Ruralpini       Inforegioni/Terre Alte in moto

Ruralpini aderisce al Forum per l'Autogoverno delleTerre Alte

 

Giovedì 19 luglio a: San Damiano Macra (Cn) alle ore 16 presso salone parrocchiale Convegno "Le montagne si parlano" organizzato dal centro Giolitti di Dronero presenteremo obiettivi e primo programma di attività

info: Mariano Allocco, segretario ass. Alte Terre, mariano.allocco@tiscali.it – tel.: 335 7472434

 

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Materiali

Atti integrali del seminario di Milano del 10 dicembre 2011

 

Interventi di Robi Ronza, Dario Benetti, Michele Corti, Giancarlo Maculotti, Mariano Allocco, Enrico Dioli, Fausto Gusmeroli, Carlo Caffi, Massimo Moretti

 Vai alla pagina di introduzione

 

 

 

 

 

 

(17.07.12) Prosegue con una tappa in Val Maira il cammino di costituzione del Forum per l'autogoverno delle Terre Alte. Per una politica che superi destra, sinistra e centro ma anche le mistificazioni della democrazia (rappresentativa)

 

 

Nelle valli di Cuneo è nata  una nuova

 

associazione "Alte Terre"

 

 

Presidente un allevatore di capre - il che è molto significativo - è nata nelle Valli di Cuneo l'associazione "Alte Terre". Per dare rilevanza politica ai problemi che "giù in pianura" non sanno neppure che esistono (o vedono a modo loro)

 

L'associazione si è costituita sotto la pressione di problemi molto concreti,  in qualche modo simboleggiati da quello, molto sentito, dell'impatto del lupo sulle attività pastorali (che l'ha messa subito in rete con le associazioni delle Alpi Provenzali Eleveurs et montagnes e Le loup et les indignés de l'Ubaye). Sulla nascita di "Alte Terre" (di cui riportiamo la "Carta") ha però influito il dibattito nato intorno alla crisi delle forme di rappresentanza dei territori (Comunità Montane, provincie) e la riflessione sul possibile recupero di ruolo della montagna nella crisi di civiltà che sta conoscendo la modernità occidentale con lo sgretolamento delle idee illuministiche di (presunta) eguaglianza e democrazia, di progresso e crescita all'infinito, di fede cieca nella tecnoscienza. Un dibattito che si è concretizzato sinora nel Seminario di Milano del 10 dicembre 2011 e nel Convegno di Sondrio del 16 giugno scorso dove è stato approvato un "Manifesto in 5 punti delle Terre Alte"

 

Mariano Alloccoche ha organizzato l'incontro (vedi a fianco) di San Damiano Macra del 19 luglio (inserito nelle attività del Centro Giolitti di Dronero) ha presentato le iniziative in atto salutandole come:

 

"un vento nuovo stia soffiando sui monti. Le genti delle Alte Terre riscoprono l'importanza di discutere insieme delle questioni montane e della necessità di fare massa critica per dare la potenza necessaria alle nostre proposte”.

 

Poco importa se altri, politici di lungo corso in cerca di riconferme di ruolo, stanno utilizzando per operazioni di vertice il "marchio" delle Terre Alte. Le iniziative di costoro si muovono sul piano delle alleanze elettorali e della aspirazione di "un posto a Roma" sia pure legittimato dalla presunta difesa di autonomie che assomigliano a privilegi feudali e che nulla hanno a che fare con le risposte alla crisi, ovvero con la necessità di una svolta radicale in termini di nuove soluzioni ai problemi della rappresentanza territoriale, della partecipazione attiva alla polis in un modo che porta alla passività e all'individualismo. Secondo formule tutte da reinventare riprendendo cammini interrotti secoli fa e che sono destinate a trasformare in antiquariato le strutture della politica che si sono venute a formare dal XIX secolo.

  • Saranno quindi presenti a San Damiano anche esponenti lombardi, di associazioni e di amministratori locali francesi. Presenti presidente e direttore del Centro Giolitti di Dronero, Alberto Bersani e Aldo Alessandro Mola, parteciperanno fra gli altri:
  • l'on. Luciano Caveri, capo Delegazione italiana al Comitato delle Regioni(“La strategia macroregionale alpina fra passato e presente”, iltitolo del suo intervento);
  • il sen. Natale Carlotto (“Il contributo della nostra provincia per le politiche montane nazionali”);
  • Giorgio Alifredi, allevatore e  presidente dell' associazione "Alte Terre" ("Scopi e organizzazione dell'Associazione,primo programma di lavoro");
  • Pierre Martin Charpenel, presidente associazione Indignés de l'Ubaye;
  • Yves Derbez, presidente Eleveurs et montagnes;
  • Robi Ronza (direttore della rivista "Confronti" della Regione Lombardia e moderatore degli incontri di Milano e di Sondrio sul tema dell' "autogoverno delle Terre alte")
  • Michele Corti (www.ruralpini.it) tra gli organizzatori degli incontri di Milano e Sondrio sull' autogoverno delle Terre Alte;
  • Giuseppe Lozzia e Anna Giorgi della Università della Montagna (sezione di Edolo dell'Università di Milano);
  • Luca Battaglini, Presidente del corso di laurea in Scienza e cultura delle Alpi dell'Università di Torino e coordinatore del progetto Propast, della Regione Piemonte, nato  con l'intento di cercare le linee di supporto alla pastorizia alle prese con il problema del lupo;
  • PietroTerna, vice preside facoltà di Economia di Torino;
  • Antonio Ferrentino, sindaco di Sant'Antonino di Susa;
  • Roberto Colombero, presidente ComunitàMontana Valli Grana e Maira;
  • Carlo Malerba, amministratore delegato Maira spa.

Carta della Associazione “Comunità delle Alte Terre

 

1. ’Associazione promuove la vita dell’uomo sul Monte in tutti i suoi aspetti economici, sociali e culturali. Si guarda alla storia secolare che ci ha preceduto per ispirarsi a forme esemplari di integrazione ecologica tra uomo e ambiente (ad esempio l’architettura, i pascoli alti, gli usi comunitari, alcuni statuti e forme di autonomia locale, etc.), ma l’Associazione nasce nel XXI secolo e dunque pensa le Alte Terre come luogo per sperimentare attività economiche ecosostenibili e forme di convivenza sociale solidali che cerchino di rispondere positivamente all’attuale crisi del modello di sviluppo urbano.

 

2. L’Associazione individua nel settore primario il cardine della vita dell’uomo sulle Alte Terre e conseguentemente si adopera per sostenere e promuovere le attività agro-silvo pastorali ecosostenibili, condotte da aziende agricole con sede in territorio montano. A tal fine si adopera per studiare e rimuovere gli impedimenti di vario genere che oggi ostacolano il fiorire del settore primario in montagna, nonché per favorire quelle produzioni agricole ad alto valore aggiunto (in primo luogo la pastorizia finalizzata alla caseificazione e alla produzione di carne all’erba);

 

3. L’Associazione considera i giovani e le loro famiglie i destinatari privilegiati delle politiche sociali destinate al Monte. Negli ultimi decenni sono  le famiglie con figli ad aver subito i maggiori costi della mancanza di politiche di sostegno all’istruzione, ai trasporti, vedendo in molti casi persino minacciata la loro stessa possibilità di permanenza  nel contado d’origine, a volte trasformandosi anch’essi in silenziosi migranti forzati. Politiche mirate potranno invertire il processo e favorire l’insediamento di “una famiglia per ogni borgata”;

 

4. Sul piano culturale l’Associazione propone una visione dell’ambiente alpino che tenga in conto  la presenza dell’uomo e della sua attività, in contrasto con l’ambientalismo conservazionista diffuso tra quei cittadini che cercano altrove, rispetto al luogo in cui vivono, l’ambiente da salvaguardare, espropriando le persone e le comunità delle Alte  Terre del diritto naturale ad un ruolo attivo sulla propria terra, quasi fossero turisti di passaggio non graditi. La “salvaguardia della montagna” non si può  fare a danno di chi sul Monte ci vive.;

 

5. Sul piano politico, nell’attuale fase storica nella quale i piccoli Comuni montani e in particolare le Comunità Montane rischiano la chiusura con la scusa della crisi economica, l’Associazione promuove e difende forme innovative di autogestione locale, guardando con favore a semplificazioni amministrative come le prospettate Unione dei Comuni, purché ciò non si traduca in espropriazione del potere municipale delle Alte Terre. 

 


 

Manifesto delle Terre Alte di Sondrio del 16 giugno 2012

1.    In Italia il 72 per cento del territorio è montagna o collina. Le terre alte  sono dunque la regola, non l’eccezione. Pertanto riscoprirle come risorsa è conditio sine qua non per la ripresa generale dell’economia e della società del nostro Paese;

2.    Per rinascere le terre alte hanno bisogno non di assistenza bensì di ricuperare il diritto alla gestione autonoma delle proprie risorse;

3.    Le prime risorse sono l’identità culturale come patrimonio che ogni generazione deve riconquistare e aggiornare; sono la lingua, la memoria storica; sono l’eredità di esperienze e di valori ricevuti che ogni generazione deve conoscere per poter verificare e accogliere. Pertanto le terre alte hanno più che mai bisogno di autonomia scolastica e di libertà di insegnamento e di educazione;

4.     Le terre alte hanno grandi risorse: dall’acqua e quindi alla produzione di energia pulita, al legno, al verde fertile, al paesaggio, alla possibilità di produrre alimenti di alto valore, alla qualità della vita come risorsa innanzitutto per chi vi risiede ma poi anche come servizio ai turisti. Per valorizzarle devono ricuperare la responsabilità e quindi il controllo di tali risorse, che è stato loro progressivamente sottratto;

5.    Per tutto questo le terre alte non hanno bisogno di una legislazione speciale, ovvero di eccezione rispetto a una legislazione “normale” che sarebbe quella ispirata alle “normali” esigenze della pianura e delle aree metropolitane. Hanno piuttosto diritto a una legislazione specifica in ogni campo: da quello delle istituzioni a quello dell’economia e dei servizi. Questo implica in primo luogo una verifica minuta della normativa volta a rilevare tutte quelle prescrizioni tanto legislative quanto amministrative che si risolvono in svantaggi ingiustificati.

 


 

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