(19.09.12) Un 'editoriale dei lettori' de la Stampa riporta oggi un sunto della lettera dello scrittore Sapienza che pubblichiamo in questa pagina. Non c'è solo il Luna Park ma anche illegalità e la strumentalizzazione dei disabili
Orobie Luna Park (e peggio)
diventa un caso nazionale
di Michele Corti
Sarebbe ora che da parte di associazioni, operatori economici, Cai si smettesse di negare o minimizzare un problema che comporta discredito (e comunque danno d'immagine) per la Bergamasca e la Lombardia
L'immagine delle valli bergamasche che oggi fornisce ai lettori La Stampa di oggi è desolante. Ruralpini e diversi amici della Val Seriana hanno lanciato da alcune settimane un allarme sul "Luna Park Orobie", sull'uso sempre più massivo di mezzi motorizzati su sentieri, mulattiere e pascoli. Amministratori (non tutti), operatori turistici, politici hanno risposto sdegnati: "si ingigantiscono fatti marginali", "si getta discredito gratuitamente", "polemiche inutili e pretestuose". Ma di fronte ad una lettera (privata) dello scrittore Davide Sapienza che denunciava una domenica (quella) di ordinario Luna Park (e peggio) per di più 'giustificato' strumentalizzando i disabili, la lui vissuta con il suo bambino, un redattore del quotidiano torinese ha chiesto di pubblicarla. Una promozione all'incontrario su cui gli operatori locali farebbero bene a riflettere e una denuncia che dovrebbe spingere il Cai ad una posizione un po' più coraggiosa (e non aggiungiamo altro perché siamo convinti che all'interno del Cai bergamasco possa venire una correzione di tiro rispetto alle posizioni minimizzatrici di alcuni suoi esponenti).
Tre punti non accettabili
In tutto il polverone con cui si è risposto (senza rispondere) ai rilievi di quelli che sono stati liquidati come "ambientalisti che vorrebbero rinchiudere i montanari in una riserva indiana e imbalsamarla" (chi legge Ruralpini si farà una bella risata!) quello che mi ha dato più fastidio sono due (o tre) cose.
1) L'offesa recata da parte degli "imprenditori locali" ai contadini e ai montanari. "Se dobbiamo vivere di agricoltura con il cappello di paglia in testa come qualcuno ci vorrebbe, basta che ci diano però la possibilità di farlo" ha chiosato Lorenzo Pasinetti, che gestisce gli impianti di risalita del Monte Pora (L'Eco di Bergamo, del 30 agosto "Gli operatori: l'emozione fa turismo"). Come se essere contadini fosse un'infamia. Sempre sull'Eco del 2 settempre è riportato un "sfogo" attribuito agli "operatori turistici della valseriana superiore". "Che dovremmo fare, mangiare aghi di pino e mungere la capra?". Un'uscita infelice e francamente offensiva per chi ha fatto dell'allevamento caprino, un'importante occasione di differenziazione produttiva e dimostra solo l'ignoranza (nel senso etimologico) di chi si dice montanaro ma considera cosa assurda, ignobile e trogloditica mungere le capre (paragonata al "mangiare gli aghi di pino") dimenticando il debito nei confronti delle capre, fondamentali per l'economia di sussistenza e la nutrizione infantile;
2) La strumentalizzazione dei disabili. A più riprese a fronte della contestazione nei confronti ampliarsi degli usi turistici, e persino ludici, dell'elicottero il coro dei 'negazionisti' ha chiamato in causa 'i disabili'. È avvenuto anche durante il dibattito organizzato da Antenna 2 (emittente di Clusone) il 26 agosto cui ho partecipato il (http://youtu.be/qyqAhTxBQEA). Sono stati messi davanti anziani inabili desiderosi di vedere ancora una volta i luoghi delle escursioni compiute in gioventù, il "diritto" di tutti a fruire la montagna (ma è necessario arrivare in cima?). Lo scorso hanno in nome del "diritto di tutti" ad ammirare le Dolomiti in cima alla Marmolada è stato piazzato un grande parallepipedo di cemento. I disabili sono evidentemente strumentalizzati senza farsi troppi scrupoli. Il disabile - e qui dovrebbero essere loro a protestare per primi - ha forse più opportunità dei 'normodotati' di riflessere sulle storture della nostra società e non è certo incline ad accettare che in suo nome si legittimino iniziative ben poco sostenibili e per nulla rispettose della montagna e dell'ambiente. Sapienza che ha osservato bene le persone che sbarcavano a più riprese al Rifugio Magnolini (comprensorio del Monte Pora, dove si arriva con una brevissima camminata in piano) ha constatato che camminavano tutte bene;
3) La negazione sistematica della legalità. Tutti hanno diritto a difendere i loro interessi legittimi. Non quelli illegittimi. Sapienza nella sua lettera descrive il comportamento dei piloti di elicotteri e ultraleggeri in spregio alle norme di sicurezza, la presenzadi moto e quad dove è vietata la circolazione del mezzi mororizzati. Sono violazioni sistematiche delle norme, sia quelle codificate che quelle del buon senso e del rispetto del prossimo. "Io non ci credo che tutte le istituzioni non sappiamo cosa accade la domenica in luoghi come quelli. Non ci credo e basta" osserva Sapienza commentanto quanto vissuto con il suo bambino domenica scorsa al Magnolini. Penso così anch'io rispetto a quanto avviene ogni giorno sui sentieri e le mulattiere di questa porzioncina delle Alpi. Si badi bene che non si tratta della 'birichinata' del singolo endurista o quaddista. Qui si organizzano sistematicamente escursioni con i quad da parte degli alberghi e delle "scuderie" di questi mezzi nell'ambito di un'attività economia. Escursioni che transitano su tracciati chiusi alla circolazione dei mezzi motorizzati. Quanto alle istituzioni l'ERSAF /ente della regione Lombardia per l'agricoltura e le foreste) che gestisce il demanio regionale vede regolarmente transitare detti mezzi sulle sue strade dove il divieto di circolazione è ben segnalato dai regolamentari cartelli. Parliamo del Sentiero del Carbonai che transita dal Centro di educazione ambientale (sic) di Castel Orsetto (al centro di quella che viene pomposamente definita Foresta). Invece che organizzare attività che illustrano quanto è bello, buono, bravo l'orso (davanti al Centro, in assenza di quelli in carne e ossa ve ne è uno di legno) perché l'Ersaf, ente regionale, non provvede a far rispettare la legge regionale? Tutti sanno che in zona arrivano apposta dalla Germania centauri desiderosi di scorazzare liberamente in barba alle norme (cosa che a casa loro non possono lontanamente sognarsi). Un turismo dell'illegalità che getta discredito sulla zona, sulla bergamasca, sulla Lombardia. Negare o minimizzare tutto questo è un atteggiamento analogo a quello di quei siciliani che un tempo per malinteso "onor di patria" volevano negare l'esistenza della mafia prendendosela con chi attraverso romanzi e film "gettava discredito sulla Sicilia inventandosi tutto".
Sopra la foto di Davide Sapienza di domenica 16 settembre al Rifugio Magnolini del Cai. Sono ben visibili i due elicotteri. A destra un gregge di pecore (chissà quanto felici del frastuono). Un'immagine emblematica delle contraddizioni della montagna di oggi. Poi dicono che gli "elicotteri si usano solo per lavoro" o per "far contenti i disabili che hanno diritto a frequentare la montagna". Sono anche ipocriti
La lettera di Davide Sapienza
Domenica 16 settembre 2012. Decido di fare un giro tranquillo, breve, e far vedere a mio figlio, 3 anni e 4 mesi ieri, il lago d’Iseo dal Monte Alto, 1723m, poco sopra il R. Magnolini, che è luogo di ritrovo per facili escursioni e per questo molto frequentato. Non sbagliamoci, la zona è bellissima. Ma so cosa POTREBBE attenderci...
Ore 10.30 partiamo dal parcheggio sotto il Pian del Termen e risaliamo diretti al Magnolini. Oggi mi sento buono e mio figlio deve vedere e imparare da solo a distinguere e quindi lo porto in un’area molto bella ma anch molto “asservita” alla “urbanizzazione” della montagna‐senza‐fatica‐ma‐divertente. Pora e Monte Alto sono luoghi belli, sono qui sopra casa...capita di rado di andarci da solo, scelgo sempre mete più selvatiche però mi mancano quei paesaggi sempre affascinanti che si godono da lassù.
Al rifugio è tutto pieno. Ma ci accolgono se si pranza rapidi, il cucciolo scalpita ha fame e il rifugista dice “un bambino deve sempre mangiare” e per questo lo ringrazio. Per ora è andata bene: solo 2 jeep, per portare i “disabili” (quelli veri, quelli normodotati secondo la terminologia corrente, che però per fare 1‐2 km a piedi e arrivare al Pian della Palù o altrove devono farsi andare a prendere, perché camminare cosa c’entra con la montagna?). Poi ecco due moto, provenienti dall’area Monte Alto. Ah già, dimenticavo che c’era anche un aereo, un piccolo velivolo anche affascinante, peccato che volteggi dietro il Pian del Termen a non più di 20 metri dal suolo. Mi era già capitato in passato di vederne. Fortuna che c’è gente a piedi e anche tante mountain bike.
Ma questo è niente. Ora viene l’orrore, quando alle 12.30 io e il bambino lasciamo il rifugio. Arriva un primo elicottero, bianco e rosso, atterra a 60 metri, sull’erba. Non esistono piazzole di atterraggio in questa zona. Scendono altri disabili, ma miracolo, MIRACOLO! CAMMINANO DALL’ELICOTTERO AL RIFUGIO!, e hanno ovviamente le scarpe basse sportive, ma slacciate, non va di moda allacciarsi le calzature. Ci sono decine di persone e tante famiglie, lì fuori. Non vedo molta felicità ma vedo anche indifferenza. L’elicottero riparte e si tuffa nella piccola macchia di conifera, in direzione Malga Ramello, il pilota deve farci vedere che è veramente un “figo” e vola a raso. Se fosse caduto, sarebbe stato un disastro, c’erano circa 100 persone con bambini lì vicino e in cammino su e giù dal Monte Alto. Come il biancorosso elicottero se ne va, ne arriva uno simil‐militare, scuro. C’è un uomo solo a bordo. Mio figlio, che sto tenendo per mano salendo rapidi verso “la vetta” che era il nostro piccolo‐grande obbiettivo, inizia a PIANGERE forte e inizia a dire “Siete impazziti! Andate via! Non fate lumole (leggi rumore), no no no...”, poi si gira e vede passare 5 cacciatori (gli unici esseri “legali” in circolazione tra tutti questi figuri, erano loro: oggi si apriva la stagione della caccia). Ma io gli dico, vai, che saliamo in vetta” e ci allontaniamo. I cacciatori tengono le armi puntate in basso, non costituiscono pericolo, lo spiego a mio figlio, che posso non essere d'accordo con loro, ma non stanno facendo nulla contro la legge. Intanto però il genio che pilota questo secondo elicottero scuro indugia almeno 3 minuti prima di atterrare”. Sull’erba, ovviamente. Quando atterra, tiene il motore acceso. Almeno altri 5 minuti, poi spegne. Ho volato, in Canada e per lavoro soltanto su distanze immense, e so cosa dico e cosa ho visto. Ho visto uno che se ne frega degli altri. Intanto, torna l’elicottero bianco‐rosso, noi siamo ormai quasi in vetta (ora, circa 12.50) e questo elicottero atterra vicino all’altro. Venti minuti dopo ne arriva un terzo. Atterra invece a valle del rifugio, sulla destra, dove c’è un gregge di pecore.
Con Leon scendiamo allora in direzione nordest, per stare lontani e così posso evitare di ripassare al Magnolini. Passiamo al “rifugio” Pian della Palù per rientrare da lì. Sopra la pista Valzelli incrocio due guardiacaccia. Scambio due chiacchiere. Chiedo come mai nessuno fa rispettare la legge sui sorvoli: “Eh già, è vero...però noi ci occupiamo dei cacciatori” ...eh già, penso io, l’ignavia regna suprema in questa italietta, senza offesa, cari dipendenti della Provincia, immagino sia difficile avere a che fare con “vertici” che per finta vi fanno rispettare la legge e per davvero proteggono queste pratiche con tanti discorsi fumosi rilanciati dai gornali sull’economia in montagna. Ho anche il tempo di fare dei calcoli, sull’economia dei 10‐12 “disabili normodotati” venuti al rifugio in elicottero, all’impronta ecologica lasciata dai velivoli e da queste 12 persone e dal totale che fanno incassare a un rifugio CAI. Ah già! Il Magnolini è un rifugio CAI. Ma il CAI è ormai schierato per “il silenzio” in montagna e niente mezzi motorizzati, forse dovrebbe verificare meglio le pratiche dei propri rifugi, credo (non me ne vogliano i rifugisti, ma ognuno ha il diritto di avere le proprie idee).
Ora io domando, il CAI perché non si dissocia da questo tipo di andazzo? Forse gli ricorderemo che per andare a piedi al Magnolini si fanno ben 100 m di dislivello e che anche strisciando sul sedere, si raggiunge al massimo in 45 minuti.
Rientrando ho chiamato il 112, i Carabinieri. Ho spiegato tutto, ho lasciato il nome, ha risposto la stazione di Clusone, la persona con cui ho parlato è stata molto gentile, ha ascoltato e gli ho detto, “so che forse questo non è territorio vostro, ma avvertite qualcuno, non credo vi sia una singola azione legale oggi, tra quelle viste sui cieli di quell’area montana”. Vedremo. Non sapevo se scrivervi, beh l’ho fatto. E’ solo una storia di un’ordinaria domenica in un luogo dove non tornerò MAI PIU’ di domenica. Sono solo contento di avere fatto vedere a mio figlio cosa lo aspetta, lui che è nato qui sotto la Presolana, se i nostri amministratori continueranno a fare dei distinguo che nulla hanno a che vedere con la logica, il raziocinio, l’economia, la giustizia, la legalità e lo Spirito della Montagna. Io non ci credo che tutte le istituzioni non sappiano cosa accade la domenica in luoghi come quelli. Non ci credo e basta. Non ne incontro MAI dove si trovano criticità di questo tipo: 300/400 persone che camminano, pedalano, vanno a cavallo, qualche decina tra elicotteri, jeep e quad. Ma vincono questi, vince l’illegalità. La smettano di criticare i “terroni”. E si guardino in casa.
Davide Sapienza, dalla Presolana