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(05.02.13) Si è svolto il 25 gennaio un gremitissimo incontro a Saluzzo in cui i rappresentanti di alcuni enti si sono confrontati con i margari su alcuni temi scottanti: primo tra tutti il "refresh" ma anche le speculazioni sugli affitti ecc.

 

 

Margari a Saluzzo

 

 

L'Adialpi, associazione per la difesa degli alpeggi ha centrato l'obiettivo di un confronto  serrato con alcuni responsabili istituzionali (assessorato agricoltura, Arpea). Sul problema lupi e indennizzi relativi sarà necessaria una ulteriore iniziativa. Si è introdotto anche il tema "nuovo" del biogas

 

 

di Michele Corti

 

L'Adialpi è un'associazione nata da poco (appena la primavera scorsa) ma ha saputo già centrare in pieno un obiettivo importante: porsi come interlocutore con le istituzioni (in senso lato). L'Adialpi risponde ad una chiare esigenza di rappresentatività della categoria dei margari, una categoria che è ben consapevole di rappresentare un gruppo sociale ben preciso, con una propria storia, propri valori, propri interessi. Se non si sente adeguatamente rappresentata da organizzazioni professionali o tecniche non è per spirito particolaristico, per emulare Cobas o altre forme di contestazione delle strutture tradizionali di rappresentanza del mondo agricolo e allevatoriale. Non credo che avrebbe grande ascolto presso i margari una linea nello stile "cobas dei pascoli".

Sgomberato il campo dai possibili equivoci va anche detto che, pur su un piano di confronto costruttivo, l'Adialpi non è disponibile a fare sconti a nessuno. Ci sono problemi seri che minacciano la sostenibilità del pastoralismo alpino in generale e del sistema specifico dei margari in particolare: si chiamano speculazioni su pascoli, affitti e titoli Pac ma anche pressione predatoria insostenibile da parte del lupo, assurde decurtazioni dei contributi del Psr per causa del "refresh", prezzi avvilenti della carne (dopo tanti incoraggiamenti a perseguire una selezione di una razza pregiata). In ultimo (ma non meno minacicoso) è arrivato il biogas, una nuova forma di speculazione che avvantaggia i furbi e che vede i margari particolarmente penalizzati.

 

Difendere i margari e gli alpeggi non è certo un fatto anacronistico o particolaristico

 

Motivi per difendersi, per difendere gli alpeggi, i margari ne hanno parecchi. Sentono anche ripetersi continuamente dai professori universitari (in sala c'erano Cavallero, Battaglini dell'Università di Torino, Michele Fino dell'Università di Pollenzo e il sottoscritto) che l'alpeggio rappresenta una pratica che incarna al meglio i principi della sostenibilità e della multifunzionalità agricola, che la loro attività promuove la biodiversità e previene le calamità naturali. Poi, però, dalle istituzioni arrivano si degli incentivi ma anche tanti vincoli e complicazioni. Quanto al mercato, da lì vengono solo mazzate.

I lettori di Ruralpini conoscono i problemi delle truffe sui pascoli e del lupo. Molto meno, ancheperché sono estremamente contorte, le vicende del "refresh" (revisione delle superfici ammesse a contributo Pac attraverso foto aeree e relativa fotointerpretazione) che è stato il tema clou della serata.

 

 

Sala gremita con tanta gente in piedi

 

La sala era gremita, moltissima la gente in piedi come si vede dalla foto sopra (in prima fila a sinistra Giancarlo Sironi, direttore dell'Arpea (l'agenzia regionale che cura le "erogazioni" per l'agricoltura) e l'assessore all'agricoltura Claudio Sacchetto.  Una bella fetta dei margari piemontesi era presente all'incontro. Indiscutibilmente questo è segno di una forte partecipazione e di una indiscutibile "reattività" della categoria. La serata di Saluzzo era informativa; molti sono convenuti spinti dalla legittima curiosità circa l'evoluzione di situazioni che li toccano direttamente nel portafoglio. In ogni caso a Saluzzo è stato dimostrato che i margari si muovono e si radunano fisicamente non solo per le cene, che sono capaci di restare sino alle 12.30 ad ascoltare (quasi tutti) e ad intervenire nel dibattito. Non è cosa da poco. Significa che la categoria ha una sua forza, che se il 25 gennaio i margari si sono riuniti per essere informati (ma anche per interagire con i rappresentanti degli enti), in una prossima occasione potrebbero anche riunirsi per deliberare delle azioni. Una riflessione in proposito i rappresentanti delle organizzazioni "istituzionali" non possono non averla fatta.

 

La capitale dei margari

 

Prima di proseguire nel resoconto della serata merita spendere qualche parola sulla sede dell'incontro. Saluzzo è indubbiamente al centro dell'area di svernamento dei margari, allo sbocco delle valli, non solo della provincia di Cuneo ma anche della provincia di Torino. Il binomio margari-Saluzzo, però, è anche stato consolidato attraverso tante manifestazioni, intensificatisi negli ultimi anni, che vedono protagonisti i margari. L'ultima (ancora da consolidare) Formalp, la mostra mercato dei prodotti d'alpeggio organizzata per la prima volta lo scorso autunno (vedi articolo).  La città di Saluzzo (attraverso l'amministrazione comunale e la Fondazione Bertoni) punta giustamente ad affermare il suo ruolo di "capitale dei margari" valorizzando il rapporto con la montagna e le valli. Probabilmente anche per rilanciare un suo ruolo.

 

 

Ospitare l'incontro dei margari  nella sede del "Comune vecchio" di Saluzzo mi pare una forma di affermazione simbolica molto forte e bella di questo legame. Tra l'altro in occasione della serata l'antioco palazzo è rimasto aperto sino all'una di notte e questo è segnodi calorosa ospitalità (visto che capita spesso che si spengano le luci a dibattito in corso).

La sala stessa che ha ospitato la riunione rappresenta un ponte tra un passato prestigioso (legato all'autonomia del Marchesato e delle valli) e il presente. Il passato ce lo rammenta il soffitto ligneo riccamente decorato della moderna sala (nella foto sotto con il videoproiettore appeso a fare da contrasto).

 

 

 

I temi e gli interventi

 

Dopo i saluti dell'assessore comunale all'agricoltura, Cinzia Aimone, ha introdotto il presidente di Adialpi Giovanni Dalmasso. Dalmasso ha ricordato succintamente quanto operato dall'Adialpi dalla fondazione (aprile di quest'anno) a oggi. Oltre che varie prese di posizione e comunicati l'associazione si è confrontata con il presidente della regione Cota, oltre che con gli assessori Sacchetto e Casoni. Dalmasso è andato subito al cuore dei problemi indicando i temi della serata e i motivi della preoccupazione dei margari: le speculazioni sugli alpeggi, che li espongono ad una concorrenza impari o a rimanere senza "montagna", la predazione lupina, il refresh e - ultimo in ordine di apparizione ma non di importanza - il biogas. L'Adialpi intende farsi valere soprattutto sul problema delle truffe (legalizzate o meno) sui pascoli. Il presidente dell'Adialpi ha sottolineato l'intollerabilità di una situazione in cui chi utilizza e cura i pascoli non può accedere ai contributi perché gli stessi pascoli sono affittati sulla carta a grossi agricoltori o società della pianura che hanno titoli Pac e che sono solo alla ricerca di un ettaraggio fittizio per "collocare" i titoli stessi (magari titoli che equivalevano a campi di tabacco). Così al margaro non resta in molti casi che dipendere dalla graziosa (ma sempre revocabile) concessione dello speculatore di turno che gli consente di mangiare la montagna non per generosità ma perché in caso di controllo l'erba risulta consumata e le deiezioni depositate sono lì a certificarlo. Dalmasso ha ribatito che l'Adialpi è pronta a ricorrere alla Corte dei Conti europea perché, sia pure coperta da cavilli, sempre di truffa si tratta. Una truffa ai danni delle istituzioni e dei veri margari

 

 

A chi si è succeduto al microfono dopo Dalmasso è toccato il compito non semplice di formire lumi su situzioni controverse. Luigi Ferrero della Direzione Generale agricoltura della regione (Servizio sviluppo zootecnia) ha tracciato un quadro della situazione attuale dell'alpeggio ma, soprattutto, ha cercato di fornire indicazioni circa la nuova Pac che entrerà in vigore nel 2015 (a causa del protrarsi dei tempi per il raggiungimento di un accordo definitivo).

 

Con la nuova Pac ci sarà una recrudescenza di speculazioni a danno dei veri agricoltori?

 

Di certo, anche se le proposte originali saranno molto annacquate, con la nuova Pac vi sarà una contrazione delle erogazioni a favore delle produzioni intensive di pianura e un tetto per azienda (non più di 300 mila €). Il fatto preoccupante, però, è che si constata la crescita di società agricole, spesso costituite da personaggi estranei al mondo agricolo (+ 5% di scoietà agricol nel 2012 a fronte di un irrefrenabile crollo di aziende). La crescita delle società è legata alla speculazione sul biogas, ma anche a quella sui pascoli tanto che sono sorte in varie regioni (Piemonte compreso) società ad hoc con il solo fine di affittare pascoli e di speculare. Ben consapevole di tutto ciò Ferrero ha assicurato che, di fronte al pericolo che le grosse aziende o gli speculatori tout court mettano le mani sulla montagna (pascoli), la regione ha già predisposto degli strumenti normativi che introdurranno precisi paletti per impedire che gli affitti dei pascoli alpini siano monopolizzati da finti margari. Sul tema è poi intervenuto l'assessore Sacchetto.

 

 

Gli interventi sono proseguiti con le relazioni di Bartolomeo Bovetti (direttore Associazione allevatori di Cuneo) e di Giancarlo Sironi dell'Arpea. Bovetti è intervenuto sul tema degli indennizzi per i danni subiti dagli allevatori a causa dei lupi.

 

Sui lupi bisognerà tornare a parlare

 

L'Apa di Cuneo gestisce per conto del Cosman (Consorzio obbligatorio per lo smaltimento dei rifiuti di origine animale) un call center che riceve le denuncie di predazione e attiva le pratiche assicurative (broker Willis, compagnia Fata). Dato lo scarso tempo a disposizione per il tema lupo (che sarà oggetto di un prossimo convegno) Bovetti si è limitato a snocciolare delle cifre aggregate sui capi predati e gli indennizzi liquidati. In realtà i margari avrebbero voluto sapere di più e chiedere quando verrà liquidato il saldo degli indennizzi dal momento che sinora è stato liquidato solo un acconto. Volevano anche chiedere conto dei criteri di indennizzo e di mancato indennizzo, delle modalità di indennizzo degli animali dispersi ecc. Bovetti ha potuto solo far presente che il 2012 ha comunque segnato un progresso dal momento che la regione ha stabilito, con il nuovo sistema assicurativo adottato, la copertura del costo della rimozione con elitrasporto delle carcasse e dei costi della cura degli animali feriti.

 

Il refresh: che pasticcio!

 

Un compito molto più arduo è toccato a Giancarlo Sironi, direttore Arpea. Non è facile riuscire a capire perché dopo due anni dalla sottoscrizione di un impegno quinquennale che vincola l'agricoltore ad utilizzare una determinata superficie previamente accertata, come presupposto delle erogazioni,si "rivedano" (al ribasso) le superfici stesse mettendo sotto accusa l'agricoltore e congelando le erogazioni.

Sironi ha spiegato che il congelamento, i ritardi nei pagamenti sono un "male minore". L'Arpea sta infatti lavorando alacremente (insieme al Ministero) per una revisione della fotointerpretazione delle foto aeree tale da contestare le decurtazioni di superfici. Il "male peggiore" potrebbe essere quello della richiesta di restituzione delle erogazioni già ricevute. Ma di chi è la responsabilità di questo pasticcio? Perché il "refresh", ovvero la verifica delle superfici, non avviene ogni cinque anni come sarebbe logico? I margari hanno fatto presente che al momento della sottoscrizione c'è stato un impegno reciproco sulla base di una determinata superficie già accertata come ammissibile. Come fa a diminuire del 50% la superficie di un pascolo in due anni si chiedono sbalorditi i margari?

Sironi ha spiegato che 1) le foto aeree sono diventate più precise (gli aerei volano più bassi) e 2) che sono cambiati i criteri interpretativi delle foto (di fatto c'è minore tolleranza per le tare come le pietre). Tutto questo non ha molto convinto i margari: come si fa a cambiare le regole del gioco mentre si gioca? Sironi ha dovuto spiegare che le foto "vecchie" messe a disposizione dall'Italia a Bruxelles erano di scarsa qualità. Per farsi perdonare le sue colpe Roma ha quindi accettato obtorto collo l'assurda revisione triennale. Mah. Con i tempi tecnici delle campagne di volo e delle fotointerpretazioni si sono poi verificate delle difformità nell'applicazione del refresh anche tra diverse provincie dello stesso Piemonte. Un fatto che ha aggiunto ulteriore confusione.

 

Quanto al biogas il tema, che pure molti margari conoscono "sulla propria pelle" (non avendo potuto rinnovare contratti d'affitto per terreni di pianura a causa della famelica e impari concorrenza dei biogasisti), è apparso evidente che - per molti presenti - era ancora relativamente sconosciuto. Anche in questo caso, come in quello della predazione lupina, sarà necessario tornare a parlarne.

 

A mezzanotte prende la parola l'assessore

 

Esaurito il giro delle relazioni è toccato all'ass. Sacchetto (a mezzanotte) fare il punto dell'impegno nel confronti di margari della regione. Per quanto riguarda il refresh Sacchetto ha assicurato che l'Arpea verrà fortemente sollecitata a trovare delle soluzioni per evitare il protrarsi dei ritardi dei pagamenti. Nel caso delle speculazioni sui pascoli Sacchetto ha invece informato che l'impegnodiretto dlel'assessorato si è tradotto in una proposta di legge regionale, attualmente all'esame del consiglio, che in un articolo cruciale, demanda a "disposizioni della giunta regionale" la fissazione dei corretti criteri di utilizzo dei pascoli.

È evidente che paletti quali carichi di bestiame e durata "normale" dell'alpeggio rappresentano già di per sé un deterrente rispetto a chi finge di caricare un pascolo portandovi per brevi periodi poche bestie. Le norme, però, non si limiteranno a questo ma entreranno nello specifico di una buona getione del pascolo. Non certo per imporre nuovi aggravi burocratici ma per tornare ad applicare quelle buone pratiche d'alpeggio che in passato erano scrupolosamente fatte osservare dai comuni o altri soggetti pubblici e collettivi proprietari degli alpeggi. Dal momento che i margari queste "buone pratiche" non hanno (quasi) mai smesso di osservarle (anche perché è nel loro interesse utilizzare al meglio il pascolo e far prosperare il loro bestiame), questa "burocrazia buona" non potrà che tornare a vantaggio della categoria.

 

Uno stile nuovo

 

Sono seguiti interventi e domande da arte del pubblico con un dibattito che si è protratto sin oltre le 12 e trenta e che ha visto sulla graticola l'Ing. Sironi.

Come sempre (è fisiologico) c'è qualcuno pronto a criticare qualsiasi iniziativa per puro spirito disfattista. Però è difficile non apprezzare della serata l'intensa partecipazione e, dato politico interessante, l'instaurazione di una prassi molto trasparente in cui i responsabili di importanti agenzie - da cui dipendono, nel bene e nel male, l'applicazione dei provvedimenti che tanto incidono sul reddito agricolo e che tante "lamentele" suscitano - siano venuti a confrontarsi a tu per tu con i margari mettendoci la faccia. Senza filtri.


 

 

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