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(06.08.12) Colture da biomasse rubano l'acqua

La siccità è grave. Il calo della produzione di mais nazionale avviene in un contesto di siccità generalizzata e le ripercussioni sui prezzi saranno pesanti. Le pagheranno gli allevatori già penalizzati dalla concorrenza delle biomasse. Aumenteranno importazioni e prezzi. Ma il governo dei tecnici ha fatto un nuovo regalo ai vampiri del biogas.

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(14.02.12) Sabato coordinamento No biogas e biomasse ad Altedo (Bo)

Uniti per salvare le campagne dalla proliferazione delle centrali a biogas e biomasse. Ci saranno comitati di tutte le regioni del Centro e del Nord ad Altedo di Malalbergo (BO) sabato prossimo. Lo scopo: coordinare la campagna nazionale per la moratoria e per la richiesta di linee guida e piani energetici regionali rispettosi del territorio e dell'agricoltura di qualità. leggi tutto

 

(08.02.12) Felonica (MN): cresce la protesta rurale

Le campagne tornano ad essere teatro di conflitti che riguardano aspetti centrali del modello sociale ed economico. Terra, salute, cibo, inquinamento al centro del movimento contro le centrali a biomasse e biogas. Cronaca e riflessioni sulla marcia di Felonica di domenica 5 febbraio

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(31.01.12) Biogas: fermare la corsa all'oro (riflessioni dai comitati)

A Focomorto di Ferrara sabato scorso si è abbozzata anche la strategia per i prossimi mesi. Oltre a cercare di fermare in ogni modo la realizzazione degli impianti in loco serva una campagna nazionale che chieda ai politici di imporre uno stop. Altrimenti ci sarà la corsa a sfruttare il sistema super agevolato vigente che non mette seri paletti né in termini di vera efficienza energetica che di rispetto delle vocazioni agricole dei territori e dei diritti dei residenti. leggi tutto

 

(26.01.12) Biogas: verso una svolta. Sabato a Ferrara primo coordinamento inter-regionale

Dopo le parole natalizie di Vasco Errani, presidente della regione Emilia-Romagna (con le quali giudicava "un grave errore" destinare biomasse ad usi energetici) ha cominciato a serpeggiare un po' di preoccupazione nel fronte della speculazione biogasista. Anche perché le nuove autorizzazioni fioccano ma la popolazione - nonostante i media nazionali tacciano - è sempre più sul piede di guerra e le proteste dilagano. E sono sempre più dure annunciando un prossimo salto di qualità di tutta la partita con l'incipiente informazione di un coordinamento tra i comitati in nome della richiesta di MORATORIA leggi tutto

 

(06.01.12)  Petrini continua ad essere il solo intellettuale a denunciare il biogas selvaggio

Firme prestigiose hanno denunciato da tempo le devastazioni dell'eolico selvaggio e del fotovoltaico a terra. Tranne Petrini, però, nessuno lo ha fatto a proposito delle centrali a biogas, che crescono come funghi. Perché? Perché il biogas è parte di una strategia di "corsa alla terra" che va al di là dei MW e ci sono in ballo interessi enormi? Perché le centrali che devastano le campagne non urtano la sensibilità estetica borghese (tanto le vedono e le "usmano" solo i "villici" dall'olfatto poco sensibile)? leggi tutto

 

(25.12.11) Centrale a biogas di Galliera (Bo): rinvio al consiglio di stato (come Ponzio Pilato)

Dopo quattro conferenze dei servizi, di fronte alla prova muscolare di un esercito di esperti della società che intende realizzare la centrale, le istituzioni il 22 dicembre si lavano le mani e rinviano tutto al Consiglio di Stato. Grande delusione del Comitato antibiogas di Galliera, fulcro del Coordinamento antibiogas a Bologna e non solo. leggi tutto

 

(21.12.11) Germania. La morte che viene dagli impianti a biogas

La scorsa primavera in Germania, è stato lanciato un allarme per la salute degli animali domestici e selvatici. Da parte di un esperto internazionale in materia di botulismo, il prof. Helge Böhnel, si ritiene che la diffusione del botulismo cronico negli allevamenti bovini possa essere imputata alla diffusione degli impianti di biogas e allo spargimento dei digestati con spore di Clostridium botulinum. Alcuni veterinari tendono anche ad attribuire alla stessa causa le morie di selvaggina osservate in alcune regioni e la più diffusa rivista faunistica e cinofila germanica ha dedicato al problema una inchiesta (copertina a fianco). Da noi la regione Emilia-Romagna per il rischio delle spore di Clostridi ha "esonerato" le aree del Parmigiano reggiano dalle centrali a biogas. Precauzione. Ma allora conta più il Parmigiano della salute? leggi tutto

 

(18.12.11) Mezzolara (Bo). 4 NO alla centrale-truffa

I piani energetici della regione  prevedono la rapida trasformazione della pianura emiliana (tranne le zone "esentate" del Parmigiano) in una gigantesca monocoltura maidicola per alimentare centinaia e centinaia di digestori. Ma la resistenza delle comunità che vogliono tutelare la terra, il cibo, l'ambiente, la salute si fa ogni giorno più organizzata e determinata. Ne ho avuto la prova a Mezzolara dove venerdì sera ho partecipato ad una conferenza sulle conseguenze ambientali e sulla salute del biogas. Tanta gente attenta e preoccupata, tanta passione e determinazione da parte del Comitato locale e dei medici-relatori (Luigi Gasparini e Salvatore Virzì) leggi tutto

 

(29.11.11)  Mezzolara (Bo). Biogas senza pudore.

Quattro impianti quadrigeminati da 0,999MW, nello stesso sito. Proposti da 4 società gemelle con lo stesso progetto. Una superficie occupata di 13,4 ha a fianco di un'oasi Natura 2000 e a poche centinaia di m dalle abitazioni. Alimentazione 100% cereali (80% mais). La regione Emilia che ha 'graziato' le aree del Parmigiano, concentra tra la bassa bolognese e il ferrarese una gragnuola di progetti con la benedizione di Legambiente e dei maggiori partiti. leggi tutto

 

(01.12.11) Vercelli/Alessandria. Le bioenergie mangiano l'agricoltura (bioetanolo)

Entro il 2012 sarà in funzione l'impianto di bioetanolo di Crescentino (Vc). In prospettiva utilizzerà trinciato di Arundo donax (canna comune) coltivata su una superficie di oltre 4.000 ha (marginali?). Il tutto con contratti di coltivazione e contorzismo e quindi la sparizione della figura dell'agricoltore sostituito dalle società bioenergetiche. Siamo sicuri che sia una soluzione sostenibile come proclama Legambiente? leggi tutto

 

(02.07.11) Nasce nel bolognese il movimento contro il biogas

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(01.07.11) Estendere la coraggiosa iniziativa di Slow Food cremonese

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(01.07.11) Il biogas è un danno. In montagna lo è ancora di più

Intervento di Fausto Gusmeroli sul problema delle conseguenze nehative della diffusione delle centrali a biogas spinte dall'industria e dalla speculazione. Gli interessi speculativi hanno scatenato la corsa al biogas selvaggio che porterà - senza una moratoria - a centinaia di impianti da 1MW in Lombardia. Anche a Sondrio ne è stato realizzato uno e uno è in progetto leggi tutto

 

(23.06.11) Imbroglio ecologico, agricoltura truffata

Tra Bergamo e Brescia alcune società si offrono di provvedere alla realizzazione a loro spese, di impianti di biogas (da liquami e mais) con trattamento secondario di abbattimento dei nitrati. Si riservano tutti i proventi energetici, acquisiscono diritti di superficie per lunghi periodi e vincolano gli imprenditori agricoli al conferimento della quantità pattuita di liquami. Un ciclo ad alta insostenibilità spacciato per 'ecologico'.  leggi tutto

 

(02.05.11) Cresce in tutta la Padania l'opposizione alla folle corsa al biogas

Sono centinaia gli impianti di biogas che verrebbero realizzati nei prossimi anni nella pianura padana con il pretesto di risolvere i problemi ambientali (direttiva nitrati) e con la favola dell'energia rinnovabile.

Il risultato  consiste nel  'digerire' i contributi a fondo perduto regionali (erogati per rendere allettanti i forti investimenti), i contributi della PAC per le coltivazioni agricole ora convertite in colture 'elettriche', i super-incentivi elettrici e trasformare il tutto in super-profitti speculativi. Il tutto pagato più volte dall'ignaro consumatore-utente-contribuente a tutto danno dei veri agricoltori e a vantaggio economico di una lobby spregiudicata fortemente sostenuta dalla tecnoburocrazia.

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(14.09.12) Con una conferenza ieri sera a Budrio (Bo), uno dei luoghi simbolo dell'opposizione al biogas, parte la campagna autunnale del movimento dei comitati. Con la prospettiva di darsi una struttura nazionale

 

 

Il biogas avanza, compromette

 

il paesaggio e divora  l'acqua ma

 

i comitati danno battaglia

 

 

di Michele Corti  

La conferenza di ieri sera a Budrio dimostra che anche i valori culturali oltre a quelli ambientali sono compromessi dalla proliferazione delle centrali a biogas nelle campagne padane (e non solo). Così anche i personaggi della cultura sinora sensibili solo a pale e fotovoltaico a terra si stanno accorgendo quale nefandezza sia il biogas

A Budrio, pochi km da Bologna fervono i lavori per la centrale "binata" a biogas (2MW). Strade comunali danneggiate dal via vai dei mezzi verso il cantiere dove sono state riversate enormi quantità di calcestruzzo. Come saranno ripristinati i siti finita la corsa all'oro dei superincentivi? Quali altre speculazioni e oltraggi alla terra verranno escogitati. La centrale di Budrio, come tante altre centrali del genere in Italia sta sorgendo a dispetto di un contesto ambientale e paesaggistico di pregio. A 500 m (avrebbero voluto avvicinarsi) da un'importante area umida (una "valle") ricca di avifauna stanziale e di passo, con migliaia di viaggi all'anno (concentrati nella stagione di raccolta del mais) degli autocarri che trasportano la biomassa verso i digestori lungo le strade perimetrali dell'area naturalistica compresa nella rete Natura 2000.

Ieri  il Comitato Mezzolara per l'ambiente in vista della conferenza che si sarebbe tenuta la sera ha organizzato una "visita guidata" all'interno dell'area umida gestita in forma di azienda faunistica-venatoria. Si tratta di uno dei più begli ambienti vallivi rimasti.

Anche il paesaggio dell'area dove sta sorgendo la centrale ha un suo pregio. La foto sotto  lascia intravedere alle spalle del mostro in costruzione le cortine arboree perimetrali della "valle" e, sulla destra la chioma di un albero alla testata del filare che costeggia tutta la campagna interessata dalla centrale.

Sotto si intravede il cantiere tra un tronco e l'altro. Come si vede si tratta di piante vetuste (prevalentemente rovere).

Questi filari "storici" che vediamo meglio nella foto sotto scattata nello stesso punto delle recedenti ma voltando le spalle al mostro, sono stati a suo tempo vincolati dalla Regione Emilia Romagna.

In barba a tutto cià la centrale da 2MW ha ottenuto tutte le autorizzazioni del caso. Sono tante e viene il sospetto che i numerosi enti competenti analizzino i progetti molto sommariamente. In realtà c'era stato un ente che aveva inizialmente dato parere negativo al progetto: i VVFF comando provinciale di Bologna. Nel progetto le previsioni indicate per la prevenzione degli incendi erano a dir poco "sommarie". In un battibaleno, nonostante le dure critiche, i VVFF hanno finito per dare anche loro il via libera. E si che la riserva d'acqua per gli interventi anti-incendio era indicata "di adeguata dimensione" e molti dati progettuali (per es. la pressione degli idranti) erano indicati un po' a casaccio. Il ricorso al TAR con richiesta di sospensiva  presenetato dal Comitato e da alcuni cittadini con abitaziuoni prossime alla erigenda centrale è stato respintopochi giorni fa. Il Comitato, però, ha ancora diverse carte da giocare (e non le scopre di certo subito). L'opposizione ha comunque ottenuto lo spostamento di 700 m della centrale e il dimezzamento da 4 a 2 MW.  Anche 2MW sono sempre troppi. Il numero di viaggi per alimentare la centrale rappresenta un carico insopportabile per le strade di campagna sterrate. Già ora il passaggio degli autocarri del cantiere ha già prodotto notevole ammaloramento delle strade comunali di accesso al mostro.

Perché questo accanimento tra Bologna e Ferrara?

Le centrali tra Bologna e Ferrara sono già decine e decine e più ancora sono in costruzione. Il motivo è semplice. La Regione Emilia Romagna ha condannato quest'angolo NE della regione a fare da ricettacolo delle centrali a biogas avendo "graziato" tutte le zone di produzione del Parmigiano Reggiano /la cui filiera tema in somma misuara i clostridi presenti nei digestati residui della produzione del biogas e avendo ritenuto che anche alle altre aree con cattiva qualità dell'area dovesse essere risparmiata un'altra fonte di emissioni nocive. Le centrali bruciano il biogas - che contiene 50% di metano, CO2 e molte impurezze - per far marciare i motori che a loro volta fanno girare gli alternatori che producono elettricità. Il risultato è una consistente emissione di ossidi di azoto precursori delle polveri sottili. È evidente che i criteri sulla localizzazione delle centrali rappresentano la chiara dimostrazione che possono compromettere la già precaria qualità dell'aria della pianura padana (nonostante molti esperti - molto di parte - sostengano che è energia pulita con "zero emissioni").

 

Riparte la campagna dei Comitati

Per nulla demotivati dall'ordinanza del TAR che pochi giorni ha respinto la richiesta di sospensione del lavori presentata dal Comitato, i suoi membri  hanno organizzato ieri sera una riuscita conferenza: L'evento segna l'avvio della campagna d'autunno dei comitati antibiogas dopo al paesa estiva. Una pausa che è stata necessaria anche per ricalibrare la strategia dopo il nuovo regalo di Monti agli speculatori (la proroga dal 31.12.2012 al 30.04.2012 del termine ultino entro il quale devono accendere i loro inquinanti e rumorosi motori i biogasisti desiderosi di lucrare la tariffa onnicomprensiva in vigore). Un regalo che è forse legato anche ai rallentamenti subiti da molti progetti per l'azione dei comitati e delle amministrazioni comunali (quelle schierate con i cittadini). La nuova strategia sarà messa a punto nella riunione che si terrà a ottobre in cui verrà formalizzato e strutturato il Coordinamento nazionale dei comitati no biogas, no biomasse. Alla rimodulazione della strategia di lotta concorrerà anche la valutazione degli esiti delle iniziative legali a gronte dei pronunciamenti dei Tar (e dei costi dei risorsi). Oltre a valutare altre possibili linee di azione legale si dovrò anche fare il punto sulla questione politica. È sempre più evidente (anche sulla scorta degli esiti di azioni legali, osservazioni, schermaglie procedurali) che ci si trova di fronte ad una volontà politica ferrea di spianare la strada alla realizzazione delle centrali. Costi quello che costi. Raffazzonati che siano i progetti. Perciò è sul piano politico che si gioca la partita. Operando in modo di far pagare un prezzo salato alle caste che appoggiano questa aggressione all'agricoltura, all'agroecosistema, al paesaggio, alla salute, alla sicurezza, alla proprietà dei residenti. Che consentano a fronte di rilevanti superprofitti per pochi danni sociali, ambientali ed economici ancora più rilevanti a carico di tanti soggetti e degli interessi diffusi o senza voce.

Il "partito" l'ha vista brutta

Il prossimo anno si vota in tutti i comuni del bolognese interessati al problema (che hanno centrali già in funzione e in cantiere). Ovunque tranne che a Budrio dove quest'anno il PD l'ha vista brutta, tanto brutta che del "caso Budrio" e della Caporetto evitata per un soffio hanno parlato i principali media nazionali. Per 200 voti non è stato eletto sindaco il candidato del M5S. E il tema più caldo della campagna elettorale era proprio il biogas. A Budrio il PD aveva il 60% dei voti (un po' meno del vecchio PCI). Qui, però, non si parla di PD ma ci si rifersice sempre al "partito" come se nulla fosse cambiato. C'erano fedeltà politiche generazionali, il "partito" era una cultura, un modo di essere, molto più di un soggetto politico. Il fatto che militanti "da generazioni" abbiano rotto sulla questione biogas la dice lunga sul suo impatto, sulle questioni che porta a galla. Dice che in comuni piccoli e grandi può essere il tema che fa pendere la bilancia e decidere il ribaltamento di maggioranze consolidate. Quello che vale in Emilia per il PD vale specularmente in Lombardia e Veneto per il centrodestra (Lega compresa). Sviluppare tutte le implicazioni ambientali, economiche, sociali, culturali del biogas significa renderlo ancora di più il tema decisivo in molti comuni padani (e non solo).

Il Comitato di Mezzolara, punto di riferimento per i comitati emiliani, ha ben compreso la posta in gioco e ha iniziato la sua campagna autunnale non con il classico "incontro pubblico" ma con una conferenza di taglio culturale. Obiettivo: portare dalla propria parte anche strati sociali sensibili agli aspetti culturali del problema. Il la lo ha dato il noto critico d'arte Andrea Emiliani che la scorsa primavera con un articolo sul Carlino ha preso posizione contro le centrali a biogas di Mezzolara nella valle Benni. Anche il paesaggio della grande pianura ha un suo valore e un suo fascino sostiene Emiliani prendendo spunto dal celebre quadro "il paesaggio" del pittore bolognese Carracci anbientato in questi luoghi. Emiliani ha ricordato agli intellettuali (sin qui distratti) che anche le centrali a biogas (e non solo le pale eoliche sui crinali appennici) ledono quei valori paesaggistici,  già molto compromessi, che sulla cart sono tutelati dalle leggi fondamentali e che noi abbiamo comunque il dovere di conservare per le generazioni future. Anche se la politica si "distrae" (ovviamente non per una svista).

Bio-decadenza: il grande inganno del biogas

Già questo titolo preannunciava contenuti impegnativi. Dei rischi più visibili e immediati si era già ampiamente parlato. Ieri sera si è trattato di conseguenze sull'ambiente, sul paesaggio. Emiliani era purtroppo assente per ragioni di salute ma c'erano l’Arch. Pier Luigi Cervellati, urbanista interessato anche ad aspetti di riqualificazione territoriale (foto sotto), l’Arch. Anna Marina Foschi (Italia Nostra), il Dott. Giovanni Lo Savio, un geografo e il sottoscritto (per la parte agroambientale).

La conferenza si è svolta presso l'Accademia dei Notturni di Bagnolara (una frazione di Budrio), la sala era gremita nonostante che per accedere bisognasse versare 20€ (sia pure comprensivi del buffet) destinati all'autofinanziamento del comitato.

L'Accademia è un antico sodalizio riportato in vita dall'attuale proprietario (quel Tamburini che è titolare degli storici negozi di "salsamenteria" e gourmandise nel cuore di Bologna, ma anche di esercizi all'estero). Sede dell'Accademia è la Villa Ranuzzi Cospi, già adibita dal suo antico proprietario in luogo - per l'appunto - di simposi eruditi, spettacoli teatrali e musicali, stazione di soggiorno per cavalcate e cacce. La villa risale al primo settecento e con il compendio costituisce un esempio di armonica fusione tra elementi aristocratici e rurali. Un luogo ideoneo per trattare di agricoltura, di cibo e cultura.  Per alcuni dei relatori il tema biogas era nuovo ma hanno colto molto bene le pesanti implicazioni sul territorio ben oltre la dimensione del paesaggio "estetico". Con esempi tratti da esperienze passate nonché attuali di questo ed altri territori i relatori hanno sottolineato le contraddizioni tra la presunta etichetta "bio" del biogas e quegli obiettivi di sostenibilità, riqualificazione territoriale, agricoltura di qualità che la politica proclama. Sino a portare alla luce le pesanti implicazioni etiche di tutta la questione.

Anch'io, rispetto alle argomentazioni "classiche", ho referito sottolineare i danni a lungo termine e meno immediati. La contraddizione tra l'aumento dei prezzi dei cereali e delle materie prime zootecniche e una politica che mette in ulteriore difficoltà le aziende che restano fuori dal business. Una contraddizione che significa allontanarsi pericolosamente dalla linea di recupero di autosufficienza ("km0"), di differenziazione colturale, di agricoltura di qualità come strumento di attrazione turistica e di cardine dell'export.

Non ho potuto fare a meno di parlare dello spreco d'acqua che in un anno di siccità come questo ha visto i biogasisti irrigare allegramente i loro campi. Le foto qui riportare sono state scattate da un addetto alla manutenzione del Canale Emiliano Romagnolo e anche alla rilevazione degli eflussi. Quest'anno con l'estensione degli investimenti a mais da biogas i consumi nel tratto tra Bentivoglio e il Sillaro sono passati tra il 2011 e il 2012 da 12 a 19-20 m3 al secondo. Consumi così elevati non si erano registrati neppure nel 2003. Il Consorzio della Bonifica renana che acquista l'acqua dal Consorzio del Canale e la rivende alle utenze agricole opera il sollevamento dell'acqua in due punti (a Pontelagoscuro e prima di Bentivoglio). A questi consumi energetici si somma il gasolio per i trattori che fanno funzionare le pompe di sollevamento che pescano dai fossi con la presa di forza. Sia che si irrighi a scorrimento (con gli sprechi documentati dall'acqua in fondo ai fossi della foto sopra) o a pioggia il risultato è stato un gran consumo di acqua. Qui l'acqua si paga ad ettaro e non a misura e lo spreco è incentivato. Era un sistema che andava bene quando non c'erano colture irrugue e si usava solo l'irrigazione di soccorso. Intanto l'acqua utilizzata per irrigare a gogo il mais dei biogasisti è andata a sottrarre la disponibilità delle utenze civili nel ravennate, forlivese e imolese. Avanti così.


 

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