(04.08.15) La rinascita di eventi rievocativi, di azioni rituali e collettive, la riscoperta di strumenti della musica popolare sta contagiando le valli alpine lombarde dove le tradizioni erano state, più che in altri settori del meridiano alpino, dimenticate e degradate.
Il corno di San Glisente (XIV sec.)
è tornato a suonare
di Giovanni Mocchi
Il corno di San Glisente è tornato a suonare non solo sulle vette della Val Camonica ma anche delle Orobie bergamasche sulla scorta delle iniziative avviate dal Festival del pastoralismo (edizione 2014) ed entusiasticamente sviluppate dal comune di Berzo inferiore e da alcuni gruppi tradizionali camuni e seriani. Un entusiasmo che sta diventando contagioso e che lascia ben sperare su un diverso approccio (più legato alla realtà odierna, più consapevole, attivamente culturale e comunitario) alle tradizioni della montagna. Che lascia ben sperare.
In occasione della tradizionale festa di San Glisente, il 26 luglio 2015, si è ripetuto lāantichissimo raduno dei valligiani di Valcamonica e Valtrompia alla chiesa di San Glisente, la cui cripta, scavata nella roccia, testimonia di unāarchitettura raffinata e sapiente, databile intorno ai primi secoli del Mille.
Preciso è lāorientamento, tanto che al solstizio dāinverno una lama di luce penetra a illuminare la cripta e ad annunciare, lassù a 2000 m, il momento in cui inizia il cammino solare verso la primavera.
La devozione al Santo dei pastori si perde nella notte dei tempi ed è ribadita da un grandioso dipinto del XV secolo nella chiesa di San Lorenzo sopra Berzo inferiore. I quattro personaggi sembrano tracciare la vita del santo, nelle leggende reputato guerriero di Carlo Magno, dedito alla fine della sua esistenza alla evangelizzazione dei pastori, rifugiatosi nellāeremo del monte che sovrasta Berzo sulla sinistra orografica della Valle Camonica.
Il dipinto mostra Glisente allāatto di deporre la spada, poi seduto a mungere una pecora e ancora orante davanti alla chiesetta a lui dedicata. Sullo sfondo, non meno statutario, un pastore con bastone e lungo corno in legno che, nella suggestiva interpretazione dello studioso Germano Melotti, rappresenterebbe lāaltra versione della leggenda, quella che vuole il santo nato tra i pastori e poi assurto a vita eremitica.
Proprio il corno in legno, da noi identificato come una delle più antiche testimonianze di corno pastorale in Europa e presentato un convegno internazionale
svoltosi in primavera a Berzo inferiore, è tornato a suonare sui pascoli di San Glisente il 26 luglio 2015, nella ricostruzione fatta da Andrea Passoni, alphornista di fama internazionale.
Il medesimo strumento, databile 500 aC., è stato ritrovato in torbiere della Danimarca, e viene tuttāora utilizzato dai contadini in Romania, a raccontare una storia e cultura che accomuna 2500 anni di vita pastorale in Europa.
Oltre a Berzo inferiore, questi corni vengono ricostruiti e utilizzati
a Saviore dellāAdamello e a Valcanale, in Alta Val Seriana, dove le profonde valli e le vette rispondono a eco a questo affascinante suono finalmente ritrovato.Il corno di San Glisente (XV sec.) è tornato a suonare sulle vette della Val Camonica.