" improntata all'ideologia ultraliberista. È stato per anni consulente del Ministero del lavoro per le politiche europee. Recentemente è stato chiamato in causa per i suoi legami con i servizi segreti (Sismi - servizio segreto militare). Dalle carte sequestrate nel "covo del Sismi" di via Nazionale a Roma diretto da Pio Pompa (ex-funzionario Sismi) si scopre che per le sue analisi Luttwak ("illustre politologo") è stato retribuito profumatamente dal Sismi diretto da Nicolò Pollari, attraverso la Apri Spa di Luciano Monti. Luttwak ha raccontato in un'intervista a Claudio Gatti del Sole 24 ore nel novembre del 2008: "Lavoravo con Pompa per Apri e Apri lavorava per il Sismi". Per alcune comparsate televisive (Ballarò, Porta a Porta Luttwak) ha ricevuto 500 mila €.
Tra le società partecipate dalla Apri sviluppo troviamo la Sei che ha una fabbrica di esplosivi a Ghedi che farebbe pensare ad altre connessioni militari. La Sei si occupa anche di utilizzo "pulito" del carbone.
Ma a noi interessano altre attività della Apri. Posto che il ramo "turismo e benessere" è abbastanza marginale (La OLD Farm ha ristrutturato un antico monastero nel centro di Gavi - nota località vitivinicola piemontese - per realizzare un lussuoso centro benessere). Per il resto c'è la STA che si occupa di riciclo dei già menzionati pneumarici usati.
Le altre "branche" della Apri sono molto orientate alle energie "alternative". La TESPI si occupa di ricerca. La MIA di "energie alternative", prevalentemente fotovoltaico ma l'esperienza insegna che queste società, fiutato un business, passano senza problemi dal solare alle biomasse.
Emanazione diretta della Apri sviluppo sono Agri ambiente e Agri energia. Agri ambiente produce consulenza (nel 2004 nel Lazio ha prodotto uno studio di fattibilità per centrali a biomasse ad olio vegetale), Agri energia è una energy service company che realizza impianti.
C'è da scommettere che la Apri proporrà una bella centrale che, con la scusa di usare sarmenti e vinacce, colletterà altre biomasse varie. Dal momento che a Tirano esiste la centrale a biomasse legnose e, a Villa, la biogas, prevedendo una lenta ma sicura diffusione presso il grande pubblico delle informazioni riguardani le emissioni di queste centrali si può star certi che per i vini valtellinesi non ne verrà una buona promozione. Nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma e quello che viene bruciato diventa piccole particelle di inquinanti che ricadono a terra. A questo punto il buon vino valtellinese ... se lo berranno in pochi.
Visto che i politici o sono inetti (o "nella torta") sarà il caso che, dalle parti di Villa, residenti e vignaioli si diano una mossa e chiedano di vederci chiaro. I soci della Cantina sono molti. Alcuni, pur di ricevere il compenso delle uve conferite e non pagate, accetteranno tutto a scatola chiusa. La fortuna di avere tanti piccoli conferenti nella cantina sociale, però, è che, tra i tanti, vi sia qualcuno che abbia la voglia e il coraggio di "metterci in naso" e di capire cosa c'è sotto il "salvataggio" da parte della Apri.