(25.02.13) Secondo un assessore di un comune in provincia di Cuneo la centrale a combustione di biomasse legnose da 0,4MW, proposta dalla sua società, inquina 10 volte meno di una caldaietta a pellets di una villetta
Quando le biomasse “dopano”
le amministrazioni locali
di Michele Corti
La droga dei super-incentivi all'energia elettrica da biomasse contribuisce
pesantemente al degrado della politica locale. Amministratori che
nascondono sino all'ultimo ai cittadini i progetti presentati, scoperti
(e non) interessi personali degli amministratori in un business lucroso
Genola è un comune della pianura,quindi la realizzazione di centrali a biomasse legnose non può certo essere giustificata con la valorizzazione dei boschi, la loro pulizia, la creazione di filiere corte virtuose. L'unico vantaggio di impianti di tal genere rispetto a soluzioni “domestiche” è rappresentato dai lussuosi incentivi lucrati dalle società proponenti (0,25 €/ kwh, ovvero tre volte il prezzo dell'energia elettrica sul mercato), ovvero è un vantaggio per le società “proponenti”. A Genola la società che propone le centrali a biomasse legnose vede socio l'assessore ing. Roberto Origlia che, invece che astenersi dalla discussione, senza alcun pudore si fa paladino delle centrali intervenendo nella polemica con l'opposizione consigliare (e i cittadini) in modo molto più veemente del sindaco Capello. Tanto veemente da lasciarsi trascinare in affermazioni spericolate: “le centrali inquineranno dieci volte meno della caldaietta di una villetta unifamigliare”.
Le emissioni delle caldaiette private di ultima generazione sono inferiori a quelle delle centrali a biomassa legnosa
Che i proponenti cerchino di dimostrare che il calore prodotto attraverso la cogenerazione è
ottenuto a prezzo di un inquinamento inferiore di quello degli
impianti di riscaldamento domestici è ovvio. Meno ovvio che sia un
assessore con palese conflitto di interessi a sostenere la cosa,
specie se si affida ad argomentazioni esagerate e palesemente ingannevoli.
L'assessore di Genola, che è al tempo
stesso il proponente di una realizzazione che ha esclusivi fini
speculativi (senza i super incentivi le centrali sarebbero in
perdita), fa finta di non sapere che la vita delle sue centrali è di
20-25 anni. Le “super-inquinanti” (?) caldaiette a legna private
nel corso della durata del progetto raggiungeranno livelli di
emissione inferiori a quelli delle centrale, dal momento che le norme
europee stiano spingendo ad arrivare a 10-20 mg/m3 di
polveri fini. Invece le centrali piccole o grandi possono ancora
emettere fino a 100 mg/m3. Sul piano tecnologico va
rilevato che anche le caldaiette a legna di nuova generazione possono
essere equipaggiate con sistemi di riduzione delle emissioni molto
efficaci (caldaie a condensazione).
Il premio nobel all'assessore ing. Origlia
Vantare che si otterrà unrisparmio nelle emissioni rispetto agli impianti domestici a legna riguarda solo una parte delle centraline domestiche esistenti oggi. Gli apparecchi a pellet e le caldaie a legna con tiraggio forzato raggiungono valori medi relativamente bassi. Il valore tipico per questi apparecchi, è circa 45 mg/Nm3m; quindi risultati già inferiori a quelli delle centrali a biomasse legnose. Nei modelli più recenti di caldaie a pellet (es. condensazione) si sono raggiunti valori inferiori a 15 mg/Nm3. Come ha giustamente suggerito un consigliere di opposizione di Genola all'ass. ing Origlia bisogna assegnare il premio Nobel se la sua centrale da 0,4MW el. = (1,2 termici) inquina 10 volte meno di una caldaietta privata da 0,02MW termici. Ovvero che a parità di potenza inquina 200 volte meno. Proprio da Nobel.