(17.11.13)
Con la
compiacente menzogna
scientifica
del lupo
"specie sempre
a rischio di
estinzione" si
ottengono
grassi
finanziamenti
per alimentare
le spese
clientelari
del sistema
parchi. Un
insulto a
contadini e
pastori. I
soldi ci sono
solo per
l'agricoltura
industriale e
la wildernss. E' ora di ribellarsi
Ecco a cosa serve il lupo
La consorteria dei Parchi, con l'ennesimo progetto pro lupo, si spartisce una torta di 7,15 milioni di euro. Nel totale disinteresse della politica per la montagna dell'uomo che verdi e speculazione capitalistica hanno tutto l'interesse a far sparire. Ecco un esempio lampante di "imbroglio ecologico". I "progressisti" e "democratici" amici del lupo si ingrassano a spese dei pastori che vivono disagi fisici e psicologici fortissimi per difendere i loro animali dai predatori. Con uno stato che sta con i nuovi signorotti dei privilegi feudali e dell'oppressione popolare e impedisce ai pastori di difendere i loro animali e, a differenza dei paesi civili impedisce qualsiasi controllo legale del predatore (che la patata bollente la gestiscano i bracconieri, basta che non si facciano prendere con le mani nel sacco) . Per orsi, lupi e linci licenza di uccidere. Per i pastori i danni e le beffe. Oltre a riempire le tasche degli entourage dei parchi i milioni di Wolf Alp servono anche per fare propaganda (nel senso peggiore dei regimi totalitari) e spiegare che i lupi sono animali timidissimi e che ci sono danni è solo colpa dei pastori zotici e ignoranti. Ai tempi di Boleslao e Ladislao forse c'era più democrazia. Di seguito il commento di Mariano Allocco, segretario di Alte Terre un'associazione che non ci sta a che il montanaro sia il nuovo servo della gleba. E fino a che è ancora consentita la libertà di espressione diciamo insieme ad Alte Terre che è un insulto non solo ai pastori ma a tante persone in difficoltà consentire che i parchi possano ancora sprecare denaro pubblico proveniente da tasse pagare da gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese.
Mon poder es que de dire
di
Mariano
Allocco
Ora che i finanziamenti nazionali stanno evaporando è vincente la capacità progettuale per accedere ai fondi strutturali europei, in questo contesto estremamente competitivo parrebbescontata avere una regia che collochi il tutto in un disegno architetturale condiviso, invece non è così.
Un caso per tutti?: il progettoWOLFALPS, un esempio da scuola di disorganizzazione istituzionale a livello centrale, di mancanza di autorevolezza degli enti locali e di uso improvvido difondi strutturali europei.
“The ultimate goals of the WOLFALPS project is to implement and coordinate wolf conservation actions core areas andbeyond in the Alps ecosystem, from West to East, to further support the natural wolf alpine recolonization process [1].
Questa è la prima frase degli “obiettivi e azioni” del progetto WOLFALPS ( l’importo è di 7.155.155 euro!) presentato da alcuni parchi nazionali alpini e altri soggetti, capofila il Parco Alpi Marittime. In essa mi sono inciampato subito. Mi sono letto il progetto, è pensato e scritto in modo moltoprofessionale e ritagliato su una visione del mondo alpino coperto da boschi popolati da selvatici, ma senza l’uomo che lo viva.
L’idea che i Parchi organizzino una azione con obiettivi cheesulano dai loro confini per darsi una missione pan-alpina inaugura interessanti scenari nuovi sui monti.
Il silenzio distratto da parte delle istituzioni locali lo leggo poi comeun segnale di debolezza e mancanza di strategia politica, quasi una rassegnata resa a una politica montana altrove attentamente progettata.
Perl’accesso ai finanziamenti europei occorrerebbe organizzare al più presto a livello regionale una cabina di regia, altrimenti qui il primo che si sveglia al mattino inventa qualcosa e così non va bene.
L’UNCEM, suquesto tace, è forse impegnata anche essa a promuovere uno scenario alpino verde? Le Comunità Montane da anni sonostate messe in condizioni di non nuocere, insomma, sulle grandi azioni che impattano la vita sui monti la situazione sta scappando di mano ai montanari inuna deriva che rasenta l’anarchia.
Chi è che ha voce in capitolo sull’avvenire della vita sulle Alpi? Va bene a tutti che ci si muova in ordine sparso con iniziative estemporanee per agganciare finanziamenti possibili senza una strategia d’insieme, scavalcando costantemente interessi di coloro che il monte vivono?
Qualcuno
pensa che le
Alpi possano
fare
concorrenza al
Canada o alla
Russia
diventando
un’unica
grande foresta
popolata da
selvatici? E’
questo
l’obiettivo
che si vuole
raggiungere?
La storia
insegna
diversamente.
Col progetto WOLFALPS i parchi, “primum vivere”, puntano alla sopravvivenza e questo progetto tanto faraonico quanto improvvido un po’ di ossigeno logarantirà e sicuramente non sarà contrastato da nessuno a livello istituzionale.
Per me peròla presenza del lupo decisa e gestita in questo modo la vivo come una limitazione della libertà, valore un tempo non sindacabile per i montanari.
Di sicuro se fossi in una posizione “deliberante” sarei da tempo sul cavallo grigio, ma ora “mon poder es que de dire”, nessun pericolo, su questo progetto l’unica voce fuori da un coro silente rimane la mia!
Un minimo di saggezza e lungimiranza dovrebbe però far capire che le Alpi e il Piemonte si meritano una politica montana di diverso respiro.