Bitto storico news (3) - dicembre 2011
il Bitto storico ambasciatore
(ufficioso ma prestigioso) del buono
della Lombardia nel mondo
di Michele Corti
Sommario
Sempre interessanti e frizzanti le storie del Bitto storico: (anche per le contraddizioni del sistema politico-alimentare che mettono a nudo). Una forma di Bitto storico battuta a 1.000 € all'asta del meglio della produzione agroalimentare a Parigi tenutasi il 19 dicembre e viene presentata come "il msimobolo della produzione casearia lombarda".
Un'altra di 16 kg allieta gli spettatori (e le autorità) presenti alla prima della Scala (su maxischermo) a Sondrio; capoluogo di quella Valtellina che è stata (e in parte rimane) matrigna nei confronti del Bitto storico. Un'alta ancora viene raffigurata (e celebrata) tra i simboli dell'agricoltura lombarda presenti alla Festa dell'agricoltura a Palazzo Lombardia sul numero di dicembre della rivista Confronti della presidenza della regione; di quella regione che - almeno per quanto riguarda la struttura burocratica della DG agricoltura - considera il Bitto storico un "pericolo pubblico" che destabilizza il sacro sistema delle Dop e dei Consorzi ufficiali
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Una forma di Bitto storico intera battuta a 1.000€ alla prima asta mondiale dei più costosi prodotti enogastronomici degli artigiani del gusto
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Bitto storico alla prima della Scala (a Sondrio)
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Il Bitto storico "sovversivo" assurto a simbolo dell'agricoltura lombarda anche
Una forma di Bitto storico intera battuta a 1.000€ alla prima asta mondiale dei più costosi prodotti enogastronomici degli artigiani del gusto
A Parigi, presso l'Hôtel Marcel Dassault, 7 Rond-point des Champes-Elysées 75008 lcurata dalla casa d'aste Artcurial, si è svolta il giorno 19 dicembre (preceduta dall'esposizione dei prodotti dal giorno 16) la prima asta mondiale dei prodotti degli artigiani del gusto con i prodotti più costosi al mondo. Battitore il maestro Françoise Tajan sotto la supervisione del giornalista enogastronomico Bruno Varjus.
Quest'ultimo ha dichiarato a Le Figaro (link all'articolo) che "Quello che ci accingiamo a fare è raccontare una bella storia intorno all'alimentazione che non può essere ridotta ad una equazione tra glucidi, lipidi e proteine" ed ha aggiunto "Questa prima asta dedicata alla gastronomia assume muna dimensione artistica: quella di far in modo di riconnettere un pubblico che ha la possibilità di farlo con quei preziosi beni biologici rappresentati dai prodotti della terra assurti all'eccellenza grazie ai loro artigiani". Tra i preziosi prodotti in vendita (guarda il catalogo PDF 3Mb) il Bitto storico, almeno tra i formaggi ha giocato un ruolo di protagonista osando presentarsi con una forma intera del 2004 di oltre 12 kg (c'era del Parmigiano di 4 anni ma in tagli da 3-4 kg). Va precisato che l'asta non era rivolta agli sceicchi o ai riccastri russi in vena di stupire gli amici ma ai gourmand. Prezzi elevati sì ma non al di là di ogni rapporto con il mercato "reale" e potremmo dire con un occhio attento a mantenere un rapporto qualità-prezzo etico. Aceto balsamico, caviale Beluga, prosciutto iberico 2007. Il dato significativo è che i siti gastronomici (oltre a Le Figaro) che hanno parlato dell'asta hanno quasi immancabilmente fatto riferimento al Bitto storico. Evidentemente quella forma così emblematica con i suoi "graffiti" manuali ha colpito l'immaginazione. Tra i siti francesi che hanno parlato del Bitto storico si veda Terroirsdechefs.com. Il Bitto storico è stato presentato come un presidio Slow Food che "rappresenta senza alcun dubbio il simbolo della produzione casearia lombarda". Veniva poi precisato che è prodotto con l'aggiunta del 20% del latte caprino. Viene da ridere perché le norme gastroburocratiche sancite dalla EU impongono che il Bitto dop "ammettono" che il latte caprino sia aggiunto (bontà loro) ma nella "misura massima del 10%". Un dettaglio che ci ricorda che il Bitto storico è almeno in parte ancora un "fuorilegge". Da "fuorilegge" (inviso a burocrazia di ogni ordine e grado e da industriali e politicanti valtellinesi) il ruolo di ambasciatore del buono della Lombardia lo deve svolgere in incognito, in modo ufficioso. Però c'è un piccolo dettaglio lo svolge del tutto gratuitamente (mentre i Consorzi si sa quanto ... mungono).
Bitto storico alla prima della Scala (a Sondrio)
Da ormai cinque edizioni allla prima della Scala i melomeni di Sondrio e valtellina possono assistere da maxischermo in diretta. Quest'anno ci sono state due gradite novità: il restauro dell'auditorium Torelli che ospita l'evento (dotatisi di 400 comode poltrone) e... il Bitto storico.
Durante il rinfresco offerto nell'intervallo il Consorzio per la salvaguardia del Bitto storico ha messo a disposizione uan forma intera di 16 kg. Un gesto che è anche un riconoscimento per il coraggio e la lungimiranza dimostrate dalla città e l'amministrazione di Sondrio quando, in occasione di "Formaggi in piazza" - la mostra mercato di formaggi che ha per palcoscenico le piazze del centro storico di Sondrio - al Bitto storico è stato concesso di svolgere un ruolo da protagonista. Nel capoluogo di quella Valtellina che, sino ad oggi, nel confronti del Bitto storico si è sempre comportata da matrigna cattiva. Non certo a causa della comunità valligiana che dimostra affetto e simpatia in ogni occasione alla causa dei "ribelli del Bitto", ma una proterva cupola imprenditorial-politica. Una cupola che, però, pare in procinto di incrinarsi tanto che forse non è lontano il giorno in cui certi personaggi dovranno rendere conto del perché hanno cercato di distruggere un eccellenza vanto della Valtellina, delle Orobie, della Lombardia. Un'eccelenza che fa da ambasciatore nel mondo della Lombardia (un po' come la Scala con la quale sarebbe auspicabile un... abbinamento).
Il Bitto storico "sovversivo" assurto a simbolo dell'agricoltura lombarda anche nella rivista della presidenza della Regione Lombardia
La rivista Confronti (della presidenza della Regione Lombardia) nel suo numero di dicembre (3/2011) ha dedicato un reportage fotografico alla Festa dell'agricoltura lombarda che si è svolta il giorno di San Martino (11 novembre) presso la sede della regione in Piazza città di Lombardia.
È confortante (e sintomatico) notare che oltre alle città e all'industria la Lombardia torni a pensare alle sue campagne (quanto rimane dal rullo compressore dell'agricoltura industriale) e alla montagna (link all'articolo in PDF). Avevamo già parlato qui su Ruralpini della Festa e delle contaddizioni che essa ha rappresentato (tra ripensamento della tradizione e acritica esaltazione della modernità e del produttivismo)(link all'articolo qui su Ruralpini).
Ora non possiamo che essere compiaciuti del fatto che il Bitto storico è stato riconosciuto dall'occhio del fotografo di Confronti e dall'agenzia di stampa regionale come un simbolo autentico della Lombardia agroalimentare. La didascalia recita infatti: ... una forma di "Bitto storico", i celebre formaggio delle valli del Bitto (Sondrio), predisio di Slow Food, ormai di grande fama internazionale. Grazie. Sarà sempre più difficile di questo passo per la burocrazia della DG agricoltura (e per le cerchie di imprenditori e politicanti valtellinesi che continuano a fare la guerra al Bitto storico) giustificare l'ostracismo nei suoi confronti. Intanto il Bitto "ribelle", sia pure in forma ufficiosa svolge a meraviglia il ruolo di ambasciatore del buono che c'è in Lombardia.