(03.10.11) La coltivazione della segale assicurava sulle terre alte alpine la base dell'alimentazione. Oggi il consumo di prodotti di segale torna a diffondersi e ci si chiede se - in determinate circostanze non sia possibile riattivare filiere locali
di Giovanni Moranda
Il crescente interesse per la riattivazione di filiere agricole locali "dal campo alla tavola" è motivato da considerazioni ecologiche, culturali e sociale che tendono a controbilanciare le quelle di ordine strettamente economico che hanno portato al totale abbandono della produzione dis egale, orzo, grano saraceno. Un ritorno a queste considerazioni non può però prescindere da valutazioni tecnico-economiche e agronomiche. Nel presente articolo si rende conto delle prove di coltivazione della segale effettuate in Vallecamonica tra il 2008 e il 2010 nell'ambito di un progetto della provincia di Bresca sul tema della "cerealicoltura minore"
Le finalità
Un un progetto sul recupero della coltivazione dei cereali minori risponde a diverse finalità che, nel loro insieme possono giustificare gli sforzi intrapresi
1.Il recupero delle aree agrarie abbandonate a bosco e ad incolto;
2.L’aumento della biodiversità vegetale e animale;
3.L’organizzazione di una microfiliera locale, con lo scopo che tutte le fasi della catena vengano realizzate in una zona;
4.La produzione di materiale locale di alta qualità, che possa essere rappresentativo di un luogo;
5.La diversificazione della produzione agro-alimentare, arricchendo il paniere dei prodotti già presenti in Valle Camonica;
6.La salvaguardia e la promozione delle tradizioni locali, creando eventi culturali che possano testimoniare e valorizzare i prodotti locali.
La produzione di granella e farine arricchirebbe inoltre l’offerta agro-alimentare e l’utilizzo delle stesse nella ristorazione e nella panificazione consentirebbe di riproporre piatti tipici della tradizione, che si richiamano ad essa oltre che per il metodo tradizionale impiegato, soprattutto nell’utilizzo di materie prime prodotte in loco e quindi qualitativamente superiori.Cereali minori in Valle Camonica: cenni storici La segale (la seghèl) è una tipica coltura montana perché data la sua rusticità e resistenza al freddo veniva coltivata in tutto l’arco Alpino. La segale era considerata un tempo il principale cereale della zona per la sua capacità di crescere su terreni acidi e poveri di elementi nutritivi. Questo cereale veniva ampiamente coltivato a Monno, piccolo comune nell’Alta Valle Camonica, fino alla meta del 1900 i campi seminati a segale, disposti sui terrazzamenti sottratti balza dopo balza al bosco si estendevano dal territorio sottostante l’abitato fino ai primi maggenghi.
Cenni storici
Il grano saraceno sopporta male il freddo e, pertanto, esige d’essere coltivato nelle stagioni tra l’estate e l’autunno, durante le quali esso riesce a svolgere velocemente il suo ciclo biologico (60-100 giorni, in relazione alla varietà) è un’ottima coltura intercalare. La semina è effettuata nella prima metà di luglio nei terreni dove era stata mietuta la segale. Il grano raggiunge la maturazione nella seconda metà di ottobre. Se il grano saraceno veniva seminato nel mese di agosto lo si raccoglieva verso la ricorrenza dei Morti: se ne facevano dei covoni (pagnù) e lo si lasciava ad essiccare. Quando i covoni erano secchi si battevano con un flèl (oggetto formato da due pezzi di legno uniti da una corda) questa operazione aveva la funzione di far cadere la semenza che veniva ripulita dalla pula con il ventilabro (mulinèl).
Festa del fieno a Monno, : rievocazione della raccolta della segale (sopra e sotto)
Prove di coltivazione della segale periodo 2008-2010
Per la realizzazione del Progetto “Valorizzazione dei cereali minori di montagna in Provincia di Brescia”, si è organizzato il lavoro con una serie di fasi operative. I campi pilota scelti, sono situati lungo la Valle Camonica, e più nello specifico nei comuni di: GIANICO, DARFO BOARIO, BORNO, PASPARDO, LOSINE, NIARDO, CAPO DI PONTE, CEVO, MALONNO, PAISCO LOVENO e CORTENO GOLGI. Nell’annata agraria 2009-2010 si sono aggiunti il campo situato a MALONNO ed ad EDOLO.
Tab. 1 - Superfici dei campi sperimentali Valle Camonica
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ANNATA AGRARIA 2008- 2009 |
AGRARIA 2009- 2010 |
Varietà seminata |
Superficie investita a segale (ha) |
Superficie investita a segale(ha) |
Fasto |
0,8625 |
0,0650 |
Primizia |
0,6940 |
1,1000 |
Schlägler |
0,4000 |
1,0000 |
Totale |
1,9565 |
2,1000 |
Tab. 2 - Caratteristiche campi sperimentali Valle Camonica
Dalla semina alla maturazione
La quantità di semente impiegata è stata pari a 150-160 kg/ha. Le modalità di seminna hanno compreso la semina a spaglio, quella con seminatrice manuale e con seminatrice universale a file.
La semina della segale in Valle Camonica per il periodo 2008-2010 ha visto interessate tre varietà: Primizia: La peculiarità della varietà Primizia è rappresentata dalla sua precocità che tuttora rimane ineguagliata (circa 15 giorni rispetto alle altre varietà); Fasto:di taglia media, a maturazione molto precoce e sviluppo rapido. Fasto é particolarmente idonea alla produzione di foraggio verde, può essere utilizzata per il pascolamento invernale nelle zone ad inverno mite. Tuttavia viene adibita allpascolamento alla produzione di granella sui terreni poco fertili in ambienti con inverni non molto rigidi. Schlägler: è una varietà utilizzabile in zone estreme, come quelle montane. Questa varietà presenta: buona resistenza ai rigori dell’inverno; un’alta produzione di paglia, è particolarmente utilizzata per foraggi freschi. La varietà Schlägler è utilizzata particolarmente per la resistenza ai climi rigidi invernali.
Le fasi della coltivazione nel campo di Borno (da sinista a destra, dall'alto in basso): aratura, fresatura e semina - emergenza - riposo vegetativo - levata - botticella - inizio spigatura - fioritura - spigatura
La raccolta
Le modalità di raccolta: in alto a sinistra: mietitrebbia; in alto a destra: taglio e formazione covoni; in basso a sinistra: trebbiatrice fissa modello "Mimosa"; in basso a destra: Trebbiatrice d’epoca del 1900 movimentata da puleggia mossa da trattore Landini a testa calda
I prodotti: la paglia a sinistra, le cariossidi a destra
La trasformazione
Trasferimento al mulino e essicazione
Mulino del consorzio della castagna di Valle Camonica
La segale essiccata è stata trasformata in farina. Durante la macinatura della segale si sono ottenuti due sfarinati:- I qualità, farina purissima che non presenta alcuna impurezza e al tatto si presenta soffice e morbida -II qualità, una sfarinato meno raffinato che si presenta più grossolano e con una colorazione più bruna (dovuta alla presenza della crusca in tracce).
Di seguito in tabella si riportano le percentuali ottenute su 47 Kg di segale macinata.
Tab. 3 - Rese alla molitura
Quantità Macinata |
Farina I Qualità |
Farina II Qualità |
Scarto |
Kg |
16 |
24 |
7 |
Percentuale (%) |
34 |
51 |
15 |
Tab. 4 - Analisi SWAT
PUNTI DI FORZA |
PUNTI DI DEBOLEZZA |
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OPPORTUNITÀ |
RISCHI |
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