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Orso e lupo


Lupo in Italia: situazione fuori controllo


Ruralpini presenta, a partire da questo contributo, che proviene dalla Toscana, una panoramica di interventi che fanno il punto della situazione dalla parte di chi non accetta le fonti "ufficiali", i dati degli esperti che hanno nascosto (e nascondono) la reale diffusione del lupo, che hanno fatto emergere solo da poco un grave problema di ibridazione che data a qualche decennio fa e che si intreccia con una opaca circolazione di lupi anche esotici e ibridi di lupo per scopi diversi ma comunque illeciti. Il tutto a danno degli allevatori e dei pastori e della vivibilità della montagna e delle aree interne del nostro paese.

Cosa succede in Italia sul fronte del lupo? La politica preferisce assecondare il fanatismo animal-ambientalista che fa di questo animale un totem, il simbolo ideologico della natura selvaggia che riprende possesso di territori antropizzati sin dalla preistoria, gestiti dall'uomo (pastore, contadino, boscaiolo, cacciatore), in armonia con la natura, almeno sino all'avvento della modernità capitalistica. Il lupo è la testa d'ariete che trasforma lo spazio rurale in un grande parco gestito dalla burocrazia e aperto al cinico sfruttamento da parte di grandi interessi economici. Funzionale a questo progetto di esproprio delle comunità di montagna e della collina interna italiana, è la narrazione che presenta la proliferazione del lupo come fatto del tutto spontaneo. La realtà però, parla di centri dove si allevano o si "riabilitano" i lupi, di lupi importati clandestinamente per realizzare incroci illegali, di un imprecisato grado di ibridazione della popolazione ex italica, largamente contaminata non solo dal cane ma anche da lupi esotici, di apparizioni improvvise di lupi, di lupi chippati, che appaiono dove non dovrebbero essere, di lupi radiocollarati. Il tutto è circondato da una grande opacità. Iniziamo quindi a far sentire le voci di chi dissente dalle versioni ufficiali, a partire dalla Toscana, regione dove il problema lupo è particolarmente acuto, la raccolta di testimonianze alternative alla "verità ufficiale" che riflette unilateralmente il punto di vista e gli interessi del partito del lupo.   


Presenza del lupo in Italia e in Toscana. Storia ed evoluzione


di Roberto Salvini

consigliere regionale Toscana, Lega Nord



(05.03.19) Se consideriamo l’evoluzione della presenza del lupo in Italia occorre soffermarsi su quella che rappresenta una data centrale per la presenza di questa specie, ossia il 1970. È infatti questo l’anno in cui l’Italia, attraverso la sottoscrizione della Convenzione di Washington, si impegna a salvaguardare il Canis lupus italicus.

Tuttavia, questo proposito di conservazione di una unica specie, ossia il canis lupus italicus, viene ben presto messo in discussione in quanto, proprio negli anni ‘70, iniziano a verificarsi immissioni clandestine di lupi siberiani nella Majella, in Abruzzo. E precisamente in questo periodo hanno luogo i primi danni nelle masserie, a cui segue l’abbattimento dei lupi che vengono sorpresi a sbranare le greggi.

Dagli anni ’80 si verificano i primi avvistamenti di lupi vaganti, di dimensioni più grandi e di peso maggiore rispetto al Canis lupus italicus, e si assiste ad un incremento degli attacchi ai vitelli, e ai gregge anche nelle stalle.






La notizia dei lupi trasportati con elicotteri venne riferita da Repubblica, il giornalone progressista venerato dalla sinistra ambientalista esente da fake (quasi per definizione). I lupisti, più tardi, reagirono con una pseudo satira, del tutto fuori luogo perché non c'entrano gli aerei. La loro becera ironia (la liberazione di un selvatico si definisce "lancio") si scontra con il fatto che il lancio (da gabbie ovviamente) di lupi elitrasportati è praticato in zone remote (o dove non si vuole dare nell'occhio con trasporti su strada, e in proposito ci sono segnalazioni di pastori che, nella montagna veneta, hanno notato strani movimenti di elicotteri della forestale negli scorsi anni, coincisi - che caso - con l'apparizione in zona dei lupi). Per di più è bene ricordare che in Francia, nel ventennio che ha preceduto l'apparizione ufficiale del lupo, vennero eseguiti a più riprese lanci illegali di lupi, accertati dalle autorità, provenienti dai parchi faunistici . A quei tempi la lupologia raccomandava apertamente (vedi documenti ufficiali della Convenzione di Berna) di allevare i lupi in cattività per poter ripopolare i territori dove erano estinti. Luigi Boitani eseguì anche delle prove sperimentali sull'allevamento del lupo con la finalità di diffondere il numero di siti di allevamento. 


Ma è a partire dal 1990 che iniziano a moltiplicarsi i danni. Si inizia a parlare di immissioni clandestine di lupi, una tesi fino ad allora smentita dal mondo ambientalista, ma avvalorata dalla Commissione di Inchiesta svolta dal Consiglio dei Ministri Francese nel 2003, intitolato De la présence du loup en France et l'exercice du pastoralisme dans les zones de montagne1.
Nell’inchiesta infatti non si esclude né un ritorno naturale, nè si nega l’ipotesi di una possibile introduzione clandestina di lupi su territorio francese provenienti da dei centri di allevamento italiani.


Strage di ovini nel senese

Dalle analisi effettuate sul Dna degli animali, infatti, risulta che in Francia siano presenti lupi provenienti da vari paesi (siberiani, canadesi, mongoli, polacchi), e per la maggior parte, italiani, che si ipotizza potrebbero essere stati importati con camion.
Sempre nell’ambito delle immissioni, si citano 42 reintroduzioni di specie animali tra cui rilasci clandestini di lupi avvenuti tra il 1950 e il 1989 secondo una inchiesta attuata dalla Direction de la nature et des paysages (DNP) del 19902.
A partire dagli anni 2000 si iniziano a vedere sul territorio italiano cani CLC vaganti, ossia cani lupo cecoslovacco. Si organizzano mostre canine, come a Firenze alla Fortezza da Basso, e a partire da questo momento, si incontrano questi cani incrociati con lupi veri che risultano sempre più numerosi nelle campagne (questi CLC sono molto similari come colore, maschera del muso, sguardo, ai veri lupi).
Troviamo quindi esemplari neri del Mackenzie, grigi, incrociati con lupi siberiani, rossi, incrociati con lupi degli Urali.


Il lancio di un lupo "riabilitato" radiocollarato. Una pratica diffusa. Per quale motivo non potrebbe essere stata usata per "accellerare" la colonizzazione di nuovi territori da parte del predatore? Semplice, per non passare dalle complesse procedure di autorizzazione da parte ministeriale. Per costruire la favola del ritorno "del tutto spontaneo", della rivincita della natura che tanto commuove gli ambientalisti metropolitani in pantofole e crea consenso al progetto del conservazionismo neoliberale

Sorgono numerose denunce da parte degli allevatori, e l’indagine condotta nel 2013 dal Corpo Forestale dello Stato ha portato al sequestro di cani cecoslovacchi ibridi di prima generazione negli allevamenti italiani di Pistoia (col sequestro di 16 ibridi), Modena (11 ibridi sequestrati), Rimini (2), Alessandria (2), Cosenza (5), Salerno (1)3.
Dall’indagine è emerso come lupi cecoslovacchi sarebbero stati fatti accoppiare con lupi selvatici di sangue nordamericano, (Mackenzie, ossia neri), dei Carpazi (lupo europeo), e con lupi appenninici, per poi esser venduti a un prezzo di quasi 5000 euro per ciascun esemplare.


Lupi neri. La presenza di numerosi lupi ibridi e/o neri sull'Appennino tosco-emiliano
 è stata confermata anche da una indagine del lupologo maximo Luigi Boitani


L’inchiesta, che era partita dall’ allevamento di Serramazzoni in provincia di Modena, che commerciava ibridi, e poi estesa a 54 province, si è conclusa nel 2017; l’operazione Ave lupo ha portato in conclusione, in Italia, al sequestro di 229 ibridi tra cane e lupo selvatico venduti come cecoslovacchi, frutto di incroci tra lupi dei Carpazi, nordamericani o scandinavi e cecoslovacchi4.
Siamo poi venuti a conoscenza di una rete di vendita, proveniente dalla Cecoslovacchia e dalla Russia5, dove si produceva lupi per i mercati europei, e abbiamo poi riscontrato che esiste una rete europea di persone di stampo animalista, interessate ai lupi, e di varie nazionalità6.
Negli ultimi anni si sono verificati attacchi sempre più frequenti, sul territorio italiano cosìccome nelle province toscane, in particolar modo in Maremma toscana laziale e basso senese, e stupisce soprattutto la modalità con cui tali attacchi si sono realizzati, ossia ai danni di prede anche di grossa taglia, come mucche o vitelli, e cani da guardiania o semplicemente da compagnia, attuati da lupi o ibridi di lupo, unitamente alla constatazione di avvistamenti di lupi o ibridi di lupo in prossimità dei centri abitati, anche vicino alle case degli allevatori, e a tutte le ore del giorno.
Una presenza, quella del lupo, che si è mostrata sempre più diffusa, in particolare sull’Amiata, nelle Foreste Casentinesi, presso l’Orecchiella in Garfagnana e, ancora, sulle Alpi Apuane e sui Monti della Calvana, Colline di Volterra, Colline Metallifere, Scansano, Magliano, Val di Chiana, e che si ritrova oggi anche nei pressi della costa toscana, ragion per cui si può affermare che il lupo è presente pressoché in tutto il territorio toscano.


Ibridi? Ibridi reintrogressi? F1? CLC? Wolf dog? Ibrido o puro il lupo si avvicina sempre più agli abitati e si moltiplicano le occasioni di pericolo. Come reagisce il lupo a un bambino che urla o che corre?

In seguito ai numerosi attacchi avvenuti nei confronti degli allevamenti da parte di lupi e ibridi, la Procura di Siena ha aperto, nel 2015, un fascicolo, per mettere sotto controllo una situazione che lo stesso procuratore definiva “molto complessa”7.
Come si può ricavare dall’articolo che cita l’inchiesta, “le iniziali 320 coppie di lupi immesse nella nostra Regione intorno agli anni Ottanta si sono quintuplicate  e ormai nei boschi scorrazzano più ibridi che non la razza pura del lupo”8.
Troviamo ibridi in grande quantità vagare per campagne e foreste e dai sopralluoghi eseguiti dal mondo ambientalista e dalle analisi su reperti fecali emerge che il 53% dei lupi presenti nei territori sono ibridi9. Dal progetto intitolato “Tutela dell’integrità genetica della popolazione di lupo in Toscana mediante la rimozione degli individui ibridi fra lupo e cane dall’ambiente naturale e la loro captivazione” approvato dalla Giunta Regionale Toscana con Delibera n. 378 del 30.03.2015 e sottoscritto in data 20.04.2015, si ricava come sono stati catturati 10 esemplari apparentemente di lupo; alla prova del DNA, testata dall’ISPRA, sono risultati 9 ibridi e un lupo CLC di seconda generazione.
Risultato di tale ibridazione è che nel territorio troviamo non più il Canis lupus italicus, un esemplare di 30 kg che doveva essere oggetto di conservazione e protezione, bensì ibridi di lupo dal peso notevolmente superiore, ossia 60-80 kg, che i nostri cani da guardiania (cane da pastore maremmano) non riescono a fronteggiare, non essendo più competitivi con gli ibridi che hanno dimensioni superiori.


L'inchiesta sugli incroci illegali tra lupi selvatici e CLC ha messo in evidenza che persino per dei privati è possibile importare con facilità lupi esotici. Questi lupi sono stati tutti tracciati? Che possibilità vi è che i detentori di ibridi pericolosi irregolari li abbandonino nei boschi?

Dalla Circolare del Ministro Galletti del marzo 2017 si evince come gli ibridi debbano essere trattati come randagi, poiché “la fattispecie sottoposta all’esame”, cioè i randagi, “non è soggetta ad autorizzazione” da parte del Ministero, e pertanto è compito delle amministrazioni locali occuparsene10. Poiché gli ibridi non sono classificati, in quanto né lupi né cani, ecco che vengono considerati alla stessa stregua dei cani randagi.
Possiamo affermare che oggi stiamo tutelando gli ibridi anche non previsti dalla Convenzione di Washington, dalla Convenzione di Berna, e dalla Direttiva Habitat, a danno degli allevatori del territorio.
Viene quindi messa fortemente in discussione la manutenzione delle nostre colline e dei nostri monti, perché l’alpeggio o i pascoli possono essere tenuti in ordine se è possibile ogni anno svolgere l’attività di pastorizia, e l’ordine può sussistere solo se l’uomo è messo nelle condizioni di poter svolgere la propria attività in forma remunerativa.
Alla luce di queste considerazioni si evince che i lupi ibridati mettono fortemente in discussione l’attività di allevamento, ma anche la sicurezza dei nostri animali domestici, e non solo.
Ultimamente, si sono verificati attacchi anche alle persone. Si pensava inizialmente che gli autori di questi attacchi fossero lupi, dichiarazione rilasciata da una vittima; successivamente, però tale tesi è stata ritrattata, perché la persona è stata consigliata in tal senso, mentre la seconda persona attaccata ha dichiarato di essere stato aggredito alle spalle, di avere la giacca sbranata, e dopo vari richiami e urla, è arrivato in soccorso il padre e questi animali sono fuggiti nel bosco.
Si suppone che con l’incremento di questa specie, diventa anche difficile recarsi tranquillamente a fare trekking o qualsiasi altra attività in campagna o nei boschi.


1 http://www.assemblee-nationale.fr/12/rap-enq/r0825.asp

2 Ibidem

3 https://www.nove.firenze.it/b312181827-incroci-pericolosi-tra-lupi-selvatici-e-cani-perquisizioni-e-denunce.htm

4 http://it.blastingnews.com/cronaca/2017/01/ave-lupo-sequestrati-229-cani-ibridi-dal-comando-forestale-
carabinieri-001398267.html

5 http://dogs.oodle.com/wolf_hybrid/for-sale/ Si ricorda poi l’allevamento di lupi presente in Russia e gestito da Vladimir Bologov, (fonte: http://www.whitewolfpack.com/2011/06/vladimir-bologov-aka-wolfman- of- russia.html)

6 Sulla possibile immissione di lupi in Europa dalla frontiera polacca si ricava un documento riportato nella rivista tedesca Jäger, del febbraio 2014, intitolato “Was steckt hinter dem Wolfstransporter an der polnischen Grenze?” relativo a un camion carico di lupi e linci diretto in Germania.

7 https://www.quotidiano.net/cronaca/attacchi-lupi-procura-1.593829

8 ibidem

9 http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/medwolf-provincia-grosseto-ci-21-branchi-registrati-
canidi-alta-la-percentuale-ibridi/

10 https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/risposta_ministero_a_lettera_della_regione_toscana.pdf

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