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(20.06.12) A Barcellonette nella valle dell'Ubaye, al di là del Colle della Maddalena si sono incontrati ieri un buon numero di esponenti del pastoralismo per dare vita ad iniziative comuni per contrastare la predazione

 

1° Incontro franco-italiano sul

 

problema della predazione

 

Martedì 19 giugno  a Barcellonette nell’Ubaye, su invito delle associazioni  Eleveurs et Montagnes  e  Le loup et  Indignés de l’Ubaye  si sono riuniti  per la prima volta  esponenti francesi e italiani con lo scopo di discutere le conseguenze della predazione da parte del lupo sul pastoralismo.

 

 

 

La riunione di ieri a Barcellonette segna una svolta. Per la prima volta le associazioni, i tecnici che più direttamente sono impegnati nella difesa del pastoralismo dalla predazione hanno creato un coordinamento al di là dei confini nazionali. Per ora il gruppo di lavoro costituitosi a Barcellonette comprende soggetti francesi (Alpi provenzali) e italiani (Alpi piemontesi e Lombardia) ma l'obiettivo è allargarlo ad altri paesi e ad altre regioni.

Ad organizzare l'incontro due associazioni costituitesi espressamente sul tema della predazione: Èleveurs et Montagnes e Le loup e les Indignés de l'Ubaye (schede in fondo alla pagina). Si tratta di associazioni costiutitesi nel 2011 ma molto attive. Da parte italiana ha partecipato un'associazione ancora più recente: l'Associazione Alte Terre delle valli di Cuneo che si è ufficialmente costituita proprio in questi giorni. L'associazione Alte Terre non si occupa solo di lupo e di predazione ma questo tema ha avuto un ruolo determinante nel dibattito che ha portato alla fondazione. Segnali forti di una reazione a quella che è vissuta come una "soluzione finale" imposta dagli interessi forti delle aree urbane alla montagna. Una "soluzione finale" non solo per il pastoralismo alpino ma per la presenza umana nelle valli. Le Alte Terre, però, reagiscono e capiscono che è indispensabile l'unione anche al di là dei confini degli stati nazionali.

 

I partecipanti

 

A Barcellonette c'erano anche esponenti di istituzioni territoriali, di gruppi di ricerca, di organizzaizoni agricole. La delegazione italiana comprendeva Luca Battaglini, Marzia Verona e Michele Corti del Progetto PROPAST della regione Piemonte. il vice-presidente della Comnità Montana ValleStura (Arnoldo Giavelli), il responsabile dell'ecomuseo della pastorizia (Stefano Martini) e Mariano Allocco in rappresentanza dell'associaizone Alte Terre. Ben più numerosa la rappresentanza francese.

Oltre a Pierre Martin Charpenel, presidente dell'associazione Le loup e les Indigné e a Yves Derbez, presidente di Èleveur et Montagnes c'era Sylvie Espécier, il sotto prefetto, Francis Solda, presidente della Féderation Départmental Ovine, Dens Malavieille, capo del servizio agricoltura della Direzione dipartimentale del Territorio, Frédéric Esmiol, presidente della Camera di agricoltura delle Alpes Haut Provance, Michel Dessus, presidente della Camera di agricoltura delle Alpi Marittime, Guillame Lebaudy, etnologo della Maison du berger de Cahampoléon, Michel Isaïa, "liutenant de Lovèterie" dell'Ubaye (l'antico corpo di controllo del lupo mai sciolto), Jean Debayle, presidente di Estivalp, Laurend Garde e Dominique Baron del CERPAM (Centro studi e realizzazioni pastorali Alpi-Mediterraneo), Rémi Leconte de la Maison Régional de l'Èlevage.

 

La sofferenza del pastoralismo è forte in Francia come in Italia

 

Nel corso dell'incontro sono stati esposti dati e analisi sul fenomeno della predazione che si dimostra in continua crescita. Sono ben 4.500 i capi persi in Francia a seguito di attacchi di lupi. In Francia anche il costo di questo fenomeno è stato quantificato. In Italia al contrario non vi è nessuna trasparenza, né sul numero di lupi (sul quale anche in Francia ci sono polemiche) né sulle loro vittime. In molte regioni italiane gli allevatori non denunciano i capi predati delusi dai sistemi di indennizzo. Una circostanza che poi consente di sostenere che la predazione "non è in aumento".

La realtà francese vede una forte pressione predatoria e una grande sofferenza del pastoralismo ma va rilevato che oltralpe al pastore vengono riconosciuti 58 € al giorno per il maggior lavoro del pastore-imprenditore e 73 € nel caso di assunzione di manodopera salariata. In totale lo stato francese spende per questo "superlavoro" causato dal lupo ben 7 milioni di €. in Francia (dove ci sono dieci volte meno lupi che in Italia) si calcola che il lupo costi 20 milioni di € In confronto alla Francia il sostegno del pastoralismo in Italia è ridicolo. Queste poche considerazioni bastano a far capire quanto è utile lo scanbio di esperienze. Ma la creazione di un coordinamento pastoralista contro i grandi predatori è indispensabile anche per la creazione di un'azione comune nei confronti di Bruxelles.

Intanto si è già raggiunto un risultato: le menzogne degli ambiental-animalisti che in Francia vanno a raccontare che "In Italia i pastori convivono con il lupo" e vice-versa

 


 

A seguito di questo incontro, i partecipanti che rappresentano: Fédération régionale ovine du sud-est – Jeunes agriculteurs – Fédération départementale ovine – Chambres d'agriculture 04, 06 et 83 – Associatione Alte Terre (Valli di Cuneo) -  Associazione pastori lombardi hanno sottoscritto il seguente comunicato:

 

I rappresentanti del pastoralismo francese e italiano riuniti a Barcelonnette il 19 giugno 2012 per discutere le conseguenze della predazione da parte del lupo sul pastoralismo

 

Reclamano nei confronti dei poteri politici e legislativi

 

- Una normativa efficace e seria che, non mettendo in pericolo la specie, si sostituisca  al sistema attuale di prelievi (in Francia) e all’assenza di ogni forma di controllo (In Italia) e riconosca al pastoralismo il suo ruolo fondamentale e necessario per le Alpi

 

- Una revisione della Convenzione di Berna, così come in corso in Svizzera.

 

- L’adozione di tali  misure prima che si consumi una tragedia umana che segnerebbe la storia del pastoralismo alpino, prima che scompaia un’attività antichissima e con essa la qualità dei nostri paesaggi, patrimonio delle nostre valli (...)

 

- Il diritto a lavorare in condizioni normali, senza subire inutili stress che pesano negativamente sui greggi e pastori.

 

I rappresentanti della pastorizia italiana e francese inoltre chiedono ai poteri pubblici italiani e francesi di rendere noto in modo trasparente  il numero effettivo di lupi stabiliti sul territorio e il costo complessivo della predazione.

 

Essi ricordano che gli allevatori francesi, così come quelli delle aree italiane confinanti , hanno applicato  nella loro stragrande maggioranza, tutte le misure di protezione raccomandate. Queste misure hanno provocato danni ambientali, compromettendo la qualità delle aree pascolate. Nonostante gli innegabili sforzi per adattare la professione, nonostante un onere finanziario di decine di milioni di euro a carico del contribuente, la situazione attuale non è più sostenibile.

 

La predazione è in costante aumento da 20 anni. Essa determina pesanti impatti negativi socio-economici e socio-culturali nelle valli che non sono mai stati presi in considerazione. Ha anche un impatto negativo sulla biodiversità vegetale e animale, come conseguenza  della cessazione del pascolamento di aree con vegetazione arborea e arbustiva. Nessuna questione di vitale importanza ecologica dipende dalla presenza del lupo mentre altre specie sono veramente a rischio di estinzione. Il lupo, non lo è.

 

Per gli allevatori gli indennizzi non sono in alcun modo al centro delle proprie rivendicazioni. Essi chiedono soltanto rispetto per la loro attività.

 

Al termine dell'incontro, si è deciso di creare un gruppo di lavoro franco-italiano sul problema del lupo; tale gruppo potrà comprendere membri  di altri paesi europei e si pregfigge di contribuire alla stesura di una direttiva europea sulla pastorizia.

 


 

Le associazioni promotrici

 

Il lupo e l'indegnati dell Ubaye (Le loup e les Indignés de l'Ubaye)

 

L' associazione riguarda tutti i comuni della valle, la  sede è presso la Comunità dei comuni della Valle dell' Ubaye (CCVU).

I suoi statuti approvati dall'assemblea costituente, sono stati depositati nella sotto-prefettura di Barcelonnette 26 agosto 2011, pubblicato nella GU il 10 settembre.

Il presidente è Pierre Martin-Charpenel : tel. 06 08 09 88 71 - p.mc@wanadoo.fr

 

Motivazioni dei fondatori

 

L'associazione è nata con un approccio disinteressato, senza spirito corporativo, e rigorosamente senza alcuna ideologia. Nessuno dei fondatori, né i membri del Bureau, appartengono al mondo della pastorizia.

L'associazione è stata creata sulla base di una reazione di buon senso, di fronte alla palese ingiustizia. E' nata a seguito della presenza del lupo che minaccia gravemente il pastoralismo. Questa attività secolare delle Alpi fa parte del nostro patrimonio umano, storico e naturale, dobbiamo tutelare e promuovere; la qualità dei nostri paesaggi dipende da essa. In questo spirito l' Associazione intende fornire sostegno morale agli allevatori e pastori sensibilizzando la stragrande maggioranza della popolazione dell' Ubaye, tutti coloro che frequentano la nostra Valle, e informando la popolazione in modo che i poteri pubblici si impegnino ad adottare misure adeguate.

 

Allevatori e Montagne  (Èleveurs et Montagnes)

Associazione di allevatori di tutto il dipartimento Alpes de Haute-Provence, fondata nel marzo 2011, con sede presso la Camera dell'Agricoltura del Dipartimento in Digne. I suoi statuti sono stati depositati presso la Prefettura di  Digne il 1° aprile 2011. Il presidente è Yves Derbez: tel.  06 71 30 41 18 - vveslouis.derbez@orange.fr

Far conoscere la realtà della predazione

L'associazione mira a salvaguardare e difendere nelle Alpes de Haute-Provence tutti i sistemi di allevamento che hanno subito attacchi e restrizioni dovute ai predatori (lupo, lince, orso, ...). Questa è l'unica associazione regionale il cui unico scopo è quello di tentare di liberare il pastoralismo dai vincoli della predazione.

Il suo primo obiettivo era quello di riunire gli allevatori intorno a questo tema e creare un sito web. Questo sito, lanciato nel luglio 2011, si è dimostrato uno strumento molto strumento nei confronti di un vasto pubblico: già decine di migliaia di contatti, più di un centinaio di migliaia di pagine viste, utenti di tutti i paesi (frante, USA, Italia, Inghilterra, Germania, Slovenia, Svezia ...). Questo sito, basato dui fatti,, preciso e non polemico è riconosciuto per la sua affidabilità. Mette la sua reputazione al dervizio del mondo dei dell'allevamento. L'associazione aveva uno stand all'ultimo Salone Interazionale dell'Agricoltura di Parigi per sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi della predazione. L'associazione è complementari alle strutture professionali e sindacali esistenti e in rapporto con esse.  Modificherà gli statuti per comprendere un gruppo ancora più ampio di allevatori di tutta la Région Provence-Alpes-Côte d'Azur

 

 

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