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ribelle: l'alpeggio che vive
(08.08.17)
L'alpe Cavisciöla è
sempre più un emblema della resistenza casearia, contadina,
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altrove (anche in alpeggi vicini) il depotenziamento della pratica
dell'alpeggio, ha fatto passi da gigante .
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Bomino: passato e presente di uno storico formaggio
(01.08.17) Una valle incantata,
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Alpeggi di Cavargna Tra luci e ombre
(25.06.17) Di
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dove, tranne annate eccezionali, le piogge e i temporali sono
frequenti. In val Cavargna, a differenza della più meridionale valle
Intelvi, caratterizzata da substrato carbonatico, le sorgenti sono
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Francesco Curti, che mi ha accompagnato a visitare l'alpeggio comunale
(l'alpe di Rozzo, 1480 m) che, da quest'anno, è caricato da un giovane
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(23.07.17) Una mucca "in
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disumanizzanti dell'agroindustria
Articoli per argomenti
|
La
festa dei cani pastore (a
Cusio)
(28.08.17)
Agosto è
mese di feste in montagna e da diversi anni gli alpeggi sono
protagonisti di iniziative finalizzate ad avvicinare chi fruisce la
montagna per relax, sport, turismo. Tra le varie iniziative vi sono
anche delle gare dedicate ai cani pastore e ai loro
conduttori. Gare particolari, perché la prova di lavoro non è, come di
regola con i cani, su ovini, ma su bovine da latte. Hanno ben
poco a che fare con il mondo della cinofilia, delle competizioni Enci.
Occasione per ricordare il lavoro insostituibile dei cani da conduzione
queste gare sono prima di tutto una festa della montagna, un'occasione
per avvicinare pastori e malghesi di valli vicine e lontane.
Un po' di storia
Il
13 agosto a Cusio (piani dell'Avaro) e il 19 a Morterone (Costa del
Pallio) si sono svolte anche quest'anno le gare dei cani pastore con
prova di lavoro su mandria di vacche da latte. Si può dire che questi
avvenimenti sono diventati una tradizione della montagna lombarda in
quanto la prima gara dei cani da pastore si è
svolto al passo Crocedomini tra il 1989 e il 2013. Nel 2014, a causa di
circostanze molto spiacevoli di cui parleremo dopo, l'evento del
Crocedomini è stato annullato e non è più
riattivato. Raggiungibile dal centro della Valcamonica e da
Bagolino il passo rappresentava una localizzazione ideale con le sue
ampie distese di pascoli appartenenti a diverse malghe.
La gara era
scaturita dalla passione di Alessandro Avogadri fondatore nel 1988
dell'associazione per la valorizzazione degli alpeggi. Avogadri
(discendente da una famiglia di grossi malghesi della val Seriana)
aveva maturato da giovane una grande esperienza per l'addestramento dei
propri cani da lavoro con bovini e
suini, utilizzati nelle due aziende agricole di famiglia in provincia
di Cremona e, nel periodo estivo, sugli
alpeggi di Bergamo dove erano portati i giovani bovini. Lo scopo delle manifestazioni organizzate
dall’associazione di Avogadri consisteva nel sostenere e valorizzare,
agli occhi del pubblico,
l’attività degli alpeggiatori, pastori e malghesi, mettendo in luce
come il loro lavoro fosse utile nel garantire alla collettività servizi per
la manutenzione del territorio (quelli che oggi si definiscono
"ecosistemici").
Le prove dei cani: un vero e proprio sport
Non vi era l'idea di offrire uno spettacolo
folkloristico per attirare il turista; tantomeno l'idea di emulare una
cultura sportiva che ha solide radici nei paesi anglosassoni dove,
specie in Scozia, le finali nazionali delle prove cani pastore
(rigorosamente border collie) sono seguite in tv come partite di calcio
e vi sono le squadre "nazionali" che partecipano a competizioni
internazionali.
In anni recenti anche da noi, con la diffusione del border
collie, e di altri cani pastori dello stesso ceppo, si sono
diffuse le prove di lavoro dei cani su pecore. Dal momento però che
molti possessori di cani, desiderosi di farli competere sul piano
sportivo, non hanno pecore (qualcuno ne tiene apposta qualcuna per
addestrare il cane) hanno avuto poi larga diffusione da noi le gare di
agility.
Quel nesso, che rimane vivo in Scozia e altrove tra appassionati e
professionisti della cinofilia e il mondo rurale, da noi è allentato.
Così anche le gare dei cani pastore (quelle a forte contenuto sportivo)
rischiano di essere frutto di una cultura rurale d'importazione (ma la
cultura rurale non è tale se non ha radici autoctone).
Il disaccoppiamento tra cinofilia e pastoralismo da noi è molto forte.
Ciò anche prescindendo dai fattori generali di marginalizzazione della
cultura rurale che altrove è parte della cultura nazionale. L'allevamento
ovino transumante, che pure vede nel cane da conduzione, un
elemento insostituibile, ha difficoltà a gestire la riproduzione dei
cani, specie da quando la dimensione dei greggi è enormemente
cresciuta (passando da 300 a 1500 capi nel gregge nel
giro di mezzo secolo).
Da parte sua la cinofilia, come avvenuto comunque anche in altri paesi
e con altre razze di cani pastore, ha preso, nel caso del cane pastore
bergamasco (foto sopra) un orientamento "da mostra",
accentuando l'interesse per gli aspetti estetici nel mentre
l'attitudine al lavoro, per ragioni oggettive, non poteva più essere
verificata, mantenuta, migliorata. Il cane bergamasco è nato con la
transumanza e la sua attitudine, il suo modo di lavorare è specifico.
Fargli fare gli esercizi da border collie non ha senso.
Va richiamato che anche nel border collie la selezione per l'attitudine
alla gara (con la standardizzazione delle prove suddivise in esercizi
cui sono assegnati punteggi) ha condizionato l'evoluzione della razza e
le sue doti mentre, sullo stesso ceppo, il welsh collie e il bearder
collie hanno continuato ad essere selezioni per il lavoro in campo. Una
delle differenze tra il lavoro in campo e in gara è il numero di
pecore, ridottissimo nelle prove "sportive" (un particolare non da
poco).
In
realtà esistono anche competizioni per cani "bovari" (Usa, Australia)
ma anche in questo caso basate su prove standard con pochissimi capi.
Un evento originale
L'idea di Avogadri era quella di mettere alla prova i cani sul loro
terreno di lavoro durante il periodo dell'alpeggio in condizioni del
tutto analoghe a quelle del lavoro ordinario. Quella che Avogadri
chiamava semplicemente "gara", dopo un avvicendamento
che vide l'organizzazione pasare dall'Associazione valorizzazione degli
alpeggi all'associazione Vivere la montagna - avvenuto nel 2004 -
è stata
chiamata pomposamente "campionato", definizione poi adottata anche per
la manifestazione bergamasca ai piani dell'Avaro (Cusio, alta
Valbrembana). Una concessione alla comunicazione destinata al grande
pubblico.
Quante cose sono cambiate in meno di vent'anni
All'origine, correva l'anno 1989 (che
pare ormai lontano) concorrevano al Crocedomini 30-40 cani, prevalentemente derivati
bergamaschi. In seguito i soggetti iscritti superarono i 100.
Cane pastore bergamasco in azione alle
gare del Crocedomini
Nei primi anni dell'evento del Crocedomini non si registrava ancora la
diffusione dei border collie e degli australiani e i meticciamenti
erano ancora praticati con pastore tedesco o belga. Nelle ultime
edizioni della gara dei cani di Cusio si registra una certa ripresa di
interesse e di presenza per il bergamasco. Sotto Artù di Devis Albani, uno di quei maschi che stanno riportando il bergamasco nel pieno delle proprie attitudini.
Accanto al
bergamasco o " derivato bergamasco" (per distinguerlo dai soggetti con
pedigree Enci) l'altro tipo di cane tradizionale è il "pastore
camuno",
un tipo che ritroviamo in una vasta area geografica al centro della
pianura padana dove nei secoli avveniva in inverno l'incontro dei
transumanti veneti, trentini, lombardi ma anche della Toscana che
rientra nell'area settentrionale (a Nord della linea La Spezia-Rimini).
Si tratta di un cane chiamato anche "pastore delle Apuane", "pastore
della Lessinia", "pastore del Lagorai". Questo secondo tipo ha pelo
di
media lunghezza,
orecchie erette, muso più allungato (lupoide). In comune al bergamasco
ha spesso l'occhio azzurro (uno o entrambi). Il colore dell'occhio è
associato alla colorazione del manto, caratterizzata da un modello di
diluizione della pigmentazione (effetto "pezzato" o
"arlecchino") determinata dal gene "merle". Il gene (a dominanza
incompleta) allo stato omozigote comporta carenze visive e uditive
anche serie ragion per cui non è possibile avere una popolazione
omogena dal punto di vista delle caratteristiche di colore del manto.
Il tipo più comune è il blu merle (nero
e grigio) ma ci
sono anche quelli più complessi, con aree tipicamente depigmentate o
pigmentate in rosso sul collo e sulle estremità degli arti. Questi
caratteri del mantello e della pigmentazione dell'iride non devono
trarre in inganno, sono presenti in tante razze di cani
pastori, non ultimo lo stesso border collie. Non è un carattere
(mantello) che definisce una razza anche se nella storia della
zootecnia molto spesso si è creduto il contrario.
Un cane pastore
dell'area bresciana, veronese, trentina, massese con manto merle, un
tipo che non dovrebbe andrebbe disperso perché di grande rilevanza
storico-culturale ma che
dovrebbe essere considerato quale unica entità etnica
Cane pastore dell'Alvernia
Con gli anni i
border collie (e derivati) utilizzati dai nostri pastori e malghesi aumentarono considerevolmente e, a Crocedomini, si decise di
escluderli (nel "campionato" attuale di Cusio sono ammessi).
Va anche
ricordato come, mentre si evolveva la composizione etnica dei cani,
cambiavano anche i sistemi
di gestione del pascolo. La diffusione dei "pastori elettrici" (i
recinti elettrificati), ha reso meno frequante l'uso dei cani dal
momento che le mandrie bovine tendono a sostare a lungo all'interno dei
recinti senza necessità dei frequanti spostamenti di un tempo. Il
lavoro del cane è spesso limitato a guidare il trasferimento verso le
postazioni di mungitura che, se gli apparati di mungitura mobile
fossero spostati di frequente (come da buone norme) dovrebbero
risultare piuttosto brevi. In compenso i cani devono prodigarsi a
regolare l'attesa e l'entrata in mungitura. Un lavoro abbastanza
diverso per alcuni aspetti dal passato. Va poi ricordato come su
molti alpeggi, anche in connessione con le derive speculative favorite
dai meccanismi burocratici europei, gli animali da latte - che
richiedono l'assiduo lavoro dei cani - siano stati frequantemente
rimpiazzati da animali da carne, o comunque "asciutti" che trascorrono
lunghi periodi con sorveglianza e spostamenti saltuari. Continuano ad
utilizzare i cani allo stesso modo del passato i pastori tranbsumanti.
La "gemmazione" di nuove
gare e l'interruzione drammatica della serie di eventi al Crocedomini
Avogadri, dal 2004, a seguito dei diverbi con gli organizzatori locali
dell'evento del Crocedomini (il suo carattere appassionato e la sua
grande lo portavano ad essere anche
poco conciliante), seguì la manifestazione ai Piani dell'Avaro in
Valbrembana (organizzata dall'associazione Vivere la montagna). Dal
2010 fu l'organizzatore e il presentatore di un nuovo evento alla Costa
del Pallio (la dorsale pascoliva tra Morterone - località taleggina
geograficamente, ma valsassinese politicamente e la valle Imagna).
Sino al 2014. Dal 2015 la gara alla Costa del
pallio è organizzata dall' azienda agricola Adriano Invernizzi che
gestisce l'alpeggio e l'agriturismo alpe Valmana. Avogadri, che già da diversi anni era stato colpito
da una grave malattia, è mancato nel luglio 2016.
Nel frattempo a
Crocedomini il 18 luglio 2014 avviene un fatto molto triste e grave:
due malghesi di professione, residenti proprio a Breno, padre e figlio
di 80 e 49 anni, uccidono brutalmente a
pietrate e bastonate un loro cane a breve distanza dal passo. Vengono visti e fotografati da un
turista. Il loro gesto, poi giustificato dal timore che il cane potesse
attaccare, è stato condannato dai pastori e dai malghesi che sanno che
se un cane si mette a ringhiare contro il padrone è perché ha subito
maltrattamenti. I malghesi sono stati assolti nel 2016. Il giudice ha
respinto le richieste del pm aveva chiesto per entrambi una condanna a un anno e undici mesi accogliendo le tesi degli imputati.
Gli animalisti hanno
approfittato della vicenda per condannare i pastori in blocco. Sono
state organizzate manifestazioni e cortei al passo e a Breno. Così la
manifestazione storica del Crocedomini è stata annullata e non più
riattivata anche perché nel primo anniversario del fattacciosi è
svolta una manifestazione animalista. La gara del Crocedeomini resta colpita dalla maledizione.
La manifestazione di Cusio, dopo l'interruzione di quella del
Crocedomini, ha attratto un nutrito numero di camuni che si sono presentati anche quest'anno. Qualcuno di
loro, però, i più agguerriti era venuto anche in precedenza in Valbrembana
per gareggiare in trasferta. I partecipanti anche a Cusio eran saliti a
oltre
100 e il numero si è mantenuto elevato negli ultimi anni (sotto le fasi dell'iscrizione di quest'anno).
Come si svolge la gara di Cusio
Il grosso dei partecipanti è
bergamasco ma vi sono non pochi valtellinesi, comaschi, valsassinesi,
varesotti e persino piemontesi.Il
numeroso gruppo di cani è diviso in due categorie: masci e femmine
(precedentemente erano divisi tra adulti e allievi). I partecipanti
con cani maschi
gareggiano per primi. Sono presenti tre giudici con la
mansione, oltre di valutare la prova del cane, di indicare al padrone
il compito che
deve svolgere l’animale all’interno del ring, nel quale è presente la
mandria di vacche da latte (appartenenete ad uno dei diversi alpeggi dei Piani). La distanza tra cane e padrone arriva a 150 m.
Ai bordi del ring il
pubblico assiste con attenzione al
ripetersi delle prove. La maggior parte dei concorrenti viene eliminata
quasi subito. Alcuni, evidentemente un po' frastornati dalla presenza,
per loro insolita, di tanti conspecifici e di umani, non riescono
neppure
a partire e a volte hanno qualche "discussione" con il padrone.
Parecchi, una volta partiti, si fermano si voltano più volte,
incerti sul da fare e sugli ordini ricevuti, per
ricevere una conferma dal padrone su cosa fare. Il malghese/pastore
urla i suoi comandi (a volte in modo eccessivo anche se non si pretende
una manifestazione compassata stile british) ma il cane
pare spesso non comprenderli.
Pochissimi riescono a concludere la manovra richiesta, ovvero
portarsi
dietro la mandria e a mettersi in condizione di muoverla verso il
basso. I cani migliori hanno indubbiamente doti di affiatamento con il
padrone a sicura prova e la capacità di non lasciarsi distrarre.
Per
fortuna (per
le vacche) esse non si accorgono neppure della prova della maggior
parte dei cani. Qualche cane infastidisce qualche bovina ma la manovra
di spostamento, che potrebbe - se ripetuta parecchie volte - stressare
la mandria viene solo accennata da pochi
"campioni"e interrotta in tempo dal direttore di gara che ordina al
conduttore del cane di fermarlo. Il cane a questo punto rientra di
corsa verso il padrone e riscuote gli applausi del pubblico.
Tutto questo non è
molto spettacolare perché, come detto, la maggior parte dei cani non
riesce neppure a impostare la manovra, mentre i pochi in grado di
eseguirla sono fermati (giustamente). Forse si potrebbero far
gareggiare con la mandria
meno cani e far svolgere una prova su un piccolo gregge ai cani dei
pastori (una buona fetta dei partecipanti).
Per i molti
concorrenti (i padroni) è evidente che l'importante è esserci,
partecipare, farsi vedere. Un fatto che garantisce all'evento un carattere spontaneo,
di festa ma che appare anche un limite. D'accordo che i cani delle gare
più spettacolari sono dei "professionisti", con il rischio che la bravura
in gara non equivalga a una reale superiorità nel lavoro sul campo,
però è evidente che qui a Cusio molti vengono con animali che non hanno
alle spalle esperienze di lavoro assiduo. Parecchi
non sono abituati al lavoro sulle vacche perché sono cani di pastori.
Un cane bravissimo è probabilmente in grado di lavorare bene sia con le
vacche che con le pecore (probabilmente non con la stessa efficacia) ma qui è forse difficile. Quanto ai pastori (e
malghesi) ci sono quelli che fanno quasi ogni giorno coppia con il cane
e che probabilmente lo sottopongono anche ad allenamenti, ma ci sono
anche quelli che ci tengono a farsi vedere qui alla gara ma che
di solito lasciano i loro aiutanti stranieri con il gregge e i cani.
Così l'impressione è che molti partecipanti siano un po' dilettanti
allo sbaraglio. Niente di male se non che l'eccessivo numero di cani in
lizza, con molti che non abbozzano la performance, rende in alcune fasi un po' tedioso seguire
l'evento.
Spettatori e
concorrenti sono comunque immersi in un'atmosfera calda e festosa che compensa
ampiamente i limiti, sul piano del contenuto tecnico e spettacolare,
dell'evento. In ogni caso è vissuto
e partecipato. Colpisce in particolare la presenza prevalente dei
giovani e persino di giovanissimi, quasi dei bambini.
Una presenza che rende palpabile
il senso di un'attività che non è sostenuta solo dai risultati
economici (e men che meno dai contributi nonostante quello che si
pensa), ma in modo decisivo dalla
passione. Da qualche tempo a questa parte - grazie anche a questi
eventi - è sostenuto anche da un senso di appartenenza e di orgoglio
che si era smarrito
da una o due generazioni. Il disporre di un cane da lavoro, saperlo far
lavorare è un elemento di definizione dello status di "vero
pastore/malghese", uno status ambito dai giovani.
La celebrazione dell'unità e dell'identità del gruppo
Malghesi e pastori, che non hanno molte occasioni per incontrarsi e
celebrare l'appartenenza al gruppo, provano in un'occasione come questa
la sensazione (in qualcuno anche la consapevolezza) di essere
compartecipi, nonostante tutti i cambiamenti, di esperienze, interessi,
valori comuni.
Qui, in questo cuore geografico (ma non solo) della montagna alpina
lombarda, si incontrano pastori e malghesi di tante valli che, per un
breve spazio di una giornata, sperimentano un'unità che fa da
contrappunto alla loro condizione di gruppo minoritario (spesso vilipeso dalla demagogia animalista).
Non
solo, ma il pubblico che è qui per assistere alla gara, per partecipare alla
festa, fa sentire ai malghesi e ai pastori che non c'è solo quella
parte di società "delle città" che è loro ostile e che, ben che vada,
ignora il senso della loro attività, il suo valore ecologico, culturale.
Questa festa di uomini e
di cani ha anche un'altro importante significato: nel mentre il cane da
conduzione, agile, intelligente rischia di restare disoccupato (per la
riduzione del bestiame da latte alpeggiato, per il cambiamento delle
tecniche di pascolo) e quindi di ridursi di numero, aumentano, anche in Lombardia - in parallelo con le
predazioni da parte del lupo - i cani da difesa, i mastini. Celebrare il
cane da conduzione, il cane pastore (l'altro non è un pastore è un
guardiano) significa affermare la volontà di conservare una montagna
non militarizzata dietro recinzioni elettrificate e presidiata da mute
di cani aggressivi (con il pretesto di un "ritorno alla natura").
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