(27.07.13) Quest' anno le azioni del comitato anti orsi del Trentino si sono fatte più incisive: la campagna di raccolta firme "per liberare il Trentino dagli orsi" prevede banchetti informativi sui mercati anche rivolti ai turisti
Comitato trentino antiorso e GP
Dalle parole ai fatti
di Michele Corti con la collaborazione di Walter Facchinelli (foto Comitato anti orso e GP)
Il Comitato anti orso del Trentino è stato ribattezzato quest'anno con l'aggiunta di "e Grandi Predatori" data la presenza ormai accertata del lupo "che gli stessi Forestali ritengono molto, molto più pericoloso dell'orso " dice la presidentessa del comitato, la signora Wanda Moser. Il Comitato raggruppa rendener (abitanti della val Rendena) ma anche solandri (abitanti della Val di Sole) e nonesi (abitanti della Val di Non). Lo scorso autunno alcuni membri del Comitato sono stati anche a Poschiavo (Canton Grigioni) dove è attiva l'Associazione ATsenzaGP, ovvero Territorio senza Grandi Predatori (leggi tutto). Il tutto all'insegna di un'alleanza delle montagne europee per contrastare la politica di diffusione dei Grandi Predatori tutelati da anacronistiche forme di protezione che erano state istituite quando queste specie erano quasi scomparse dall'Europa occidentale. Ai Verdi di città pare impossibile che il volgo delle "periferie" osi contraddirre il pensiero unico animal-ambientalista ma "gli ignoranti" lo contraddicono. Conoscono la montagna, gli animali, i boschi, i pascoli, le erbe. Non sono stati lobotomizzati da Geo & Geo. Sono ecologisti pratici che difendono il territorio reale, la loro terra, l'heimat, non le Utopie ( o distopie?) della "rinaturalizzazione delle Alpi". Visto come i cittadini hanno conciato pianure e aree metropolitane lassù in montagna pochi ci cascano alle favole della "convivenza", solo i succubi, i servi del potere. Gli altri sanno che il lupo e l'agnello giaceranno insieme... solo alla fine dei tempi, nella prospettiva escatologica della Bibbia. Non mischiamo sacro e profano.
Donne battagliere in un Trentino "che non si espone"
A presiedere il comitato anti orso (che questa primavera è stato regolarmente costituito con atto formale) è la battagliera Wanda Moser, poi c'è la vice-presidentre (Elena Fostini) e il segretario-tesoriere (Paola Mosca). In questo contesto un po' matriarcale ai maschietti è toccata solo la carica di revisore (Ugo Lorenzi). Il fatto è che gli uomini troppo spesso non hanno il coraggio di esporsi. Nel Trentino Felix pochi osano criticare Mamma Provincia Autonoma, un sistema di potere paternalistico che dura "da sempre", in inconfutabile continuità con i tempi del Principe Vescovo rinverditi di recente dal presidentissimo Lorenzo (il Magnifico) Dellai. Tutti dipendono da un posto, da un appalto, da un contributo, da un finanziamento e sono gli stessi membri del Comitato a parlare di "omertà". Raccontano di persone che non denunciano neppure danni ed episodi subiti per non "dispiacere" alla Provincia, per non dispiacere al Servizio Forestale (che parteggia per i plantigradi quasi con lo stesso trasporto del Parco). Il Servizio Forestale cerca di minimizzare, di non "creare allarmismo".
Il Parco come tassello del Sistema di potere locale
Il Sistema si articola nella Federazione delle coop e nelle Casse di risparmio. L'ossatura risale ai tempi di Degasperi, non quello del secondo dopoguerra, ma quello che faceva il deputato a Vienna, quando a regnare era il mai abbastanza rimpianto (non solo nel Trentino) Kaiser Franz Joseph. Esso affonda le radici in un fortissimo potere della gerarchia ecclesiastica, a sua volta retaggio di secoli di principato vescovile. In tempi recenti il Parco si è inserito con successo nel tessuto del potere e del controllo sociale. Parliamo del Parco Adamello Brenta, il Parco dell'orso, che sullo sfruttamento mediatico (e non solo) del plantigrado ha fatto una ragione di esistenza. È avvilente vedere come gli amministratori pubblici, (che dovrebbero essere sulla carta gli amministratori, i padroni del Parco per conto delle comunità, in forza di rapporti di dipendenza personale (posti, consulenze, appalti) in realtà ne sono i tirapiedi. Così la tecnoburocrazia del Parco (con tanto di giro di esperti e consulenti esterni anche internazionali) è assurta ad una specie di novello Signore feudale. Quando si entra nei paesi del Parco e si vede l'immancabile cartello non si può fare a meno di pensare che il tal comune appartiene al Parco così come le antiche terre appartenevano ai signorotti e quel "del" va letto "di proprietà" del Parco. Qui nei fatti comanda il Parco. Il Totem dell'orso non fa che suggellare questa appartenenza feudale.
Ma qualcuno si ribella
Wanda è il leader spontaneo di questo movimento spontaneo del tutto apartitico, fatto di gente operosa che non ama subire, piangersi addosso, ma nemmeno lasciarsi intimorire e ricattare. Non hanno in genere esperienze politiche, ma questo oggi è quesi un punto di forza. Lo scorso anno Wanda ha subito due attacchi dellāorso vicino alla sua casa in località Vastun a Strembo, costati la vita agli asini āCirilloā e āBeppoā,e alla capra āMarilinā.
Tutto è nato perché, invece che tacere, ha caricato un asino moribondo (leggi tutto) su un piccolo mezzo agricolo e lo ha portato con dei cartelli di protesta dinnanzi alla sede dei Signori del Parco (ogni riferimento ai Signori del Castello kafkiano è puramente intenzionale), veri Signori dell'Orso. Loro hanno concepito e realizzato Life Ursus, un progetto ideologizzato e spettacolarizzato per ripopolare il Trentino di orsi sloveni, spesso confidenti con l'uomo perché alimentati ai carnai. Un ripopolamento che ha assunto i connotati della re-introduzione artificiale e forzata dopo l'estinzione di tutti gli orsi autoctoni (e la finalità di assicurare un bel flusso di finanziamenti al Parco).
Wanda non si scompone quando dice «Oggi, quando mi va bene gli orsi intorno a casa mia sono solo tre, ma sono arrivati fino a cinque». Il suo gesto di rottura, la sua dissacrazione del tabù del sacro orso, che non può essere sparato ma neppure criticato, ha fatto scalpore. E molti, che non osavano esternare i loro sentimenti per autocensura, hanno preso a telefonare a Wanda e hanno aderito al comitato. «...da tutto il Trentino mi chiamano per denunciare razzie e predazioni, i danni da orso non si contano ma sono coperti da omertà. Solo nellāultimo periodo lāorso ha dilaniato delle galline a 10 metri da unāabitazione a Terlago, delle pecore nella Piana di Caderzone, un bel caprone e due capre in val Nardis, una manza in val Nambrone, delle pecore a Prada (sopra San Lorenzo in Banale) ed a Prà Rodont a Pinzolo».
"Non vogliamo rovinare la stagione turistica"
Lo scorso anno (2012) le "operazioni" del comitato erano state sospese nel periodo estivo di maggiore presenza turistica. "Non vogliamo rovinarci con le nostre mani, non vogliamo perdere l'appoggio degli albergatori" dicevano gli amici del Comitato. In realtà, a partire da Wanda e dal marito - che hanno un negozio di prodotti tipici - anche i membri del Comitato sono direttamente o indirettamente legati all'attività turistica. Quest'anno, però, hanno deciso di fare un salto di qualità. Evidentemente il problema si fa sempre più serio. Così il Comitato ha deciso di fare informazione e raccogliere firme anche in piena stagione turistica, con l'intenzione di coinvolgere gli stessi turisti. Venerdì 19 luglio 2013 nella piazza del mercato di Carisolo alcuni membri del Comitato hanno iniziato a raccogliere firme in piazza e a informare le persone sulla reale pericolosità dellāorso.
La gente non va più nei boschi. Si cerca lo spray antiorso
La paura è che, con l'aumentare degli orsi e delle probabilità di "incontri ravvicinati di spiacevole tipo" con Yoghi, Cindy e Bubu, il tanto decantato attrattore turistico si trasformi in un boomerang. Le continue aggressioni ad animali domestici in varie parti del Trentino occidentale (quest'anno sia nei pressi di Trento che sul Baldo sono state predate anche vacche adulte) sono causa di una forte tensione tra gli allevatori e i pastori professionali, che hanno già dovuto abbandonare alcune malghe ove la "convivenza" è insostenibile (leggi tutto).
Ma sono preoccupati e arrabbiati anche i tanti "hobbisti". Sono molte le persone che ancora allevano animali di bassa corte per autoconsumo e altrettanto numerosi i produttori apistici. Vivono in costante tensione quando si apprendono notizie di malefatte dei pelosoni nelle vicinanze. L'effetto dell'orso è quello di costringere la gente a rifornirsi ... al supermercato anche quando potrebbe produrre benissimo da sé molte derrate alimentari a km 0; evidentemente si vuole favorire l'abbandono totale della montagna, non la si deve usare più come fonte di cibo e altre utilità. Cui prodest? Forse a chi vuole monopolizzare il controllo delle risorse alimentari, a chi vende OGM e pesticidi verrebbe da dire.
Di fronte allo stillicidio di stragi di animali e di alveari, che avviene anche in prossimità degli abitati, è evidente che cresca anche la paura per le possibili aggressioni alle persone.
Di questo hanno cominciato a preoccuparsi anche gli albergatori che temono moltissimo che la paura di diffonda tra i turisti. Ma nessuno siu deve preoccupare: l'orso è vegetariano e non ha mai fatto male a una mosca ma se proprio docvesse accadere il fattaccio e se rinunciate ad ogni rivalsa contro la Provincia nel caso Yoghi vi accoppi un congiunto avrete un risarcimento di 250 mila ā¬ da Mamma Provincia.
Gli anziani e le famiglie con i bambini frequentano sempre meno i boschi, si va di meno a far legna, a raccogliere funghi, piccoli frutti, erbe officinali. E quando si va lo si fa con una inquietudine che non ti abbandona mai. Hanno paura anche i taglialegna e gli altri "operatori della montagna".
L'avv. Mario Giuliano, però, non ci sta. Il legale, residente a Trento, ha recentemente promosso un'iniziativa per chiedere al Ministro dell'Interno Alfano (leggi tutto) che venga posto in libera vendita lo spray al peperoncino anti-orso utilizzato in Nord America (e anche dai turisti americani che visitano i parchi della Romania). La discussione sullo spray ha riacceso le discussioni e le polemiche sul tema. Bene.
La raccolta firme è partita bene
Elena Fostini, vicepresidente del Comitato, Ugo Lorenzi e Federico Valentini raccontano così la loro prima mattinata a contatto con le persone: «la gente, turisti e non, hanno paura dell'orso, ma abbiamo pacificamente discusso anche con qualche persona pro-orso. Ci sono stati degli ospiti che sono venuti da località vicine a Trento, appositamente per firmare e ci hanno chiesto parecchie cartoline che ci faranno avere firmate». «In una mattina,sottolineano gli attivisti āanti orsoā, abbiamo raccolto molte adesioni al Comitato, oltre 200 firme sulle cartoline per la petizione popolare tesa a āliberare il Trentino dagli orsi e dai grandi predatoriā». Le cartoline, molto immediate ed esplicite nelle parole e nelle immagini, sono riportate qui sotto.
Spirito giacobino
In tutta questa vicenda il comportamento degli ambientalisti da salotto (e da caccia al finanziamento facile e alla poltrona) è stato vergognoso. Ne fa fede l'annuncio di una delle associazioni ambiental-animaliste storiche, la Lipu, che annunciava lo scorso anno la costituzione di un Comitato Anti Val Rendena. (se la Val Rendena è anti orso - avranno ragionato i paladini dell'orso - noi siamo anti Val Rendena). Non esitano a mettersi contro un territorio i cari ambientalisti. Accecati dal sacro fuoco della loro ideologia, dalla convinzione illuministica di essere i depositari della suprema e indiscutibile Verità ecologica (la "necessità asoluta dell'orso") essi non si fanno scrupoli di accusare i proprietari degli animali predati di "non aver badato abbastanza ad essi" e gli allevatori di "ostinarsi a mantenere gli animali liberi al pascolo e non chiusi nei recinti perché liberi devono essere solo gli animali selvatici". Se questo è il dialogo...
La storia, dalla fine del XVIII secolo al XX secolo, è segnata dalle tragedie scaturite dalla volontà di imporre le "Utopie progressive e salvifiche" al popolo ignorante, oscurantista, contro-rivoluzionario (oggi "scarsamente ecoconsapevole"). Possibile che non si voglia ancora capire la lezione? Egalitè libertè fraternitè o Orso-come-riscatto-ecologico poco importa. Alle minoranze giacobine importa imporre, attraverso le loro Utopie, il loro potere... e i loro interessi.
Chi vuole contattare il Comitato può telefonare al n. 3483641940, scrivere a: comitatoantiorso@libero.it andare nel sito: www.comitatoantiorso.webnode.it o in Facebook