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Prof. Dr. Helghe Böhnel
 
 
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(03.03.13) Parte da Cremona la campagna di primavera del movimento NO biogas No biomasse

A Cremona, mentre alla Fiera di Cremona era in corso  Bio energy, un evento organizzato dai piazzisti del biogas per conquistare nuovi clienti i no biogas si sono riuniti per organizzare la campagna di primavera contro biogas e biomasse e per ribadire pubblicamente che il biogas è una porcheria leggi tutto

 

(19.02.13) Memorandum su biogas/biomasse per candidati/eletti

Nell'imminenza delle elezioni per il rinnovo del Parlamento il Coordinamento nazionale Terre Nostre dei comitati no biogas, no biomasse e per la salute e l'ambiente ha redatto un Memorandum che viene sottoposto ai canditati e che sarà anche basse di confronto con gli eletti. Vogliamo sapere se sischierano con una spregiudicata e pericolosa speculazione o con i territori leggi tutto

 

(17.02.13) Un fortissimo NO al biogas da Castiglion Fibocchi

Castiglion Fibocchi dopo Capalbio rappresenta una battaglia importante di quella che è una vera e propria guerra scatenata daalla speculazione biogasista contro l'agricoltura di qualità, contro le comunità rurali, contro un modello migliore di economia e di società. Dove il patrimonio rurale e civico sono forti e c'è la consapevolezza della loro importanza il biogas non passa leggi tutto

 

(23.01.13)Biogas: chi ricatta chi?

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(09.12.2012)Ad Assisi le biomasse diventano tema etico I comitati no biogas biomasse sono impegnati con tutte le loro energie nel contastare la realizzazione delle centrali. Nonostante ciò trova spazio nella loro iniziativa anche la riflessione sulle implicazioni morali dell'operazione "energia da biomasse": una spregiudicata speculazione che calpesta principi di equità, trasparenza, precauzione. Al convegno di ieri ad Assisi c'era il vicario del vescovo di Perugia. Un segno di una attenzione al problema che speriamo coinvolga anche altre diocesi da qui al prossimo appuntamento ad Assisi (primavera 2013) per la Marcia per la terra contro le bioenergie insostenibili. leggi tutto

 

(28.11.12) Serio rischio biologico con il biogas (sottovalutato specie in Italia) La co-digestione di matrici organiche di ogni tipo, animali e vegetali, di Forsu e - come succede già in alcuni paesi - dei fanghi di depurazione pone gravi rischi di contaminazione, in primo luogo biologica, a carico dei terreni agricoli utilizzati per la produzione di alimenti per gli animali e per l'uomo. In altri paesi come la Germania sono state introdotte normative per il trattamento e il controllo dei substrati in entrata e dei digestati. In Italia nulla di ciò e si spinge l'accelleratore di folli incentivi

leggitutto

 

(04.10.12) Biogas: tecnologia sporca e insicura? In Germania parrebbe di si.Una lunga catena di incidenti nelle 7 mila centrali a biogas germaniche. Le documenta un sito a partire dal 2010. 90 incidenti che comprendono non solo svasamenti di contenuto fetido dei digestori nei corsi d'acqua ma anche tante esplosioni e tantissimi incendi, Anche con persone ferite e ustionate. In un caso un ustionato è morto. Da segnalare un sabotaggio che ha provocato lo sversamento del contenuto di un digestore. Come possono i mercanti del biogas venire a drci che in Germania va tutto bene? In Germania stanno abbandonando il biogas e ci rifilano una tecnologia obsoleta. Con la complicità della politica e dei collusi negli apparati pubblici leggi tutto

 

(11.11.12) Le bioenergie fanno male al clima

La maledizione del biogas e delle biomasse viene giustificata con... Kioto. Ma le bioenergie peggiorano l'effetto serra. E ora anche la scienza e la politica se ne accorgono. Anche se i provvedimenti frenati dalla lobby sono parziali e non tempestivi  leggi tutto

 

(18.12.11) Mezzolara (Bo). 4 NO alla centrale-truffa

I piani energetici della regione  prevedono la rapida trasformazione della pianura emiliana (tranne le zone "esentate" del Parmigiano) in una gigantesca monocoltura maidicola per alimentare centinaia e centinaia di digestori. Ma la resistenza delle comunità che vogliono tutelare la terra, il cibo, l'ambiente, la salute si fa ogni giorno più organizzata e determinata. Ne ho avuto la prova a Mezzolara dove venerdì sera ho partecipato ad una conferenza sulle conseguenze ambientali e sulla salute del biogas. Tanta gente attenta e preoccupata, tanta passione e determinazione da parte del Comitato locale e dei medici-relatori (Luigi Gasparini e Salvatore Virzì) leggi tutto

 

(29.11.11)  Mezzolara (Bo). Biogas senza pudore.

Quattro impianti quadrigeminati da 0,999MW, nello stesso sito. Proposti da 4 società gemelle con lo stesso progetto. Una superficie occupata di 13,4 ha a fianco di un'oasi Natura 2000 e a poche centinaia di m dalle abitazioni. Alimentazione 100% cereali (80% mais). La regione Emilia che ha 'graziato' le aree del Parmigiano, concentra tra la bassa bolognese e il ferrarese una gragnuola di progetti con la benedizione di Legambiente e dei maggiori partiti. leggi tutto

 

(01.12.11) Vercelli/Alessandria. Le bioenergie mangiano l'agricoltura (bioetanolo)

Entro il 2012 sarà in funzione l'impianto di bioetanolo di Crescentino (Vc). In prospettiva utilizzerà trinciato di Arundo donax (canna comune) coltivata su una superficie di oltre 4.000 ha (marginali?). Il tutto con contratti di coltivazione e contorzismo e quindi la sparizione della figura dell'agricoltore sostituito dalle società bioenergetiche. Siamo sicuri che sia una soluzione sostenibile come proclama Legambiente? leggi tutto

 

(02.07.11) Nasce nel bolognese il movimento contro il biogas

Ieri sera affollata assemblea a Galliera. 10 comitati e tanta voglia di non mollare. Di fronte a speculazioni sfacciate che penalizzano pesantemente i residenti e l'agricoltura, di fronte alla scarsa trasparenza, al deficit di processo democratico. Un riferimento per chi in tutta Italia cerca - con grande difficoltà e ostracismi - di opporsi ad una vera e pericolosa truffa leggi tutto

 

(01.07.11) Estendere la coraggiosa iniziativa di Slow Food cremonese

Nell'assemblea di maggio della condotta è stata approvata una richiesta di moratoria per le centrali a biogas 'agricolo'. Cremona è l'epicentro di questa folle corsa, ma anche a Brescia, a Lodi a Mantova, a Bologna, a Padova sono numerosi i progetti realizzati o in cantiere. A Bologna è stata la stessa provincia a chiedere la moratoria alla Regione. Altrove comitati, associazioni, personalità preoccupate del futuro dell'agricoltura devono attivarsi per chiedere uno stop o severe linee guida limitative alle Regioni. leggi tutto

 

(01.07.11) Il biogas è un danno. In montagna lo è ancora di più

Intervento di Fausto Gusmeroli sul problema delle conseguenze nehative della diffusione delle centrali a biogas spinte dall'industria e dalla speculazione. Gli interessi speculativi hanno scatenato la corsa al biogas selvaggio che porterà - senza una moratoria - a centinaia di impianti da 1MW in Lombardia. Anche a Sondrio ne è stato realizzato uno e uno è in progetto leggi tutto

 

(23.06.11) Imbroglio ecologico, agricoltura truffata

Tra Bergamo e Brescia alcune società si offrono di provvedere alla realizzazione a loro spese, di impianti di biogas (da liquami e mais) con trattamento secondario di abbattimento dei nitrati. Si riservano tutti i proventi energetici, acquisiscono diritti di superficie per lunghi periodi e vincolano gli imprenditori agricoli al conferimento della quantità pattuita di liquami. Un ciclo ad alta insostenibilità spacciato per 'ecologico'.

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(02.05.11) Cresce in tutta la Padania l'opposizione alla folle corsa al biogas

Sono centinaia gli impianti di biogas che verrebbero realizzati nei prossimi anni nella pianura padana con il pretesto di risolvere i problemi ambientali (direttiva nitrati) e con la favola dell'energia rinnovabile.

Il risultato  consiste nel  'digerire' i contributi a fondo perduto regionali (erogati per rendere allettanti i forti investimenti), i contributi della PAC per le coltivazioni agricole ora convertite in colture 'elettriche', i super-incentivi elettrici e trasformare il tutto in super-profitti speculativi. Il tutto pagato più volte dall'ignaro consumatore-utente-contribuente a tutto danno dei veri agricoltori e a vantaggio economico di una lobby spregiudicata fortemente sostenuta dalla tecnoburocrazia. leggi tutto

 

(15.01.11) Biogas: una trappola per l'agricoltura

Ora che la corsa al biogas è scatenata c'è una parte di mondo agricolo che inizia a rendersi conto della 'fregatura'. Compito delle regioni fermare una speculazione che spaccia per 'agricoli' impianti da 1MW che 'divorano' gradi estensioni sottraendole alla produzione foraggera. leggi tutto

 

(03.11.10)  Gli equivoci delle 'rinnovabili

L'energia rinnovabile può rappresentare un'opportunità se riavvicina produzione a consumo di energia ridando controllo e responsabilità alle comunità locali.  Le soluzioni speculative non sono sostenibili specie quelle che divorano terreno coltivabile. Vanno invece premiate le soluzioni decentrate e 'contadine'. In ogni caso non si possono risolvere i problemi (fine petrolio e emissioni) in assenza di un forte cambiamento verso il risparmio di energia e il suo utilizzo più efficiente.

leggi il commento di Fausto Gusmeroli

 
 
 
 

 

(21.12.11) La diffusione delle centrali a biogas (liquami + biomassa vegetali) pone severi interrogativi sulla sicurezza biologica dello spargimento dei digestati residui

 

Dalla Germania allarme botulismo

 

(l'indiziato numero uno è il biogas)

 

di Michele Corti

 

In Germania il Prof. Böhnel ha da tempo lanciato l'allarme: con il biogas stiamo diffondendo nell'ambiente pericolose spore di Clostridium botulinum con i residui degli impianti a biogas. Una cassandra? No visto che a Reggio Emilia dicono che ...

 

 

Partiamo dal Parmigiano

 

Da noi, per il rischio Clostridi, la regione Emilia-Romagna nelle sue Linee guida per la localizzaizone delle centrali a biogas  "esonera" di fatto le aree di produzione del Parmigiano Reggiano (di fatto perché vieta l'uso degli insilati e quadi tutte le centrali "viaggiano" a insilato doi mais). Se, in base al principio di precauzione, si ritiene che il rischio si inquinamento della filiera del P.G. non valga la candela di qualche decina di MW in più, perché si sottovaluta il rischio rappresentato per la salute dalle spore di Clostridi che oltre a far gonfiare il formaggio  possono provocare gravi malattie all'uomo e agli animali?  

Quest'anno in uno dei tanti convegni in cui si allettano gli agricoltori con le sirene del biogas, alcuni ricercatori del Crpa (Centro ricerche sulle produzioni animali di Reggio Emilia) hanno presentatoil risultati delle loro indagini sul rischio che i digestati residui degli impianti possono rappresentare per la filiera del Parmigiano Reggiano. La comunicazione di Paola Vecchia e Sergio Piccinini si intitolava Biogas e Parmigiano-Reggiano: una coesistenza possibile? ed è stata poi pubblicata (pp 22-26) in "Agricoltura" (rivista della Regione Emilia-Romagna, Assessorato agricoltura), supplemento n. 48, Produrre biogas un'opportunità che piace agli agricoltori,  a cura di M C. Schiff  e di A. Apruzzese. (link al documento PDF). La pubblicazione si riferiva alle prove sperimentali condotte nel 2009 dal Crpa, con il finanziamento dalla regione e con il contributo del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, tese a verificare gli effetti del processo di digestione anaerobica sulla presenza di spore di Clostridium introdotte negli impianti di biogas tramite liquami bovini tal quali o addizionati di altre frazioni fermentescibili. Le conclusioni erano univoche:

 

"Alla domanda se le spore di clostridi aumentano oppure no nei digestati in uscita dagli impianti di biogas rispetto a quelle presenti nei materiali in ingresso, la sperimentazione condotta consente di rispondere che le spore aumentano nei digestati provenienti da digestori alimentati con insilati e liquame, mentre non aumentano nei digestori alimentati con solo liquame. I risultati ottenuti danno conto dell’attenzione che deve essere posta nello sviluppo di una pratica innovativa che può portare ad un arricchimento in spore del materiale organico destinato ad essere utilizzato come concime. Ciò avvalora le ragioni alla base dell’adozione da parte della Regione Emilia-Romagna del principio di precauzione, volto a evitare un accumulo di spore nel ciclo produttivo del Parmigiano- Reggiano".

 

 

Clostridi e spore: non è in gioco solo il Parmigiano che gonfia

I clostridi che possono "risvegliarsi" dopo mesi nel formaggio  Parmigiano e produrre quel gas (CO2) che gonfia le forme sono batteri anaerobi e sporigeni (formano all’interno della cellula vegetativa un’endospora). Le spore sono capsule protettive resistenti al calore, a radiazioni e a diversi agenti chimici, mantengono a lungo (decenni e oltre) la possibilità di germinare e dar luogo a nuove cellule vegetative qualora si presentino condizioni ambientali idonee. Questi batteri sono ubiquitari e possono essere isolati dal suolo, dall’acqua, dalla polvere, da sedimenti, da feci, da materiale in decomposizione, ecc. Il guaio è che sono spesso patogeni, per l'uomo e gli animali. Tra queste tetano, gangrena gassosa, tossinfezioni alimentari (da Clostridium perfringens), botulismo.

Ecco che entra in scena il Prof. Henge Böhnel, un ricercatore della prestigiosa e antica Università di Göttingen (Gottinga) che da anni studia il botulismo, che dal 2000 ha lanciato un allarme sul pericolo rappresentato da compostaggi e altre forme di trattamento dei rifiuti organici. Dal 2001 ha reso pubbliche le sue considerazioni circa l'esistenza di una forma di botulismo diversa da quelle conosciute, di tipo cronico o "viscerale" caratterizzata dalla presenza delle tossine botuliniche nell'ultimo tratto del digerente e responsabile, secondo Böhnel di diffuse forme di patologie delle vacche da latte, causa anche di ridotta produttività, per le quali non si riesce ad individuare una causa eziologica. Secondo Böhnel (ed altri colleghi) una significativa componente della popolazione bovina tedesca è affetta da questa forma di botulismo sub-clinico ma il botulismo è anche responsabile di una crescente mortalità sia negli animali domestici che selvatici.

 

 

Qualche settimana Böhnel fa nell'ambito del 16a European Biosolid & Organic Resources Conferences (Leeds, UK 14-16 novembre 2011) si è tenuto un seminario dal titolo: Botulism and other scares - how do we reassure the public on the safety of recycled organic wastes. [Botulismo e altri allarmi - come possiamo rassicurare il pubblico circa la sicurezza il riciclo degli scarti organici?]. La comunità scientifica pur accogliendo con prudenza gli allarmi di Böhnel  non li ha rigettati e li prende in considerazione. Del resto questo ricercatore non è l'unico a considerare gli impianti a biomasse con produzione di Biogas un rischio - o quantomeno una realtà la cui sicurezza è tutta da verificare. In una rassegna sulla letteratura scientifica in argomento pubblicato sulla rivista Bioresource Technology [ Vol. 87 (2003), pp. 161–166] A review of survival of pathogenic bacteria in organic waste used in biogas plants [ Rassegna sulla sopravvivenza di batteri patogeni negli scarti organici utilizzati negli impianti a biogas] l'autrice Leena Sahlström dell'Istituto Veterinario Nazionale dell'Università di Uppsala concludeva: The biosecurity risk associated with using digested residue as fertiliser is hard to assess, but this riskcannot be neglected. È difficile stabilire il rischio per la biosicurezza associato all'utilizzo come fertilizzanti, ma questo rischio non può essere trascurato]. Negli anni successivi diversi lavori non hanno dissolto i dubbi ma sono stati approfonditi i fattori di rischio. Innanzitutto è stato chiarito che in un grande impianto è molto più difficile garantire condizioni (di temperatura in primo luogo) omogenee (effetto anche di una miscelazione più o meno accurata). La sopravvivenza dei patogeni è legata a temperatura, pH, competizione tra microrganismi, disponibilità di nutrienti, effetti "protettivi" (per esempio aggregazione a particelle di materia organica). Quello che è chiaro è che in tutta la massa non possono essere assicurare condizioni isoterme. Altro dato assodato è che gli impianti (più economici e quindi più diffusi) a flusso continuo (entra in continuo materiale per alimentare il gigestore) sono più rischiosi rispetto a quelli a batch (il processo è discontinuo, si carica il digestore e si lascia procedere la digestione senza aggiungere e togliere nulla). Non vanno sottovalutati neppure i rischi di ricontaminazione dei digestati. È preoccupante constatare come diversi lavori mettano in luce come il Clostriudium perfringens (già richiamato come causa di tossinfezioni ooltre che di aborti) non subisca alcuna riduzione nei digestati. Allargando l'attenzione ad altri potenziali patogeni va messo in rilievo come anche gli Enterococci risultino molto resistenti alla digestione anaerobica. Preoccupanti anche i risultati esposti ad un recente concegno (Biogas e fertilizzazione dei suoli: oppurtunità e criticità, tenuto a Chiusa Pesio - CN - il 18 febbraio di quest'anno. Nella comunicazione di Bonetta et al. (Rischio igienico associato all'impiego di digerito in agricoltura) si evidenziava la presenza di Salmonella ssp. in un campione su quattro della frazione solida e in uno su tre di quella liquida. Lysteria monocytogenes (causa di Listeriosi, con esiti a volte mortali) in quattro su quattro e tre su tre campioni rispettivamente della frazione solida e liquida. Evidenze non molto rassicuranti.

 

 

Torniamo in Germania

 

La Germania è indicata come l'Eldorado del biogas. Il ministro dell'agricoltura lo scorso 27 aprile ha annunciato che si investiranno in coltivazioni da biogas 2 milioni di ettari ma già oggi sono ben 400mila gli ettari destinati ai digestori. La lobby e i piazzisti nostrani del biogas indicano la Germania ad esempio e modello. Ma i germanici andrebbero imitati su altre cose...  Sul terreno del biogas la disciplina e la poca flessibilità di quel popolo sta giocanbdo un brutto scherzo. Da noi una innata diffidenza, un certo spirito di contraddizione, la voglia di pensarla diversamente in molti casi ci rovina, in altri ci salva. I bravi tedeschi ci mettono un po' a realizzare che "energia rinnovabile", pulita sulla carta è in realtà una delle peggiori porcherie mai inventate. Ci mettono un po' a mandare a fanculo le organizzazioni ambientaliste ufficiali (forse anche meno peggio delle nostre). Fortunatamente da noi non è così. E se non fosse stato per il nostro spirito indisciplinato e ribelle e persino un po' da bastian contrari ci saremmo accorti chissà quando che il biogas è una follia pericolosa e dannosissima. Quando sarebbe stato tardi.

Negli ambienti dei veterinari che si occupano di fauna selvatica certe morie sono apparse sempre più sospette e si è finito per collegarle alle ipotesi di lavoro del prof. Böhnel . Così a maggio di ques'anno la più importante rivista germanica di fauna, caccia e cinofilia ha dedicato allo scottante problema un'inchiesta (link all'articolo originale)  con il titolo shock: TOD AUS DER BIOGASANLAGE. Basta conoscere quattro parole di tedesco per capire: La morte dagli impianti a biogas. Non si nega la preoccupazione per un fenomeno che potrebbe avere conseguenze devastanti per la fauna selvatica e si intervista il prof. Böhnel che ritiene che il caso di botulismo cronico riscontrato in 600 vacche della regione Vogtland in Sassonia (che ha colpito gravemente anche l'allevatore) . Helge Böhnel sostiene che non è un caso isolato e che ci sono migliaia di animali ammalati. Per lui i digestati residui della produzione di biogas ed utilizzate come fertilizzante (bio-fertilizzante!) sono una causa altamente probabile dell'aumento di botulismo. Il professore di Göttingen spiega anche il perché. Le condizioni di temperatura (40°C) dei digestori sono favorevoli alla moltiplicazione dei Clostridi. Nei digestori i Clostridi arrivano per più vie. Se si trattasse di soli liquami i rischgi sarebbero minori. Nei digestori arrivano scarti di macelli (anche in Italia!) persino ovaiole a fine carriera (si vede che è la patria di Liebig!). Ma c'è dell'altro: il mix di biomassa vegetale fresca e materiali organici contaminati da tossine. In primavera quando si raccoglie la segale verde per farne matrice da digestione le macchine operatrici uccidono i piccoli caprioli (che se ne stanno immobili senza fuggire perché quello è il loro istinto di difesa dai predatori). Se sono ammalati contaminano la massa raccolta e poi il digestore. A parte questa via di contaminazione abbiamo già visto che vi sono forti indicazioni circa la maggior pericolosità (per mancato abbattimento dei patogeni) della digestione di un mix di biomasse vegetali e animali che di sole deiezioni animali. Con i digestati (il miglior concime è ammendante che ci sia secondo gli apologeti del biogas!) le spore tornano sul terreno. Sia che contaminino foraggi raccolti e somministrati in mangiatoia o, direttamente,  animali domestici e selvatici al pascolo le spore arrivano nell'intestino, possono germinare e possono produrre tossine. Concludo per ora ricordando che il rischio sanitario del biogas non è legato solo ai clostridi o ad altri batteri patogeni. La wscorsa primavera autorevoli esperti hanno additato il biogas come probabile causa dell'epidemia di Escherichia coli E157:H7 che causò decine di morti. Poi poi la questione delle emissioni che affronteremo in una prossima puntata.

 

A titolo approfondimento ho tradotto un articolo molto sintetico del prof. Böhnel.

 


 

Malattie provocate da agenti presenti nel terreno e globalizzazione - Rischi per la salute per l'uomo e gli animali da Clostridium botulinum

di H. BÖHNEL

Institute for Tropical Animal Health, Georg-August-University, GöttingenKellnerweg 6, 37077 Göttingen, Germany

(traduzione della comunicazione Soil Borne Diseases and Globalisation - Health Hazards for Man and Animals by Clostridium botulinum 11th International Conference Of The Association Of Institutions For Tropical Veterinary Medicine And 16th Veterinary Association Malaysia Congress 23-27 August 2004, Sunway Yramid Convention Centre, Petaling Jaya: 250-251)

Introduzione

I batterici sporigeni appartengono al gruppo delle Bacillaceae.  Le specie del genere Bacillus sono aerobiche, quelle del genere Clostridium anaerobie, bastoncini Gram-positivi. Sono caratterizzati da produzione di tossine e spore. La maggior parte delle tossine provoca malattie letali. Le spore possono sopravvivere nell’ ambiente per decenni o secoli. La maggior parte degli sporigeni  possono provocare zoonosi; le più importanti sono il carbonchio  (di B. anthracis), il  tetano (di C. tetani) e il botulismo (da C. botulinum). Le prime due malattie sono abbastanza ben conosciute. Il Botulismo al contrario richiede di essere maggiormente  per la sua sempre maggiore importanza nelle produzioni animali. Dieci anni di ricerca sul botulismo portato alla seguenti considerazioni.

Considerazioni

Clostridium (C.) botulinum forma un gruppo di batteri che producono le cosiddette neurotossine botuliniche.

  • Essi producono anche altre tossine letali in parte prive di neurotossicità;

  • vi sono altri batteri che producono le tossine botuliniche (sia neurotossine che non neurotossine) senza essere identificati con il C. botulinum;

  • C. botulinum è classificato come causadella zoonosi "Botulismo".

Le tossine sono prodotte:

  • ex vivo in alimenti, mangimi e acqua e causano intossicazione quando assunte per via orale;

  • in vivo nel tratto intestinale (tossinfezione, intossicazione);

  • l'origine di qualunque produzione di tossine è legato alla moltiplicazione vegetativa dei clostridi;

  • i fattori scatenanti della produzione di tossine sono sconosciuti;

  • normalmente i clostridi possono moltiplicarsi nel terreno senza produzione di tossine.

Il botulismo è una malattia clinica  causata dall'azione di tossine botuliniche.

  • le neurotossine determinano il blocco della neurotrasmissione colinergica, ma anche di altri meccanismi neurotrasmettitori;
  • le non neurotossine determinano un blocco della modificazione della struttura cellulare di diversi organi;
  • le tossine influenzano molti circuiti di regolazione.

I medici devono accettare che il botulismo non determina solo un paralisi muscolare.

  • Botulismo muscolare : paralisi flaccida
  • botulismo viscerale  : blocco di regolamentazione diversi circuiti portando ad una diffusa e molteplice manifestazione clinica;
  • botulismo sistemico : sono colpiti  singoli organi e determina patologie ben definite ma che non evidenziano la loro causa.

Il botulismo è una malattia dell'uomo e degli animali. Può affliggere non solo gli animali a sangue caldo, ma anche i pesci e  i molluschi. Le vie di ingresso sono rappresentate dall’apparato digerente, dal sistema respiratorio (lesioni della pelle).

Le spore di botulino sono molto resistenti anche in condizioni ambientali difficili.

  • Una volta che gli ambienti sono infettati possono rimanerlo per decenni o secoli;
  • non ci sono disinfettanti che possono distruggere le spore in condizioni normali naturali;
  • le spore possono essere trasportate dall’ acqua e dall’aria;
  • le spore che contaminano alimenti e mangimi possono germinare e produrre tossine;
  • più alto è il numero di spore maggiore è la probabilità di rischi per la salute;
  • non esiste un test di laboratorio per distinguere tra spore dormienti e non più vitali.

La globalizzazione in agricoltura mezzi di trasporto di cibo e alimentazione su lunghe distanze da un continente all'altro. Questi prodotti agricoli possono essere contaminati con spore locali.

Nei paesi industrializzati si produce  una quantità eccessiva di deiezioni animali e di rifiuti biologici. I diversi metodi di trattamento di questi materiali possono determinare la moltiplicazione di  C. botulinum. Così il prodotto finale può contenere in numero elevato il patogeno (eventualmente anche in relazione a spore prodotte in contesti specifici).

Esempi sono:

  • Biocompostaggio;
  • produzione di biogas con i suoi digestati;
  • pollina e piume.

Nell’Unione  europea gli scarti della macellazione del bestiame di età inferiore ai due anni di età possono essere utilizzati per la produzione di biogas se il le carcasse erano sottostate all'ispezione delle carni. Questi rifiuti possono contenere spore di botulino, o anche prioni della BSE. Essi non sono distrutti dalla fermentazione con produzione di biogas. Quindi i digestati, le acque reflue e i liquami, possono contenere C. botulinum e contaminare fiumi e del paesaggio.
Questi prodotti vengono esportati per un loro utilizzo in paesi tropicali all’insegna del riciclo "biologico"  inteso come naturale e positivo per il destinatario. Letame bovino e guano sono stati esportati verso i paesi del nord per secoli. In futuro il rischio di contaminazione con spore di botulino aumenterà. Ci sono progetti di messa a coltura di zone desertiche. Tempeste di polvere intercontinentali potrebbero trasportare i patogeni verso altri continenti.

Conclusioni

Non c'è che una possibilità per ridurre il rischio per la salute per le generazioni future: arrestare la diffusione delle spore nell'ambiente. Il trasporto incontrollato di spore prodotte in siti specifici possono portare ad un pericolo incontrollabile per la salute per l'uomo e gli animali. Per ridurre il turismo internazionale di spore di C. botulinum, sono indispensabili  severi controlli nei paesi di origine. L'intrervento è assolutamente necessario. Ogni singola spora in una zona finora non infetta è una spora di troppo.

Bibliografia

1. Böhnel, H., Gessler, F (2003) Diagnosis of botulism since 1995. – Report of experience (in German). Berl. Münch. Tierärztl. Wschr. 116, 269-273.

2. Böhnel, H., Gessler, F. (2004) Botulinum toxins – cause of botulism and systemic diseases? Vet. Res. Comm. (in press)

3. Böhnel, H., Lube, K. (2000) Clostridium botulinum and biocompost. A contribution to the analysis of potential health hazards caused by bio-waste recycling. J. Vet. Med B 47, 785-795.

4. Böhnel, H., Briese, B.-H., Gessler, F. (2002) Methods for health risk assessment by Clostridium botulinum in biocompost. In: Insam, H., Riddech, N., Klammer, S. (eds.). Microbiology of Composting, Springer, Heidelberg, 517- 526.

5. Böhnel, H., Schwagerick, B., Gessler, F. (2001): Visceral botulism – A new form of bovine Clostridium botulinum toxication. J. vet. Med. A 48, 373-383.

6. Smith, L.D., Sugyiama, H. (1988). Botulism. The organism, its toxins, the disease. 2nd ed. Charles C. Thomas, Springfield.

 

 

           

 

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