Ruralpini - Pecore anti-incendio
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(22.11.2013)Acqua, fuoco e ... contadini Servono mezzi tecnici mirati per fronteggiare le calamità, ma anche l'eliminazione degli sprechi nei sistemi di intervento, maggiore efficienza e meno burocrazia. Sopratutto, però, serve ricoltivare l'Italia. Ai contadini, ai pastori, ai boscaioli non servono tanto i soldi statali (come all'agricoltura industriale) ma la libertà dalla schiavitù burocratica
(15.08.13) Incendi boschivi estivi: le scomode verità Anni fa i media martellavano tutta estate. Adesso, in Friuli, il peggiore incendio (cause naturali) mai visto, divampato dal 14 luglio al 12 agosto passa quasi inosservato. Da quando ci sono meno risorse per il business dell'anti-incendio c'è meno grancassa... e gli incendi sono calati. Ma si profilano nuove speculazioni che impediscono la prevenzione vera. leggi tutto
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(02.06.16) Dura reazione di Giancarlo Moioli alle "tirate" antipecore dei soliti "naturalisti" e Gev ("eserciti di pecore degradano la montagna e calpestano le orchidee"
Il tabù dell'orchidea
La pecora "puzza", l'orchidea è bella ed elegante. Il decandentismo narcisista e classista si è spostato dal mito letterario a quello pseudo naturalista ricreando idoli e tabù e affermandosi ideologicamente anche in contrasto con la tutela effettuale della biodiversità e dalle calamità naturali. Il regime gli liscia il pelo perché funzionale alle biopolitiche di sfruttamento dell'uomo e della natura del neoliberismo I "naturalisti" fautori di una concezione del mondo in cui l'uomo è un "disturbo" da far sparire (o al massimo ritornare al numero del paleolitico, quando l'Europa era popolata da poche decine di migliaia di cacciatori-raccoglitori) stanno esagerando. Il fatto che le loro idee nichiliste non vengano contrastate è dovutoal fatto che per il regime neoliberista queste ideologie sono un ottimo diversivo. Meglio concentrarsi sul Panda, sull'orso, sull'orchidea che sui problemi di nocività ambientali legati all'agricoltura industriale, all'industria chimica, ai tanti stabilimenti che producono pià inquinamento e morte che ricchezza. Meglio prendersela con soggetti quali i contadini, i pastori, i cacciatori (specie in via di estinzione) che con le lobby. Il p.a. Giancarlo Moioli è da parecchi anni impegnato nei servizi antincendio boschivo. È tecnico agricolo della Comunità Montana Val Seriana e autore di uno dei pochissimi progetti continuativi in Lombardia di pascolo di servizio per la prevenzione degli incendi. Non sono caldeggiati e finanziati perché le pecore non fanno business. Fanno risparmiare soldi che l'economia del parassitismo saprebbe come gestire con progetti inutili ma altisonanti dal punto di vista naturalistico e ingegneristico. Un progetto portato avanti tra molte difficoltà e ostacoli (anche frapposti da di chi lucra sugli incendi). È comprensibile che alle solite critiche dei verdastri e delle GEV che parlano di orde di pecore che devastano il Monte Cereto - quasi lo stessero facendo franare - e che ... orrore, orrore mangiano le preziose orchide, risponda come di seguito. Con gli incendi o gli inarbustimenti scompaiono non solo le orchidee ma la biodiversità animale e vegetale ed è pacifico che la varietà di piante spontanee, insetti, uccelli di pascoli usati in modo estensivo sia superiore a quella delle superfici abbandonate al mito distorto e decontestualizzato dell' "Amazzonia nostrana" da ricreare, come una specie di Swissminiature rispetto all'originale. In Italia il conformismo accademico consente alle più becere idee naturalistiche e animalistiche di prosperare perché nessuno osa sostenere idee di buon senso che suonerebbero politically incorrect. Una bella differenza dalla Francia dove ricercatori e intellettuali hanno sottoscritto un manifesto pro pastoralismo sostenendo che va difesa la pastorizia dall'espansione del lupo in quanto fattore chiave di promozione della biodiversità del paesaggio. Irrirato dagli attacchi all' "esercito di pecore" che devasterebbe il Monte Cereto Giancaro Moioli risponde:
Attenzione si profila un nuovo ciclo di rischio elevato di incendi boschivi È
un dato di fatto che gli incendi sono in generale diminuzione,
nell'ultimo triennio, causa l'elevata e ben distribuita piovosità e
nevosità e l'intervento immediato dell'elicottero ad ogni primo
allarme. Ma la storia è fatta da cicli; gli esperti regionali, anche
nell'ultima riunione di Novembre 2009, hanno sostenuto che siamo
ormai alla fine del ciclo positivo e che, presto, ricominceremo ad
avere anni difficili; per cui si raccomanda tutto ciò che è utile
ad una efficace prevenzione.
L'azione di pascolamento contiene l'espansione di Molinia arundinacea, specie aggressiva che tende a ricoprire interi versanti. Di elevato portamento e dallo stelo molto lignificato provoca alivello del terreno l'accumulo di necromassa difficilmente elentamente degradabile che costituisce innesco di incendio e creando uno spesso strato feltroso impedisce l'emergenza di altre essenze meno vigorose Studi e verifiche sulla biodiversità vegetale e animale testimoniano a favore della presenza delle pecore
Gli allegati
sono noti alla pubblica opinione, sono tesi ufficiali di laurea
presso l'Università di Milano, passo preliminare per il
riconoscimento della attività pascoliva sperimentale fra le opere di
prevenzione attiva degli incendi.
Limitati problemi di erosione a carico del sito di mandratura (per ovvie ragioni logistiche) ma le fioriture non sono compromesse
Per quantoriguarda le specie floristiche, oltre a far rilevare che il pascolo
degli ovini non è esteso a tutto il Monte Cereto (rispetto ai primi
anni si è parecchio contratto), si rileva che la pecora asporta
parzialmente la parte vegetativa, mai i bulbi, rizomi ecc.; infatti è
possibile osservare ancora le fioriture sia negli spazi ove gli ovini
non pascolano, sia ricacci e talora fioriture tardive ove han già
pascolato. |