(21.07.15) Oggi politici ed "esperti" (ai quali i primi delegano tutto) hanno perso il contatto con la realtà. Il progetto Life ursus è un esempio di delirio tecnocratico e del trionfo dell'ignoranza mascherata da saperi specialistici. Hanno scambiato il Trentino con un Wild North spopolato
Hanno scambiato il
Trentino con il Canada
(e insistono)
Gli "esperti" trentini pretendano di saperne di più dei veri esperti canadesi, gente con decenni di esperienza sul campo a contatto con gli orsi e forte di una conoscenza diretta delle interazioni uomo-orso. Hanno avuto la spudoratezza di presentare un brutto campanello "da orsi" (fatto con un lamierino da quattro centesimi che fa ridere per qualità sonora rispetto alle produzioni europee) come un deterrente efficace. Coprendosi di ridicolo. Infatti in Canada si sostiene che il campanello (sempre che l'orso percepisca il flebile suono) può servire nelle aree spopolate - in Canada significa 0,0 abitanti per chilometro quadrato - non in Trentino con 87 abitanti per kmq. Dove l'orso entra a contatto con l'uomo il campanello diventa pericoloso (in Canada si dice che il campanellino serve all'orso per avvisarlo quando la cena è pronta).
di Michele Corti e Giovanni Mocchi
I canadesi sono i massimi esperti di prevenzione di incidenti derivanti da indesiderati incontri con gli orsi. Il motivo è semplice: la popolazione ursina nord-americana si concentra negli stati Occidentali del Canada ed in Alaska (specie se parliamo di orso bruno). Nella British Columbia (BC) e nell'Alberta vi sono, però, oltre a grandi Parchi anche importanti città quali Vancouver, la capitale della BC sulla costa pacifica, non distante dalla statunitense Seattle e, nell'Alberta, Calgary ed Edmonton. Vi sono pertanto escursionisti e trekkers che frequentano i grandi parchi nazionali delle Montagne Rocciose (Jasper e Banff) posti tra l'Alberta e la BC dove la densità di orsi è, in alcune aree,inferiore solo all'isola di Kodiak alle vicine aree di terraferma in Alaska (dove l'orso locale viene persino considerato una varietà diversa dal più comune Grizzly). Ricordiamo che il Grizzly è solo una delle tante sottospecie di orso bruno, appartenendo alla stessa specie (Ursus arctos) del più comune orso bruno euroasiatico che è anche quello "trentino-sloveno" (Ursus arctos arctos) . Contrariamente a ciò che viene fatto credere non vi è una grande differenza di taglia tra grizzly e orso bruno eurasiatico in quanto le differenze dipendono più dalla nutrizione che dalla sottospecie. Tolti gli orsi di Kodiak (di taglia notevole) i normali grizzly canadesi possono presentare spesso dimensioni inferiori a quelle dei grossi orsi bruni europei.
Distribuzione degli orsi in Nord America
Nonostante la presenza di importanti città nella BC la densità di popolazione è pari a solli 4,68 abitanti per kmq, un po' più alta nell'Alberta (5,49 ab./kmq) per via della presenza di due città: Calgary ed Edmonton. Questi dati sono da confrontare quelli del Trentino, una delle aree più popolate di tutte le Alpi, con densità demografica pari a 87 abitanti per kmq.
Distribuzione della popolazione umana in Canada. Dove ci sono gli orsi non c'è nessuno e gli escursionisti che vengono dalle città entrano in casa loro. Tutto all'opposto in Trentino dove gli orsi sono stati artificialmente reintrodotti sulla base di un progetto politico e ideologico cinico inb un territorio fortemente antropizzato. le Montagne Rocciose canadesi sono "casa dell'orso", il Trentino "casa dell'uomo".
In Trentino, però, in estate (escluse le seconde case e chi effettua solo un'escursione giornaliera senza pernottare) si registra l'arrivo di 1,6 milioni di turisti che trascorrono in media 5 giorni presso una struttura ricettiva. Una circostanza che modifica significativamente la presenza antropicanelle aree normalmente meno popolate.
La presenza in Trentino dicentri abitati, più o meno grandi, a corona delle aree non antropizzate del gruppo del Brenta (dove sono stati dislocati gli orsi), fa si che l'interazione tra i medesimi e attività umane sia frequente e che agli orsi (quantomeno alla quota di popolazione ursina più “vivace”) diventi inevitabilmente famigliare il panorama olfattivo e sonoro legato alla vita dell'uomo (va ricordato che l'orso ha un olfatto molto più sviluppato di quello umano e un udito pari o superiore a quello dell'uomo).
Densità di popolazione nelle Alpi. Il Trentino è tra le regioni più popolate. Si confronti la diversità di densità demografica con le Alpi occidentali (ovviamente per non parlare delle Alpi Dinariche, dei Carpazi e della Transilvania, terre dell'orso). Life ursus ha potuto essere concepito solo da dei pericolosi fanatici.
Chi incontra gli orsi in Canada è da ogni punto di vista più attrezzato, sa che entra in casa d'altri
Inutile aggiungere che i trentini, almeno sino all' “invasione degli orsi sloveni”, frequentavano in buon numero boschi e sentieri per la raccolta di legna, funghi, piccoli frutti e che trentini e turisti frequentavano numerosi i sentieri e le strade bianche per attività all'aria aperta. Un quadro totalmente diverso da Canada dove l'escursionista, il trekker si trova spesso solo nel raggio di km e ha un profilo ben diverso, ed è decisamente più preparato ad affrontare la wilderness (orsi compresi).
Densità delle popolazioni di orso bruno (Ursus arctos orribilis) in Nord America
Forse, però, è meglio approfondure la differenza tra il Trentino e i mitici parchi nordamericani che hanno colonizzato l'immaginario collettivo nostrano in un quadro di pesante subalternità politica e ideologica nei confronti dell'egemonia “amerikana”. Una subalternità riguarda anche gli intellettuali progressisti (vedi il sociologo Duccio Canestrini su l'Adige con il suo vagheggiamento di un Trentino come Wild North italiano). A proposito di Parks è bene fare riferimento al paradigmatico Yellowstone, la patria di Yoghi. Il Trentino si estende su 6200 kmq con 540 mila abitanti. Yellowstone con abitanti 0 (zero) si estende su 9.000 kmq. La città più vicina dista 50 miglia dai confini del Park. Il più grande dei parchi trentini è il PNAN (Parco nazionale Adamello Brenta), la "centrale del male" che ha concepito Life ursus (ovviamente non da solo ma con la lobby conservazionista internazionale). Esso di estende su 620 kmq. Il Jasper National Parks in Canada, ricco di orsi, si estende su 28.500 kmq. Quantasei volte il PNAB, 4,6 volte l'intera provincia di Trento. La differenza è abissale.
Se vogliamo restare in Europa sono abissali le differenze di densità di popolazione umana tra le foreste dei Carpazi, della Transilvania, delle Alpi Dinariche e il Trentino. Per non parlare della frammentazione del territorio, della rete di sentieri e piste forestali, percorribili da biciclette e mezzi a motore. Di che cosa stiamo parlando? A volte ci si chiede: "ma stiamo parlando con degli esseri ragionevoli, con degli interlocutori in grado di intendere e di volere o con gente in perfetta cattiva fede che obbedisce agli ordini dei loro padroni ?"
Non c'è alcun angolo per quanto "impervio" del Trentino che non sia frequantato per motivi professionali, sportivi,ricreativi . Gli uomini frequentano assiduamente anche i lembi più "selvaggi", quelli dove gli orsi non ci sono neppure perché non ci sono risorse trofiche, preferendo invece i boschi accessibili ma anche le malghe, i frutteti, i margini dei paesi, gli alveari. Fatti semplici ma che gli "esperti" non riescono a concepire, persi nelle loro elecubrazioni (atte a nascondere l'inconfessabile).
I Signori dell'orso, che hanno per i sudditi trentini (non parliamo di cittadini, per favore) un rispetto e una considerazione di gran lunga inferiori a quelle che avevano i signori feudali per i servi della gleba, hanno voluto convincerli che la “convivenza” con l'orso è possibile, possibile anche in una regione densamente popolata come il Trentino. Chi lo ha deciso? Loro, evidentemente. Sulla base di quali elementi? Nessuno. Visto che una realtà con il grado di antropizzazione come il Trentino in cui si tenta la reintroduzione di una “popolazione vitale” di orso bruno è un fatto inedito. Ovviamente ai trentini non si è detto che erano cavie. Lo scoprono ora. Non ne sono felici ma Rossi finge di fare il "cattivo" con gli orsi e il "buono" con i sudditi (almeno quelli così stupidi da cascarci non vedendo che i "papà" degli orsi, a partire da Groff e Masé, sono sempre lì al loro posto ad offendere i sudditi qualificandoli come "mitomani", negando catture di orsetti e presenze ursine a Est dell'Adige e inviando gruppi di forestali a "visitare" chi si è "sbottonato" con Ruralpini).
L'uovo di Colombo: il campanello (bubbolone) della ditta Cochran. O no?
Fatte queste premesse è desolante constatare come gli “esperti”trentini dell'orso, per cercare di minimizzare il problema della paura a percorrere i sentieri nei boschi, abbiano mutuato dal Canada una “soluzione” semplice e miracolosa alla paura dell'orso: il campanello anti-orso. Peccato che essa viene sostanzialmente demolita nel sito delle norme di sicurezza dell'Università dell'Alberta
(sede ad Edmonton) un'Università che di orsi se ne intende, non solo per la collocazione geografica ma anche per avere nel proprio personale docente e di ricerca veri esperti di orsi. Cosa dice l'Università dell'Alberta: “Campanelli, possono servire, ma qualche volta hanno attratto gli orsi. Non consigliati in quanto non producono un rumore sufficiente ad avvisare l'orso del vostro sopraggiungere”. Per farsi sentire bisogna indossare diversi campanelli, aggiunge l'Università dell'Alberta, che però precisa:
I campanelli sono efficaci in aree deserte dove gli orsi non hanno mai avuto molti contatti con gli umani, ma in aree dove essi sono diventati abituati alla presenza dell'uomo un orso che si è abituato al cibo umano può avvicinarsiad una persona che porta dei campanelli.
Chiaro? Si tratta di un'osservazione che deve essere presa molto sul serio in Trentino in ragione della densa antropizzazione e della grande frequentazione delle zone boschive (ora in declino come auspicato dagli ambientali-animalisti che stanno ottenendo il risultato sperato utilizzando, da bravi giacobini, il terrore indotto da decine di orsi liberi potenzialmente in grado di fare a pezzi le persone).
Collocazione dei National Parks delle Montagne Rocciose rispetto alle città dell'Alberta
Ancora più espliciti sono i responsabili di Kananaskis Country, la porta di un sistema di parchi frequentati per attività sportive ed escursionismo a meno di un'ora di auto a Ovest di Calgary, la principale città dell'Alberta e sede dei giochi olimpici invernali nel 1988. In un'intervista al The Calgary Journal (4) Duane Fizor, responsabile del coordinamento dei servizi di informazione del Kananaskis Country, dichiarava a proposito dei campanelli anti orso: “Non funzionano per nulla. Noi non li raccomandiamo perché non producono un suono abbastanza forte”. Nel luglio scorso (2014) a Canmore a 22 km da Kananaskis una turista danese venne ferita da un orso. La direttrice del Banff Park in quella occasione ha dichiarato: “Evitate di fare affidamento sui campanelli che non funzionano”. L'ex soprintendente del parco, Kevin Van Tighem , che nel 2013 ha scritto il libro Bears: Without Fear (5) ha aggiunto:
I campanelli da orso danno fastidio agli altrie scursionisti e sono di fatto inutili nell'avvisare l'orso che state arrivando. Un orso ha bisogno di udire la vostra presenza in anticipo, non mentre state passando, perché quello è il raggio di udibilità di quelle tintinnanti robettine [or. Ingl.: those tinkly little things ].
Aggiungasi che in montagna vi sono spesso rumori di fondo (cascate, torrenti, stormir di fronde degli alberi) che vi sono dossi e l' effetto della direzione del vento. Affidarsi a un campanello è poco più che un gesto scaramantico (in linea con l'uso magico del suono prodotto dai metalli in tutta la storia dell'uomo) che conferma come il ruolo degli "scienziati" attuali resta in larga misura sovrapponibile a quello degli stregoni (operatori spesso degni del più grande rispetto nel contesto delle società tradizionali, normalmente molto più in buona fede degli scienziati ed "esperti" contemporanei organici agli interessi dei re di denari).
I campanelli: risultati contraddittori ma anche evidenze sconcertanti
I risultati di studi eseguiti sull'efficacia dei campanelli (riferitiad aree remote di Parchi nazionali) sono contraddittori . Elisabeth L. Jope, una ricercatrice del Deparment of Fisheries and Wildlife dell'Università dell'Oregon, nello studio eseguito per la tesi nel Glacier National Park del Montana (1), ha constatato che i campanelli aiutano... ad avvicinarsi maggiormente all'orso. Gli escursionisti che avevano avvistato l'orso portavano il campanello nel 24% (un percentuale uguale a quella dell'insieme dei gruppi di escursionisti censiti nel parco che nel venticinque per cento dei casi portavano il camnpanello). Ciò di per sé indicava che il campanello non aiuta a tenersi lontani dagli orsi. In realtà il campanello risultava controproducente e pericoloso. Infatti, analizzando la distanza a cui era stato avvistato l'orso emerse che chi portava il campanello lo aveva visto a distanza molto minore (in media 80 m) rispetto a quella di chi non portava il campanello (in media 300 m). Secondo l'autrice ciò non era dovuto ad un diverso comportamento degli orsi ma degli escursionisti con il campanello che manifestano un atteggiamento meno vigile nei confronti. In un successivo studio condotto nello stesso parco (2) la Jope trovò che l'uso dei campanelli riduceva il rischio di attacchi da parte dei grizzly.
Non può però non sconcertare quanto osservato "dal vivo", ricreando un esperimento da laboratorio in un contesto di (vera) wildernss da un esperto di campo che ha dedicato decenni della sua vita allo studio delle interazioni tra l'uomo e gli orsi e alle misure di prevenzione degli incidenti. Il personaggio in questione è il prof. Tom Smith dell' U.S. Geological Survey's Alaska Science Centre(coautore di diverse pubblicazioni scientifiche con il Prof. Herrero dell'Università
di Calgary) Nell'autunno 1999, mentre era intento ad altre ricerche sul comportamento dell'orso lungo la costa del Parco Nazionale di Katmai (3). Smith per diversi giorni si nascose in una tenda nei pressi di un tracciato molto trafficato dagli orsi e, con una lenza da pesca, azionava una serie di campanelli legati ad un cespuglio di ontano collocato lungo la “via degli orsi”. Non un solo orso (su quindici test effettuati su orsi singoli o in gruppo) si voltò aguardare in direzione del rumore e nemmeno tese le orecchie.
Per verificare che gli orsi non fossero sordi Smith provò a spezzare una matita in modo da simulare il rumore secco di un ramo spezzato. Gli orsi, quando udivano il rumore, si voltavano e guardavano verso il nascondiglio di Smith, collocato a circa 50 m di distanza. Come si vede non è solo l'intensità del suono a determinare l'efficacia dei campanelli ma appaiono in gioco diversi fattori. In ogni caso è evidente che non è un suono/rumore “strano”a far reagire l'orso. Nel caso del ramo spezzato era un rumore famigliare a destare l'attenzione degli orsi. L'orso si metteva in allerta perché temeva che si stesse avvicinando un altro orso (l'unico pericolo – a parte l'uomo adeguatamente armato – per i plantigradi).
Nel caso dei campanelli, secondo lo stesso Smith, che è un vero esperto, l'uomo potrebbe associare il suono alla presenza umana. Il che non necessariamente appare positivo perché, se è vero che l'orso potrebbe evitare l'uomo se viene associato uno stimolo positivo alla sua presenza (cibo) esso può apprendere l'associazione tra campanello, uomo e cibo appetitoso e facile da procacciarsi . E quindi potrebbe essere indotto ad avvicinarsi e non già ad allontanarsi dall'uomo. Questo succede sempre nel caso degli orsi confidenti che associano avanzi di cibo, rifiuti, odore di cibo conservato o in preparazione proveniente dalle case, dai campeggi, dalle auto, con l'odore dell'uomo. Il problema di alcuni “orsi sloveni” importati in fretta e furia dalla Slovenia senza le dovute analisi etologiche tra 1999 e 2002, è legato alla loro “confidenza” con l'uomo, acquisita in seguito alla frequentazione dei carnai (luoghi dove i cacciatori, i forestali addetti ai censimenti, gli albergatori attirano i plantigradi con carcasse di pecore). La mancanza di paura nei confronti dell'uomo di questi orsi (condizionati) dipende dall'associazione tra cibo abbondante (e facile da ottenere) con l'odore dell'uomo che ha manipolato la carne e che è sostato nei siti dei carnai.
Parla un trentino in Canada
Rocco Frizzi è un artigiano orafo di Riva del Garda che si trova nello Yukon (0,07 abitanti per kmq). Intervistato da L'Adige qualche giorno fa (www.ladige.it/territori/riva-arco/2015/07/18/canada-rocco-frizzi-spasso-orsi) il cercatore dichiarava:
Se penso al territorio trentino mi viene da ridere. L'orso ha bisogno di tranquillità, pensa cosa può succedere ad un animale simile che vive in un territorio antropizzato come la nostra provincia. L'idiozia dell'uomo è quella di voler autostrade, piste da sci, edificare cemento e nello stesso tempo ricreare l'ambiente da Mulino Bianco inserendo gli orsi. E ora gli orsi sono giovani e forti il problema maggiore sarà quando invecchiando faranno sempre più fatica a trovare cibo e allora il problema sarà maggiore.
Frizzi ha dichiarato che dal Canada si porterà a casa la bomboletta spray anti orso ("so che è illegale in Italia ma io voglio poter continuare a frequantare i boschi) e ha liquidato i campanelli con una battuta: "Ho letto dell'invito ad usare il campanellino o fingersi morti. Qui in Canada scherzando si dice che il campanellino serve all'orso per avvisarlo quando la cena è pronta".
Farsi sentire dall'orso: soluzioni a volte pericolose
Se fosse questione di “volume” il problema della produzione di suoni si potrebbe risolvere con l'utilizzo di campani più grossi o con altri fonti sonore. I veri esperti di orsi consigliano di cantare a squarciagola, di urlare, di emettere gorgheggi. Però non è pensabile di andare in montagna urlando continuamente. Si da fastidio agli altri e a sé stessi... e si spreca un sacco di fiato (le Alpi sono ripide...). Così è inevitabile pensare ad alternative più “fracassone” ai campanelli. In Canada vengono utilizzate anche delle trombe a gas (da stadio per intenderci) ma sul loro uso l'Università dell'Alberta è categorica: “attraggono gli orsi”. Un avvertimento che forse può valere anche per quegli allarmi a sirena (ce ne sono nella versione portachiavi da pochi euro) che, grazie alle moderne batterie miniaturizzate, riescono a produrre un suono acuto. Da ben 120db.
Nei giorni successivi all'aggressione, condotta a suon di morsi e zampate allo sfortunato Wladimir Molinari (che gli farà perdere, almeno in parte, la capacità di uso del braccio destro) a Trento una primaria ditta di ferramenta in pieno centro dichiarava: “Abbiamo venduto di tutto, non solo i sonagli ma anche le sirene da 120 db”. Una ferramenta dell'area più “calda” del Trentino dichiarava, invece, di aver venduto anche “bastoni scherzosi” (prodotti da una primaria ditta germanica di attrezzature invernali) muniti di campanello di bicicletta e di una bottiglietta di cordiale (per riprendersi dallo spavento in caso di incontro con l'orso). Ridere o piangere?
La guerra dei campanelli
Se le sirene, come tutti i suoni acuti, possono infastidire l'orso ed essere pericolosi cosa concludere su campanelli, sonagli, campanacci? Al nostro primo intervento sul tema che faceva riferimento al pericolo costituito dall'associazione tra campanelli e facili prede (asini, pecore, capre) gli “esperti” trentini hanno risposto con la solita sufficienza del “sappiamo-tutto-noi”. Biologhe evoluzioniste hanno sostenuto che l'habitat dell'Homo sapiens è la savana e che perciò bisogna lasciare i boschi temperati all'orso che "è arrivato prima" e che, credevendo di fare dello spirito, hanno evocato l'immagine di orsi acrobati che si arrampicano sui campanili alla ricerca di pecore da sbranare (ingannati dalle campane). Si è arrivati a sostenere che i pastori trentini non usano campani “Non c'è una sola pecora su 30 mila trentine con il campanellino" (spericolata dichiarazione dell'ass. Dallapiccola in un talk show televisivo con il presidente del WWF e una conduttrice molto ossequiosa che si è messa a ridere alla battuta dell'assessore). Si è speculato sul fatto che le campanelle anti-orso sono diverse da quelle degli animali ecc.
In realtà proprio per farsi sentire di più ditte specializzate canadesi come la Silverfoot di Squamish (a Nord di Vancouver) propongono campanelle a bocca aperta “alpine” e veri e propri campanacci da stadio (là non li usano per gli animali)https://www.silverfoot.com/store.php?crn=252.
Dallapiccola mostra in conferenza stampa il magico campanello "scaccia orsi". Un esempio penoso di provincialismo e subalternità culturale rispetto a tutto ciò che è nordamericano e anglosassone,
Le campanelle più piccole a bocca aperta utilizzate per capre, pecore, asini producono peraltro un suono indistinguibile da quello dei bubbolotti (sonaglio sferico) spacciati come “campanelle anti orso” e venduti a migliaia e migliaia di pezzi in Canada e Alaska ai turisti. Il perché del successo (e della sua importazione in Trentino) è facile da capire: una presentazione accattivante, colori vivaci e una serie di accessori (il cinghietto di Velcron, la custodia con magnete silenziatore). Per la PAT e gli "esperti" del Museo di Rovereto ha ovviamente pesato ancor più (“per la sua valenza educativa e promozionale”) l'effige dell'orso impressa sulla cinghia. Vedi la foto sotto riferita alla presentazione di Dallapiccola.
Ascolta il suono del campanello magico promosso dall'assessore Dallapiccola
Incidentalmente facciamo notare che la ditta produttrice del modello più popolare di campanello anti orso (proprio quello adottato dagli “esperti” trentini e dalla PAT) è prodotto dalla ditta Cochran che ha sede nel Manitoba, uno stato canadese con una popolazione di 1,57 abitanti per kmq. Un prodotto scadente, specie se messo in confronto alla grande tradizione culturale europea di produzione di campanelle e bubboli in parte sopravissuta anche nelle lavorazioni industriali. L'esito sonoro è misero. E persino una sonagliera di tale cianfrusaglia non fa molto rumore.
Ma Dallapiccola è espressione di un provincialismo e di una subalternità culturale (e politica) che a volte diventa imbarazzante che porta i trentini, ma anche gli italiani in genere, a preferire prodotti (materiali e intellettuali) di origine americana, anglosassone, estera anche quando il prodotto italiano/europeo continentale è palesemente di qualità superiore. L'idiozia di pensare il Trentino, le Alpi italiane come un grande National Park rappresenta, in grande, un'espressione analoga al "campanello canadese".
Bubboli identici a quelli “anti orso” erano utilizzati in passato dai lebbrosi e dagli appestati, erano usati anche per gli animali domestici in genere (anticamente in bronzo) e sono tutt'oggi utilizzati per gli asini e, soprattutto, per i cani (da caccia o no).
Antichi bubboli per animali e lebbrosi
Franco Zunino (esperto conservazionista estraneo alla lobby accademica e ambientalista) è intervenuto nella “guerra dei campanelli” ricordando che i lupi predano spesso cani di cacciatori con il bubbolo.
Ma venendo alle pecore, oggetto principale del contendere, il Dallapiccola dovrebbe informarsi meglio. In Trentino le campanelle sono largamente utilizzate per le capre (che l'orso non disdegna affatto) ma anche per le pecore. Si usano e si vendono campanelle e campani di varia misura (3-4-5-6-7 cm) in funzione dell'età della taglia e dell'importanza del capo nel gregge. Quelle piccole presentano un suono uguale a quello del bubbolo anti orso. Se è vero che i grossi pastori trentini orientali e veneti usano poco le campane per le pecore è anche vero che in un gregge al pascolo in montagna vi sono di solito 2-3 campane (raramente zero come nel caso del padre di Dallapiccola, che ha estrapolato all'universo Trentino il caso di famiglia).
A "Mela verde" una curiosa intervista ad un asino con campanello: "Scusi signor asino ma lei non ha un po' paura di attirare il signor orso con il campanellino?"
I pastori lombardi (che frequentano il Trentino occidentale, dove si concentrano gli orsi) utilizzano molte più campane (20-40 per gregge) e reputano impensabile non dotarne le pecore, non solo quelle che tendono a guidare il gregge ma anche le pecore che hanno partorito dei gemelli (per consentire loro di individuare la madre). La presenza di campane di diverse fogge e misure consente al pastore di riconoscere l'animale che ne è portatore e il suono consente di capire se un animale pascola, se beve, se scappa spaventato, se si sposta. Impagabile l'utilità delle campane nella nebbia, in caso di superfici cespugliate o con massi, avvallamenti, doline ecc.
La differenza nell'uso delle campane è da mettere in relazione con la morfologia dei pascoli alpini (meno accidentata in Trentino orientale e quindi tale da determinare meno facilmente lo “sbrancamento”, la frammentazione del gregge con la relativa esigenza di individuare i capi nella nebbia ecc.). Ancor più frequente è l'uso - anche in Trentino - dei campanelli in piccoli greggi. L'articolo “campanello” in ogni caso è venduto, sia per capre che per le pecore, da ferramenta, consorzio agrario (di Bolzano), rivenditori di articoli zootecnici di tutto il Trentino.
Le campanelle vendute in Trentino per capre e pecore sono di diversa provenienza. Ve ne sono di austriache della ditta Schiestl ( http://www.schiestl-fulpmes.at/ ) rivendute da un noto grossista di Trento (Franzinelli) che serve parecchi negozi di ferramenta nella provincia, le Chamonix della lombarda Camp (www.varrone.it).
Campanelle di varie misure dall'austriaca Schiestl vendute in Trentino a partire dalla dimensione 2,5x3,5 cm
Vi sono anche le campane sarde della ditta Sulis (nuke.campanacci.it/), belle ed economiche. Molto belle e potenti, ma costose e quindi poco diffuse le campane artigianali della ditta sudtirolese Formetall (www.formetall.it). Questi campanelli, più o meno panciuti, più o meno allungati, sono utilizzati anche per gli asini, notoriamente molto apprezzati (per la qualità della carne) dagli orsi gourmand.
Un tenero bocconcino per l'orso (e perché l'orso non dovrebbe prima o poi assaggiare anche la carne di cucciolo umano visto che gli si lascia fare quello che vuole e scorazzare come e dove vuole)
Quanto all'ironia sugli orsi “attratti dai campanili alla ricerca di pecore da predare” chi ha creduto di fare dello spirito (dimostrando scarsa competenza specifica sull'argomento del contendere) avrebbe fatto bene a tenere conto di una ricerca eseguita su tre greggi di ovini nella Norvegia centrale. I risultati dello studio, eseguito su centinata di pecore con radiocollare, sono stati pubblicata sulla rivista scientifica specializzata, cosa volete di più... Ursus (anno 2006, vol. 17, fascicolo 1, pagine 67-74). Essi evidenziano come, per le pecore, portare una campana costituisca un considerevole fattore di rischio di predazione (l'effetto, valutato insieme ad altri fattori, era altamente significativo dal punto di vista statistico), tanto è vero che gli autori suggeriscono di dotare gli animali di dispositivi alternativi .
Che bisogno c'è di comprare campanelli in Canada? Non servono a nulla, anzi sono pericolosi, ma se proprio si vuole giocare alla sonagliera ambulante in Italia c'è di meglio
Non ha certo valore statistico, ma è pur sempre indicativo, il fatto che la scorsa estate in un grosso gregge di pecore bergamasche all'alpeggio a Livigno (area cruciale tra Svizzera, Lombardia e Austria) l'unica pecora predata portasse un campano. Ed è emblematica anche la foto, che circola su internet, di una pecorella con campano vittima del famoso orso M13 (ora impagliato a Coira) in quel di Poschiavo nel 2013.
Che l'orso (come tutti i mammiferi) associ vari stimoli sensoriali al cibo è assodato, che predi preferenzialmente animali con campano pure, che i campanelli anti orso (anche quando non siano gli stessi identici modelli) abbiano suoni sovrapponibili a quelli utilizzati al collo degli animali domestici è altrettanto assodato. Ciascuno può trarre le conclusioni. E agli “esperti” che intendessero obiettare qualcosa proponiamo di fungere loro stessi le cavie di un esperimento “scientifico”.
Campanelli?
Piuttosto pensare a sigillare il cibo
Oggi, al fine di non aumentare l'irritazione della popolazione contro le istituzioni (Provincia, Corpo forestale provinciale, Parco Adamello Brenta), si sorvola sul pericolo costituito dal cibo. È bene sapere che in Alaska e in alcune zone del Canada la gente non può girare con (o lasciare in macchina) un minimo pezzetto di cibo. La gestione dei rifiuti domestici è ossessiva e quando ci si muove il cibo deve essere accuratamente sigillato. I ragazzi (e gli adulti) che “si ostinano” a percorrere i sentieri, i pascoli e i boschi del Trentino - violando il sacro territorio dell'orso Signore della foresta (copyright PNAB) - devono sapere che l'era del panino con la mortandela o la ciuiga nel sacchetto di carta è finito (speriamo non per sempre). E che associare effluvi di cibo dagli zainetti con il suono dei campanelli appesi ai medesimi , come da protocollo, è - a dir poco - imprudente. Solo junk food confezionato d'ora in poi.
Chi, fuor di ironia, per fare della demagogia ambientalista (e difendere scelte indifendibili), pensa ancora di usare il campanello come un mezzo per tranquillizzare le persone che non hanno più il coraggio di camminare in montagna, si assume una responsabilità gravissima perché nulla è più pericoloso che indurre, in situazioni di oggettivo pericolo, una falsa sicurezza negli esposti.
Intanto, di fronte a “consigli su come comportarsi in caso di incontro con l'orso” del tutto contraddittori (“fate il morto”, “indietreggiate”, “non indietreggiate”), quando non ridicoli, essendo chiaro solo che: “il comportamento degli orsi è imprevedibile e non ci può essere rischio zero” come (solo ora) ammettono le stesse organizzazioni ambientaliste sponsor degli orsi la gente non sa se abbandonarsi a un senso di rabbia piuttosto che di impotenza.
Intanto le attività dei ragazzi nelle colonie estive a Trento e ad Arco sono fortemente limitate “su consiglio dei forestali”. Però i forestali – per non assumersi evidenti responsabilità penali (in Trentino i politici hanno ancora l'immunità, ma i dipendenti della PAT no) - si guardano bene dal consigliare il campanello promosso dall'assessore Dallapiccola e dal Museo civico di Rovereto (sponsor la Cassa rurale).
Fortemente limitate solo anche le escursioni e la frequentazione del territorio (per motivi ricreativi, sportivi, di raccolta, di esercizio di attività agricole) e nelle “aree calde”. Si lamenta un forte calo di presenze turistiche (“Scriva che qui stiamo perdendo il 40% del turismo” ci ha dichiarato un titolare di una ferramenta di Tione aggiungendo: “Ma quali campanelli, qui non va più nessuno nei boschi, né turisti, né abitanti del posto”).
Quando si trattava di suscitare quella che viene eufemisticamente definita l' “accettazione sociale” degli orsi (ovvero di indorare la pillola amara) si raccontava che erano vegetariani (al massimo insettivori), timidoni, che non attaccavano mai e poi mai l'uomo, che erano una spinta favolosa per il turismo. Si potrebbe misurare "scientificamente" l'allungamentoi di certi nasi...
Ora che ci sono, e che non si può farli sparire con la bacchetta magica da un giorno al'altro, salta fuori che sono pericolosi. Forse si può/deve rinunciare ad andare a fare una passeggiata nel bosco visto che il campanello non serve e che non si sa come comportarsi se si incontra l'orso. A lor signori, non va bene neppure lo spray al peperoncino che pure il Dr. Zanin (capo dell' "avvocato" Groff) oggi caldeggia (dopo aver copiato pari, pari quello che aveva scritto l'avv. Giuliano). Invece il WWF ha dichiarato che lo spray, in teoria, ci starebbe ma che, per autorizzarlo, è necessario che ci siano ancora più orsi e che ci siano scappati un po' di morti. Dopo di che, - secondo il Panda - si potrebbe autorizzarlo, ma solo per i professionisti della montagna e previa la frequentazione di un apposito corso di formazione. L'ex ministro degli esteri Frattini ha invece smentito che le sue dichiarazioni "no al kit da Rambo per gli orsi" si riferisssero allo spray.
Stanno prendendo in giro i trentini con uno squallido giuoco delle parti
Per ora i boschi sono off limits ma chi vive a ridosso degli stessi cosa deve fare? Deve traslocare? Bisogna abbandonare le case isolate e i villaggi più piccoli? Bisogna continuare a rientrare a casa la sera facendo suonare l'allarme per il terrore di trovarsi l'orso in giardino? Lo dicano apertamente Rossi, Dallapiccola, Masé, Groff e gli altri “esperti” trentini di orsi (compresi quelli del Parco che non intervengono ma che muovono i fili). In queste settimane stanno giocando uno squallido gioco delle parti sulla pelle dei trentini. Rossi gioca al "capo poliziotto buono" (insieme a Zanin) mentre lascia a Groff e Masé la parte dei "poliziotti sbirri cattivi" (Dallapiccola riesce a fare tutto da solo) . Purtroppo non parliamo di storielle ma di storie vere perché i forestali sono poliziotti veri e vanno in gruppo a dai i sudditi che hanno osato raccontare che l'orso in Valsugana l'hanno visto. Ma Rossi i "poliziotti cattivi" li lascia sempre al loro posto, strizzando loro l'occhio.
Intanto quest'anno è stato baby boom per gli orsi mentre la PAT chiude i centri nascita dei cuccioli umani.
Note
(1) K. L. Jope "Interactions between Grizzly bears and hikers in Glacier Nationa Park, Montana , Thesis
http://ir.library.oregonstate.edu/xmlui/handle/1957/42516
(2) K. L. Jope, S. Bo. "Hiker behavior and the outcome of interactions with grizzly bears." in Leisure Sciences 6.3 (1984): 257-270.
(3) D. Smith, Backcountry Bear Basics: The Definitive Guide to Avoiding Unpleasant Encounters, The Mountaineers Books, Seattle WA (Usa), p. 91.
(4) del 17.10.2008
(5) K. Van Tighem, Bears without fear, Rocky Montains Books, Victoria (Canada), 2013