(14.07.15) Siamo andati ad intervistare la gente di Grigno, paese della Valsugana, dove lo scorso anno si sono verificati numerosi casi di predazione e l'orso ha passeggiato tra le case. La gente ha paura ma non si fa intimidire e il sindaco non ha accettato che a informare sugli orsi venissero gli ambientalisti
Grigno non vuole
convivere con gli orsi
(viaggio nel Trentino che non ne può più degli orsi)
C'era una volta, nel lontano 1997, un sondaggio demoscopico (costato parecchio al contribuente) con il quale la Doxa chiese al telefono a 1500 abitanti delle provincie di Trento, Sondrio, Brescia, Bolzano e Verona se erano d'accordo al rilascio di alcuni orsi nel territorio. Il sondaggio era una foglia di fico in quanto la reintroduzione degli orsi in Trentino era stata già decisa dalle lobby internazionali. La gente interpellata, (che l'orso l'aveva visto solo in televisione) rispose ovviamente SI, al 70%. Si fosse chiesto agli intervistati se erano d'accordo sul non poter più andare in montagna e per i boschi e acvrebbero accettato di sentirsi insicuri anche nel giardino di casa cosa avrebbero risposto? Il trucco è stato servito con cinismo e freddezza. E la democrazia è stata oltraggiata.
Quello che proponiamo di seguito vale di più del sondaggio Doxa (sappiamo tutti che i risultati di un sondaggio sono ampiamente manipolabili in base alle risposte) e al cittadino non costa un centesimo bucato. Il metodo, poco "scientifico" ma molto più "vero" è quello di far parlare la gente. Senza filtri. Per iniziare il viaggio nel Trentino che non ne può più di Life ursus e di tanti anni di balle siamo partiti dal paese più "periferico": Grigno, dove lo scorso anno l'orso ha creato molta paura sbranando bestiame e girando nell'abitato della frazione Selva
di Laura Zanetti
Il 18 giugno, con un cielo che fatica ad aprirsi, parto alla volta di Grigno, il quarto paese della Valsugana trentina per densità di popolazione. Obiettivo della visita la raccolta di testimonianze e mini interviste alla gente del luogo, che da giugno e luglio dello scorso anno era stato visitato da un orso. Abituata a Télve, rivolto al sole dall’alba al tramonto, (dopo Arco, il paese più temperato del Trentino, a detta dell’economista Pietro Nervi), ho sempre sottovalutato Grigno, l’ultima comunità, chiusa tra i monti, che collega la mia valle al Veneto. Mi sbagliavo.
“Oh Grigno in mezzo ai monti, tu sei bella ahimè” sospiravano i vecchi di un tempo. E ne avevano ben donde! Scopro infatti che questo paese, come pochi in Valsugana, conserva al suo interno una antica, interessantissima architettura rurale, una fantastica caserma asburgica, e che le Pale dei Grignati di pietra calcarea - che lo sovrastano e lo proteggono ad est - sono cariche di una bellezza paesaggistica che si intravede anche nel suo lato opposto: i monti della Barricata, la grotta del Calgeron, gli otto alpeggi, Selva di Grigno e il suo biotopo di notevole interesse naturalistico, a nord. E, per gli intenditori del buon cibo, la Conca d’Oro, una fantastica piccola trattoria che quest’anno compie 120 anni.
Percorro via Vittorio Emanuele che, in un susseguirsi di antichi portici, mi conduce al Bar Sport. Mi presento al gestore Gino De Lucca e in meno di mezz’ora il plateatico esterno alla locanda si riempie di cittadini che vogliono testimoniare sui 21 giorni di permanenza dell’orso, sulle sue scorribande, sulle loro preoccupazioni. C’è molta socialità tra gli abitanti di questo ultimo angolo di Trentino, dovuta, penso, al vivere tutti in orizzontale. Socialità che rende facile la raccolta di opinioni sulla presenza del grande predatore nel piccolo “ francobollo” trentino, a distanza di più di dieci anni dal Life Ursus, il progetto che a detta di molti è ormai fuori controllo:
SILVESTRI LUCIANA , di Selva diGrigno
Se lo vedessi non so che reazione potrei avere. Scappare non si può perche ti corrono dietro. Qui a Selva abbiamo il biotipo, adatto per passeggiate. Da quando c’è stata la sua presenza non ci vado più. Qui poi c’è anche la ciclabile del Brenta che porta dal lago di Caldonazzo a Bassano ed è molto frequentata da turisti, Temo anche per mio figlio che è sempre in montagna. Ora a funghi non si va più perché si ha paura.
DE LUCCA GINO , gestisce il Bar Sport
Sono il legale rappresentante del Rifugio escursionistico della Barricata e gli effetti sul turismo già si vedono. Credo ci sarà un effetto negativo su tutte le economie di montagna. Abbiamo 8 malghe e tra Malga Val Coperta e Malga Val Bruta abbiamo avuto una ventina di capi sbranati dall’orso. Le arnie di api nei pressi di Bicigrill e a Ospedaletto, vicino alla ciclabile del Brenta sono state totalmente divelte. Le mamme qui sono tutte molto preoccupate per l’avvio della colonia estiva in quanto tutte le attività educative proprie della colonia dovranno essere limitate ai soli spazi attigui alla colonia. Si sono fortemente contrario al progetto Life Ursus, per la sicurezza innanzitutto, e per il futuro del turismo. Vanno catturati e recintati. Una soluzione potrebbe essere che i funzionari della WWF li accolgano a casa loro, nel loro giardino.
BELLIN BARBARA, assessore alla Cultura del Comune di Grigno e insegnante
Deve essere tutelata l’incolumità degli abitanti del Trentino. I comportamenti da prendersi in caso di incontro con l’orso non sono pubblicizzati e comunque poco realistici, perché un conto è la teoria in conto è quando te lo trovi davanti. La soluzione è difficile da trovare. Lo stesso orso è una vittima di questo complesso progetto: il plantigrado ha diritto a vivere in aree diverse, in ampi spazi.
ANONIMO
Sono ancora fortemente indignato per quanto detto da Rizzi, Presidente del Partito Animalista Europeo alla morte di Moltrer, e non capisco come i Mocheni non siano andati “ a prenderlo” …se dovesse venire qui gli rifilo due sberle….
BELLIN DINO, ex Sindaco di Grigno
Per come la penso io, questo non è l’habitat giusto per l’orso. Sugli animali non ci sono mai sicurezze. E questi poi sono dei bestioni.
NARDELLI ENNIO , ex residente. Ora vive a Pergine
Quando metteranno caimani e coccodrilli nel Tevere e negli altri grossi fiumi d’Italia, allora si rintrodurrà pure l’orso.
MEGGIO ALBERTO , pensionato
Penso che gli orsi debbano essere censiti e quelli pericolosi che hanno fatto dei danni, spostarli in luoghi protetti. Io suggerisco di andare nei boschi tranquillamente…battere con un bastone come si fa con le vipere. L’animale più pericoloso è ancora l’uomo.
ANONIMO
Qui , alla fine del ‘700 c’era un orso che mangiava capre e pecore. I grignati si sono organizzati e dopo una settimana l’hanno scovato sulle Vezzene e ucciso. Questo è stato l’ultimo orso della Valsugana.
M.A , cittadino di Grigno
L’orso l’ha voluto la Pat. Ora sono troppi. Se non c’è una regolamentazione succederà ancora quel che è successo ultimamente. Occorre innanzitutto fermare la riproduzione.
BUSANA RUGIADA , di Cinte Tesino
Gli orsi è giusto che ci siano però in ampi spazi non antropizzati. Occorrerebbe costruire una gabbia dove mettere insieme orsi e animalisti che hanno protestato contro l’uccisione di Daniza. Ora sono troppo vicini a i paesi e poi sono troppi.
C.B. , commessa di Grigno
Sono mamma di bambini grandi quanto per andare in colonia della Barricata. Sono molto preoccupata. Qual è la soluzione: Monitorarli e sapere dove girano. Se l’orso era un’attrazione turistica ora sarà la morte del turismo.
ADRIANA , farmacista di origini napoletane
Perché non fare una riserva. In Puglia c’è uno zoo Safari e funziona.
LOREDANA, barista al Bar Sport
Sono molto preoccupata che l’orso mi mangi il bambino. L’ho manderò anche quest’anno nella colonia della Barricata però sono preoccupata. Qui ( e se la ride)…noi donne stiamo pensando di inviare un pullman dei nostri mariti su alla Barricata e che poi se la vedano con l’orso….
MACELLINI DANIELE , imprenditore artigiano
Ho un amico che in quel di Enego, lo scorso anno ha perso due vacche che erano in alpeggio. Io l’ho visto una mattina in località Masi Rovigo. Diciamo che qui i problemi più grossi li hanno avuti li apicoltori, mentre su alla Barricata ha mangiato una manza, nei pressi della colonia. L’orso se deve venire, viene da solo, non deve essere introdotto forzatamente. E quelli pericolosi vanno abbattuti.
DE LUCCA CHRISTIAN , 18 anni
Sono contrario. Per me dovrebbero stare dentro una riserva. Punto.
S. R. , stradino dipendente provinciale
L’orso per me può anche starci, purché si eliminino quelli problematici, che ora non sono solo problematici, ma anche pericolosi. Se hai la fortuna di vederlo scappare è anche bello Il problema verrà fra qualche anno quando aumenteranno.
C.E. , stradino dipendente provinciale.
Non l’ho mai assaggiato, però mi piacerebbe. Stò aspettando che qualcuno me ne venda qualche kilo.
NEROBUTTO TIZIANO
, imbianchino
L’orso è un falso problema. Puoi riempire tutti i giornali che vuoi, ma qui si lasciano indietro le vere priorità. Il Life Ursus è una scelta per poi passare alla caccia dell’orso
TRENTIN FABRIZIO , bancario
Vorrà dire che ci metteremo d’accordo con l’orso : quando va lui a brise ( porcini) non ci andiamo noi. Per il Trentino con il territorio piccolo che abbiamo il Life Ursus è un progetto assurdo. All’inizio era un fatto folklorico. Ora sono tanti, troppi.
SCHWANAUER
ENRICO, operaio con
residenza a Strigno
Tengo animali per passione a Bieno: capre, cavalli e cani. Temo sempre per i miei animali. Ora li devo tenere chiusi in stalla. Non puoi reintrodurre animali estinti dopo 200 anni quando le economie di montagna fanno fatica a sopravvivere, le strade sono asfaltate e quindi i turisti arrivano sempre più in alto dove c’è l’habitat dell’orso che ovviamente viene disturbato. Soluzioni? I Parchi, riportarli nei Parchi. La Toscana voleva Daniza, perché non gliel ’hanno data?. Il problema è che il Trentino è una vallata e quando l’orso scende difficilmente torna in alto. La provincia deve aspettare che muoia qualcuno prima di fare qualcosa?
ANONIMA , mamma di Grigno
In Barricata c’era molto turismo, ora sta calando tantissimo. Tutto ormai è condizionato dalla paura di incontrarlo. La cosa è davvero degenerata.
MORANDELLI VITO
, gestore
ristorante “ Conca d’Oro” di Grigno
La cosa è solo politica. A Trento mi conoscono e li mando tutti a fare in c. da sempre. Chi l’ha voluto? Dellai. Quindi portiamoglielo su nella suo maso in val dei Mocheni. Vorrei sapere quanti soldi sono stati spesi per creare l’ennesima lobby funzionale al potere. Soluzione? A me dispiace anche per l’orso, ma cosa possiamo fare? Mettere a repentaglio la famiglia? Hanno creato un casino… anziché mandare i Forestali a protezione delle colonie estive trentine io chiedo che siano aperte solo per i figli dei provinciali e senza alcun controllo della forestale.
MEGGIO NICOLETTA , lavora nella macelleria a Grigno
Abito sotto la montagna per andare per Selva di Grigno. Abbiamo spostato li il laboratorio della macelleria ed ora non cammino più a piedi per portarmi qui in centro, come facevo giornalmente, per paura di incontrarlo. Dobbiamo promuovere un referendum che elimini il Life Ursus. Ormai qui non si muove più nessuno tranne i cacciatori.
In ultimo ecco la forte testimonianza del primo cittadino, il sindaco LEOPOLDO FOGAROTTO:
"Qui la gente era particolarmente allarmata, perché la prima manza è stata mangiata dall’orso il 18 giugno 2014 mentre pascolava a Campo Capra, malga vicinissima alla colonia estiva della Barricata, frequentata dai nostri bambini, che giornalmente fanno brevi o lunghe escursioni nei nostri alpeggi.
Avevo così chiesto alla Provincia che ci inviasse Groff [responsabile carnivori dell'Ufficio fauna del Dipartimento foreste della PAT] per una serata informativa con la popolazione.
Inspiegabilmente nella stessa giornata mi contattava Walter Tomio, presidente di Valsuganattiva [associazione ambientalista] nonché custode dell’Oasi della WWF in Val Calamento, proponendomi una serata congiunta con Groff.
A noi interessava una serata con la Forestale, non con le associazioni ambientaliste, pertanto ho disdetto il tutto. Successivamente ho scritto al responsabile del Servizio Forestale dott. Masè, manifestando la mia preoccupazione circa la presenza dell’orso a ridosso delle case, nei pressi della macelleria, sollecitandolo ad intervenire perché noi non avevamo strumenti [di seguito viene riportata la lettera di risposta di Masé che "rassicura" il sindaco e parla di "presunto pericolo"].
L’Adige, in quei giorni, riportava correttamente la mia testimonianza rilasciata al giornalista, ma titolava con una mia supposta frase aggressiva nei confronti dell’orso, che io non ho mai pronunciato. Risultato: c’è stato un blitz animalista nella sede del Comune di cui si stanno occupando i Carabinieri ed il paese è stato invaso da poster «Giù le mani dall’orso»".
La risposta del dr. Romano Masé
Commento alla lettera di Masé (di Michele Corti)
Il 24 maggio era stato aggredito da un'orsa in val di Sole Sisinio Zanella che riportava solo leggere ferite grazie alla sua prontezza nel colpire l'animale con un bastone (vedi articolo Vita Trentina). Come poteva il 7 luglio Masé parlare di "presunto pericolo"? E su quali misteriosi dati si basava la sua incrollabile certezza sulla quasi assoluta mancanza di rischi? Quali "dati" potevano tranquillizzare la Forestale e i cittadini se si era solo alla prima di una serie di quattro aggressioni ad umani, in un crescente di gravità. Quanto agli "studi scientifici internazionali" si tratta di risultati ottenuti in condizioni controllate in cui dei ricercatori testano la reazione dell'orso al loro avvicinamento. In diversi studi condotti con questa metodologia - sulla base di centinaia di test - non si è mai riscontrato un solo "vero" attacco (anche se i "finti" attacchi avrebbero potuto far venire un infarto a persone non preparate). Peccato, però, che gli stessi ricercatori ammettano che i risultati non concordino con quelli ottenuti con il metodo delle interviste somministrate a protagonisti di casi reali di incontro inaspettato con l'orso da parte di gente comune senza preparazione (psicologica e conoscitiva). La frequenza dei diversi comportamenti di reazione dell'orso all'incontro con l'umano è diversa e si riscontra che l'orso è molto meno "pacifico". Come sempre è la scelta della metodologia che determina i risultati e l'uso di eleganti formalismi metodologici atti a rendere incomprensibili ai profani i risultati sono solo un abile (ma utilizzatissimo) espediente. Inutile constatare che dopo un anno e altre tre aggressioni, di cui una ha reso parzialmente invalida una vittima, le cose stanno sempre allo stesso punto e il gioco delle parti tra la parte politica e tecnoburocratica della PAT non cambia. Rossi, apice politico fa la voce grossa contro un parzialmente falso obiettivo (Roma) mentre Masé e Groff (entrato in provincia con Life Ursus) rimangono sempre al loro posto a sostenere che gli orsi non sono pericolosi. In Svizzera un orso come quello che ha terrorizzato l'altopiano di Asiago lo scorso anno sarebbe stato oggetto di forti azioni di dissuasione (specie quando, come a Grigno, gironzolava nelle vie e nei pressi della macelleria). Se la dissuazione (petardi, proiettili di gomma) non avesse sortito il risultato sperato sarebbe stato classificato "orso pericoloso" ed eliminato. Invece in Trentino, grazie al Pacobace che tutela gli orsi più della vita umana gli orsi non sono pericolosi perché si fanno carte false per non classificarli tali. Il pericolo c'è ma non viene chiamato con il suo nome. Perché il cittadino è suddito. |