(29.09.12) Dalla Val Seriana notizie ed eventi che hanno per protagonisti i pastori e gli orsi. È amaro constatare che, se c'è un po' più di attenzione per i pastori, è "grazie" a orsi e lupi (che per loro sono un grave problema)
L'orso superstar fa "scoprire"
anche l'esistenza dei pastori
di Michele Corti
Dopo un incontro/scontro sul tema dell'orso e della "convivenza" con la pastorizia alla mostra di Clusone del 24 settembre arrivano in Valseriana due film sui pastori il 4 e il 6 ottobre. Il primo, in anteprima assoluta, ("Fuori dal gregge") sarà proiettato a Parre, il secondo ("Compagno orso"), prima visione in Lombardia, ad Ardesio.
Sino a qualche hanno fa le opere sul tema della pastorizia vagante erano improntate ad una estetica nostalgica e un po' necrofila (da "lassù gli ultimi"). Ci sono voluti orsi e lupi, con il pastore che esce dal presepe e urla la sua rabbia, con le immagini delle pecore sventrate, delle carcasse spolpate per riportare il pastore ad una consistenza reale di soggetto sociale a pari degli altri, con i suoi conflitti, i suoi problemi economici. Così qualcuno si accorge che forse il pastore ha un ruolo che va al di là del fatturato, purtroppo misero, della sua "produzione lorda vendibile".
Il Mercato Globale ha ridotto a meno di zero il valore della lana e a poca cosa quello della carne. Ma i valori d'uso di questi prodotti restano elevati. Sono ottenuti utilizzando energia e risorse rinnovabili e, in modo complementare alla produzione di carne e lana, si realizza una produzione di "beni pubblici": mantenimento di ampie superfici con buone caratteristiche idrologiche, prevenzione di incendi boschivi, manutenzione di sentieri, mantenimento del paesaggio. Di questi valori sono consapevoli purtroppo solo gli addetti ai lavori perché si fa fatica a comunicarli.
Pastori da statuine del presepio ad attori nell'arena sociale e politica
Oggi, però, il conflitto tra pastori da una parte e i sostenitori della necessità di un ripopolamento massiccio delle Alpi con orsi, lupi, e linci sta facendo uscire i pastori da quella condizione di ininfluenza sociale in cui erano stati ghettizzati da una società che esalta valori agli antipodi di quelli della ruralità e, a maggior ragione, del pastoralismo. I pastori stanno diventando i protagonisti e i simboli di un movimento che riguarda non solo "gli ultimi" montanari arroccati sulle Alte Terre ma anche chi, nelle città, sta riflettendo sulla necessità di lasciarsi alle spalle un ambientalismo ideologico e di facciata che è solo l'altra faccia della medaglia del consumismo e dell'industrialismo.
Pastori e contadini - in Italia più lentamente che altrove per gli ovvi condizionamenti della cultura nazionale - diventano protagonisti sociali di un movimento post-ambientalista che mette al centro il nesso (da recuperare) tra cibo e terra. E mette in soffitta allo stesso tempo la mitologia della natura "incontaminata" sotto campana di vetro nonché la folle illusione che basti reintrodurre un po' di animali-simbolo per compensare il continuo consumo di suolo in pianura, l'avanzata delle colture bioenergetiche, la super-intensivizzazione dei sistemi agricoli, l'esaurimento delle riserve di acqua pura. Protagonisti che parlano in prima persona (a differenza di orsi e lupi che non parlano consentendo ai loro "sacerdoti" di parlare a nome loro).
Quando si da la voce ai pastori
Nell'ambito degli incontri di infomazione a senso unico sull'orso organizzati nell'ambito dei ricchi progetti ambientalisti come Life Ursus (finanziati dall'Europa ladra che ci restituisce meno di quello che versiamo come contribuenti italiani imponendoci cosa fare con i nostri soldi) gli organizzatori si guardano bene di invitare gli interessati. Lo è stato anche lo scorso 15 luglio in occasione della Fiera della sostenibilità a Cevo in Vallecamonica presso la sede del Parco Adamello. Di seguito il resoconto di regime sul sito dell'ERSAF
Domenica 15 luglio - Nonostante il tema “scottante” e qualche polemica, l’incontro nell’ambito del progetto LIFE + ARCTOS Pastori, greggi e orsi: una convivenza possibile? è stato un successo. Tra i relatori Elena Tironi della DG Sistemi Verdi e Paesaggio, Alberto Lugoboni della DG Agricoltura, Carlo Frapporti del WWF e, fuori programma, chiusura con qualche interessante e positiva “scintilla” polemica del Presidente dell’associazione Pastori transumanti Martino Ziliani.
In realtà non solo non erano stati invitati i pastori ma nemmeno il dirigente dell'agricoltura che, saputo della cosa ed occupandosi dei pascoli e dei pastori, si era fatto invitare (non annunciato). In realtà il presidente dei pastori non ha potuto intervenire e ha potuto solo protestare. La solita coppia Tironi-Frapporti ha organizzato un "incontro" sul tema della "convivenza" tra pastori e orso in occasione della Mostra della pecora Bergamasca a Clusone il 24 settembre. In questo caso i pastori sono stati graziosamente ammessi a dire qualcosa (essendo a casa loro nel contesto di un evento zootecnico non pare proprio una grande "apertura" da parte dei signori deel'orso).
All'evento era presente ancher Anna Carissoni di Parre. Stirpe di pastori di una delle località più legate alla storia e alla cultura pastorali bergamasche Anna è una intransigente paladina dei pastori non limitandosi a coltivare la memoria del passato. Come suo solito parla senza peli sulla lingua e vale la pena leggere il suo resoconto dell' "incontro" di Clusone che riporto integralmente:
"Una concessione umiliante"
L’incontro organizzato nell’ambito della Fiera Zootecnica di Clusone da Elena Tironi, funzionaria della Regione Lombardi e Carlo Frapporti del WWF, intenzionati a sentire le esperienze e le proposte dei pastori sull’argomento in vista di una pacifica convivenza con l’orso, è sembrato un passo avanti rispetto alle decisioni prese finora senza consultare i diretti interessati, ma ancora troppo poco se si considera il fatto che agli incontri istituzionali sullo stesso tema i pastori stessi non sono mai stati invitati, come non ha mancato di sottolineare Tino Ziliani, presidente dell’Associazione dei Pastori Lombardi, che ha chiesto soprattutto precisione e concretezza di risposte sui rimborsi, sugli aiuti, su come smaltire le carcasse delle bestie uccise dall’orso, ecc…
Qualcuno ha anche rilevato che è ipocrita proteggere l’orso come simbolo di naturalità e di integrità dell’ambiente quando il territorio montano stesso è abbandonato all’ingordigia delle immobiliari, ad un turismo becero e distruttivo, all’incuria ed al degrado, come se la presenza dell’orso servisse al potere politico per distogliere l’attenzione da tutti gli altri problemi irrisolti della montagna.
Altri interventi hanno messo in luce il disagio e l’esasperazione dei pastori, per i quali i mesi d’estate in alpe rappresentavano un periodo di tranquillità mentre ora rappresentano un incubo; e non ha raccolto molto entusiasmo nemmeno la richiesta, da parte della funzionaria regionale, che qualche rappresentante della categoria venga chiamato al tavolo istituzionale che deciderà la nuova legge sui Distretti Agricoli Lombardi.
E’ sembrato anche abbastanza umiliante che i “signori dell’orso” abbiano organizzato un incontro che i pastori hanno letto come una specie di concessione, peraltro tardiva, fatta a loro ed alle loro organizzazioni: “Perché non ci avete consultati prima – hanno chiesto - e non a introduzione dell’orso avvenuta da anni? Prima si causano i danni e poi si cerca in qualche modo di correre ai ripari. Non sarebbe stato più ragionevole pensarci prima e prevenirli?”.
L’ incontro si è concluso in un’atmosfera di scontento e di senso di impotenza generali. Non sarà che il vero problema è sempre quello della cultura del mondo agricolo alpino, minoritaria e perciò subalterna, di cui la vicenda dell’orso non è che l’ennesimo esempio?Largamente condivisa la testimonianza di Ivan Sandrini, pastore camuno da che 20 anni “convive” con il plantigrado, “il cui danno – ha detto – non sarà mai quantificabile perché non tiene conto dello stress del pastore che non può più dormire (anche perché le guardie forestali di notte non si muovono mentre l’orso agisce soprattutto di notte); delle pecore che, non dormendo per la paura, di giorno non si alimentano più in modo regolare e perciò deperiscono; di quelle che, pur scampando all’orso, fuggendo finiscono sfracellate nei burroni; del costo della manodopera necessaria a spostare continuamente i recinti elettrificati (i quali, del resto, hanno solo una funzione dissuasiva perché l’orso se vuole li scavalca o li travolge”); mentre Massimo Biondi ha deprecato la farraginosità delle procedure burocratiche, l’assenza di informazioni precise, la condizione di allarme perenne in cui i pastori sono costretti a vivere, l’impossibilità di utilizzare i recinti elettrificati nella maggior parte degli alpeggi dove la corrente elettrica non c’è e dove sotto la sottile cotica erbosa si trova subito la roccia.
Ad Ardesio la "questione orso" torna alla ribalta
L’amministrazione comunale di Ardesio, insieme all’associazione Araba Fenice ha organizzato per la serata di giovedì 4 ottobre 2012 alle ore 21 presso il Teatro dell’Oratorio di Ardesio, un incontro sul tema dell’orso nelle valli bergamasche, dal titolo “L’orso: la testimonianza dei pastori trentini“ (clicca qui per visualizzare la locandina della serata). nell'ambito dell'evento sarà proiettato per la prima volta in Lombardia un film molto emblematico: "Compagno orsetto". Il titolo del film richiama il racconto per ragazzi di Mario Rigoni Stern "compagno orsetto" eliminando il diminutivo in omaggio ad una visione senza filtri dell'orso. Un animale che, per volontà politica di alcuni, si trova suo malgrado a rioccupare uno spazio antropizzato e a confrontarsi con un pastoralismo per molti versi fragile e comunque diverso da quello del passato che aveva saputo trovare un suo equilibrio (non certo "pacifista") con il plantigrado. Autrice l'antropologa veneta Valentina De Marchi che ha utilizzato il copioso materiale girato dal pastore Lorenzo con una videocamera amatoriale nel corso di quattro stagioni d'alpeggio alla Malga Ghirlo, nel Parco dell’Adamello Brenta. Valentina laureata in Antropologia culturale con tesi specialistica sui pastori vaganti del Triveneto collabora ad un progetto sul pastoralismo nel Kyrgyzstan ed utilizza film e video partecipativi, come strumento per valorizzare biodiversità culturale, saperi locali e diritti degli indigeni. Il film è stato presentato per la prima volta il 24 agosto a Bosco Chiesanuova (VE) nell'ambito del Festival cinematografico della Lessinia. Chi lo ha visto giura che in 34' molti superficiali fan urbani del plantigrado escono dalla proiezione con idee molto cambiate in tema di orso e pastori. Il fatto che il film sia proiettato ad Ardesio assume poi un significato particolare. Qui nel dicembre 2008, sull'onda della rabbia per le sanguinose scorribande bergamasche di JJ5 (l'orso "problematico" figlio di Jurka), nel corso di un'assemblea pubblica era stato proiettato il film svizzero, "Orso maleducato, orso fucilato", che narra dell’uccisione di JJ3 nel cantone svizzero dei Grigioni. Una circostanza che sollevò indignazione tra gli animal-ambientalisti pronti ad accusare l'allora sindaco di voler "fucilare" gli orsi (mentre li si voleva solo rispedire in Trentino). Ad Ardesio saranno presenti Valentina, Lorenzo e Tino Ziliani il presidente dei pastori transumanti lombardi.
I pastori vaganti di Parre, e non solo, protagonisti di un altro film
L'altro film sui pastori verrà proiettato in prima assoluta dopo due giorni dall'evento di Ardesio. La proiezione avverrà a Parre e su questo avvenimento riporto ancora quanto scritto da Anna Carissoni. Una notazione corre però d'obbligo: gli autori avrebbero potuto avere più visibilità presentando altrove per la prima volta la loro opera. Hanno scelto di farlo a Parre e questa è la testimonianza che la nuova filmografia sui pastori ha cambiato pelle. Niente più sguardo nostalgico (con la conseguenza che a volte la realtà presentata è un po' cruda) niente compatimenti ma una osservazione partecipata (ecco la parola chiave!). Il che è un grande passo avanti.
“Li abbiamo seguiti lungo i loro percorsi. Di giorno, di notte. In salita fino agli alpeggi, in discesa fino in pianura. Ci parlavano delle loro pecore come di una passione, una sfida, un’ossessione. Li abbiamo visti faticare, marchiare e tosare i loro animali, portarsi in groppa quintali. E bestemmiare contro la pioggia, il traffico idiota, i confini dei Parchi che non si possono valicare. Contro la burocrazia che li intrappola. Ci vuole coraggio per continuare”.Così Emanuele Cucca, Michela Barzanò e Cristina Menguzzo, che ne hanno curato la regia, presentano il loro film “FUORI DAL GREGGE -PASTORI TRANSUMANTI IN LOMBARDIA”, che verrà presentato a Parre in prima assoluta la sera del 6 ottobre alle ore 20,30 presso la Sala della Comunità dell’Oratorio. Questo progetto aveva vinto il bando per la costituzione del R.E.I.L. (Registro delle Eredità Immateriali Lombarde) ed è stato realizzato dall’associazione Ovideo che si occupa di documentari e videoricerche. Ne sono protagonisti i pastori lombardi dediti al pascolo vagante, tra cui parecchi delle nostre zone, come i parresi Mirko Imberti, Giuseppe Bossetti, Andrea Palamini, Sperandio Imberti; Aldo Pasini e Vittorino Fornoni di Gandellino; Daniele Savoldelli di Rovetta; Danilo e Michele Agostini della Val di Scalve; Pietro Pacchiani di Bossico ed altri ancora, che nel film raccontano la loro vita e il loro lavoro, un’attività antica e ancora in grado, nonostante le mille difficoltà, di fornire un reddito e di appagare la comune passione per gli animali e per la natura.La proiezione è stata organizzata dall’Associazione Culturale “Costöm de Par” nell’ambito delle sue iniziative finalizzate a divulgare ed a valorizzare l’autentica tradizione locale, di cui la pastorizia rappresenta una parte molto importante e significativa. Alla serata, cui tutti sono invitati, saranno presenti i registi del film che alla fine della proiezione risponderanno alle eventuali domande ed ai commenti del pubblico.