Ruralpini  Inforegioni/Orobie Luna Park II 

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(02.09.12) Orobie: Orso, Neviland, e... mattone

Yvan Caccia, il neo presidente leghista del Parco delle Orobie bergamasche definisce "provocazioni" i rilievi sulla trasformazione della montagna orobica in un Luna Park. "Prima di tutto c'è l'uomo". In realtà dietro la demagogia c'è una malissimo celata difesa del mattone e del progetto Comprensorio sciistico Colere-Lizzola/Neviland. Intanto lancia il nuovo simbolo ruffiano del Parco: l'orso

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(21.08.12) Montagna Luna-Park in Val Seriana (Bg)

Questa estate Son e Lumiére alle cascate del Serio. Le cascate sono uno spettacolo di per sé con i loro 315 m, reso evento "tradizionale" dallo sfruttamento idroelettrico che concedeva un tempo solo due volte all'anno il deflusso naturale. Ora l'Enel, per esigenze di immagine, apre 5 volte, anche in notturna. E già che ci siamo: fuochi d'artificio e musica. Ma è inseguendo emozionalità pura e spettacolarizzazione che si valorizza la montagna? Intanto in Val Seriana si va avanti per questa strada: si promuove l'uso dell'elicottero come fosse una giostra e si progetta di portare masse escursionistiche sulla vetta della Presolana. leggi tutto

 

(19.08.12) Aggressione legalizzata (o tollerata) alla montagna (Bg)

In questi giorni su certi sentieri dell'alta vel Brembana ho incrociato più moto che escursionisti. Una pratica vietata ma tollerata. Se poi pensiamo che mei prossimi giorni si organizzeranno anche delle gare di enduro e motocross... Tutte cose non solo tollerate ma anche incoraggiate dalle amministrazioni (che poi si riempiono la bocca di ambiente e sostenibilità). E gli ambientalisti dove sono?  leggi tutto

 

(13.08.11) "Malga in festa" a Songavazzo (Bg)

Nonostante la pioggia e la nebbia e il cambiamento di programma (con pranzo in paese) la festa delle malghe di Songavazzo alla seconda edizione si conferma come un raro esempio di sagra dell'alpeggio di qualità. Cruciale l'aspetto di educazione al gusto attraverso degustazioni, illustrazioni dal vivo e spiegazioni su caseificazione e mondo dell'alpeggio. vai a vedere

 

(20.03.10) Non bastavano le moto ad aggredire la montagna

Quanto più  amministratori, esperti, operatori turistici ripetono i mantra del turismo sostenibile tanto più si sviluppano 'proposte' basate sull'uso di mezzi motorizzati. Oltre ai motociclisti che sfrecciano su pascoli, mulattiere, sentieri ecco che arrivano i quad-atv con tanto di ditte specializzate che organizzano escursioni e noleggio quad e gli albergatori che offrono pacchetti con la nuova 'emozione adrenalinica'. Percorsi reclamizzati spudoratamente 'tra sentieri e boschi' dove le norme sulla viabilità agro-silvo pastorale vietano la circolazione di mezzi a motore, raduni ecc. Intanto alcuni comuni vietano quad e motoslitte su tutto il territorio, altri le regolamentano in modo molto severo (vedi Livigno con ordinanza del gennaio 2010). A chi sta a cuore montagna e l'ambiente compete segnalare Consorzi turistici e località che tollerano o persino promuovono l'uso 'libero' o organizzato  dei quad

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(06.02.11) Cai Bergamo contro i vandali motorizzati

I mezzi motorizzati (enduro e quad) scorazzano impuniti in barba alle leggi che i comuni hanno paura a far rispettare. Danneggiano le piste forestali al servizio di attività indispensabili al mantenimento della montagna. Danneggiano I sentieri mantenuti grazie alle non molte risorse e al volontariato. Ora arriva una dura presa di posizione del Cai Bergamo. leggi tutto

 

(13.12.09) L'impatto pesante del motocross selvaggio sulle montagne bergamasche

Sui sentieri, mulattiere, stade agrosilvopastorali vige il divieto di mezzi motorizzati se non per servizio o comunque autorizzati; però in zone come le valli bergamasche dove la pratica del motocross è molto diffusa qusti divieti non sono rispettati. Le conseguenze non sono da poco: tracciati devastati, pascoli arati, strade agrosilvopastorali rese inagibili , escursionisti spaventati e, a volte, feriti. Turismo sostenibile scoraggiato. Immagine del territorio offuscata.

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(19.09.12) Un 'editoriale dei lettori' de la Stampa riporta oggi un sunto della lettera dello scrittore Sapienza che pubblichiamo in questa pagina. Non c'è solo il Luna Park  ma anche illegalità e la strumentalizzazione dei disabili

 

Orobie Luna Park (e peggio)

 

diventa un caso nazionale

 

 

di Michele Corti

 

Sarebbe ora che da parte di associazioni, operatori economici, Cai si smettesse di negare o minimizzare un problema che comporta discredito (e comunque danno d'immagine) per la Bergamasca e la Lombardia

 

L'immagine delle valli bergamasche che oggi fornisce ai lettori La Stampa di oggi è desolante. Ruralpini e diversi amici della Val Seriana hanno lanciato da alcune settimane un allarme sul "Luna Park Orobie", sull'uso sempre più massivo di mezzi motorizzati su sentieri, mulattiere e pascoli. Amministratori (non tutti), operatori turistici, politici hanno risposto sdegnati: "si ingigantiscono fatti marginali", "si getta discredito gratuitamente", "polemiche inutili e pretestuose". Ma di fronte ad una lettera (privata) dello scrittore Davide Sapienza che denunciava una domenica (quella) di ordinario Luna Park (e peggio) per di più 'giustificato' strumentalizzando i disabili, la lui vissuta con il suo bambino, un redattore del quotidiano torinese ha chiesto di pubblicarla. Una promozione all'incontrario su cui gli operatori locali farebbero bene a riflettere e una denuncia che dovrebbe spingere il Cai ad una posizione un po' più coraggiosa (e non aggiungiamo altro perché siamo convinti che all'interno del Cai bergamasco possa venire una correzione di tiro rispetto alle posizioni minimizzatrici di alcuni suoi esponenti).

 

Tre punti non accettabili

 

In tutto il polverone con cui si è risposto (senza rispondere) ai rilievi di quelli che sono stati liquidati come "ambientalisti che vorrebbero rinchiudere i montanari in una riserva indiana e imbalsamarla" (chi legge Ruralpini si farà una bella risata!) quello che mi ha dato più fastidio sono due (o tre) cose.

 

1) L'offesa recata da parte degli "imprenditori locali" ai contadini e ai montanari. "Se dobbiamo vivere di agricoltura con il cappello di paglia in testa come qualcuno ci vorrebbe, basta che ci diano però la possibilità di farlo" ha chiosato Lorenzo Pasinetti, che gestisce gli impianti di risalita del Monte Pora (L'Eco di Bergamo, del 30 agosto "Gli operatori: l'emozione fa turismo"). Come se essere contadini fosse un'infamia. Sempre sull'Eco del 2 settempre è riportato un "sfogo" attribuito agli "operatori turistici della valseriana superiore". "Che dovremmo fare, mangiare aghi di pino e mungere la capra?". Un'uscita infelice e francamente offensiva per chi ha fatto dell'allevamento caprino, un'importante occasione di differenziazione produttiva e dimostra solo l'ignoranza (nel senso etimologico) di chi si dice montanaro ma considera cosa assurda, ignobile e trogloditica mungere le capre (paragonata al "mangiare gli aghi di pino") dimenticando il debito nei confronti delle capre, fondamentali per l'economia di sussistenza e la nutrizione infantile;

 

2) La strumentalizzazione dei disabili. A più riprese a fronte della contestazione  nei confronti ampliarsi degli usi turistici, e persino ludici, dell'elicottero il coro dei 'negazionisti' ha chiamato in causa 'i disabili'. È avvenuto anche durante il dibattito organizzato da Antenna 2 (emittente di Clusone) il 26 agosto cui ho partecipato il (http://youtu.be/qyqAhTxBQEA). Sono stati messi davanti anziani inabili desiderosi di vedere ancora una volta i luoghi delle escursioni compiute in gioventù, il "diritto" di tutti a fruire la montagna (ma è necessario arrivare in cima?). Lo scorso hanno in nome del "diritto di tutti" ad ammirare le Dolomiti in cima alla Marmolada è stato piazzato un grande parallepipedo di cemento. I disabili sono evidentemente strumentalizzati senza farsi troppi scrupoli. Il disabile - e qui dovrebbero essere loro a protestare per primi - ha forse più opportunità dei 'normodotati' di riflessere sulle storture della nostra società e non è certo incline ad accettare che in suo nome si legittimino iniziative ben poco sostenibili e per nulla rispettose della montagna e dell'ambiente. Sapienza che ha osservato bene le persone che sbarcavano a più riprese al Rifugio Magnolini (comprensorio del Monte Pora, dove si arriva con una brevissima camminata in piano) ha constatato che camminavano tutte bene;

 

3) La negazione sistematica della legalità. Tutti hanno diritto a difendere i loro interessi legittimi. Non quelli illegittimi. Sapienza nella sua lettera descrive il comportamento dei piloti di elicotteri e ultraleggeri in spregio alle norme di sicurezza, la presenzadi moto e quad dove è vietata la circolazione del mezzi mororizzati. Sono violazioni sistematiche delle norme, sia quelle codificate che quelle del buon senso e del rispetto del prossimo. "Io  non  ci credo  che  tutte  le  istituzioni  non  sappiamo  cosa  accade  la  domenica  in  luoghi  come quelli.  Non  ci  credo  e  basta" osserva Sapienza commentanto quanto vissuto con il suo bambino domenica scorsa al Magnolini. Penso così anch'io rispetto a quanto avviene ogni giorno sui sentieri e le mulattiere di questa porzioncina delle Alpi. Si badi bene che non si tratta della 'birichinata' del singolo endurista o quaddista. Qui si organizzano sistematicamente escursioni con i quad da parte degli alberghi e delle "scuderie" di questi mezzi nell'ambito di un'attività economia. Escursioni che transitano su tracciati chiusi alla circolazione dei mezzi motorizzati. Quanto alle istituzioni l'ERSAF /ente della regione Lombardia per l'agricoltura e le foreste) che gestisce il demanio regionale vede regolarmente transitare detti mezzi sulle sue strade dove il divieto di circolazione è ben segnalato dai regolamentari cartelli. Parliamo del Sentiero del Carbonai che transita dal Centro di educazione ambientale (sic) di Castel Orsetto (al centro di quella che viene pomposamente definita Foresta). Invece che organizzare attività che illustrano quanto è bello, buono, bravo l'orso (davanti al Centro, in assenza di quelli in carne e ossa ve ne è uno di legno) perché l'Ersaf, ente regionale, non provvede a far rispettare la legge regionale? Tutti sanno che in zona arrivano apposta dalla Germania centauri desiderosi di scorazzare liberamente in barba alle norme (cosa che a casa loro non possono lontanamente sognarsi). Un turismo dell'illegalità che getta discredito sulla zona, sulla bergamasca, sulla Lombardia. Negare o minimizzare tutto questo è un atteggiamento analogo a quello di quei siciliani che un tempo per malinteso "onor di patria" volevano negare l'esistenza della mafia prendendosela con chi attraverso romanzi e film "gettava discredito sulla Sicilia inventandosi tutto".

 

Sopra la foto di Davide Sapienza di domenica 16 settembre al Rifugio Magnolini del Cai. Sono ben visibili  i due elicotteri. A destra un gregge di pecore (chissà quanto felici del frastuono). Un'immagine emblematica delle contraddizioni della montagna di oggi. Poi dicono che gli "elicotteri si usano solo per lavoro" o per "far contenti i disabili che hanno diritto a frequentare la montagna". Sono anche ipocriti

La lettera di Davide Sapienza

Domenica  16  settembre  2012.  Decido  di  fare  un  giro  tranquillo,  breve,  e  far vedere a mio  figlio,  3  anni  e  4  mesi  ieri,  il  lago  d’Iseo  dal  Monte  Alto,  1723m,  poco sopra  il R.  Magnolini,  che  è  luogo  di  ritrovo  per  facili  escursioni  e  per  questo  molto frequentato.  Non  sbagliamoci,  la  zona  è  bellissima.  Ma  so  cosa  POTREBBE attenderci...

Ore  10.30  partiamo  dal  parcheggio  sotto  il  Pian  del  Termen  e  risaliamo  diretti  al Magnolini.  Oggi  mi  sento  buono  e  mio  figlio  deve  vedere  e  imparare  da  solo  a distinguere  e  quindi  lo  porto  in  un’area  molto  bella  ma  anch  molto  “asservita”  alla  “urbanizzazione”  della  montagna‐senza‐fatica‐ma‐divertente.  Pora  e  Monte  Alto sono  luoghi  belli,  sono  qui  sopra  casa...capita  di  rado  di  andarci  da  solo,  scelgo sempre  mete  più  selvatiche  però  mi  mancano  quei  paesaggi  sempre  affascinanti  che si  godono  da  lassù.   

Al  rifugio  è  tutto  pieno.  Ma  ci  accolgono  se  si  pranza  rapidi,  il  cucciolo  scalpita  ha fame  e  il  rifugista  dice  “un  bambino  deve  sempre  mangiare”  e  per  questo  lo ringrazio.  Per  ora  è  andata  bene:  solo  2  jeep,  per  portare  i  “disabili”  (quelli  veri, quelli  normodotati  secondo  la  terminologia  corrente,  che  però  per  fare  1‐2  km  a piedi  e  arrivare  al  Pian  della  Palù  o  altrove  devono  farsi  andare  a  prendere,  perché camminare  cosa  c’entra  con  la  montagna?).  Poi  ecco  due  moto,  provenienti  dall’area Monte  Alto.  Ah  già,  dimenticavo  che  c’era  anche  un  aereo,  un  piccolo  velivolo anche affascinante,  peccato  che  volteggi  dietro  il  Pian  del  Termen  a  non  più  di  20 metri dal  suolo.  Mi  era  già  capitato  in  passato  di  vederne.  Fortuna  che  c’è  gente  a piedi e  anche  tante  mountain  bike.  

Ma  questo  è  niente.  Ora  viene  l’orrore,  quando  alle  12.30  io  e  il  bambino  lasciamo il rifugio.  Arriva  un  primo  elicottero,  bianco  e  rosso,  atterra  a  60  metri,  sull’erba. Non esistono  piazzole  di  atterraggio  in  questa  zona.  Scendono  altri  disabili,  ma miracolo, MIRACOLO!  CAMMINANO  DALL’ELICOTTERO  AL  RIFUGIO!,  e  hanno  ovviamente le scarpe basse  sportive,  ma  slacciate,  non  va  di  moda  allacciarsi  le  calzature.  Ci sono decine di  persone  e  tante  famiglie,  lì  fuori.  Non  vedo  molta  felicità  ma  vedo anche indifferenza.  L’elicottero  riparte  e  si  tuffa  nella  piccola  macchia  di  conifera,  in direzione  Malga  Ramello,  il  pilota  deve  farci  vedere  che  è  veramente  un  “figo”  e vola a  raso.  Se  fosse  caduto,  sarebbe  stato  un  disastro,  c’erano  circa  100  persone con bambini  lì  vicino  e  in  cammino  su  e  giù  dal  Monte  Alto.  Come  il  biancorosso elicottero  se  ne  va,  ne  arriva uno  simil‐militare,  scuro.  C’è  un  uomo  solo  a bordo.  Mio  figlio,  che  sto tenendo  per  mano  salendo  rapidi  verso  “la  vetta”  che era il  nostro  piccolo‐grande  obbiettivo,  inizia  a  PIANGERE  forte  e  inizia  a  dire  “Siete  impazziti!  Andate  via!  Non  fate  lumole  (leggi  rumore),  no  no  no...”,  poi  si gira e  vede  passare  5  cacciatori  (gli  unici  esseri  “legali”  in  circolazione  tra  tutti  questi figuri,  erano  loro:  oggi  si  apriva  la  stagione  della  caccia).  Ma  io  gli  dico,  vai,  che saliamo  in  vetta”  e  ci  allontaniamo.  I  cacciatori  tengono  le  armi  puntate  in  basso, non  costituiscono  pericolo,  lo  spiego  a  mio  figlio,  che  posso  non  essere  d'accordo con  loro,  ma  non  stanno  facendo  nulla  contro  la  legge.  Intanto  però  il  genio  che pilota  questo  secondo  elicottero  scuro  indugia  almeno  3  minuti  prima  di  atterrare”.  Sull’erba,  ovviamente.  Quando  atterra,  tiene  il  motore  acceso.  Almeno  altri 5  minuti,  poi  spegne.  Ho  volato,  in  Canada  e  per  lavoro  soltanto  su  distanze immense,  e  so  cosa  dico  e  cosa  ho  visto.  Ho  visto  uno  che  se  ne  frega  degli altri. Intanto,  torna  l’elicottero  bianco‐rosso,  noi  siamo  ormai  quasi  in  vetta  (ora, circa  12.50)  e  questo  elicottero  atterra  vicino  all’altro.  Venti  minuti  dopo  ne  arriva un  terzo.  Atterra  invece  a  valle  del  rifugio,  sulla  destra,  dove  c’è  un  gregge  di pecore.  

Con  Leon  scendiamo  allora  in  direzione  nordest,  per  stare  lontani  e  così  posso evitare  di  ripassare  al  Magnolini.  Passiamo  al  “rifugio”  Pian  della  Palù  per rientrare da lì.  Sopra  la  pista  Valzelli  incrocio  due  guardiacaccia.  Scambio  due  chiacchiere. Chiedo  come  mai  nessuno  fa  rispettare  la  legge  sui  sorvoli:  “Eh  già,  è  vero...però noi  ci  occupiamo  dei  cacciatori”  ...eh  già,  penso  io,  l’ignavia  regna  suprema  in questa  italietta,  senza  offesa,  cari  dipendenti  della  Provincia,  immagino  sia  difficile avere  a  che  fare  con  “vertici”  che  per  finta  vi  fanno  rispettare  la  legge  e  per davvero  proteggono  queste  pratiche  con  tanti  discorsi  fumosi  rilanciati  dai  gornali  sull’economia  in  montagna.  Ho  anche  il  tempo  di  fare  dei  calcoli,  sull’economia  dei  10‐12  “disabili  normodotati”  venuti  al  rifugio  in  elicottero,  all’impronta  ecologica  lasciata dai  velivoli  e  da  queste  12  persone  e  dal  totale  che  fanno  incassare  a  un  rifugio CAI.  Ah  già!  Il  Magnolini  è  un  rifugio  CAI.  Ma  il  CAI  è  ormai  schierato  per  “il silenzio”  in  montagna  e  niente  mezzi  motorizzati,  forse  dovrebbe  verificare  meglio  le pratiche  dei  propri  rifugi,  credo  (non  me  ne  vogliano  i  rifugisti,  ma  ognuno  ha  il diritto  di  avere  le  proprie  idee).  

Ora  io  domando,  il  CAI  perché  non  si  dissocia  da  questo  tipo  di  andazzo?  Forse  gli ricorderemo  che  per  andare  a  piedi  al  Magnolini  si  fanno  ben  100  m  di  dislivello  e che  anche  strisciando  sul  sedere,  si  raggiunge  al  massimo  in  45  minuti.   

Rientrando  ho  chiamato  il  112,  i  Carabinieri.  Ho  spiegato  tutto,  ho  lasciato  il  nome, ha  risposto  la  stazione  di  Clusone,  la  persona  con  cui  ho  parlato  è  stata  molto gentile,  ha  ascoltato  e  gli  ho  detto,  “so  che  forse  questo  non  è  territorio  vostro, ma  avvertite  qualcuno,  non  credo  vi  sia  una  singola  azione  legale  oggi,  tra  quelle viste  sui  cieli  di  quell’area  montana”.  Vedremo.  Non  sapevo  se  scrivervi,  beh  l’ho fatto.  E’  solo  una  storia  di  un’ordinaria  domenica  in  un  luogo  dove  non  tornerò  MAI PIU’  di  domenica.  Sono  solo  contento  di  avere  fatto  vedere  a  mio  figlio  cosa  lo aspetta,  lui  che  è  nato  qui  sotto  la  Presolana,  se  i  nostri  amministratori continueranno  a  fare  dei  distinguo  che  nulla  hanno  a  che  vedere  con  la  logica,  il raziocinio,  l’economia,  la  giustizia,  la  legalità  e  lo  Spirito  della  Montagna.  Io  non  ci credo  che  tutte  le  istituzioni  non  sappiano  cosa  accade  la  domenica  in  luoghi  come quelli.  Non  ci  credo  e  basta.  Non  ne  incontro  MAI  dove  si  trovano  criticità  di questo  tipo:  300/400  persone  che  camminano,  pedalano,  vanno  a  cavallo,  qualche decina  tra  elicotteri,  jeep  e  quad.  Ma  vincono  questi,  vince  l’illegalità.  La  smettano di  criticare  i  “terroni”.  E  si  guardino  in  casa.  

Davide  Sapienza,  dalla  Presolana


 

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