Ruralpini      Inforegioni/La cricca Mipaaf

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Aiuti di stato alle “grandi Dop”

Il sostegno del governo ai consorzi del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano lascia perplessi perché riflette più il peso politico dei consorzi stessi che la gravità della crisi di mercato. Quest'ultima ha colpito maggiormente gli 'altri formaggi duri'. Per di più la grande quantità di formaggio ritirata dal mercato e offerta gratuitamente agli 'indigenti' non potrà non avere ripercussioni negative sulla domanda del comparto. E' poi con un pizzico di arroganza che i Consorzi dichiarano di non avere alcuna intenzione di ridurre l'offerta. 'Noi produciamo quanto ci pare, poi Pantalone sostenga il prezzo' pare vogliano dire. leggi tutto

 

(02.11.09) Valtellina (So). Poliziotti del gusto per imporre la burocrazia del gusto. Il Bitto 'storico' è fuorilegge

Il giorno 21, giusto due giorni dopo la conclusione della mostra del Bitto 'ufficiale', funzionari del MIPAAF si sono presentati al 'Centro del Bitto' (presidio Slow Food ed Ecomuseo risconosciuto dalla regione) per notificare due sanzioni (per un max di 60.000 €) per violazioni delle norme sulla Dop. I produttori 'storici', come è noto, sono usciti dalla Dop per non confondere il prodotto nato nelle loro valli e che essi continuano a produrre in modo tradizionale con il Bitto Dop 'modernizzato' fatto 'per legge' in tutta la Provincia (Foto Cheese Time). leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(12.12.12) Troppe risorse sono ancora dilapidate in progetti di scarsa o nulla utilità che - proprio per essere fumosi - consentono ampi margini di discrezionalità e di corruzione agli apparati burocratici e alle lobby loro legate

 

 

Scandalo Mipaaf: troppi soldi

 

 

in mano alla burocrazia

 

 

di Michele Corti

 

Il sottobosco della "promozione di stato" all'agroalimentare, delle campagne milionarie che producono solo opuscoli che restano a marcire nelle cantine degli enti, delle agenzie mangiasoldi, dei faccendieri è in subbuglio. Dove arriverà l'inchiesta? Ci sono solo dei "mariuoli" o è tutto un sistema di sperpero istituzionalizzato che deve essere messo sul banco degli accusati? L'inchiesta si allargherà a vicende come Buonitalia?

 

I "mercati" e qualche cancelleria piangono la fine del "governo dei tecnici". Forse loro avranno dei buoni motivi per farlo. In Italia le cose appaiono in una luce diversa. Il governo dei tecnici era anche il governo dei ministeriali, dei grand commis dell'apparato centrale dello stato che ha imposto un torchio fiscale devastante, che ha puntato il dito contro gli sperperi di regioni e di provincie (che si sono eccome) più che altro per distogliere l'attenzione da quelli dell'amministrazione centrale dello stato con la scoperta finalità di arrivare ad un nuovo accentramento: un rinnovato centralismo romano, fedele cane da guardia del super-stato europeo e delle "istituzioni finanziarie" europee e mondiali.

Per perseguire questo disegno (con l'aiuto della grande stampa) si è mandata platealmente la GdF nei consigli regionali, si è gonfiato all'inverosimile il "caso Fiorito" e altre squallide storie di ladri di polli.

 

Un ministero che non doveva più esistere

 

Ora tutto il castello di carta costruito dai "tecnici" - già minato per le inchieste sugli appalti truccati al Ministero dell'Interno, cade miseramente con la GdF che arriva al Ministero dell'agricoltura (Mipaaf), un ministero che è il simbolo del centralismo duro a morire. Era il 1993 quando 37 milioni di italiano votarono al 77% per l'abrogazione di un Ministero che non aveva più senso considerato il trasferimento delle competenze alle regioni e che le funzioni di coordinamento e di rappresentanza in sede europea avrebbero potuto benissimo essere assolte da un sottosegretariato presso la presidenza del consiglio dei ministri. In spregio a quel poco di democrazia, concessa saltuariamente ai sudditi della Repubblica fondata sulla burocrazia, il Ministero risorse subito dalle sue ceneri come l'araba fenice, solo con un nome diverso (poi nel tempo ancora cambiato). Oggi a guidare (ancora per poco) il  ministero di Via XX Settembre (che non ha neppure cambiato sede e non si è neppure ridimensionato) c'è un "tecnico": Mario Catania. Tanto per capire chi sono i "tecnici" di Monti basti dire che Catania è entrato al Ministero vincendo un concorso da dirigente due anni dopo la laurea. E lì è rimasto, salvo una parentesi a Bruxelles.

 

 

Catania, prima di andarsene, si è trovato coinvolto in un gravissimo scandalo che ha sollevato il velo su un sistema di corruzione all'interno del ministero. "Un vero giro del malaffare, un piccolo trattato di sociologia della corruzione" lo ha definito il procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi. L'inchiesta di Rossi e del pm Stefano Rocco Fava è scattata a seguito di un esposto anonimo del 2011 (stesso meccanismo per lo scandalo appalti al Ministero dell'Interno). Nell'ordinanza di oltre 240 pagine firmata dal gip Flavia Costantini, sono numerosi i capi di imputazione contestati agli indagati nell'ambito dell'inchiesta che ha riguardato diversi settori amministrativi del ministero delle Politiche agricole. L'operazione della Guardia di Finanza è stata denominata "Centurione" (dal soprannome di Ambrosio).. Complessivamente sono 11 i provvedimenti di custodia cautelare (sei in carcere e cinque ai domiciliari) emessi dalla procura di Roma nei confronti degli indagati, che in totale sarebbero 37, tra cui 13 dirigenti e funzionari pubblici.

 

 

Il ministro si preoccipa della "macchia"

 

Catania  si è affrettato a prendere le distanze e a difendere il Ministero:

 

"Non è l'intera attività del Ministero sotto osservazione, ma l'attività di comunicazione istituzionale e di promozione che ha un tasso di discrezionalità che non me l'ha mai resa particolarmente simpatica". In ogni caso: "E' importante che non venga macchiata l'immagine del Ministero: parliamo di atti che riguardano un periodo che va dal 2007 al maggio 2011 e la collocazione cronologica è importante"

 

Poverino, che fatica. Non è tutto il ministero sotto torchio ma ... quasi: “Quasi tutte le attività del ministero delle politiche agricole sono state inquinate da una corruzione diffusa e variegata”. Lo ha detto il procuratore aggiunto  Rossi, in conferenza. Catania, poi, in evidente difficoltò, ha tenuto a precisare che non è stato lui a promuovere Giuseppe Ambrosio, il cervello del "sistema" corruttivo,  a direttore del CRA (Centro ricerche in agricoltura) anche se in modo molto ambiguo e conradditorio ammette di averne "agevolato" l'uscita dal Ministero (verso una struttura da essp dipendente e con una carica di grande peso). Ma gli imbarazzati e maldestri tentativi di Catania di minimizzare e circoscrivere il malaffare nel suo ministero si scontrano anche con le asserzioni del Gip Costantini. La Costantini non si è limitata a chiarite il carattere sistematico della corruzione:

"i pubblici ufficiali, anche se non direttamente competenti alla adozione degli atti amministrativi, contattano o vengono contattati dai privati beneficiari al fine di concordare, da un lato, la sovvenzione di denaro pubblico da elargire e dall'altro il compenso corruttivo da corrispondere; emerge evidente la sistematicità e ripetitività delle condotte nonchè la circolarità dei vantaggi corruttivi corrisposti ai pubblici ufficiali interessati da una futuribile ma certa turnazione nella percezione dei compensi".

Il Gip, infatti, ha collocato la vicenda sullo sfondo politico di un Ministero "in cerca di ruolo" e sempre con troppi soldi da gestire in proporzione alle funzioni:

"il Mipaaf dicastero che nonostante la crisi finanziaria dello Stato, riesce a reperire risorse per finanziare progetti di dubbia utilità per la Comunità ma di ingente impegno economico e di sicuro tornaconto per i funzionari corrotti".

Ambrosio, "er centurione"

Povero Braga

Quanto a Braga, il sottosgretario che ha nominato "il centurione" a capo della sua segreteria, ha dichiarato disarmante:

"Il 3 dicembre 2011 ho prestato giuramento e, non avendo esperienza di governo, ho chiesto di una persona che ne avesse e mi potesse affiancare. Mi è stato risposto che Ambrosio aveva svolto il ruolo di capo di gabinetto dei ministri Galan e Zaia. Lui accolse l'ipotesi di entrare nella mia segreteria con entusiasmo e ha sempre svolto questo ruolo con correttezza".

Ma torniamo a Catania. Il Ministro oltre alle banalità ("Non c'era sentore di nulla, se ci fosse stato avrei preso provvedimenti”) ha anche voluto dar sfoggio di zelo:

 

“Quei fondi che sono stati oggetto, forse, di malversazione, nel passato, perche’ si tratta di fatti che si riferiscono ad anni decorsi, li avevo totalmente azzerati e soppressi dal bilancio del ministero proprio perche’, essendo linee di spesa che hanno un tasso molto elevato di discrezionalita’, a mio parere e’ meglio che non siano nelle mani della Pa”.

 

Ne siamo sicuri? Tra le inziative incriminate ve ne sono alcune che continuano (es. "Marinando" www.marinando.info, "Food 4U" www.food-4u.it, Frutta nelle scuole" www.fruttanellescuole.gov.it.). Si tratta di azioni previste da regolamenti comunitari o inserite in progetti gestiti direttamente da Bruxelles. Come interpretare le parole del ministro che sostiene di avere azzerato tutte le campagne interessate alla malversazione?

Un ministero che deve giustificare la sua esistenza, per giustificare una struttura elefantiaca (la sede di Via XX Settembre è un immenso palazzo con corridoi interminabili) finisce per inventrarsi cose inutili da fare. E le cose inutili, non essendoci soggetti realmente interessati a verificare l'efficacia e l'efficienza delle azioni svolte, sono quelle che si prestano alle spese gonfiate, alle "creste", agli affidamenti discrezionali ai soggetti amici (o in grando di garantire un "ritorno" ai burocrati).

 

Buonitalia e Consorzi (se non corruzione di certo malcostume e sperpero)

 

In ogni caso nello scandalo entrano direttamente o indirettamente diverse realtà del "sistema promozione agroalimentare". Oltre ad Ambrosio vi sono stati altri dieci arresti tra imprenditori, dirigenti e funzionari del Ministero dell'agricoltura tra cui Riccardo Deserti, direttore del Consorzio Parmigiano Reggiano, Ludovico Gay, già direttore generale di 'Buonitalia Spa' (società pubblica) e Alfredo Bernardini, dirigente della Confederazione italiana agricoltori. Forse non ha nulla a che fare con le responsabilità del suo ex-direttore. Ma l'esistenza stessa di Buonitalia è uno scandalo. La società (partecipata al 70% dal Mipaaf) ha accumulato, tra il 2008 e il 2010, 20 milioni di euro mentre nello stesso periodo ne riceveva dallo stato ben 50 impiegati per eventi effimeri (kermesse e spettacoli vari in Europa) con il solito pretesto di promuovere la "dieta mediterranea" e i prodotti Dop.

Di questa promozione istituzionale in realtà i soggetti beneficiari sono gli apparati dei Consorzi delle maggiori Dop (che ora, però si trovano anche con in mano dei crediti di difficile riscossione). Scandalo nello scandalo al liquidatore di Buonitalia, Alberto Stagno D’Alcontres, sono state riconosciute due retribuzioni da 159mila euro e 400mila euro annui. Il direttore del Consorzio del Parmigiano reggiano è accusato di fatti risalenti a quando era al Ministero e ogni illazione che coinvolga il Consorzio è per ora priva di fondamento ma tra le pieghe dell'inchiesta appaiono altri personaggi del mondo caseario e della comunicazione e promozione casearia.

 

 

Sottobosco

 

In una intercettazione l'assistente amministrativo del ministero delle politiche agricole finito in manette, Mariani, suggerisce a Gerardo Beneyton di motivare la richiesta di finanziamento da inoltrare al ministero "'vabbè, dai concentrati trova un po' di materiale e ce scrivi un po di stronzate dai". In cambio Mariani ha ricevuto "una imprecisata utilità consistita in 'roba' spedita a casa".

Beneyton, valdostano, è il presidente dell'associazione Caseus montanus che organizza vari eventi tipo Grolle d'oro e le Olimpiadi del formaggio di montagna, un evento dove i formaggi artigianali autentici sono lì per dare credibilità ad un meccanismo che serve a "medagliare" formaggi industriali. Beneyton vanta l'amicizia ' personale del monistro Catania (insieme nella foto sotto). Ma forse oggi Catania direbbe di non conoscerlo.

 


 

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