Ruralpini  Inforegioni/Terre alte si muovono

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(15.08.12) Mantenere la rappresentanza politica con nuove istituzioni dal basso

In mezzo alle proposte di annessione secca della prov. di Sondrio da parte di Como o di Lecco, della Provincia alpina (che darebbe forza a tutta la montagna lombarda), della Provincia interregionale (che è poi la regio Insubrica) finalmente ne arriva una (avanzata dalla Gazzetta di Sondrio) che va al cuore del problema: mantenere un'assemblea dei rappresentanti delle comunità di Valtellina e Valchiavenna. La proposta è complementare alle altre e ha il merito di scindere rappresentanza politica e enti di gestione della macchina publica facendo capire che l'aotogoverno si conquista dal basso con l'autoorganizzazione e l'autorappresentanza leggi tutto

 

(25.07.12) L'ultima chance per la montagna: la provincia alpina

Al Passo di san Marco, luogo simbolo dell'unione delle genti alpine lombarde, sabato prossimo si terrà un incontro importante. Promossa dal Coordinamento sindaci della montagna e da Valtellina nel futuro e Incontri TraMontani l'iniziativa si propone di realizzare l'unione dei territori alpini lombardi. Una provincia, per quanto alpina, non è il meglio delle istituzioni possibili, ma oggi c'è questa opportunità, e l'importate è unirsi. leggi tutto

 

(24.07.12) Le montagne si parlano e... si organizzano

Il giorno 19 si è tenuto in Valle Maira (San Damiano Macra, CN) il convegno: "Le montagne si parlano". Si parlano tra loro montagne lombarde e piemontesi ma il dialogo riguarda (nella distinzione di posizioni) anche le regioni e provincie autonome alpine. Il cantiere è aperto ...A settembre ci saranno nuovi appuntamenti finalizzati a definire un programma che risponda alle esigenze strategiche ma cercando di fornire anche indicazioni sulla fase convulsa che stanno vivendo gli assetti politici e amministrativi. Nella foto Giorgio Alifredi. allevatore e presidente di "Alte Terre" leggi tutto

 

(17.07.12)Cresce la rete delle Alte terre. Tappa in Val Maira (Cn)

Giovedì 29 luglio a San Damiano Macra si terrà un convegno dal titolo "Le montagne si parlano". L'evento si inserisce in una serie di incontri organizzati tra Lombardia e Piemonte per dare vita al Forum per l'autogoverno delle Terre Alte. Una rete per promuovere forme di rappresentanza e democrazia diretta. A San Damiano Macra sarà presentata anche l'associazione Alte Terre delle valli cuneesi  leggi tutto

 

(09.07.12) La montagna annullata nell'area metropolitana (torinese)

Tra le 10 provincie che dovrebbero essere soppresse vi è anche quella di Torino. Ma c'è un piccolo particolare: la provincia di Torino è prevalentemente montana, la maggior parte dei comuni sono montani. Ma la montagna non conta nulla ("hinc sunt leones lupi") e visto che è un "avanzo" della vera area metropolitana il governo vorrebbe semplicemente "annetterla" a quest'ultima. Una "soluzione" che deve fare insorgere le Terre Alte e porre il problema della loro autonomia, di nuove aggregazioni dei territori montani ("aree di massiccio"?) in uno scenario che cambia.  leggi tutto

 

(03.07.12) L'attivazione politica delle Alte Terre

Dellai, il presidente del Trentino, ha lanciato un progetto politico - palesemente strumentale e ambiguo - che ha però il merito di far leva sulle Alte Terre. Ondeggia tra Montezemolo e gli Shützen, tra Partito del Nord e "ricetta per l'Italia". Pesca nell'elettorato orfano della Lega e cerca un po' goffamente di accreditarsi come autonomista "storico" (con pellegrinaggi a Chivasso). È chiaro a tutti che l'obiettivo è quello di prepararsi un ruolo politico personale romano e di mantenere i privilegi del sistema di potere trentino. Pur con tutto questo la novità è che le Alte Terre da oggetto, da portatrici di acqua a progetti altrui, potrebbero diventare soggetto politico (autonomo sul serio) . leggi tutto

 

(09.06.12) La montagna: una risorsa e un modello

La crisi è giustamente percepita come gravissima. Non se ne esce se non si cambiano il modello di sviluppo, il sistema politico e burocratico. Vanno ribaltati. È la modernità che è in crisi con le sue istituzioni: lo stato nazionale, il mercato globale, la democrazia delegata, la burocrazia invasiva. Una delle vie di uscita consiste nel recupero di quelle istituzioni "premoderne" che fiorivano nella montagna alpina. Se ne discute a Sondrio il 16 giugno  leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(27.09.12) Se i partiti volessero dare un segnale di responsabilità dovrebbero pensare - invece che al proprio tornaconto a  favorire con la nuova legge elettorale processi di partecipazione e di  rappresentanza

 

 

Legge elettorale: pensiamo all'equa

 

rappresentanza dei territori

 

 

di Michele Corti

 

In un frangente politico in cui la legittimità della classe politica a livello centrale e regionale è - a dir poco - pesantemente messa in discussione la commedia della "nuova legge elettorale" è motivo di profondo disgusto. Dalle Terre Alte  arriva allora un suggerimento: lasciate perdere le alchimie e pensate a un disegno che rilanci la partecipazione attraverso la rappresentanza territoriale

 

Lo spettacolo è quello di partiti che, nonostante tutto, in questo scorcio di legislatura, continuano a dedicare buona parte della loro attenzione a schermaglie sulla legge elettorale nell'estenuante rincorsa di meccanismi in grado di avvantaggiarli su avversari e alleati. Un clima da 'fine impero'. Se i partiti rinunciassero a questi calcoli i terreni di intesa potrebbero essere trovati su altri terreni, ovvero su meccanismi in grado di favorire la partecipazione al processo politico di elettori sempre più tentati dallo "sciopero del voto". Una delle condizioni per invertire il processo di distacco dalla politica consiste nel introdurre criteri per i quali i fattori di rappresentanza territoriale diventano "correttivi" rispetto alla rappresentanza partitica.

 

I collegi sono cruciali

 

La definizione dei collegi elettorali consente, da questo punto di vista, di far variare di molto il peso dei due fattori. Ciò non implica - di necessità - l'opzione per un sistema uninominale.  Il tema della definizione dei collegi non riguarda solo la "taglia", il numero di elettori da inserire in ciascuno di essi, ma anche la modulazione di questa dimensione elettorale in funzione delle diverse realtà territoriali.

Nella recente "commedia all'italiana" sulla fusione delle provincie (che non vedrà certo la conclusione entro la fine della legislatura, con la prevedibile prospettiva di una rimessa in discussione del tutto nella prossima) il governo dei tecnici ha calato dall'alto parametri "standard" (abitanti e km quadrati) dimostrando una particolare sensibilità ragionieristica e quantitativa (direttamente proporzionale alla loro insensibilità per la natura delle differenze territoriali). Una buona occasione per una "redenzione" della classe politica da questa deriva è fornita proprio dalla legge elettorale.

 

Una richiesta precisa dalle Terre Alte

 

Un suggerimento in questo senso viene da due associazioni rispettivamente di Cuneo e di Sondrio ("Alte Terre" e "Valtellina nel futuro" che si pongono come asse sul quale costruire un movimento politico delle Terre alte  (trasversale alle vecchie logiche e topografie politiche).

Esse chiedono una cosa molto semplice ma al tempo stesso rivoluzionaria perché ribalta una prassi consolidata sin dal XIX secolo (tranne nei paesi federali) , ovvero il criterio di sola consistenza numerica degli elettori. Un criterio solo falsamente "equo". Osservano le due associazioni in un documento redatto in questi giorni:

 

Per eleggere un rappresentante al parlamento servono in definitiva tanti voti sia in regioni di montagna poco popolate che in una popolosa città. Il risultato è che intere regioni sono tagliate fuori dalla rappresentanza politica negando il principio costituzionale della partecipazione "all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

 

Quello che le due associazioni sostengono è che collegi definiti "aggregando" alla demograficamente dominante pianura alcune valli finiscono per lasciare la montagna nel suo complesso sottorappresentata anche in termini proporzionali al suo stesso scarso peso demografico. I correttivi sono da ricercare in una parametrizzazione dei collegi che tenga conto anche della superficie territoriale e in una aggregazione delle Terre alte che superi anche i confini delle provincie attuali in nome di una omogeneità di configurazione sociale.

Alle Terre Alte non può non far piacere di avere gruppi di "Amici della montagna" nel parlamento centrale e nelle assemblee legislative regionali. Vorrebbero, però, poter essere anche autorappresentate. E le idee nuove e concrete idee che una rappresentanza delle Terre alte potrebbe portare costituirebbero una ventata di aria fresca nello stagno della politica.

 


 

Il documento

 

Le AssociazioneAlte Terre e Valtellina nel Futuro chiedono rappresentatività per le popolazioni montane.

 

Nel 2006 il Patto delle Alpi Piemontesi affermava, tra l’altro, che “le popolazioni delle vallatealpine devono partecipare alla struttura di potere, perciò chiediamo innanzitutto la ridefinizione dei collegi elettorali in modo da garantire la presenza di rappresentanze alpine a tutti i livelli”.

Questa richiesta rimane disattesa e le Associazioni “Alte Terre” e “Valtellina nel Futuro” la ripropongono ora che i partiti nazionali stanno accordandosi per una riforma della legge elettorale.

La discussione verte sul sistema da adottare: collegi uninominali, proporzionale o misto, mentre non si discute, almeno fino ad ora, del criterio per la delimitazione dei collegi elettorali.

Se i collegi continuassero ad essere definiti solo in relazione al numero degli elettori, le aree montane e rurali, con pochi residenti, sarebbero fortemente penalizzate a vantaggio della pianura e dei popolosi centri urbani.

Il criterio legato alla sola consistenza numerica degli elettori si è consolidato nel XIX secolo e non è stato mai ridiscusso, mentre la situazione demografica nell’ultimo mezzo secolo è radicalmente cambiata, perché processi di inurbamento e industrializzazione hanno portato all’abbandono del “contado”.

D’altra parte, vi sono paesi di tradizione democratica nei quali i collegi elettorali non sono definiti solo in base al numero delle persone residenti, ma anche tenendo in conto l’estensione e la peculiarità del territorio (ad esempio, negli USA gli elettori del Presidente federale hanno ugual potere di voto pur rappresentando quantità di popolazione di diversa grandezza).

Tale situazione di scarsa rappresentanza politica è particolarmente evidente per le Alte Terre (Alpi e Appennini), di fatto la maggior parte del territorio nazionale, che sono escluse dal processo decisionale, uno squilibrio che può generare “dittature della maggioranza” negative per tutti.

La nostra Costituzione, articolo 4 comma 2, afferma che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

E’ del tutto evidente che coloro che vivono sulle Alte Terre e nelle zone non urbanizzate di fatto non “partecipano all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, ma la subiscono e, specialmente per un montanaro, definirsi “cittadino” diventa un ossimoro.

Una situazione che va corretta perché può creare nei cittadini la convinzione di essere esclusi dal processo decisionale in un momento in cui è indispensabile indirizzare in spirale positiva le energie di tutti.

Auspichiamo pertanto che possa essere modificato sia il sistema elettorale della Camera dei Deputati che quello del Senato.

Le Associazioni “Alte Terre” e “Valtellina nel Futuro” hanno come principale ruolo statutario quello di rappresentare le attese, le esigenze e le necessità degli abitanti della montagna e dell’alta collina, proprio quelli che hanno meno voce di rappresentanza.

Le Alte Terre e le Alpi in particolare sono da sempre un luogo che richiede un grande sforzo collettivo per superare evidenti difficoltà ambientali e sociali, sforzo che ha generato nei secoli esperienze quanto mai utili in un momento in cui si deve affrontare la prima crisi strutturale della modernità.

Per questo gli abitanti delle Alte Terre pensano di poter dare un contributo sostanziale adesso e chiedono di essere messi, con una più corretta e specifica rappresentanza parlamentare, in condizione di poterlo fare.

Queste sono le motivazioni che spingono le Associazione “Alte Terre” e “Valtellina nel Futuro” a promuovere iniziative, coinvolgendo enti, associazioni ed in particolar modo il mondo politico anche a livello nazionale, affinché la probabile futura legge elettorale preveda l’istituzione dei collegi non solo in relazione al numero degli elettori, ma anche all’estensione e all’omogeneità territoriale.

 

AssociazioneAlte Terre - Il Presidente G. Alifredi 

AssociazioneValtellina nel Futuro  Il Presidente F. Guicciardi

 


 

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