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(11.11.12) Le bioenergie fanno male al clima

La maledizione del biogas e delle biomasse viene giustificata con... Kioto. Ma le bioenergie peggiorano l'effetto serra. E ora anche la scienza e la politica se ne accorgono. Anche se i provvedimenti frenati dalla lobby sono parziali e non tempestivi  leggi tutto

 

(04.10.12) Biogas: tecnologia sporca e insicura? In Germania parrebbe di si

Una lunga catena di incidenti nelle 7 mila centrali a biogas germaniche. Le documenta un sito a partire dal 2010. 90 incidenti che comprendono non solo svasamenti di contenuto fetido dei digestori nei corsi d'acqua ma anche tante esplosioni e tantissimi incendi, Anche con persone ferite e ustionate. In un caso un ustionato è morto. Da segnalare un sabotaggio che ha provocato lo sversamento del contenuto di un digestore. Come possono i mercanti del biogas venire a drci che in Germania va tutto bene? In Germania stanno abbandonando il biogas e ci rifilano una tecnologia obsoleta. Con la complicità della politica e dei collusi negli apparati pubblici leggi tutto

 

(21.10.12) No biogas e biomasse: il movimento si struttura

Sabato 20 presso l'agriturismo Santa Maria Maddalena di Bagnolara di Budrio (BO) si è ufficialmente costituita, con la partecipazione di comitati di 10 regioni, l'associazione "Coordinamento nazionale TERRE NOSTRE dei comitati no biogas no biomasse e per la tutela della salute e dell'ambiente". leggi tutto

 

(18.10.12) Il Biogas può uccidere. Helge Boehnel a Capalbio (GR)

Dalla Germania arriva la tecnologia (ma anche il lobbismo industrial-finanziario) che alimentano il far-west del biogas, l'affare sporco del secolo. Per fortuna con i veleni arrivano spesso anche gli antidoti. Il Prof. Boehnel, autorità scientifica in materia di botulino (una tossina mortale prodotta da un tipo di Clostridi anaerobici che si sviluppano nei digestori del biogas). Gli scienziati a libro paga del capitalismo speculativo diranno che Boehnel è un terrorista, un ciarlatano (come Séralini). Peccato che Goettingen è una delle università più prestigiose d'Europa e lui ha diretto per dieci anni un Istituto di biotecnologie dove si studia il botulismo

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(26.09.12)Biogas: altro che emissioni zero!

Continua la corsa al biogas per quanto frenata dall'aumento del costo delle biomasse e dalla resistenza politica e sociale (vedi Regione Marche dove i comitati hanno ottenuto un pronunciamento di sospensiva del consiglio regionale). Intanto i dati che emergono sulle emissioni nocive nell'aria desta forte preoccupazione. Che si aggiunge agli altri pesanti impatti ambientali, economici e sociali. la Regione Emilia-Romagna ha "graziato" dalle centrali a biomasse le aree con concentrazioni oltre i limiti di legge delle polveri sottili. Regione Lombardia dove il business è ancora più forte se ne guarda bene  leggi tutto

 

(14.09.12) Budrio (Bo). Fervono i cantieri biogasisti ma i comitati non demordono

Ieri e Budrio, grosso comune alle porte di Bologna, si è rimesso in moto con una conferenza il movimento NO BIOGAS. Abbiamo anche visitato il sito e l'area naturalistica di pregio che sorge a fianco della strada dove passeranno i camion. Constatato i danni alle strade comunali  per via del cantiere, ascoltato cosa succede ai consumi d'acqua della Bonifica renana per via delle "voraci" centrali a biogas già in funzione in zona leggi tutto

 

(06.08.12) Colture da biomasse rubano l'acqua

La siccità è grave. Il calo della produzione di mais nazionale avviene in un contesto di siccità generalizzata e le ripercussioni sui prezzi saranno pesanti. Le pagheranno gli allevatori già penalizzati dalla concorrenza delle biomasse. Aumenteranno importazioni e prezzi. Ma il governo dei tecnici ha fatto un nuovo regalo ai vampiri del biogas.

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(22.04.12) La vera antipolitica

Il governo dice che l'obiettivo di produzione di energia elettrica da "rinnovabili" per il 2020 è già stato raggiunto. Dice anche che la politica di incentivazione non è stata caratterizzata da criteri di efficienza energetica ed economica. Però le centrali a biomasse che avvelenano un'aria già pessima (specie in pianura padana) sono sempre "urgenti" e di "pubblica utilità" e si continuerà a favorirle con incentivi doppi rispetto alla media europea. Da noi il bene comune è subordinato agli interessi consolidati, alle lobby e alle caste. Anche quando c'è di mezzo la salute. Come dimostra la Regione Lombardia che non emana le Linee guida sulla localizzazione delle centrali  leggi tutto

 

(20.03.12) Nato il coordinamento No biomasse lombardo

Sabato scorso a Cavernago (BG) in un incontro organizzato dal locale comitato contro la centrale a biomasse è nato il coordinamento dei comitati lombardi no biomasse non biogas. Obiettivi: sostenere i comitati e farlinascere dove non esistono, lanciare una petizione popolare. leggi tutto

 

(12.03.12) Agricoltura pattumiera? No grazie

Si sta finalmente chiarendo qual'è il fine della proliferazione delle centrali a biogas e biomasse: smaltire i rifiuti. Sacrosanto utilizzare gli scarti dell'industria agroalimentare e la frazione umida dei rifiuti urbani ma in impianti specializzati, controllati, in aree industriali accessibili alle grandi arterie. Preconizzare il cocktail dei substrati e l'uso di substrati vari nelle migliaia di impianti agricoli o pseudoagricoli significa esporre a grandi rischi l'agricoltura e la salute leggi tutto

 

(06.03.12) Fertilità del suolo: bene prezioso, le biomasse la mettono a rischio

Il suolo coltivato è una grande risorsa per l'alimentazione e per gli equilibri ambientali. L'agricoltura industriale ne ha causato il deterioramento ed è ora di correre ai ripari. Specie in un paese come l'Italia dove le condizioni climatiche e gli indirizzi agricoli fanno sì che vi siano suoli poveri o poverissimi di sostanza organica. La politica di utilizzo energetico delle biomasse che riduce le restituzioni di sostanza organica rappresenta un tragico errore leggi tutto

 

(02.03.12) Costano (PG). Una comunità viva

Con poco più di mille abitanti il paese di Costano in Umbria è riuscito a organizzare una grande mobilitazione contro la minaccia di una nuova centrale a biogas. Un modello e un punto di riferimento non solo in Umbria. Dove la comunità è viva e il legame sociale forte le minacce esterne possono essere sventate leggi tutto

 

(24.02.12) Anche in Lombardia cresce l'opposizione alle bioenergie

Alcune provincie, buona parte del mondoagricolo, Slow Food e i Comitati stanno costituendo un fronte per fermare una corsa sfrenata all'autorizzazione di centrali a biogas e biomasse. Dopo la presa di posizione del consiglio provinciale di Cremona si annuncia la costituzione di un Coordinamento regionale dei comitati che si oppongono alle centrali. La prima riunione si terrà a metà marzo a Cavernago, paese simbolo del NO biomasse leggi tutto

 

(19.02.12) Il movimento decolla: stop centrali a biogas e biomasse

Dopo il convegno di Altedo di sabato si preannuncia una settimana densa di incontri e convegni per dire basta alla proliferazione di centrali a biogas e biomasse motivata solo dalla speculazione. Una speculazione pericolosa per l'agricoltura che rischia di comprometterla ancora di più leggi tutto

 

(14.02.12) Sabato coordinamento No biogas e biomasse ad Altedo (Bo)

Uniti per salvare le campagne dalla proliferazione delle centrali a biogas e biomasse. Ci saranno comitati di tutte le regioni del Centro e del Nord ad Altedo di Malalbergo (BO) sabato prossimo. Lo scopo: coordinare la campagna nazionale per la moratoria e per la richiesta di linee guida e piani energetici regionali rispettosi del territorio e dell'agricoltura di qualità. leggi tutto

 

(08.02.12) Felonica (MN): cresce la protesta rurale

Le campagne tornano ad essere teatro di conflitti che riguardano aspetti centrali del modello sociale ed economico. Terra, salute, cibo, inquinamento al centro del movimento contro le centrali a biomasse e biogas. Cronaca e riflessioni sulla marcia di Felonica di domenica 5 febbraio

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(31.01.12) Biogas: fermare la corsa all'oro (riflessioni dai comitati)

A Focomorto di Ferrara sabato scorso si è abbozzata anche la strategia per i prossimi mesi. Oltre a cercare di fermare in ogni modo la realizzazione degli impianti in loco serva una campagna nazionale che chieda ai politici di imporre uno stop. Altrimenti ci sarà la corsa a sfruttare il sistema super agevolato vigente che non mette seri paletti né in termini di vera efficienza energetica che di rispetto delle vocazioni agricole dei territori e dei diritti dei residenti. leggi tutto

 

(26.01.12) Biogas: verso una svolta. Sabato a Ferrara primo coordinamento inter-regionale

Dopo le parole natalizie di Vasco Errani, presidente della regione Emilia-Romagna (con le quali giudicava "un grave errore" destinare biomasse ad usi energetici) ha cominciato a serpeggiare un po' di preoccupazione nel fronte della speculazione biogasista. Anche perché le nuove autorizzazioni fioccano ma la popolazione - nonostante i media nazionali tacciano - è sempre più sul piede di guerra e le proteste dilagano. E sono sempre più dure annunciando un prossimo salto di qualità di tutta la partita con l'incipiente informazione di un coordinamento tra i comitati in nome della richiesta di MORATORIA leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(17.11.12) Dopo la costituzione a Budrio (BO) del comitato nazionale di coordinamento Terre Nostre si è intensificata l'attività nelle regioni

Terre Nostre: Due nuovi

 

coordinamenti regionali in

 

una settimana

 

da https://sites.google.com/site/coordinamentoterrenostre/

 

di Michele Corti

 


Sabato scorso 10 novembre presso il Consi
glio Provinciale Piazza Italia, Perugia è stata suggellata la nascita del “coordinamento regionale Terre Nostre” formato dai comitati “NO BIOMASSE/BIOGAS” di Costano, Massa Martana, Avigliano Umbro, Panicale, Bettona, Fossato di Vico, Costacciaro, S. Egidio, Santa Maria Rossa, Ponte Valleceppi.

 

Doveva essere solo una conferenza stampa ma si è trasformata in una assemblea in cui hanno preso la parola diversi rappresentanti dei comitati. I rappresentanti del coordinamento sono stati indicati in Roberto Pellegrino (biologo presso l'Università di Perugia e attivissimo nella campagna informativa) e Paolo Esposito delllo "storico" comitato di Costano che per primo ha stabilito i contatti con gli altri comitati in Italia. Ai margini dell'incontro si è discusso anche del contributo del coordinamento umbro ad iniziative di carattere nazionale. Si è parlato della possibilità di organizzare un convengo pubblico anche con esperti di fama internazionale e rappresentanti dei comitati che in altri paesi europei si battono contro la biotruffa dell'uso indiscriminato e non valutato alla luce di criteri di sostenibilità delle biomasse per fini energetici dimostreranno gli effetti negativi sull’ambiente e sulla salute di questo tipo di impianti. 

 

Una marcia per la pace contro le bioenergie insostenibili 

 

Ma l'iniziativa più importante è la "marcia per la pace contro le bioenergie insostenibili" ad Assisi. A questa iniziativa si sta pensando sin dalla primavera quando a Costano ci fu una grande assemblea per stoppare la centrale con partecipazione di esponenti emiliani e lombardi del movimento contro la proliferazione degli impianti a biomassa. L'idea è stata rilanciata con entusiasmo e i responsabili umbri dei comitati si sono fatti carico di studiare gli aspetti organizzativi. Si pensa anche al coinvolgimento di note personalità che in questi anni hanno testimoniato contro i termo(cancro)valorizzatori, per l'acqua bene pubblico e prezioso da tutelare. Potrebbe essere una manifestazione non solo italiana ma europea per dare uno scossone anche a Bruxelles. Il tutto valorizzando (ma nel modo più coerente) il valore simbolico della città di S.Francesco.

 

Dall'Umbria alle Marche

Il percorso di costruzione del movimento contro l'uso energetico indiscriminato delle  biomasse passa per la costituzione di robusti coordinamenti  regionali in grado di supportare i singoli comitati anche nelle loro battaglie quasi giornaliere contro la realizzazione delle centrali e per la chiusura e - in ogni caso - il controllo e la vigilanza su quelle già avviate. In questi giorni questo percorso si è snodato tra due regioni vicine: da Perugia è passato per Jesi. Venerdì 16 si è svolto un affollato incontro presso la sala Falcone e Borsellino presso la sede di alcune associazioni. Va detto, per inciso, che vedendo la gente in piedi veniva da pensare al fatto che troppo spesso le sale delle sedi istituzionali non sono accessibili per la pratica democratica che pure dovrebbe essere primaria preoccupazione delle istituzioni garantire. Le case comunali dovrebbero essere prima di tutto case comuni e poi case della burocrazia e degli amministratori. O no?

 

L'incontro promosso dal Comitato per la salute e l'ambiente della Vallesina  (ha visto la presenza di numerosi altri comitati marchigiani che, al termine della riunione (erano ormai le 2 del mattino!) hanno sottoscritto la costituzione del coordinamento marchigiano Terre Nostre. Il Comitato della Vallesina, guidato da Massimo Gianangeli, è impegnato da almeno due anni contro le centrali "sbocciate" particolarmente numerose in quest'angolo di Marche. Nell'azione di contrasto si è distinto il comitato di Castelbellino che ha trascinato anche altri comitati nel movimento. Il salto di qualità avvenuto l'altra sera con la costituzione del coordinamento regionale rispecchia anche la grande attenzione con cui il tema è seguito nelle Marche. Sono una cinquantina gli impianti tra realizzati, autorizzati e in via di autorizzazione in una regione di 1,5 milioni di abitanti che, circostanza ancora più importante, è caratterizzata dalla presenza diffusa di centri di valore storico, artistico e monumentale e di sistemi agricoli di qualità ancora non adeguatamente valorizzati come quelli della Toscana , ma ricchi di potenzialità in un'era di svolta in cui il ruolo dell'agricoltura recupera importanza ma, soprattutto, in cui si cerca di affermare l'agroecologia a spese di una agroindustria insostenibile (e che non risponde alla esigenza di sicurezza alimentare, di cura dell'assetto del territori, di riduzione degli impatti ambientali, di rivitalizzazione delle "aree periferiche"). Le biomasse non solo rappresentano una soluzione ma compromettono grandi valori e capitali territoriali e vanno nella direzione opposta a quella di una gestione sostenibile e partecipata delle risorse locali


Marcheshire o centrali puzzolenti e inquinanti?

Ai margini dell'incontro si è parlato di un viticoltore estremamente preoccupato per il futuro. "Già oggi devo cercare di distrarre i miei clienti americani quando vengono a visitare i miei vigneti; quando arriviamo dove si potrebbe scorgere la discarica cerco di farli parlare e in modo che non si guardino in giro. Ora che mi vogliono piazzare una biomassa a fianco ai vigneti come farò a nasconderla?". Nel corso dell'incontro dopo le relazioni di Michele Corti (presidente del coordinamento nazionale), di Roberto Pellegrino (coordinamento umbro) e di Massimo Gianangeli si sono succeduti numerosi appassionati ma competenti interventi di rappresentanti di comitati.

Molti si sono affermati sugli aspetti legislativi. La Regione Marche ha violato la direttiva europea sulla valutazione di impatto ambientale per favorire al massimo le procedure autorizzative delle centrali. Ciò ha provocato una quasi-crisi in Consiglio regionale dove sembrava potesse essere approvato un provvedimento di moratoria sostenuto da una maggioranza consigliare allargata ad esponenti dei partiti che sostengono al giunta. Di qui aspre discussioni tra le forze politiche ma anche paginate sui quotidiani e una intensa discussone a livello locale e nella società civile. Tanto che in nessuna regione italiana le biomasse a fini energetici sono entrate così di prepotenza del dibattito pubblico. Il neonato coordinamento pensa di ricorrere presso il governo o anche a Bruxelles ma non rinuncia certo alle azioni "dirette" sul campo (pacifiche, beninteso). Significativa la testimonianza di una ragazza di un comitato della zona che con altri ha acquistato un piccolo lotto di terra che dovrà essere espropriato per consentire la realizzazione di una strada per consentire il traffico di alimentazione di una centrale. "Almeno potremo fare opposizione all'esproprio e rallentare l'iter". 

 

Il percorso prosegue

 

Il percorso attraverso l'Italia della costituzione del movimento Terre Nostre prosegue e nei prossimi giorni toccherà nuove tappe. Parlando di "costituzione del movimento" è bene precisare che, pur sotto la comune "insegna" non è un movimento centralizzato ed è rispettoso dell'autonomia e della democrazia partecipata tanto da essere organizzato per livelli autonomi tra loro (comitati di base, coordinamenti regionali, comitato nazionale di coordinamento).  L'impulso parte dal basso nel rispetto dei tempi di ciascuna realtà regionale e sub-regionale. Cose che è bene chiarire per evitare che qualcuno ci assimili a un déjà vu, a quelle organizzazioni che sappiamo ben poco democratiche (vedi il recente scioglimento per atto dispotico dall'alto del circolo Legambiente di Perugia, proprio quello di Roberto Pellegrino). Insomma tutto al contrario che nelle organizzazioni ambientaliste "istituzionalizzate". Ogni coordinamento regionale si dota di un proprio statuto autonomo. Deve solo rispettare le finalità comuni, essere aperto a tutti i comitati che rispettano i principi di democrazia effettiva, apertura a tutti senza distinzioni di tendenza politica, indipendenza totale da partiti, organizzazioni ecc. Concretamente il percorso dal centro Italia prosegue sia verso Nord che verso Sud toccando le due regioni più grosse (anche se in termini di centrali è la Lombardia, al Nord, a detenere il tristissimo primato). In Lombardia il 24 novembre si formalizzerà a Cavernago (dalle ore 10 presso la casa comunale) la costituzione del coordinamento lombardo Terre Nostre che era aveva già preso forma sin dal 20 marzo nella stessa località bergamasca (vai a vedere). Ora si tratta di ratificare l'adesione al coordinamento nazionale e di approvare uno statuto con il quale il coordinamento lombardo si da la veste di associazione. Sempre il 24 novembre a Manziana (RM), a latere del convegno si Biogas, biomasse, biodigestori (alle ore 16, Cinema QUANTESTORIE via IV Novembre, 63)  verrà concordata tra i comitati laziali presenti l'avvio della costituzione del coordinamento. Tappe diverse di un percorso parallelo che ci porterà nel giro di qualche settimana ad avere costituiti in tutte le regioni con significativa presenza di comitati No biomasse dei coordinamenti Terre Nostre. Bisogna fare in fretta perché di iniziative da intraprendere ce ne sono tante.

 


 

 

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