Ruralpini - Territori del cibo

 

 

 

 

 

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Un sogno che sembrava impossibile:

si torna a mietere in Valseriana

 

 

di Michele Corti

 

 

Sono passati meno di due anni da quando ero andato a trovare Andrea Messa nella sua Valzurio, una piccola valle laterale della Valseriana  (qui il fotoracconto). Andrea era animato da un entusiasmo incontenibile ma, al di là delle minuscole dimensioni dei suoi campicelli dimostrativi si poteva intuire che avesse delle idee molto chiare e la capacità di risolvere i non pochi problemi (anche semplicemente pratici) connessi al ritorno della coltivazione dei cereali in montagna.

Ne sanno qualcosa gli amici di Teglio, impegnati da ormai parecchi anni a recuperare le varietà autoctone (o comunque tradizionali) di grano saraceno e a rilanciarle la coltivazione. Mietilega o mietitrebbia? Piccole macchine o macchine più grandi con la barra inclinata? Non è facile trovare soluzioni. Specie perché in Europa e negli Stati Uniti l'industria meccanica ha "dimenticato" la montagna. Ci si deve rivolgere all'estremo Oriente, al paese del sol levante per reperire macchine specifiche.  Quello della meccanizzazione, però, è solo uno dei problemi. C'è da risolvere quello della scelta varietale e tanti altri aspetti tecnici. Incubato nel 2014, concretizzatosi sull'onda di Expo 2015 in un progetto con prevalenti finalità didattiche, oggi il progetto sul ritorno della coltivazione dei cereali in valseriana non è più un sogno.

 

Antenna2TV - Trasmissione/dibattito sul progetto "cereali asta del serio". 19.07.2016

 

Messa non si è scoraggiato e il suo entusiasmo ha contagiato non pochi aspiranti contadini, giovani ma anche meno giovani, ancora memori dei racconti sulla "battaglia del grano" e che - tra l'incredulo e il commosso - hanno dato la loro adesione, magari solo mettendo a disposizione qualche pertica.

Siccome l'enusiasmo non basta è stata costituita formalmente un'associazione e si sono sviluppati, anche con l'appoggio di enti locali, piccoli progetti raccolti sotto il bel titolo dei "Cereali dell'asta del Serio: grani, pane , pasta".

L'associazione è impegnata sia in "demo-coltivi" che nella coltivazione di campi dell'estesione di dicerse pertiche di terreno. Oltre che a curare la trasformazione (presso il mulino a pietra di Cerete) e la trasformazione.

I demo-coltivi sono stati realizzati quest'anno a Villa d’Ogna e a Candrietti (Piario) . Va chiarito che “un demo coltivo non è una coltivazione giocattolo”messa lì per soddisfare le curiosità di insegnanti ed alunni. Al contrario si tratta di un vero coltivo, su di una superfice ridotta (250-450 mq), con diverse varietà coltivate una a fianco dell’altra senza che queste vadano ad interferire tra loro nel proprio ciclo vegetativo e/o a dar luogo ad inopportune ibridazioni. A Villa d’Ogna, trovano posto: segale, frumento, orzo, patate, due varietà di fagioli ed una sola varietà di granoturco.

 

 

Poi ci sono i campi come quelli di Pedrengo,  allo sbocco della valle (ormai in pianura)  dove, im preparazione alle mietiture di luglio all’inizio del mese , è stata collaudata la nuova mietitrebbia cingolata di fabbricazione nipponica con lama di taglio di soli 120 cm: il risultato è ottimo ed ha permesso una sorte di addestramentodei possibili operatori che si troveranno ad operare con la stessa sui nostri, seppur dolci, pendii. Se ne stanno acquisendo anche le competenze tecniche per l'utilizzo e la manutenzione; problema questo che si estende a tutta la piccola meccanizzazione di montagna, praticamente inesistente da noi per lo specifico settore cerealicolo.

Il progetto dei cereali dell'asta del Serio coinvolgendo neocoltivatori, contadini di un tempo, le scuole, i proprietari dei terreni, gli artigiani della trasformazione alimentare ha tutte le caratteristiche dei progetti a dimensione comunitaria, fortemente orientati a valorizzare le implicazioni culturali, sociali, dell'attività agroalimentare.  Tali progetti, in Lombardia, si stanno aggregando e coordinando nella rete "Territori del cibo" già presente peraltro in Valseriana con l'esperienza pioniera di Gandino. Di qui la prospettiva, e la speranza, di una crescita di un vero e proprio network territoriale di esperienze di avanguardia in materia di "terra che ritorna a dare pane" (e a ritessere un legame sociale e simbolico tra le persone con la terra e tra loro).

 

erealicolo.


 

 

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