Ruralpini            Inforegioni/Cevennes

Choose language

 

 

Scorri i principali temi di Ruralpini e accedi agli indici degli articoli

 

 

(01.09.12) Su La Stampa di oggi par condicio per la pecora

Estate impazzita (prima alpeggi abbandonati precocemente per la siccità, adesso per la neve). Per fortuna che, in compenso, rinsaviscono un po' i media nazionali. Dopo il Corrierone anche la Busiarda si accorge che il lupo non è solo una bella fiaba fantecologista. La puntata di oggi a Bellino (Val Varaita, Cn) de "la via dei lupi", (l'inchiesta in 11 puntate (!) de La Stampa) era programmata. Altrimenti avremmo potuto credere (ingenuamente) in una risposta indiretta alle lamentele ed esternazioni del "partitodella pecora"

leggi tutto

 

(30.08.12)Con lobos no hay paraíso

Un bellissimo documento del gruppo pastoralista anti-lupo asturiano "Con lobos no hay paraíso (Nessun paradiso con i lupi) che abbiamo tradotto per dimostrare come in Europa la politica di proliferazione del lupo abbia già distrutto interi sistemi pastorali. Con il risultato che un formaggio ovicaprino è diventato vaccino e non più d'alpeggio. E Slow Food cosadice?  leggi tutto

 

(28.08.12) Il Corrierone si accorge che i lupi sono un problema

Alleluia! Ieri un articolo sul Corrierone dava la notizia che il Roquefort, il prestigio formaggio ovino francese, è a rischio. I branchi di lupi "provenienti dall'Italia" (!?) hanno iniziato a infestare la Lozére (antico Gévaudan, sì quello de La Bête) fanno strage delle pecore addette alla produzione di latte da Roquefort e José Bové dice di sparargli leggi tutto

 

(13.08.12) Per gli allevatori piemontesi i danni e le beffe

A Limone Piemonte i turisti e il comune rinfacciano ad un allevatore di essere vittima dei lupi. Dopo aver perso delle manze gravide (proprio dove transita la corsa "La via dei lupi") a Tiziano Aiassa il comune ha contestato la violazione di un regolamento che impone la presenza di un pastore ogni 30 capi  leggi tutto

 

(01.07.12) Alpeggi piemontesi  tra siccità e lupi  

La grave siccità con il tempo secco ha ridotto nella prima parte della stagione gli attacchi dei lupi. Ma sono comunque numerosi e hanno interessato alpeggi sinora "risparmiati" leggi tutto

 

(20.06.12)A Barcellonette (Francia) il primo incontro su lupo e predazione

 Importante avvenimento ieri nell'Ubaye (Alpi Provenzali) dove si sono incontrati esponenti del pastoralismo francese ed italiano per impostare una strategia comune di difesa dai danni crescenti della predazione sui sistemi di allevamento alpini. leggi tutto

 

(07.08.12) José Bové  leader contadino e pastorale europeo

Bové rompe con l'ecologismo urbano-borghese  “Noi ecologisti dobbiamo smetterla di parlare a vanvera: non si può essere contro la desertificazione delle campagne e l’infinita espansione urbana e, al tempo stesso, a favore della creazione nelle campagne di spazi dove gli agricoltori non possono vivere.  Si deve poter sparare al lupo perché la priorità è quella di mantenere i contadini nelle zone di montagna” dichiarazione a Le Monde del 2 agosto 2012. le posizioni dell'ex allevatore ovino Bové non erano nuove ma i bigottoni verdi si sono scandalizzati e l'hanno denunciato leggi tutto

 

(09.09.12) Pressione predatoria inaccettabile per alcuni allevatori 

A Limone Piemonte (Cuneo) un alpeggio gestito in modo esemplare è stato bersagliato da una raffica di attacchi di lupi con perdita di numerosi capi bovini, comprese vacche, manze gravide e un toro. Una situazione insostenibile che determina notevoli danni che solo in minima parte sono compensati dagli indennizzi. Giornate intere spese ad accompagnare il veterinario, a contattare il Soccorso alpino per il recupero delle carcasse a portare documenti negli uffici. E il giorno dopo... da capo.leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(27.11.12) Il Parco nazionale delle Cévennes nel Massiccio centrale francese la scorsa settimana ha stabilito che la presenza del lupo è incompatibile con gli obiettivi di tutela della biodiversità

 

 

Un Parco nazionale dice  

 

no al lupo, si al pastoralismo,

 

si alla biodiversità

 

di Michele Corti

 

È  forse la prima volta che un Parco nazionale prende una posizione netta a favore del pastoralismo dichiarando che il lupo va tenuto fuori dal proprio territorio. Si tratta del Parco delle Cévennes inserito nel giugno 2011 nell'elenco del Patrimonio mondiale dell'Unesco proprio in forza della sua natura di  "paesaggio culturale agropastorale mediterraneo".

La decisione di prendere una posizione ufficiale da parte del Parco contro la presenza del lupo è arrivata il 22 novembre dopo un intenso dibattito tra gli amministratori riuniti a Florac (nella Lozère). Le decisioni sono state prese quasi all'unanimità. Il Parco chiede una revisione in tempi rapidi del Piano lupo francese, la possibilità dell'autodifesa dei pastori anche nel cuore del parco (oggi non consentita), la dichiarazione del Parco quale zona interdetta al lupo.

 

 

Si tratta di una preda di posizione che scandalizzerà gli animal-ambientalisti (in Francia chiamati "ecolos") non solo in Francia. Per la cultura ambiental-animalista, specie italiana, sarà un duro colpo dopo quello inferto loro da José Bové che - prima di fare l'europarlamentare verde - era allevatore di pecore proprio da queste parti (vedi articolo). Sia Bové che gli amministratori e i tecnici del Parco si rendono conto che le caratteristiche dei sistemi pastorali di questo territorio, caratterizzato da forte variabilità di vegetazione e morfologia, non possono reggere l'impatto con il lupo che sta già mettendo a dura prova il pastoralismo alpino basato su grandi greggi più facilmente difendibili.

 

 

In contrasto con il conservazionismo ideologico la scelta del Parco di dire no al lupo riflette le ragioni per cui il parco è stato istituito e poi riconosciuto dall'Unesco. Si tratta di un territorio di bassa montagna (suglio 800 m) troppo povero per veder sorgere delle città ma abbastanza ricco da far si da essere completamente utilizzato e abitato dall'uomo attraverso svariate forme di sfruttamento agrosilvopastorale (stanziali, transumanti, in ambito forestale o su brulle praterie). Gli insediamenti, il paesaggio vegetale, i percorsi della transumanza (le drailles) hanno profondamente modellato l'ambiente da tremila anni a questa parte. In questo contesto il Parco può vantare anche una rinnovata vitalità delle attività tradizionali sostenute da strategie di valorizzazione delle produzioni agropastorali.

 

Commentando le prese di posizione dei pastori in occasione della riunione del consiglio di amministrazione del parco il il presidente Jean de Lescure haa commentato: "Hanno espresso il loro sgomento". "Dicono che non possono vivere con il lupo. Non si può rispodere: Adattatevi ", ha aggiunto il direttore Jacques Merlin. Un atteggiamento ben diverso da quello di tanti amministratori e funzionari pubblici che - prendendo per oro colato il punto di vista degli ambientalisti - liquidano il problema con le solite frasi fatte: "la convivenza è possibie", "bisogan usare i cani e le reti". Ora le posizione della parte pastoralista hanno avuto il sostegno ufficiale di un Parco. Il precedente è importante perché qualcuno ha finalmente fatto valere quei valori di cultura, biodiversità, economia sostenibile che sono oggetto di tutela giuridica altrettanto forte di quella del lupo.

 

 

 


 

Commenti

 

 

***

 

 

           commenti, informazioni? segnalazioni? scrivi

pagine visitate dal 21.11.08

Contatore sito counter customizable
View My Stats

 Creazione/Webmaster Michele Corti