Ruralpini      Inforegioni/Giovani in montagna

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Sul tema :

 

(11.01.12) Giovani che fanno rivivere la montagna (val Susa, To)

La storia esemplare di Andrea e Silvia ne riassume anche altre. Ne parliamo in pieno inverno perché l'alpeggio - al di là della dimensione turistica - è un aspetto importante della vita in montagna, di cui ci si deve preoccupare tutto l'anno. Ci sono giovani con una passione enorme, ma pare che la società urbana pronta a commuoversi per le loro storie e per la bontà dei loro prodotti poi non riesca a fare a meno di mettere sempre nuovi bastoni tra le ruote leggi tutto

 

(22.11.11) Baveno (Vb). CRAVA diventa operativa

Costituita a settembre - grazie all'accompagnamento della Camera di Commercio - l'associazione dei produttori di formaggi caprini e degli allevatori di capre del Verbano, Cusio, Ossola (CRAVA) diventa operativa. Presidente e segretario due allevatori molto giovani. Un esempio da imitare. Nel 2012 partiranno le iniziative per la qualità e la promozione. leggi tutto

 

(01.05.11) Bricherasio (To) Storie di giovani pastori. Videoracconto.

Ci sono giovani pastori che, a vent'anni, hanno già un bagaglio di conoscenze sulle pecore, sul formaggio, sui pascoli, sulle tradizioni pastorali degno dei padri, anzi dei nonni. Il mestiere del pastore è proprio speciale; non c'è spazio per i bamboccioni. E nemmeno per chi perde tempo a lamentarsi invece che rimboccarsi le maniche e affrontare - come si fa da sempre - i problemi. Fotoracconto e videointervista (sotto la pioggia) a Ivan Monnet, 26 anni, pastore professionista della Val Pellice (del 28 aprile) vai a vedere

 

(25.03.11) Chiavenna (So) Le mostra ovicaprine autogestite occasione importante per aggregare gli allevatori

La Valchiavenna rappresenta una realtà con forte e radicata tradizione di allevamento ovicaprino. Qui è operante l'APOC (associazione produttori ovicaprini) che potrebbe rappresentare un importante soggetto di iniziative di valorizzazione del territorio e delle produzioni. Molte sono le superfici d'alpeggio abbandonate in Valchiavenna, parecchie le produzioni tipiche. Ancora forte il parco-capre. Peccato che si siano persi decenni. L'APOC in una visione tecnicistica fallimentare è stata sacrificata a favore dell'APA dalla burocrazia regionale. Con la nuova politica regionale più aperta al pastoralismo e con un gruppo grintoso di giovani allevatori forse si puòrecuperare. I segnali dalla Mostra sono incoraggianti.

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(23.04.11) S.Maria Maggiore (VB). Alla 22a edizione la Mostra del capretto tipico

Domenica delle Palme si è tenuta la ormai tradizionale Mostra del capretto tipico vigezzino. Rispetto alle edizioni 'd'oro', quando c'erano più espositori, convegni, notevole affluenza di pubblico, la mostra è più sotto tono. Gli allevatori sono diminuiti, la burocrazia continua a pesare e in valle è apparso anche il lupo. Il programmi di valorizzazione dei formaggi caprini della provincia, però, stanno andando avanti coinvolgendo nuovi allevatori spesso giovani ed è in cantiere la costituzione di un'aggregazione di produttori caprini. Poi a livello regionale c'è fermento in tema di pastorizia e di carni ovicaprine. Buone premesse per il rilancio di una simpatica ed originale manifestazione. leggi tutto

 

(26.10.10) Da Biella a Rovato (Bs) si parla di giovani pastori. La scorsa settimana Cota aveva detto che ....

Domani a Biella viene presentato il libro 'Sentire l'aria' che racconta la storia di Andrea, ragazzo di 16 anni figlio di un medico e di un'insegnante che decide di diventare pastore transumante(foto di A. Taglier + DVD del film di E. Cecconello) www.sentirelaria.it/ ). Il film sarà presentato ufficialmente il 12 novembre. Domenica a Rovato (Bs) nell'ambito della Mostra della pastorizia si parlerà in modo concreto dei problemi dei pastori grazie anche al nuovo interesse delle istituzioni (Regione Lombardia e ERSAF) per questo settore. In particolare si discuterà di come lanciare una Scuola pratica per pastori e aiuto-pastori. Il tutto mentre Cota, inaugurando il Salone del gusto a Torino, ha detto che "bisogna investire in formazione per favorire il ritorno dei giovani in agricoltura". Troppi segnali concomitanti per non sperare che qualcosa stia veramente cambiando

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(10.09.10) Bellino/Blins (CN): i pochi pastori rimasti decisi a lottare

Erano in quindici i pastori dell'Associazione pastur de Blin prima  dell'arrivo del lupo. Pastori giovani, che restavano su in montagna tutto l'anno (siamo a 1.600 m). Una risorsa 'rara'. Oggi ne sono rimasti 1-2. Gli altri hanno smesso o sono passati alle vacche da carne. Qualcuno tiene ancora qualche capra o pecora. Ma c'è voglia di reagire e di farsi sentire leggi tutto

 

(28.03.10) Continua l'esperienza di 'ragazzi in alpeggio'

Ruralpini e Lavoroinalpeggio anche quest'anno promuovono l'incontro di 'domanda' e di 'offerta' con riguardo al lavoro e al volontariato in alpeggio Con la nostra iniziativa ci proponiamo di fornire un aiuto concreto agli alpeggiatori  ma anche occasioni per  esperienze di vita e di lavoro per i giovani. Al 18 marzo erano 64 i candidati. Ne tracciamo un identikit provvisorio per capire chi sono queste 'nuove leve' dell'alpeggio.

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(13.12.13) Tanti giovani vorrebbero vivere e lavorare in montagna. Non soltanto perché non si trova lavoro ma perché la vita metropolitana e il consumismo stanno sempre più perdendo di attrazione

 

Qualcuno ce la fa. Forza ragazzi

 

Due giorni fa a Chiappi, la località più alta della Val Grana a oltre 1600 m. ho incontrato Manuela e Anteo (28 anni entrambi) che, con un'inserzione su Ruralpini, hanno trovato lavoro nell'azienda La Meyro che produce vero Castelmagno d'alpeggio

 

 

di Michele Corti

L'annuncio su Ruralpini è stato inserito solo il 28 novembre e così recitava:

"Siamo una coppia di 28 anni e stiamo cercando lavoro con animali, abbiamo già esperienza con mucche e capre mungitura e trasformazione del latte chiediamo vitto e alloggio e se possibile piccolo aiuto economico per piccole spese. non abbiamo paura del isolamento in  montagna anzi ci piace amiamo la montagna e prenderci cura dei animali telefono 3493117626 minimeso@hotmail.it".

Il testo semplice e convincente dell'annuncio ha colpito Mauro Arneodo di Coumboscuro in Val Grana che è socio (anche con qualche vacca) dell'azienda La Meyro di Chiappi in alta valle.

Un inserimento rapido

Dopo pochi giorni Mauro ha incontrato i due giovani e, ormai da oltre una settimana, sono al lavoro. Lei in caseificio, lui nella stalla. L'ambiente di lavoro è spazioso, c'è un raschiatore meccanico per la pulizia. Però prendersi in carico un'azienda da un giorno all'altro non è comunque facile e Manuela e Anteo hanno dimostrato di avere non solo una preziosa per quanto breve esperienza alle spalle ma anche uno spirito positivo necessario per calarsi nella realtà di un'azienda di montagna. Eppure Anteo ha vissuto in città, a Torino, pur avendo assorbito dal nonno la passione per la cultura rurale. Manuela è di "pianurissima": viene infatti da Noale, provincia di Venezia.

Quello che purtroppo manca a molti giovani che desiderano "farsi montanari" è l'esperienza, indispensabile per gestire delle attività che richiedono - anche se lavori come dipendente - un certo spirito di autonomia e di intraprendenza e una famigliarità con gli animali che non si improvvisa in pochi giorni. Loro l'esperienza non l'avevano, ma se la sono fatta. Molti giovani d'oggi poi fanno vita troppo sedentaria e mancano di un minimo di "fisico". Conosciutisi in Toscana nel 2012 la giovane coppia si è insediata in una borgata abbandonata a 1000 m sull'Appennino tosco-emiliano ed avevano degli asini. Qui avrebbero potuto presentare un progetto di recupero e partecipare a un bando, ma la prospettiva di sottoporsi ad una trafila burocratica onerosa, senza alcuna certezza di finanziamento, li ha fatti desistere.

Tornati a Torino per un breve periodo hanno poi lavorato, nell'estate 2013, in una malga della Val di Ledro (Trentino) dove bisognava mungere qualche mucca e un gregge di capre (e fare formaggio). Anteo, ha imparato a mungere sia a mano che a macchina, Manuela a fare la casara.

Sopra Manuela mostra con soddisfazione le tome prodotte a Chiappi. L'azienda La Meyro intende produrre solo Castelmagno d'alpeggio da stagionare a lungo. Una scelta che l'ha spinta ad abbandonare la produzione invernale del Castelmagno "non d'alpeggio", troppo inflazionata. Il rischio è quello di confondersi con la produzione dei grossi caseifici della bassa valle mentre l'intuizione dell'azienda è di farsi riconoscere quale marchio legato ad una produzione esclusivamente d'alpeggio e di elevata qualità. Così in inverno si punta a fare "Nostrale", il tipo di toma di queste parti.

Li riandrò a trovare in primavera

L'inserimento dei due giovani è troppo "fresco" per trarre conclusioni. Bisognerà veder passare l'inverno. Per ora i ragazzi non hanno ancora avuto modo di stabilire relazioni con i non molti abitanti che in inverno popolano la frazione di Castelmagno. Sarà interessante vedere anche sotto questo profilo come si svilupperanno le cose. Ho promesso ai ragazzi di andarli a trovare di nuovo in primavera. A voi prometto di raccontare come si svilupperà la storia.

Una cosa è certa: ci piacerebbe parlare di più di esperienze come questa. Il fatto che siano ancora poche è legato alla mancanza di esperienza, anche minima, di molti ragazzi. Mauro Arneodo, prima di incontrare Manuela e Anteo, aveva valutato decine di inserzioni e di richieste (arrivate sia attraverso Ruralpini che da Pascolovagante che per altre vie). Ha anche incontrato di persona (e non solo al telefono) diversi giovani e meno giovani. Ma nella stragrande maggioranza dei casi mancavano i presupposti per un inserimento in azienda. Questi giovani avrebbero bisogno di una "scuola pratica di agricoltura di montagna". Non un corso di formazione teorico di centinaia di ore di lezione "frontale" (come prevedono i corsi organizzati nell'ambito degli schemi di F.P. delle regioni) ma un corso residenziale in una vera azienda agricola (e alpeggio) sotto la guida di esperti pastori, casari, taglialegna, contadini. In montagna bisogna saper fare molte cose, la specializzazione non serve.

Ci suole una Scuola pratica da dove far passare gli "aspiranti"

Un progetto del genere, data la burocrazia che ammorba ogni cosa, potrà svilupparsi solo con l'appoggio di organizzazioni private. Oggi dare una speranza a molti giovani, impedire che precipitino in una condizione di profondo disagio, povertà ed emarginazione significa creare prospettive di autoimprenditorialità singola o collettiva. La montagna può offrire molto. Ci sono risorse che aspettano solo di essere riutilizzate. Campi che attendono di essere ricoltivati (previo taglio del bosco cresciuto nel frattempo), case e borgate che attendono che le possa riempire ancora di vita.  L'appello è perciò alle associazioni di volontariato, a chi aiuta il prossimo ma vuole farlo in modo non assistenziale. Aiutateci a mette in piedi questa Scuola pratica di agricoltura di montagna. È un aiuto ai giovani ma anche alla montagna e a quei contadini di montagna che di una mano hanno bisogno.

 

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