(13.07.15) La moltiplicazione degli avvistamenti di orsi nel Trentino orientale non è frutto di psicosi collettiva. E viene da chiedersi se la Provincia di Trento non stia attuando in segreto una politica di dislocazione dei plantigradi
Orsi trentini:
chi è affetto da psicosi?
La gente della montagna o i fanatici che vogliono riempire le Alpi di orsi?
di Michele Corti
(testimonianze raccolte da Laura Zanetti )
I personaggi politici e della tecnoburocrazia della Provincia autonoma di Trento, in particolare quelli del Corpo forestale e del Dipartimento foreste si smentiscono ormai l'uno con l'altro quando ci sono di mezzo gli orsi. Peggio, smentiscono anche sé stessi. Ma nonostante sia palese l'incapacità di tenere una linea unica e coerente si insiste a tenere la gente all'oscuro di quello che sta succedendo
Nel giro di poche settimane si è passati alla difesa della linea Maginot (gli “orsi non sono pericolosi, anche l'attacco a Zadra un falso attacco”) ad ammettere che il pericolo c'è e a richiedere (dott. Zanin) al Ministero degli interni l'autorizzazione alla vendita e al porto dello spray anti orso (quello che l'avv. Giuliano – tacciato di allarmismo - chiedeva sin dal 2013).
Di fronte all'evidenza di una gestione orsi sfuggita completamente di mano, alla paura palpabile nella popolazione, ai danni al turismo, alla clamorosa smentita di tutte le loro asserzioni e previsioni ( dicevano che “la popolazione di orsi ci metterà trent'anni per arrivare a quaranta esemplari” quando ne sono bastati dieci) i personaggi della “Tragicommedia dell'orso” non appaiono oggi molto attendibili (non lo sono mai stati).
Però certe asserzioni di pochi giorni fa (riportate da il Trentino del 10 luglio) dell'assessore Dallapiccola e del dott. (in legge) Groff, “responsabile orsi” dentro l'Ufficio fauna retto dal dott. Zanin nell'ambito del Dipartimento foreste diretto da Romano Masè (che è anche comandante del Corpo forestale) danno da pensare. L’assessore Michele Dallapiccola diceva che la popolazione di orsi è destinata a distribuirsi sul territorio in misura superiore rispetto a quando si è verificato finora. (Orsi: le femmine affezionate al Trentino occidentale) Ma Claudio Groff ribadiva che il momento della diffusione delle femmine ad Est dell'Adige è lungi dall'essere imminente. Non sarebbe l'unica volta che in queste settimane il politico e il burocrate appaiono a dir poco “non perfettamente allineati”.
Come fanno le femmine con i cuccioli ad attraversare l'asta dell'Adige?
Per ora tutte le femmine di orso deportate dalla Slovenia sono rimaste dove le avevano collocate. Loro e le loro figlie e nipoti. Tutte tranne la Vida che, subito dopo il trasloco - nell'agosto 2001 - tentò di tornare a casa. Però perse l'orientamento (o trovò degli ostacoli) e, dopo aver girovagato a lungo e in largo e raggiunto il bellunese e l'Austria, ritornò a Ovest dove finì investita sull'autobrennero fratturandosi una zampa nella collisione. Ma Vida, orsa “ribelle”, che non accettava la deportazione in Trentino, era un soggetto giovane e senza cuccioli sradicato brutalmente dal suo habitat. Ve la immaginate un'orsa adulta con i cuccioli che attraversa a nuoto l'Adige e poi la ferrovia, la statale, l'autostrada? Facile per un adulto scavalcare le reti autostradali, ma i cuccioli? Eppure, come riferito da Laura Zanetti (dell'associazione malghesi e pastori del Lagorai), il sig. Walter Lazzerini, pastore a Malga Cagnon de Sora,in comune di Telve nel Lagorai, il 28 giugno scorso - mentre stava sbinocolando per osservare possibili camosci sulla vicina montagna Toller - ha focalizzato con chiarezza un'orsa con due cuccioli. Qualcuno mette in dubbio che un pastore con lunga esperienza confonda con il binocolo un gruppetto di orsi con uno di camosci?
Ma allora come arriva un'orsa (con i cucciuoli) se, come dice Groff: “non si spostano mai dall'area del Trentino occidentale dove sono concentrate”. A pensare male si fa peccato, ma ci si azzecca (come diceva un famoso politico di altri tempi). E allora viene da pensare che quando Dallapiccola parla di " popolazione di orsi destinata a spalmarsi su tutto il Trentino" egli faccia riferimento ad un'azione segreta di dislocazione già in atto da parte della PAT.
Un modo per allentare la tensione nelle aree cade e per obbedire all'adagio "mal comune mezzo gaudio". Ma con gli orsi il gaudio non c'è proprio (salvo per i loro fan che se ne stanno tranquilli in città)!
L'orsa e i cuccioli non saranno stati lanciati dagli elicotteri (come si raccontava a proposito delle vipere) ma, con un anonimo camion ben mimetizzato, avrebbero ben potuto arrivare nel Lagorai di nascosto. Il Lagorai è un vero paradiso per gli orsi: poche strade, tanti pastori con ottima carne ovina, caprina, di vitello. Menù a scelta. La tentazione è forte.
Fedele alla linea
Intanto l'ineffabile dott. Groff (che resta "fedele alla linea" mentre l'assessore e il suo dirigente lo stanno scaricando) a proposito della moltiplicazione degli avvistamenti in tutto il Trentino insiste a parlare di "illazioni" mentre i media traducono in "psicosi" ("Aumenta nelle ultime settimane la psicosi per l'orso in provincia. Ora l'orso viene visto dappertutto, Vezzano, Cimone, Nanno, sulla strada vecchia di Levico, in Vallagarina, nel Bleggio, a Strigno ecc ecc." Aumenta la psicosi da orsi. Ma ora attenti anche ai lupi) . In ogni caso Groff, a seguito delle numerose segnalazioni, si è preso la briga di redigere un comunicato dal titolo: Voci e illazioni sulla presenza dell'orso nel Trentino orientale . Esso recita: “Nella parte orientale della provincia invece l'orso non è presente, salvo rarissimi esemplari, non stabili e per lo più in transito. Nessuna delle voci al riguardo che si sono rincorse in questi giorni è stata sinora suffragata dal benché minimo riscontro". Groff nella sua partita a poker per difendere come un giapponese Life ursus conduce un gioco azzardato. Negando i riscontri sulla presenza degli orsi in Valsugana e altrove nel Trentino orientale presta il fianco all'accusa di esporre le popolazioni a seri rischi.
Quanto siano “rarissimi” gli esemplari a Est dell'Adige lo smentiscono le notizie degli ultimi mesi. Ai primi di maggio un orso aveva lasciato le sue impronte sul Calisio (tra Trento – 3,8 km in linea d'aria dal duomo - e Civazzano) e quindi a Ronchi, in Primiero, in valle dei Mocheni e nei boschi di Civezzano, oltre che in bassa Valsugana. Secondo altre testimonianze negli stessi giorni orme erano state individuate anche in valle di Fiemme, ma è plausibile che si trattasse di un altro esemplare (Orme di orso dalla Valsugana alla val di Fiemme).
Sul Calisio l'orso è riapparso a fine giugno e si è fatto vedere ripetutamente sul versante Nord destando paura nel paese di Martignano tanto che Giorgio Degasperi, questore forestale in pensione, ha avvisato Groff che- dovendo fare da guida ad un'escursione di gruppo della Cassa rurale - per mettere in sicurezza i parteciupanti si sarebbe portato una pistola (L'orso è stato avvistato anche sul Calisio, paura a Martignano). Cosa che in Trentino non è ormai il solo a fare (e poi c'è chi dice di andare in giro anche con roncole ed altri gingilli...).
I forestali tengono nascosti i riscontri
In Valsugana fioccano segnalazioni di avvistamento degli orsi che non sono state raccolte dai media. Luciana Fezzi è titolare di un'Azienda agricola in loc. Stalletta diBorgo Valsugana) e riferisce che :
Attorno a Pasqua, dopo la recita del Rosario, io e mio marito stavamo andando a letto. Sto chiudendo i balconi e sento un urlo tremendo, mai sentito. Corro fuori casa..,vede qui sopra c’è un prato recintato con filo elettrico, dove le nostre vacche stazionano anche la notte… e sopra il muretto c’è un sentiero che porta a San Giorgio [località con 3 …4 case abitate]. Osservo che i miei animali stanno portandosi in alto , probabilmente attirati da quel “ verso”… La sera dopo tutte le bestie erano agitate così un mio nipote si è portato nel bosco per curiosità e ha osservato la presenza di tracce dell’orso…(le ha confrontate entrando in internet). Dopo qualche giorno abbiamo avuto la conferma da una persona che vive qui vicino e che lo aveva visto aggirarsi. Ho preso coraggio e ho chiamato i forestali i quali, dopo un breve sopralluogo, hanno raccomandato di non lasciare in giro cibo per i cani. Siamo indignati per quanto riportato a Rai 3 cioè che sono gli orsi ad avere paura di noi, non il contrario. Se penso quanto abbiamo lavorato nella nostra vita... senza strada e con 4 bambini ...!
A smentire la teoria della psicosi collettiva sono gli stessi forestali. Essi hanno precisi riscontri della presenza dell'orso ma li tengono nascosi. Non solo, ma essi inducono – grazie alla loro autorità di polizia - le persone che hanno avvistato l'orso a tacere. Clamoroso il caso di Rino Stefani un apicoltore di Tezze di Grigno che l'orso l'ha non solo avvistato ma anche fotografato. Indicando il sito dell' “incontro” con l'orso l'apicoltore racconta:
Qui l'ho visto e fotografato nel mese di marzo di quest'anno . Ho avvisato la Forestale che mi ha raccomandato di non dirlo alle persone del paese per evitare allarmismo. Io ho pensato: e se poi ci scappa il morto ? Non mi sembra che questa sia serietà. L'anno scorso mi aveva divelto alcune arnie e non ho presentato nessun carteggio per il risarcimento visto che sono valutate pochi euro. Vorrei invitare qui qualche verde a controllare le mie arnie ... Guardi io ho il porto d'armi sportivo, qui sopra ho il fucile e se dovessi trovarmi nelle condizioni di difendermi dall'orso non avrei dubbi ad impugnarlo.
Indicativo della situazione in Valsugana (e della posizione dei forestali "qui lo dico e qui lo nego") anche un altro episodio avvenuto il 10 luglio e riferito dalla stessa Laura Zanetti, in questo caso testimone di sé stessa:
Ieri sera di ritorno dalle malghe di Torcegno m'ero fermata al ristorante Le Pozze, sopra Roncegno terme. Sono entrate 4 persone e tra queste un forestale, che non mi ha riconosciuta. Raccontava che ieri un orso era stato avvistato al passo Manghen.