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(26.01.12) Biogas: verso una svolta. Sabato a Ferrara primo coordinamento inter-regionale

Dopo le parole natalizie di Vasco Errani, presidente della regione Emilia-Romagna (con le quali giudicava "un grave errore" destinare biomasse ad usi energetici) ha cominciato a serpeggiare un po' di preoccupazione nel fronte della speculazione biogasista. Anche perché le nuove autorizzazioni fioccano ma la popolazione - nonostante i media nazionali tacciano - è sempre più sul piede di guerra e le proteste dilagano. E sono sempre più dure annunciando un prossimo salto di qualità di tutta la partita con l'incipiente nformazione di un coordinamento tra i comitati in nome della richiesta di MORATORIA leggi tutto

 

(06.01.12)  Petrini continua ad essere il solo intellettuale a denunciare il biogas selvaggio

Firme prestigiose hanno denunciato da tempo le devastazioni dell'eolico selvaggio e del fotovoltaico a terra. Tranne Petrini, però, nessuno lo ha fatto a proposito delle centrali a biogas, che crescono come funghi. Perché? Perché il biogas è parte di una strategia di "corsa alla terra" che va al di là dei MW e ci sono in ballo interessi enormi? Perché le centrali che devastano le campagne non urtano la sensibilità estetica borghese (tanto le vedono e le "usmano" solo i "villici" dall'olfatto poco sensibile)? leggi tutto

 

(21.12.11) Germania. La morte che viene dagli impianti a biogas

La scorsa primavera in Germania, è stato lanciato un allarme per la salute degli animali domestici e selvatici. Da parte di un esperto internazionale in materia di botulismo, il prof. Helge Böhnel, si ritiene che la diffusione del botulismo cronico negli allevamenti bovini possa essere imputata alla diffusione degli impianti di biogas e allo spargimento dei digestati con spore di Clostridium botulinum. Alcuni veterinari  tendono anche ad attribuire alla stessa causa le morie di selvaggina osservate in alcune regioni e la più diffusa rivista faunistica e cinofila germanica ha dedicato al problema una inchiesta (copertina a fianco). Da noi la regione Emilia-Romagna per il rischio delle spore di Clostridi ha "esonerato" le aree del Parmigiano reggiano dalle centrali a biogas. Precauzione. Ma allora conta più il Parmigiano della salute?

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(18.12.11) Mezzolara (Bo). 4 NO alla centrale-truffa

I piani energetici della regione  prevedono la rapida trasformazione della pianura emiliana (tranne le zone "esentate" del Parmigiano) in una gigantesca monocoltura maidicola per alimentare centinaia e centinaia di digestori. Ma la resistenza delle comunità che vogliono tutelare la terra, il cibo, l'ambiente, la salute si fa ogni giorno più organizzata e determinata. Ne ho avuto la prova a Mezzolara dove venerdì sera ho partecipato ad una conferenza sulle conseguenze ambientali e sulla salute del biogas. Tanta gente attenta e preoccupata, tanta passione e determinazione da parte del Comitato locale e dei medici-relatori (Luigi Gasparini e Salvatore Virzì) leggi tutto

 

(29.11.11)  Mezzolara (Bo). Biogas senza pudore.

Quattro impianti quadrigeminati da 0,999MW, nello stesso sito. Proposti da 4 società gemelle con lo stesso progetto. Una superficie occupata di 13,4 ha a fianco di un'oasi Natura 2000 e a poche centinaia di m dalle abitazioni. Alimentazione 100% cereali (80% mais). La regione Emilia che ha 'graziato' le aree del Parmigiano, concentra tra la bassa bolognese e il ferrarese una gragnuola di progetti con la benedizione di Legambiente e dei maggiori partiti. leggi tutto

 

(01.12.11) Vercelli/Alessandria. Le bioenergie mangiano l'agricoltura(bioetanolo)

Entro il 2012 sarà in funzione l'impianto di bioetanolo di Crescentino (Vc). In prospettiva utilizzerà trinciato di Arundo donax (canna comune) coltivata su una superficie di oltre 4.000 ha (marginali?). Il tutto con contratti di coltivazione e contorzismo e quindi la sparizione della figura dell'agricoltore sostituito dalle società bioenergetiche. Siamo sicuri che sia una soluzione sostenibile come proclama Legambiente?

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(02.07.11) Nasce nel bolognese il movimento contro il biogas

Ieri sera affollata assemblea a Galliera. 10 comitati e tanta voglia di non mollare. Di fronte a speculazioni sfacciate che penalizzano pesantemente i residenti e l'agricoltura, di fronte alla scarsa trasparenza, al deficit di processo democratico. Un riferimento per chi in tutta Italia cerca - con grande difficoltà e ostracismi - di opporsi ad una vera e pericolosa truffa leggi tutto

 

(01.07.11) Estendere la coraggiosa iniziativa di Slow Food cremonese

Nell'assemblea di maggio della condotta è stata approvata una richiesta di moratoria per le centrali a biogas 'agricolo'. Cremona è l'epicentro di questa folle corsa, ma anche a Brescia, a Lodi a Mantova, a Bologna, a Padova sono numerosi i progetti realizzati o in cantiere. A Bologna è stata la stessa provincia a chiedere la moratoria alla Regione. Altrove comitati, associazioni, personalità preoccupate del futuro dell'agricoltura devono attivarsi per chiedere uno stop o severe linee guida limitative alle Regioni. leggi tutto

 

(01.07.11) Il biogas è un danno. In montagna lo è ancora di più

Intervento di Fausto Gusmeroli sul problema delle conseguenze nehative della diffusione delle centrali a biogas spinte dall'industria e dalla speculazione. Gli interessi speculativi hanno scatenato la corsa al biogas selvaggio che porterà - senza una moratoria - a centinaia di impianti da 1MW in Lombardia. Anche a Sondrio ne è stato realizzato uno e uno è in progetto leggi tutto

 

(23.06.11) Imbroglio ecologico, agricoltura truffata

Tra Bergamo e Brescia alcune società si offrono di provvedere alla realizzazione a loro spese, di impianti di biogas (da liquami e mais) con trattamento secondario di abbattimento dei nitrati. Si riservano tutti i proventi energetici, acquisiscono diritti di superficie per lunghi periodi e vincolano gli imprenditori agricoli al conferimento della quantità pattuita di liquami. Un ciclo ad alta insostenibilità spacciato per 'ecologico'.  leggi tutto

 

(02.05.11) Cresce in tutta la Padania l'opposizione alla folle corsa al biogas

Sono centinaia gli impianti di biogas che verrebbero realizzati nei prossimi anni nella pianura padana con il pretesto di risolvere i problemi ambientali (direttiva nitrati) e con la favola dell'energia rinnovabile.

Il risultato  consiste nel  'digerire' i contributi a fondo perduto regionali (erogati per rendere allettanti i forti investimenti), i contributi della PAC per le coltivazioni agricole ora convertite in colture 'elettriche', i super-incentivi elettrici e trasformare il tutto in super-profitti speculativi. Il tutto pagato più volte dall'ignaro consumatore-utente-contribuente a tutto danno dei veri agricoltori e a vantaggio economico di una lobby spregiudicata fortemente sostenuta dalla tecnoburocrazia.

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(06.03.11) Energie 'rinnovabili': un business sempre più sporco

Le buone intenzioni del governo di ridimensionare il regime di incentivi folli alle 'rinnovabili' si scontrano contro gli appetiti delle lobby. Via i limiti alla percentuale di superfici da destinare a biogas, via il tetto del fotovoltaico. Il ricatto di Forza Sud che ha minacciato di non votare il federalismo se il governo non avesse ritirato il decreto sulle 'rinnovabili' (poi 'ammorbidito') la dice lunga sul meccanismo che si è messo in moto. Ma anche al Nord... Strane manovre delle società padane dell'energia 'alternativa' per mettere le mani sui terreni per produrre biogas. Non solo a Cremona e nel Polesine ma a anche del Centro Italia. leggi tutto

 

(15.01.11) Biogas: una trappola per l'agricoltura

Ora che la corsa al biogas è scatenata c'è una parte di mondo agricolo che inizia a rendersi conto della 'fregatura'. Compito delle regioni fermare una speculazione che spaccia per 'agricoli' impianti da 1MW che 'divorano' gradi estensioni sottraendole alla produzione foraggera. leggi tutto

 

(03.11.10)  Gli equivoci delle 'rinnovabili

L'energia rinnovabile può rappresentare un'opportunità se riavvicina produzione a consumo di energia ridando controllo e responsabilità alle comunità locali.  Le soluzioni speculative non sono sostenibili specie quelle che divorano terreno coltivabile. Vanno invece premiate le soluzioni decentrate e 'contadine'. In ogni caso non si possono risolvere i problemi (fine petrolio e emissioni) in assenza di un forte cambiamento verso il risparmio di energia e il suo utilizzo più efficiente.  leggi il commento di Fausto Gusmeroli

 

(23.05.10) Casnigo (BG) come Fiavè (TN).  Un paese insorge : la centrale a biogas (da deiezioni zootecniche) non la vogliamo A Casnigo scontro duro tra la popolazione e la giunta comunale. Oltre 1000 firme contro la centrale a biogas (in un paese di 3400 abitanti). nell'assemblea del 20 maggio 400 oppositori hanno ribadito che non accettano il traffico e gli odori indotti dalla centrale, da realizzare in prossimità dell'abitato. Il tutto in una valle già 'sovracarica' di inquinamento e tumori e al solo scopo di mantenere un modello insostenibile di zootecnia intensiva in montagna che penalizza l'uso del territorio (prati e pascoli) per puntare sul forte impiego di mangimi. Il comitato del No intanto respinge agni accusa di strumentalizzazione politica. leggi tutto

 

 

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(28.01.12) Nasce in un piccolo paese padano il coordinamento nazionale contro la proliferazione delle centrali a biogas e biomasse che devastano il tessuto agricolo

 

Non nasce un movimento "contro" ma un movimento "per" la terra, il cibo e la salute

 

di Michele Corti

Il coordinamento dei Comitati per la salute, la qualità dell'ambiente rurale, la difesa dell'agricoltura che produce cibo è l'espressione della vitalità di una realtà che oggi, per molti aspetti, si dimostra più avanzato e reattivo dei contesti urbani

Il primo passo verso la formazione di un Coordinamento nazionale contro la proliferazione delle centrali a biogas e biomasse è stato mosso sabato 28 gennaio 2012 in un piccolo paese del comune di Ferrara: Focomorto.

Qui a Focomorto, centro rurale del comune di Ferrara (a sua volta con piccole frazioni), ha sede la Casa dell'Ambiente e della Salute. Però la sede non poteva accogliere tutti coloro che hanno partecipato alla riunione e così l'incontro ha avuto luogo nell'ex-scuola elementare.

Un edificio semplice ma decoroso che ci ricorda che le piccole comunità - pur con mezzi e risorse limitate - erano in grado di realizzare opere importanti per il bene comune. L'edificio ha compiuto un secolo proprio nel 2011 ma la scuola non esiste più.

Come succede più frequentemente in montagna anche nei piccoli centri rurali della grande pianura le scuole chiudono (e la comunità si spegne). A tenerla viva a volte c'è l'associazionismo. Così chiusa la scuola il comune di Ferrara ha concesso in uso l'edificio all'Assofoco, associazione cittadini di Focomorto.

Che il coordinamento contro il biogas e le biomasse (combuste) selvagge nasca qui e non in un grosso centro ha un valore che non è solo simbolico. I comitati nascono da un ambiente profondamente rurale e non avrebbero la loro forza se non fossero sorretti anche da quello che rimane di una cultura contadina di profondo rispetto e amore per la terra, una cultura che oggi viene riscoperta anche nelle città. Nessuno, in ogni caso, si sognerebbe di costruire centrali potenzialmente maleodoranti a ridosso di grandi centri dove sarebbero oggetto di un rigetto immediato. Forse da parte delle società che promuovono queste speculazioni c'era anche la convinzione che gli abitanti di piccoli paesi, frazioncine, nuclei rurali non avessero le risorse per reagire, le conoscenze giuridiche, le relazioni ecc. Però oggi c'è la rete e anche una realtà dispersa è in grado di organizzarsi, di scambiarsi informazioni, di reagire a un sopruso sociale come quello rappresentato dalle centrali a biogas. Nei comitati ci sono persone di varia estrazione sociale, culturale e politica. La 'campagna' oggi è una realtà complessa (e sottovalutata) e in essa si trova un mix di risorse umane che spesso ne fa una realtà più reattiva delle città.

I tecnocrati biogasisti hanno forse sottovalutato le dinamiche socioculturali della neoruralità e avranno di che pentirsene. Nei comitati c'è anche una componente agricola.

I più danneggiati sono spesso i piccoli agricoltori, quelli che oggi tornano a qualificarsi con orgoglio come contadini. Fania Leone (sopra mentre parla alla riunione di Focomorto a nome del piccolo comitato di Granarolo faentino) aveva intenzione di creare con il marito, che conduce una piccola zienda frutticola, un agriturismo. Un agriturismo con "agriasilo" per i bimbi, orientato all'educazione rurale. Il marito avrebbe operato la conversione al biologico. Sogni infranti perché nella proprietà confinante un grosso agricoltore ha presentato il progetto per la centrale. Non solo svaniscono i sogni di agriturismo, vendita diretta, ecc. (chi verrebbe a un passo da una centrale a biogas) ma Fania e il marito sono preoccupati per la loro bimba. Non è una bella prospettiva per un bambino essere accompagnato nella sua crescita e sino all'adolescenza dal funzionamento di una centrale che sorge di fronte a casa con camion e grossi trattori che transitano ogni quarto d'ora nella strada di campagna sulla quale la casa della famigliola si affaccia.

I comitati sono costituiti da gente che rischia di trovarsi da un giorno all'altro un mostro a poche decine o centinaia di metri dalle proprie abitazioni ma anche da persone che, pur non abitando nelle immediate vicinanze delle erigende centrali, sentono la responsabilità per la propria comunità, per risparmiare al territorio un simile affronto.

L'Italia è in paese (o un insieme di paesi tanto è "densa" e differenziata) ricchissimo di testimonianze del passato, con un tessuto rurale di stradine e corsi d'acqua che non si presta a simili realizzazioni. Con giacimenti di produzioni di pregio superiori ad ogni altro paese al mondo.

La stradina dove la bimba di Fania potrebbe rischiare di essere stirata da un mezzo che trasporta le biomasse destinate alla digestione anaerobica è parte di una rete di centuriazione romana. Quasi ovunque dove si effettuano degli scavi, degli sbancamenti, si realizzano delle fondazioni deve intervenire (per fortuna) la Soprintendenza ai beni archeologici perché potrebbero emergere dei reperti e potrebbero andare distrutte delle preziose testimonianze del passato.

A Focomorto c'era anche il comitato di Bastia Umbra. Mentre l'amministrazione comunale qualche mese fa portato i riottosi residenti a visitare le "virtuose " centrali delle terre lambite dal Po i rappresentanti del NO alla centrale sono venuti a loro spese a Ferrara per coordinarsi con gli altri comitati. Hanno raccontato di una centrale che si vuole realizzare sotto Assisi in un contesto paesaggistico noto in tutto il mondo. Di fronte al parcheggio utilizzato dai pullman dei partecipanti della annuale Marcia per la Pace.

 

 

Ogni comitato ha storie quasi incredibili da raccontare: Patrizia Soverini (foto sopra) è del Comitato di Mezzolara (BO). Lì la società proponente si è divisa in quattro e ha presentato quattro progetti fotocopia da 999 kW. Nello stesso sito.

Il comitato bergamasco di Cavergnago (F9) ha raccontato che la loro "maledizione" (una centrale a olio di palma e di colza già terminata) è nata dallo stop di una analoga centrale a Zanica dove il sindaco, per tutelare la salute dei suoi cittadini, ha imposto (con l'accordo della provincia) un camino alto 25 m. Di fronte alla prospettiva di una lievitazione sostanziosa del costo dell'investimento la società impiantistica ha riconvertito il progetto trasferendo i motori destinati a Zanica a Cavegnago dove l'olio è già pronto a bruciare ma è ancora tutto fermo per i ricorsi del Comitato.

Anche dove le centrali non hanno dietro storie eclatanti quasi sempre sottraggono la terra per la produzione di produzioni pregiata. Il gioco vale la candela? No. Ma il profitto di pochi è così elevato che è difficile fermare la bramosia, la corsa all'oro. I comitati convenuti a Ferrara hanno deciso di mettere in comune le esperienze e le risorse. Di costituire un pool di legali, di tecnici, di esperti di comunicazione per coordinarsi nella difficile battaglia per la moratoria, per arrestare l'ondata delle richieste di autorizzazione che nel 2012 raggiungerà le provincie e i comuni. Ricorsi, diffide, proteste. Tutto sarà tentato.

Il giorno 11 febbraio ad Altedo (luogo simbolo per la presenza dell'asparago tipico) si terrà una nuova riunione allargata ad altri comitati. Nel frattempo si è deciso di accelerare la costituzione di coordinamenti regionali e di censire tutte le situazioni di resistenza in atto. Sono state avanzate proposte di iniziative a carattere nazionale che saranno valutate da qui all'11 febbraio.

A breve pubblicheremo su questo blog un elenco e una mappa dei comitati con tutti i contatti utili in modo che i comitati sinora isolati sappiano a chi fare riferimento.

 

 

La riunione finisce alle 15. Non c'è stato nemmeno il coffee breack ma nessuno di lamenta. Anzi si resta ancora lì a discutere, a scambiarsi informazioni. Alle 15.30 lasciamo l'ex aula scolastica.

 

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