(10.08.12) Plinio Pianta, esponente politico della Val Poschiavo (è stato anche membro del parlamento cantonale) ha preso una dura presa di posizione contro la presenza degli orsi nei Grigioni con una lettera aperta al governo cantonale
Vogliamo i predatori
o i montanari?
di Michele Corti
Una iniziativa forte di Plinio Pianta e di Amamont che chiedono ai membri del governo del Canton Grigioni di abbattere l'orso M13 o di trasferirlo in Trentino nei centri di detenzione degli orsi problematici e potenzialmente pericolosi
Cresce l'opposizione alla politica di reintroduzione dell'orso sulle Alpi. Ormai il tabù è rotto e diverse personalità (di varia estrazione culturale e politica) sfidano la convenzione abilmente costruita dagli ambiental-animalisti da salotto per la quale a parlare male dell'orso e del lupo sei classificato un paria, un demente o al massimo un retrogrado. A prendere posizione contro gli orsi sono le persone con maggiore sensibilità sociale e per il territorio. Contestano anche il principio autoritario alla base delle reintroduzione del'ors, una politica decisa a tavolino non dai rappresentanti della sovranità popolare ma dagli esponenti di una ideologia che, con il progetto Life Ursus e la deportazione degli orsi dalla Slovenia al Trentino, hanno creato uno stato di fatto e poi abilmente contrabbandata come politica ufficiale degli stati alpini la scelta del ripopolamento. Il tutto, ovviamente, senza che le popolazioni lo sapessero e che, tantomeno, fossero loro richiesto di esprimersi (salvo la farsa delle indagini Doxa estesa per lo più alle città).
L'opposizione all'orso travalica i confini
Il 6 agosto l'avv. Plinio Pianta, allarmato per le scorribande dell'orso M13 che è transitato più volte per la Val Poschiavo, ha scritto una lettera aperta ai consiglieri di stato, ovvero ai membri del governo cantonale dei grigioni (con sede a Coira). Lo ha fatto in qualità di presidente di Amamont, l'associazione transfrontaliera degli Amici degli alpeggi e della montagna ma anche nella veste di autorevole esponente politico locale. Pianta, nato e residente a Brusio (il comune confinante con l'Italia e quindi con Tirano) è stato sindaco del suo comune ed è tutt'ora consigliere comunale. È stato anche deputato nel parlamento cantonale e alle ultime elezioni per la presidenza della Regione Val Poschiavo ha mancato l'elezione per soli 30 voti. La lettera di Pianta si intitola: "Vogliamo i predatori o i montanari?" ed esprime la preoccupazione e l'allarme sociale non solo di contadini e alpigiani ma anche degli abitanti dei villaggi di montagna. Pianta ha ricordato come M13 non ha creato solo scompiglio nelle greggi ma anche distrutto alveari e cassonetti dei rifiuti ed è transitato per paesi e città (come Morbegno e Tirano) dimostrando di non nutrire alcun timore dell'uomo.
Riprendendo le considerazioni di Bruno Ciapponi Landi (assessore al comune di Tirano)(vedi articolo su Ruralpini) Pianta stigmatizza l'incomprensibile atteggiamento da parte delle autorità e dei funzionari dei servizi faunistici che ostantano sufficienza contro coloro che fanno presente il potenziale pericolo per l'uomo rappresentato dal grande carnivoro una volta divenuto confidente nei confronti degli esseri umani. E osserva giustamente:
" I responsabili, anche da noi, infatti si permettono di minimizzare quanto sta succedendo, per es. asserendo «L’orso c’è e si fa sentire, ma la situazionerimane sotto controllo». Anzi deridendo
quasi chi osa affrontarli, per es. i contadini/alpeggiatori con asserzioni, per
es.: « … state esagerando. Infine se l’orso vi mangia un animale sieteindennizzati» ecc. (come se la pecora o la capra o gregge o mandria sia
soltanto soltanto un problema di soldi e non specialmente di passione!)… o
«finora non ha creato alcun danno alle persone»… certo ci manca solo il ferimento di qualche persona o il morto??!!
Sottolineando il carattere forzato della reintroduzione dell'orso attraverso l'import dalla Slovenia di animali mal selezionati (come Jurka), Pianta si dichiara d'accordo con l’On. Consigliere di Stato Mario Cavigelli, ancora in maggio così si esprimeva: “… Die Bären passen nicht in unsere alpine Lebensräume”…, cioè che gli orsi non appartengono al nostro spazio vitale alpino”
A proposito della minimizzazione dei danni dell'orso Pianta rileva:
"In fondo queste asserzioni rappresentano quasi insulti a delle persone come contadini/alpeggiatori
che già vivono situazioni parecchio difficili e disagiate con le mandrie sugli
alpi, paritempo la fienagione, le intemperie… e ora ancora in più lo stress
dell’orso! Infatti essi sono provati, amareggiati e esasperati dalle continue
incursioni imprevedibili dell’orso! … (e che le spese dei
contadini/alpeggiatori – ordinarie e straordinarie - non siano pienamente
coperte è stato chiaramente confermato dal responsabile dell’informazione del
centro agricolo cantonale Plantahof die Landquart, signor Curdin Foppa, cfr. Die Südostschweiz, Graubünden 16.05.2012, pag. 5)".
Ridicola è pure l’asserzione che la
presenza dell’orso farebbe bene all’economia, e al turismo!
Nella lettera aperta non si manca di smontare la storiella dell'orso che promuove il turismo. Un vero e proprio boomerang come stanno già verificando alcuni albergatori in Trentino:
"A parte alcuni guardoni che però se ne guardano bene di stare a buona
distanza per fare magari una foto, la gran maggioranza dei turisti seri che
affrontano escursioni sulle nostre montagne, attraversando boschi e dirupi
stanno desistendo da queste loro escursioni, come abbiamo constatato, evitando la
regione dell’orso, … e non è soltanto il calo del turismo… per il franco forte
ecc.; cfr. fra altro la testimonianza dell’albergatrice incredula Paola
Bontognali dell’Albergo Zarera a Sfazù la quale si è trovata
all’improvviso la sera del 31.07.2012, ca. ore 21.00, l’orso davanti a sé, a
pochi metri, in giardino…
L’uomo ha la sua dignità come uomo. L’orso ha la sua dignità di belva, grande predatore nel suo habitat
Il presidente di Amamont ricorda poi come le nostre valli fortemente antropizzate e con forte frammentazione ecologica non possano ospitare orsi se non a prezzo di una convivenza che si rivela del tutto problematica e gravosa per le attività alpestri che già si confrontano con numerose difficoltà:
"L’habitat dell’orso non è fra le nostre montagne curate dall’uomo/pastori/alpeggiatori fin sulle cime! Ben si comprende che i montanari/alpeggiatori siano sottoposti, oltre al
loro lavoro quotidiano molto gravoso, quindi anche allo stress, diurno e
notturno, continuo di informazioni dell’ubicazione dell’orso, il quale in breve
tempo può passare da un fianco della montagna all’altro, cosicché per
l’alpeggiatore è quasi impossibile precauzionarsi, prova per es. ne è
l’incursione nella malga Vitali a Palü!
Infine l'appello al Governo cantonale perché: "prenda al più presto i necessari provvedimenti di allontanamento definitivo dell’orso dalle nostre montagne, abbattendolo o riportandolo al suo habitat: i parchi di provenienza sloveni/trentini (in Trentino esistono tre strutture per la detenzione in cattività degli orsi)". La lettera aperta si chiude con una proposta: facilitare il collegamento stradale tra la Valtellina e la Val Poschiavo e l'Engadina utilizzando una cifra pari a quella già spesa per l'orso (500.000 Fr.) per: "un progetto di traforo del Bernina dalla Motta a sopra Lagalb, che finalmente darebbe respiro e sicurezza a tutte quelle persone, giovani e non più giovani, che, lavorando in Engadina o oltre, attraversano giornalmente o più volte in settimana, specialmente in inverno, il passo del Bernina… rischiando molte volte la vita".