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Commenti/Biogas: impotenza della politica

 

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(21.12.11) Germania. La morte che viene dagli impianti a biogas
La scorsa primavera in Germania, è stato lanciato un allarme per la salute degli animali domestici e selvatici. Da parte di un esperto internazionale in materia di botulismo, il prof. Helge Böhnel, si ritiene che la diffusione del botulismo cronico negli allevamenti bovini possa essere imputata alla diffusione degli impianti di biogas e allo spargimento dei digestati con spore di Clostridium botulinum. Alcuni veterinari  tendono anche ad attribuire alla stessa causa le morie di selvaggina osservate in alcune regioni e la più diffusa rivista faunistica e cinofila germanica ha dedicato al problema una inchiesta (copertina a fianco). Da noi la regione Emilia-Romagna per il rischio delle spore di Clostridi ha "esonerato" le aree del Parmigiano reggiano dalle centrali a biogas. Precauzione. Ma allora conta più il Parmigiano della salute? leggi tutto
 
(18.12.11) Mezzolara (Bo). 4 NO alla centrale-truffa
I piani energetici della regione  prevedono la rapida trasformazione della pianura emiliana (tranne le zone "esentate" del Parmigiano) in una gigantesca monocoltura maidicola per alimentare centinaia e centinaia di digestori. Ma la resistenza delle comunità che vogliono tutelare la terra, il cibo, l'ambiente, la salute si fa ogni giorno più organizzata e determinata. Ne ho avuto la prova a Mezzolara dove venerdì sera ho partecipato ad una conferenza sulle conseguenze ambientali e sulla salute del biogas. Tanta gente attenta e preoccupata, tanta passione e determinazione da parte del Comitato locale e dei medici-relatori (Luigi Gasparini e Salvatore Virzì) leggi tutto
 

(29.11.11)  Mezzolara (Bo). Biogas senza pudore.

Quattro impianti quadrigeminati da 0,999MW, nello stesso sito. Proposti da 4 società gemelle con lo stesso progetto. Una superficie occupata di 13,4 ha a fianco di un'oasi Natura 2000 e a poche centinaia di m dalle abitazioni. Alimentazione 100% cereali (80% mais). La regione Emilia che ha 'graziato' le aree del Parmigiano, concentra tra la bassa bolognese e il ferrarese una gragnuola di progetti con la benedizione di Legambiente e dei maggiori partiti.

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(01.12.11) Vercelli/Alessandria. Le bioenergie mangiano l'agricoltura (bioetanolo)

Entro il 2012 sarà in funzione l'impianto di bioetanolo di Crescentino (Vc). In prospettiva utilizzerà trinciato di Arundo donax (canna comune) coltivata su una superficie di oltre 4.000 ha (marginali?). Il tutto con contratti di coltivazione e contorzismo e quindi la sparizione della figura dell'agricoltore sostituito dalle società bioenergetiche. Siamo sicuri che sia una soluzione sostenibile come proclama Legambiente? leggi tutto

 

(02.07.11) Nasce nel bolognese il movimento contro il biogas

Ieri sera affollata assemblea a Galliera. 10 comitati e tanta voglia di non mollare. Di fronte a speculazioni sfacciate che penalizzano pesantemente i residenti e l'agricoltura, di fronte alla scarsa trasparenza, al deficit di processo democratico. Un riferimento per chi in tutta Italia cerca - con grande difficoltà e ostracismi - di opporsi ad una vera e pericolosa truffa leggi tutto

 

(01.07.11) Estendere la coraggiosa iniziativa di Slow Food cremonese

Nell'assemblea di maggio della condotta è stata approvata una richiesta di moratoria per le centrali a biogas 'agricolo'. Cremona è l'epicentro di questa folle corsa, ma anche a Brescia, a Lodi a Mantova, a Bologna, a Padova sono numerosi i progetti realizzati o in cantiere. A Bologna è stata la stessa provincia a chiedere la moratoria alla Regione. Altrove comitati, associazioni, personalità preoccupate del futuro dell'agricoltura devono attivarsi per chiedere uno stop o severe linee guida limitative alle Regioni. leggi tutto

 

(01.07.11) Il biogas è un danno. In montagna lo è ancora di più

Intervento di Fausto Gusmeroli sul problema delle conseguenze nehative della diffusione delle centrali a biogas spinte dall'industria e dalla speculazione. Gli interessi speculativi hanno scatenato la corsa al biogas selvaggio che porterà - senza una moratoria - a centinaia di impianti da 1MW in Lombardia. Anche a Sondrio ne è stato realizzato uno e uno è in progetto leggi tutto

 

(23.06.11) Imbroglio ecologico, agricoltura truffata

Tra Bergamo e Brescia alcune società si offrono di provvedere alla realizzazione a loro spese, di impianti di biogas (da liquami e mais) con trattamento secondario di abbattimento dei nitrati. Si riservano tutti i proventi energetici, acquisiscono diritti di superficie per lunghi periodi e vincolano gli imprenditori agricoli al conferimento della quantità pattuita di liquami. Un ciclo ad alta insostenibilità spacciato per 'ecologico'.  leggi tutto

 

(02.05.11) Cresce in tutta la Padania l'opposizione alla folle corsa al biogas

Sono centinaia gli impianti di biogas che verrebbero realizzati nei prossimi anni nella pianura padana con il pretesto di risolvere i problemi ambientali (direttiva nitrati) e con la favola dell'energia rinnovabile.

Il risultato  consiste nel  'digerire' i contributi a fondo perduto regionali (erogati per rendere allettanti i forti investimenti), i contributi della PAC per le coltivazioni agricole ora convertite in colture 'elettriche', i super-incentivi elettrici e trasformare il tutto in super-profitti speculativi. Il tutto pagato più volte dall'ignaro consumatore-utente-contribuente a tutto danno dei veri agricoltori e a vantaggio economico di una lobby spregiudicata fortemente sostenuta dalla tecnoburocrazia. leggi tutto

 

(15.01.11) Biogas: una trappola per l'agricoltura

Ora che la corsa al biogas è scatenata c'è una parte di mondo agricolo che inizia a rendersi conto della 'fregatura'. Compito delle regioni fermare una speculazione che spaccia per 'agricoli' impianti da 1MW che 'divorano' gradi estensioni sottraendole alla produzione foraggera. leggi tutto

 

(03.11.10)  Gli equivoci delle 'rinnovabili

L'energia rinnovabile può rappresentare un'opportunità se riavvicina produzione a consumo di energia ridando controllo e responsabilità alle comunità locali.  Le soluzioni speculative non sono sostenibili specie quelle che divorano terreno coltivabile. Vanno invece premiate le soluzioni decentrate e 'contadine'. In ogni caso non si possono risolvere i problemi (fine petrolio e emissioni) in assenza di un forte cambiamento verso il risparmio di energia e il suo utilizzo più efficiente.

leggi il commento di Fausto Gusmeroli

 

(25.12.11) La conferenza dei servizi riunita presso la provincia di Bologna il giorno 22 dicembre decide di non decidere sulla centrale a biogas di Galliera fa come Ponzio Pilato e demanda la decisione al Consiglio di Stato 

 

Manifesta l'impotenza della politica:

la corsa al biogas sta diventando

 un meccanismo infernale fuori controllo

 

di Michele Corti

 

Grande delusione del comitato per l'ambiente e la salute di Galliera che dopo le prese si posizione del presidente della Regione e del PD provinciale ha visto tornare in alto mare la speranza di bloccare definitivamente l'approvazione del progetto di una grossa società del settore. La questione biogas in ogni caso sta assumendo  la dimensione di problema nazionale sull'uso della terra. E a questo punto chiediamo a chi si è schierato contro l'eolico selvaggio e il fotovoltaico a terra: cosa aspettate a prendere posizione sul biogas che, se non arrestato, destrutturerà completamente i sistemi agricoli di molte regioni?

 

Il fenomeno della proliferazione delle centrali a biogas pseudo agricole, quelle da 0,999MW per intenderci - che lucrano il massimo di incentivi e approfittano di un iter autorizzativo unificato e semplificato - sta diventando incontrollabile. Gli interessi in gioco e gli appetiti crescono con la progressione numerica esponenziale degli impianti tanto che la politica, che ha consentito sotto la pressione di lobby potenti ed astute (nonché legittimate da un certo ambientalismo) alla messa in atto del perverso meccanismo, si dimostra impotente non solo ad arrestarlo ma persino a frenarlo e a porre dei paletti.

Ne sanno qualcosa a Galliera che è diventato un pò l'epicentro della resistenza contro le centrali a biogas. Anche perché qui, dopo iniziali tentennamenti di sindaco e parte della maggioranza, oggi non solo la cittadinanza ma anche tutto il consiglio comunale è schierato contro la centrale.

 

 

Il 22 dicembre il Comitato ha avuto una amara dimostrazione del fatto che la politica si è fatta scappare di mano un gioco che diventa sempre più grande e pericoloso. La conferenza dei servizi, riunita presso la sede della provincia a Bologna, ha deciso di non decidere e di rinviare al Consiglio di stato la decisione sul rigetto o meno del progetto presentato dalla BG agricola (società controllata da Sinergia Sistemi). Ciò nonostante le parole di decisa condanna delle centrali a biogas che utilizzano biomasse agricole vergini da parte del presidente della regione Vasco Errani che aveva preso una netta posizione sul'onda dell'emozione suscitata dalla puntata di ReportRai3 del 19 dicembre. Ciò nonostante la marcia indietro (o quantomeno i distinguo) del PD provinciale. Il Comitato si aspettava il NO definitivo. Che non è arrivato.

La politica dice no, le istituzioni (la burocrazia) sì

Quello che è successo nella conferenza dei servizi del 22 dicembre è stato sintomatico. La BG è arrivata con una nutrita schiera di consulenti (la società ha poi smentito che si trattasse di avvocati come in un primo tempo riferito dai mezzi di indormazione) . In ogni caso la riunione si è protratta  per ore e ore senza che uscisse  il NO tanto atteso. Anzi pare che alla fine l'unico ad opporsi sia stato solo il sindaco Teresa Vergnana mentre la Provincia avrebbe dato già parere favorevole. Così il segretario provinciale del PD, Donini ha commentato:

 «Dalle informazioni avute, ritengo le scelte della conferenza dei servizi molto deludenti e da parte della Provincia si è tenuto un atteggiamento molto burocratico. Per quello che ci riguarda continuiamo a ritenere che a Galliera non ci siano le condizioni per fare la centrale e continueremo su questa strada con tutti i mezzi a nostra disposizione».

Ma le istituzioni non dovrebbero rappresentare la volontà democratica? Che il ruolo della tecnoburocrazia molto spesso scavalchi la politica è un fatto noto. Qui, però, i politici si stanno chiamando fuori da un meccanismo che è stato avviato anche con il loro benestare. Oltre ai politici, però, in questa faccenda un ruolo molto negativo lo hanno svolto gli ambientalisti e persino tutti quelli opinion maker  che si sono eretti a paladini del paesaggio, della trasparenza, dell'antimafia a proposito degli impianti eolici o fotovoltaici a terra, ma che continuano a far finta di niente di fronte alle centrali a biogas.

Serve un cambio drastico delle regole del gioco e questo lo deve fare la politica, esponendosi. Non basta farsi belli a parole come Errani quando si sono approvati piani energetici scriteriati. Serve la MORATORIA per tutte le richieste di autorizzazioni di centrali a biogas in tutta Italia. Finché non sia chiarito che il biogas è accettabile solo se prodotto da scarti e non da materie prime agricole destinabili all'alimentazione umana o zootecnica, finché non si chiarisce che la cogenerazione e lo sfruttamento del calore non devono restare sulla carta e che la strada della sostenibilità è semmai quella del biometano immesso nella rete che sostituisce direttamente quello fossile. Non del biogas bruciato per produrre elettricità con rese energetiche nette modeste e fortissimi impatti negativi ambientali, sociali, territoriali, economici, igienici. Altrimenti affidati all'esame dei "tecnici" e della burocrazia, in una guerriglia impari di opposizioni e controdeduzioni, i progetti delle cenrtali continueranno in larga misura a passare.

Un appello a non nascondesi

Quando le società del business agroenergetico avranno il controllo della maggior parte delle superfici agricole (questa è la folle previsione del 2020), quando gli agricoltori saranno in larga misura legati contrattualmente al business e senza alternative, quale spazio resterà per una programmazione democratica, per una politica di sicurezza e di recupero di sovranità alimentare?

Le pale sui crinali dell'Appennino fanno schifo, per non parlare degli ettari di terreno coperti dai pannelli fotovoltaici, ma migliaia di impianti a biogas nella pianura padana rappresentano la morte dell'agricoltura, una trasformazione epocale del rapporto tra le comunità umane (dalla piccola frazione alla "macroregione"), la terra, le risorse alimentari. Le centrali a biomasse  rappresentano oltre che una prospettiva di destrutturazione dei sistemi agricoli anche una minaccia per l'ambiente (basti pensare all'aumento dell'uso di pesticidi e concimi chimici e dell'acqua di irrigazione), per la biodiversità, per la salute, per la vivibilità delle aree rurali (puzza, via vai di autocarri, crollo dei valori immobiliari). Perché le prestigiose firme che si sono schierate contro il fotovoltaico a terra e le centrali eoliche - con la lodevole eccezione (che purtroppo non fa che confermare la regola) di Carlin PETRINI -non muovono un dito? Perché ci sono in gioco interessi troppo grossi? Perché reputano che sia affare da "campagnoli" e quindi faccenda  da olfatti non troppo sensibili che un po' di puzza possono sopportarla. Ce lo dicano per favore.

 

           

 

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