(26.07.12) Domenica 29 luglio si svolgerà la VII edizione della Festa dell'Alpeggio alla Forcora (Val Veddasca, Va). Per l'occasione sono state redatte alcune note sulla storia recente dell'alpe
L'alpeggio della Forcora
in Val Veddasca
Note storiche (I puntata)
di Mario Alberti, Desiderio Carraro, Fabio Ponti
Anche nel territorio montano della provincia di Varese l'alpeggio rappresentava un aspetto fondamentale della vita ruralpina. Attraverso la cronistoria del periodo 1976-1990 la rinascita di un alpeggio descritta dai suoi protagonisti
L’alpeggio
della Forcora oggi si estende dal passo omonimo (1200 m slm) alla cima del
Monte Cadrigna (1394 m slm) e al versante opposto del monte Sirti. Siamo al
limite Nord della provincia di Varese, un cuneo di territorio che si insinua
nel confine col vicino Canton Ticino, tra regione Gambarogno e Malcantone. Ci si
arriva risalendo da Maccagno (SP5) fino ad Armio Veddasca dove si lascia la strada provinciale (che porta in Svizzera) svoltando a sinistra e procedendo fino al
passo. In alternativa si può anche transitare dal Lago Delio (lasciando la SP 5 in localtità Garabiolo) tenendo la destra al bivio per il Lago e proseguendo in salita per la nuova strada
panoramica che offre scorci sul Lago Maggiore davvero meravigliosi.
Qui
di seguito alcune date del passato recente che segnano la ripresa della pratica
della monticazione (utilizzo del pascolo per il periodo estivo) dopo che, nei decenni
'60/'70, si era assistito ad una drastica riduzione di questa pratica tradizionale con il conseguente degrado del
territorio montano.
1976.
Nasce la coop. Veddasca Dumentina su iniziativa delle varie Amministrazioni
comunali (Maccagno, Veddasca, Pino Tronzano) e della Comunità Montana. Esse coinvolgono
numerosi cittadini con lo scopo di utilizzare l'enorme estensione dei territori
di proprietà comunale (ex usi civici) non più pascolati.
1976/80.
In questo periodo si assiste anche al progressivo ripopolamento della frazione
Piero di Curiglia fenomeno che risulta dalla ricerca da parte di tanti giovani di
una diversa dimensione di vita, lontano dalle metropoli, dal consumismo, per una
scelta legata più immediatamente alla natura.
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dicembre 1980/6 gennaio 1981. Un
enorme incendio devasta tutta la Cadrigna, le vecchie baite degli alpeggi e
circonda pericolosamente gli abitati.
1980/81.
Arrivano a Monterecchio i primi greggi di capre per l'alpeggio: provengono da
Piero con i loro conduttori (Carraro, Manali, Brambini) che prendono anche in
affido, insieme alle loro poche vacche, altri bovini che provengono dal fondovalle
Luinese.
1982. Un residente di Piero, Angelo Treccani (era un prete di quelli del dopo concilio di Giovanni XXIII) introduce un gruppo di capre di razza Nera di Verzasca (proveniente dal vicino Canton Ticino) sconvolgendo la pratica del meticciamento e, ben presto, convince gli allevatori alla scelta di questa razza caprina che meglio risponde alle caratteristiche del nostro territorio. Oggi Angelo è in Venezuela in una comunità agricola.
1983.
Si consolida l'allevamento caprino ad indirizzo latte/carne con la produzione
di formaggi e la prima comparsa del misto d'alpe vacca/capra.
1984.
Sono tre le aziende che operano nel territorio (Carraro, Manali, Alberti-ex
Coop). Con 300 capre e 30 vacche fanno della produzione di formaggi e
carne la fonte del loro reddito.
1985.
Con l'Associazione Allevatori di Varese (APA) si organizza il primo
alpeggio provinciale in Forcora.
1986/1990.
Continua l'attività di presidio e tutela e miglioramento del territorio da parte delle
aziende Carraro, Alberti, Manali che possono contare sulla collaborazione con la Comunità
Montana Valli del Luinese e con l'APA.
Si
costruisce il Caseificio Lago Delio, l'azienda Carraro si stabilisce al
Pian del Lares con nuove strutture, si costruisce la casa del Pastore nei
pressi della Forcora.
Qui
ci fermiamo pensando che lo stesso entusiasmo e voglia di fare che hanno
contraddistinto quel periodo possa dare nuovo impulso all'attenzione che vuole
il nostro territorio perchè sia utilizzato per il benessere di chi ci risiede,
uomini ed animali, e di chi, da turista, viene per passare momenti di libertà e di
relax.
Un
dato è certo: non ci sono stati incendi devastanti come allora, si può
passeggiare nei sentieri e nei tracciati fatti dal calpestio degli animali
allevati e si può godere della presenza di specie selvatiche (cervi, caprioli)
che il miglioramento delle zone pascolive ha favorito.
Un
arrivederci all'anno prossimo per la continuazione di questo racconto, sicuri
che da parte nostra non mancherà impegno, lavoro e rinnovate capacità per
continuare questa attività.