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STEA
- Società ticinese di economia alpestre
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della pubblicazione con i risultati dlela ricerca sul
formaggio d'alpe ticinese Dop
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(09.11.10) Dal convegno organizzato dalla Camera di
Commercio del VCO sono emersi diversi elementi a favore
della valorizzazione degli alpeggi e delle loro
produzioni casearie. Essa, però, presuppone
un'applicazione
più flessibile delle normative vigenti
Il
formaggio d'alpeggio fa bene alla salute, ma gli alpeggi
devono poter vivere
A
Baveno il 3 novembre sono stati esposti gli interessanti
risultati di una ricerca condotta sul formaggio
d'alpe ticinese nell'ambito del progetto Interreg “Il Lago Maggiore, le sue Valli, i suoi Sapori”
promosso dalla Camera di Commercio del VCO
Gli alpeggi sono una realtà diffusa e
importante nell'area del Verbano-Cusio-Ossola e nel limitrofo Canton
Ticino. Non a caso sia gli alpeggi del Ticino che quelli del VCO sono
stati oggetto di pregevoli pubblicazioni; guide molto approfondite alla conoscenza
dei singoli alpeggi (Lettieri L., Ferrari C.,
Bontognali R., 1997. Alpeggi e formaggi delle
nostre montagne. Bellinzona, Edizioni Salvioni Arti Grafiche; D. Barbaglia, R. Cresta, C. Conti, Alpi, alpigiani e formaggi dal Mottarone alla Formazza Alberti libraio editore, Verbania,
2009).
Va anche rilevato che gli alpeggi di buona parte del VCO
presentano caratteristiche molto simili al quelli di alcune valli occidentali
del Ticino (Centovalli, Onsernone, Maggia, Verzasca). Qui la struttura è
caratterizzata dalla dimensione famigliare dell'alpeggio: nei piccoli alpeggi
del VCO sono più di una le famiglie proprietarie che usano (usavano) in
comune il pascolo ma disponevano ciascuna di fabbricati di modeste dimensioni.
Qui si preparavano e si consumavano i pasti, si dormiva, si lavorava il
latte. Una situazione molto diversa dall'alta val Formazza nel VCO e dalle
valli settentrionali del Ticino dove esistono grandi alpeggi di proprietà
collettiva o pubblica con fabbricati 'specializzati' gestiti sin da tempi
remoti in modo unitario, in forma 'cooperativa'. Per di più nell'ambito del
sistema d'alpeggio della maggior parte del VCO il periodo di monticazione (che
dura ancora parecchio: 4-5 mesi) è suddiviso tra alpeggio vero e proprio e
'alpeggi bassi' o 'mezzo alpeggio'. Un aspetto che favorisce il risparmio di
foraggio e estende potenzialmente la produzione d'alpe ma che si scontra con la
difficoltà di 'messa a norma' di 2-3 siti ('casa', 'mezzo alpeggio',
'alpeggio'.
L'intervento
del prof. M.Corti (in piedi a destra)
Nella sua relazione sulla situazione attuale della
produzione di formaggi caprini e misti d'alpe nel VCO il Prof. Michele Corti ha
messo in evidenza come queste condizioni strutturali non
abbiano facilitato la continuità produttiva degli alpeggi della provincia.
Tali condizioni, infatti implicano anche la difficoltà di realizzazione di
collegamenti stradali e la scarsa disponibilità di proprietari privati
ormai dediti ad altre
attività ad investire in
ristrutturazioni e miglioramenti. Come si deduce anche dalla guida degli alpeggi sopra citata la
maggior parte dei caseifici d'alpeggio non dispone, in conseguenza delle
difficoltà esposte, di autorizzazione sanitaria e la produzione è realizzata
per un poco credibile 'autoconsumo'. E' una situazione che impedisce qualsiasi
adeguata valorizzazione delle pur interessanti produzioni e costringe in un
'limbo' non pochi validi allevatori e casari.
ll ritorno alla
centralità dell'alpeggio
Nonostante le difficoltà
dell'alpeggio va rilevato che il suo ruolo rimane essenziale. In una
prospettiva di un ritorno a forme di allevamento più estensive e legate al
territorio l'alpeggio può rivelarsi risorsa chiave per il rilancio delle
attività zootecniche su piccola scala. Già oggi tra i produttori di formaggi
caprini e misti del VCO ve ne sono alcuni che sono riusciti ad ottenere (anche
grazie alle pur parziali deroghe previste dalla normativa) l'autorizzazione per
il caseificio d'alpe in assenza di analoga autorizzazione per la sede
'permanente'. In alcuni casi l'alpe (a oltre 1.000 m) è diventata sede
aziendale utilizzata tutto l'anno.
Azienda
Matteo Chindemi all'Alpe Piani d'Agro di Cannobio (foto
M. Corti)
L'aumento del costo dei foraggi acquistati sul mercato spinge a
riportare in auge la centralità dell'alpeggio dove, in passato - specie in
situazioni quali la Vigezzina - si trascorreva buona parte dell'anno (se non
tutto). Come dimostra la foto sotto (Alpe Basso in comune di Santa Maria
Maggiore) all'alpeggio sono associati importanti valori architettonici
e paesistici nonché una varietà di tradizioni di lavorazione del latte.
L'Alpe
Basso (azienda Bruno Zani) in val Vigezzo (foto
M. Corti)
Oltre alle classiche tomette ossolane vi sono i formaggini
presamici della val Strona, del Cusio e della Cannobina, la maschèrpa
(ricotta grassa, anche affumicata che è particolarmente ricercata se ottenuta
con siero e latte caprini), il Zincarlin, detto anche Zingarlén, Zancarlin,
Sancarlìn, Sangarlin, Masarett, Sràz, ovvero mascherpa aromatizzata, le tome e i formaggi misti
(anche di grande pezzatura, specie in Vigezzo dove si usa sino 50% di
latte di capra). C'è persino il burro di capra (un prodotto tradizionale anche
se qualche tempo fa caduto nell'oblio). Fuori della tradizione vi sono caprini
lattici, cacioricotte ecc. ecc.
Alpe
Basso: il formaggio misto (foto M. Corti)
La complessa realtà
orografica del VCO si traduce in una grande varietà
di prodotti. Una circostanza che va vista come un'opportunità
per promuovere nel loro complesso le produzioni caprine artigianali
e d'alpeggio.
Ma
l'alpeggio è una realtà troppo diversa
dai caseifici industriali
Il
Prof. Corti ha auspicato che venga riconsiderata
l'applicazione delle normative sanitarie che troppo
spesso implica forti costi di ristrutturazione e,
altrettanto spesso, la rinuncia a produrre (almeno alla
luce del sole). Un elemento fortemente limitante nel
caso di recupero di vecchi fabbricati è l'altezza
dei locali. Un fattore che, almeno in alpeggio, non
è oggetto di perscrizioni stringenti in Lombardia
ma anche in alcune provincie piemontesi. La variegata
realtà delle piccole aziende caprine del VCO
richiede poi azioni molto flessibili e personalizzate
per accompagnare i produttori nel miglioramento della
qualità dei prodotti adottando soluzioni tecniche
e strutturali le più economiche possibile
ma 'su misura' per il tipo di azienda e per il tipo
di produzioni. Coerentemente con queste premesse è
stato predisposto il programma di
assistenza e formazione previsto nell'ambito
del progetto Interreg. Tale programma, affidato al Prof. Corti e
al Dr.
Marco Imperiali, mira proprio a garantire questa forma di supporto
flessibile (anche a quelle aziende che non sono ancora
'in regola' ma che presentano adeguate risorse e requisiti
soggettivi).
Formaggini
caprini presamici e tome miste d'alpeggio (foto
M. Corti)
Sorpresa:
in Svizzera la normativa igienico-sanitaria europea
è applicata con maggior attenzione alla specificità
dell'alpeggio
Il
Dr. Mauro Gendotti veterinario e vice-presidente
della STEA (Società Ticinese di Economia Alpestre)
prima di illustrare i risultati della ricerca
sul formaggio d'alpe ticinese Dop realizzata nell'ambito
del progetto, ha voluto commentare il quadro della realtà
dell'alpeggio nel VCO tracciato dal Prof. Corti osservando
che in Svizzera, nel caso di quelle realtà dove
l'alpeggio è gestito su base 'famigliare', è
stata introdotta una deroga sostanziale. Gli chalèt
di estivazione, nome con cui vengono indicate le
baite d'alpeggio utilizzate sia per la lavorazione del
latte che per l'alloggio della famiglia sono esentati
dalle prescrizioni circa la separazione dei locali.
Un fatto tanto più significativo se si considera
che la Svizzera applica la medesima normativa delle
EU.
Il
Dr. Gendotti durante la presentazione (foto M.
Corti)
In
Italia, con maggiore o minore rigidità in relazione
alle diverse ASL, si impone anche in alpeggio un locale
per la conservazione del latte, una sala per la lavorazione,
un locale filtro, uno spogliatoio, un locale per la
stagionatura e uno per la vendita. E' vero che 'negoziando'
e facendo valere situazioni specifiche si ottengono
degli 'sconti', ma l'impresa di trasformare vecchi fabbricati
storici in 'caseifici a norma' rimane spesso veramente
ardua. Si pensava che in Svizzera le autorità
sanitarie fossero più arcigne di quelle italiane
e invece ... consentono di preparare e consumare i pasti
nello stesso locale dove si valora il latte purché
le operazioni avvengano in tempi diversi.
Chi
già mangia formaggi non deve cambiare le sue
abitudini alimentari, deve solo cambiare tipo di formaggio
Le
conclusioni dell'interessantissimo studio sul
formaggio d'alpeggio ticinese rafforzano alcine acquisizioni
di carattere scientifico di grande rilevanza per chi
si occupa di alpeggio: 1) il formaggio d'alpeggio è
salutare; 2) se si utilizzano mangimi per 'integrare'
il pascolo la qualità del formaggio d'alpeggio
viene drasticamente modificata (in peggio); 3) i formaggi
ottenuti in determinate aree geografiche pur nel rispetto
del medesimo 'disciplinare di produzione' presentano
una propria 'impronta' organolettica.
La
ricerca sui Formaggi d'Alpe Ticinesi DOP è
stata realizzata nella stagione d'alpeggio prendendo
in esame 16 alpeggi rappresentativi delle diverse vallate del Canton Ticino
dalla STEA
- Società ticinese di economia alpestre
e dall'Istituto Federale di Liebefield. Il
formaggio d'alpe ticinese Dop è attualmente prodotto
in 40 alpeggi; è un formaggio grasso a latte
crudo con aggiunta facoltativa del latte caprino sino
al 30%.
Localizzazione
degli alpeggi interessati alla ricerca
Fondamentale
per il rispetto del disciplinare è l'utilizzo
di cantine naturali per la stagionatura. Per l'indagine
sono state utilizzate forme prodotte tutte ai primi
di agosto 2009 e stagionate sino alla fine di novembre
dello stesso anno. Le analisi eseguite hanno riguardato
la composizione chimica (acidi grassi e aminocacidi)
e il profilo sensoriale. Tra il formaggio di puro latte
vaccino e quello misto sono state osservate non poche
differenze sia di carattere composizionale che sensoriale.
L'aspetto
di una forma di formaggio d'alpeggio ticinese Dop
Ciò
che ha però costituito l'aspetto più interessante
della ricerca è la chiara dimostrazione dell'effetto
negativo dell'integrazione con mangimi (cereali) sulle
proprietà 'salutistiche' del formaggio. L'utilizzo
dell'interazione con cereali fa si che nel formaggio
si riduca significativamente la presenza di acidi grassi
poli-insaturi, di CLA (acido linoleico coniugato), di
acidi grassi omega-3 e si alzi il rapporto tra acidi
grassi omega 6 e omega 3. Tutti aspetti importanti. Un
maggior consumo di acidi grassi omega-3 riduce l'incidenza
delle malattie cardiovascolari; quello di acidi grassi
poli-insaturi riduce i livelli di trigliceridi nel sangue
e l'incidenza di malattie degenerative del sistema nervoso
centrale, che il CLA (presente quasi esclusivamente
nel grasso dei ruminanti) presenta una serie di azioni
benefiche (effetti anticancerogeni, antinfiammatori,
antidiabetici, rafforzamento del sistema immunitario,
riduzione ipertensione e aterosclerosi).
L'indagine
ha messo in evidenza anche altri risultati interessanti
1)
la composizione in acidi grassi 'salutari' non parrebbe
influenzata dall'altitudine ma solo dall'alimentazione
(a base di sola erba di pascolo o meno);
2)
le differenze di composizione aminoacidica tra il formaggio
ticino d'alpe Dop e altri formaggi svizzeri sono piuttosto
marcate, un fatto che riflette probabilmente diverse
condizioni di stagionatura - e quindi una diversità
di metabolismo microbico - e che spiega alcune differenze
di gusto;
3)
l'aggiunta di latte di capra da una parte conferisce
caratteristiche organolettiche più spiccate ma
dall'altra peggiora le caratteristiche salutistiche
del grasso (più acidi saturi, meno poli-insaturi,
omega-3, CLA;
4)
al di là della differenza di altitudine, di presenza
del latte di capra, di utilizzo dei mangimi rimane un
'effetto valle' che fa si che tutte le forme prodotte
in una determnata zona tendano a presentare caratteristiche sensoriali
simili (almeno per quanto riguarda la 'dolcezza', l'acidità',
le note 'vegetali' ;
5)
vi è una forte variabilità nel profilo
sensoriale che fa si che ogni alpeggio produca un formaggio
con caratteristiche fortemente individuali.
Risultati
nel complesso molto incoraggianti che spingono a operare
perché gli alpeggi mantengano la loro fondamentale
vocazione per la produzione e la trasformazione del
latte sia pure associata ad attività che valorizzino
anche gli altri aspetti del loro valore patrimoniale:
paesaggio, architetture, cultura e saperi tradizionali.
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