(30.05.11) É soprattutto nelle regioni 'rosse' che sono stati realizzati devastanti 'Parchi solari'. Con la benedizione di Legambiente, spesso impegnata nella realizzazione attraverso il suo braccio
Barbarie fotovoltaica
di Michele Corti
La devastazione di paesaggi culturali millenari ad opera degli accecanti specchi fotovoltaici rappresenta una barbarie che andrebbe divulgata all'estero per far riflettere i potenziali turisti sull'opportunità di visitare un paese che non si ama e non si rispetta. E dove gli ambientalisti sono i primi complici degli scempi
La corsa selvaggia al fotovoltaico a terra è stata provvidenzialmente frenata dal governo che ha limitato gli stratosferici incentivi ad impianti a terra di max 0,2MW mantenendo il limite di 1MW per gli impianti collocati sui tetti. Gli 'ambientalisti' (!?) hanno elevato alti lai e lamenti. Sì, perché il governo così facendo ha ridimensionato le prospettive di business loro
e delle società amiche (italiane ma per lo più straniere). Nella vicenda fotovoltaico a terra è emerso chi ha veramente a cuore il territorio. La Provincia di Bolzano che tiene alla propria terra, all' heimat in forza di una cultura ben più radicata e credibile delle improvvisazioni ambientaliste, ha vietato in modo asoluto il fotovoltaico - non solo quello a terra - nelle aree verdi, e di ineteresse storico. In Lombardia, sulle Alpi, due progetti da diversi ettari di specchi solari
sono stati stoppati sul Lario e in Valtellina da provincie e soprintendenze. Precisiamo che nel caso della Valtellina (link nella colonna a fianco) i proponenti erano amministratori locali leghisti con chiari interessi privati nella faccenda. Però la provincia a presidenza leghista a detto no.
Cosa che non succede spesso nelle 'regioni rosse' dove la 'società civile' ma anche gli organi dello stato sono 'allineati e coperti' e non osano contraddire le caste al potere.
Così le dolci colline di regioni come l'Umbria vengono devastate da impianti come quello della foto. Una barbarie. E pensare che questi sono i paesaggi dei pittori rinascimentali, di Leopardi. Un biglietto da visita peggio dei crolli di Pompei. Ma è in Puglia, la regione più baciata da sole d'europa che le speculazioni nostrane e straniere si sono concentrate. Proprio dal 'tacco',
il Salento orgoglioso della propria rinascita e desideroso di autonomia, arriva una storia squallida che è finita solo per il buon senso degli amministratori locali e l'opposizione dei veri ambientalisti locali.
Contro chi se la prendevano gli oppositori del mega parco elolico da 26 ettari su suolo agricolo di Cutrofiano? Contro Legambiente che proponeva l'impianto 'a inseguimento solare' come modello di sostenibiluità. Lo ha fatto attraverso il suo 'braccio operativo' ovvero la società
AzzeroCO2. Ma I lavori da chi sarebbero stati eseguiti? Le televisioni locali e i blog scavando nella compagine della società che ha proposto il parco fotovoltaico a Cutrofiano hanno messo in evidenza che a realizzare e gestire il parco sarà Exalto, una società che ha per presidente
Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e direttore responsabile della rivista QualEnergia. Ma anche componente del Comitato Scientifico di Legambiente. Altro proprietario di Exalto è Mario Gamberale, che è sia in AzzeroCO2 che nel già citato Comitato Scientifico. I guadagni del parco, quindi, non sarebbero andati direttamente a Legambiente, ma a due sue esponenti. Di qui la rivolta di circolo di Legambiente locali ma anche del Nord Italia informati dai 'dissidenti'
salentini. Una vicenda veramente edificante e che dovrebbe aprire gli occhi a tanta gente.