Condividi
l'articolo su Facebook
(24.10.10) Bocciato il Parco eolico al Passo di S. Marco Il Consiglio dei Ministri (sarebbe stato meglio non mettere di mezzo Roma) ha detto una parola definitiva alla tormentata vicenda del Parco eolico: NO. Ora, però, non deve calare l'attenzione sul Passo, luogo simbolo dell'unione tra Valtellina e Bergamasca (e non solo). Si devono interrare gli elettrodotti e pensare al Parco degli alpeggi del Bitto storico. Vai a vedere i perché del NO e i progetti
per il futuro. leggi tutto
(20.10.10) Bolzano stoppa il fotovoltaico selvaggio. Ma in Lombardia?
A Bolzano un regolamento
della provincia autonoma ha vietato i pannelli fotovoltaici negli spazi aperti e verdi. In Lombardia un comune della montagna più debole (Livo) si fa allettare da un progetto di 'campo solare' di quasi cinque ettari. Ricavato dove c'erano pascoli. Una triste conseguenza della realtà della 'montagna di serie B'.leggi tutto
(15.10.10) Parco eolico al Passo di San Marco: Patrizio Del Nero, solo contro tutti, insiste con le maxi pale
La questione del Parco eolico al Passo di San Marco tra le provincie di Bergamo e di Sondrio dovrebbe essere stata chiusa visto il coro di no. Sono contro la Provincia di
Bergamo, la Provincia di Sondrio, il Parco delle Orobie bergamasche, i comuni bergamaschi, le Soprintendenze per i beni architettonici e per il paesaggio e quella archeologica per la Lombardia, il Ministero per i beni e per le attività culturali. Ma alla riunione del giorno 13 ottobre convocata presso il Dipartimento
per il Coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che deve dirimere il contrasto tra le amministrazioni, l'assessore del comune di Albaredo, Patrizio Del Nero ha insistito per il si. Facendo infuriare i bergamaschi, a partire dal presidente della provincia Pirovano perché Del Nero si mette contro la provincia di Sondrio che egli stesso rappresenta in qualità di presidente del consiglio provinciale. E si apre un caso politico.leggi tutto
(25.03.10) Difendiamo il Passo di San Marco dallo scempio eolico
Torniamo sull'argomento lanciando un appello a tutti coloro (associazioni, enti, singoli) che non si rassegnano a veder devastato il Passo di San Marco, il passo alpino 'interlombardo' più importante dal punto di vista storico. Il passo dove sono attivi splendidi alpeggi con produzione di Bitto e dove transitano
importanti rotte di uccelli migratori (c'è una ZPS apposta). Nella Valtellina del colonialismo energetico più spudorato (2100 MW di potenza delle centrali idroelettriche) la società privata milanese 'Centuria' vuole installare 4 mega pale da 100 m di altezza. Proponiamo un incontro a Cà San Marco a tutti coloro che desiderano organizzare l'opposizione a questo assurdo progetto appellandosi a Roberto (Formigoni) e progettando anche pacifiche manifestazioni. leggi l'appello
|
(07.01.11) Siamo già al terzo tentativo, per ora tutti sventati, di dare l'assalto alla montagna lombarda con le speculazioni eoliche e fotovoltaiche
Un coro di no per il parco solare a Teglio (Valtellina)
Conferenza di servizio e Soprintentendenze bloccano un progetto di Parco Solare che avrebbe significato uno 'specchio' di 24.000 mq nel contesto di uno dei più bei panorami valtellinessi
di Michele Corti
In questi giorni è arrivato il no da Milano
dalla Soprintendenza ai beni architettonici e al paesaggio. Il progetto del
Parco solare a Teglio, da realizzare in una località boschiva tra il paese e il
Prato Valentino, era già stato bocciato il 4 agosto nell'ambito della
Conferenza di servizio da Comune, Comunità Montana e Provincia. Ma le polemiche
non cessano e la discussione sulle 'rinnovabili selvagge' in Valtellina diventa
calda.
C'era già stata l'annosa vicenda del
Parco eolico che avrebbe devastato, con torri alte 90 m, il Passo di San
Marco (posto tra la Valtellina e la bergamasca Val Brembana) che - dopo anni -
è stata archiviata definitivamente a ottobre trascinandosi sin nei
palazzi romani della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nel frattempo,
appena oltre i confini della Valtellina, si era aperto il fronte del
maxi Parco solare sopra il Lago di Como. In entrambi i casi (San Marco e Livo)
le amministrazioni comunali, caldeggiavano i progetti e, in entrambi
e casi, c'è voluto un no secco di provincie, regione e soprintendenze per
bloccarli.
Intervenga la regione con un provvedimento che salvaguardi il paesaggio montano dalle 'rinnovabili selvagge'
Ma perché non devono bastare degli strumenti
programmatori ordinari per tutelare ambiti di pregio ambientale e paesistico
dalla speculazione eolica o fotovoltaica? In ogni caso ci sono delle
amministrazioni che per frenare il fotovoltaico selvaggio hanno adottato
regolamenti specifici. Come i lettori forse sanno a Bolzano, dove al territorio
ci tengono (perché tengono alla loro identità, alla heimat , e... al turismo) la Provincia autonoma ha stabilito che
centri storici e aree verdi devono essere tutelate dai pannelli
fotovoltaici (se non l'avete ancora letto l'articolo è qui). La Regione Lombardia dovrebbe fare altrettanto tagliando
la testa al toro.
In Italia la speculazione eolica e fotovoltaica
selvaggia ha dalla sua un sistema di incentivazione talmente esagerato che non
ha paragoni in nessun altro paese. Con esenzioni fiscali, 'scorciatoie burocratiche' e il meccanismo dei 'crediti verdi' che
i gestori elettrici devono obbligatoriamente acquistare. Così sono nate le
truffe dell'energia certificata 'verde' acquistata all'estero che 'verde' non è
(anzi, spesso è nucleare), delle centrali eoliche senza allacciamento alla rete
di distribuzione con le pale che non gireranno mai. Sono grandi speculazioni e
grandi truffe. Ma quando il business è così goloso sono tanti gli appetiti che
si solleticano. Con margini di guadagno enormi (garantiti dal fatto che poi
tutto si scarica sulle bollette più salate d'europa) figuriamoci se non c'è
'spazio' per 'ungere le ruote', per accattivarsi appoggi e compiecenze. Per
trovare sostenitori di progetti demenziali che, a fronte di pochi MW di
potenza installata (o anche uno solo), ma di parecchi guadagni per la
'filiera', sono disposti a svendere il territorio e a compromettere per decenni
un paesaggio.
E il giorno che in Provincia o in Regione qualcuno si 'distrae' o riesce ad essere 'ammorbidito' dagli interessi
locali favorevoli ecco che gli obrobri passano. Queste vicende, sia pure concluse felicemente,
rappresentano altrettanti campanelli d'allarme che inducono a chiedere che ci sia una
parola chiara e definitiva: "le montagne, il paesaggio lombardo non si
svendono per trenta denari".
Qualcuno contava sugli appoggi politici
A Teglio il fronte del no era sin
dall'inizio agguerrito. Il consiglio comunale aveva approvato le linee di indirizzo che vietano
la costruzione di impianti fotovoltaici e idroelettrici che apportino modifiche
al territorio comunale. Qualcuno, però, a favore del progetto a Teglio
c'era; e c'era anche qualcuno che ha potuto pensare di portare
avanti il progetto convinto di avere forti appoggi politici. É triste
constatare che a favore del Parco solare di Teglio si sia espressa
localmente proprio la Lega Nord, un movimento che ha nella tutela del
territorio la propria 'ragione sociale'. La cosa potrebbe essere rubricata come legata a
interessi personali e, in effetti, il capogruppo Gianpiero
Reghenzani coincide con il soggetto che ha concesso in affitto i terreni
dove avrebbe dovuto sorgere l'impianto. Un altro consiliere leghista, il
geometra Roberto Bruni, titolare di studio tecnico a Teglio, coincide con il
progettista. Questa volta non siamo di fronte a un business 'coloniale'.
La società che ha presentato il progetto è la Sagi (impianti elettrici) di
Tovo, paese non distante (titolare il valtellinese Gian Antonio Pini). Chi, a suo tempo, mi
ha accusato di razzismo perché ho osservato che la Centuria (la società che
portava avanti il progetto del Parco eolico al Passo di San Marco)
aveva una matrice sociale 'calabro-sicula' è servito.
Un pessimo affare in termini di immagine e di percezione turistica
Spiace poi che, al di là degli esponenti
locali, anche un personaggio del calibro di Gildo De Gianni (ex vice-presidente
della provincia e presidente di due importanti società capitale pubblico: la
Secam e l'Aler) si sia schierato per il Parco solare. La Secam (società per
i servizi ecologici e ambientali) fa bene a perseguire la realizzazione
degli impianti fotovoltaici sugli edifici pubblici, ma questo cosa c'entra con
i pannelli sul territorio agricolo (c'è chi persegue il business dei
terrazzamenti) e sui fianchi delle montagne? Così non c'è da meraviglairsi se
qualcuno ha osservato che De Gianni è stato consulente della Sagi.
Però è confortante constatare che il presidente Sartori, sia nel caso del Passo di San Marco che in quello di
Teglio, non ha guardato in faccia al colore politico dei supporter dei
progetti quando ha espresso un no chiaro. Un no che va nel senso della difesa
degli interessi complessivi del territorio. Già il fondovalle valtellinese
(lungo la '38') è una desolazione di capannoni (spesso vuoti). Per di più
l'arteria è affiancata da una selva di orrendi cartelli pubblicitari. Ci manca solo che
i turisti che percorrono la '39' (la strada del Passo dell'Aprica) vengano
abbagliati da un enorme specchio collocato sull'opposto versante retico.
Un incentivo in più ad evitare di inserire la Valtellina negli itinerari e a puntare
sulle vicine valli sudtirolesi. Senza dimenticare che turisti e cittadini sono
ormai consapevoli dei risvolti speculativi e truffaldini del fotovoltaico
selvaggio e che collocare in una delle più famose e belle valli alpine un Parco
solare non può che comprometterne l'imnmagine. Esso
trasmetterebbe la percezione di un territorio svenduto per un piatto di
lenticchie, quindi non tutelato, amato e difeso. E il turista non va dove c'è questa percezione.
Bocciatura senza appello: "visibilità dalla ss 39"
Ma vediamo il progetto in dettaglio. Il Sig. Pini, in sede di bocciatura da parte delle istituzioni locali ha avuto occasione di sostenere che "ll parere
sfavorevole è stato dato su base 'fantastica'. L’impianto fotovoltaico è un
bene di pubblica utilità e per questo può superare ogni ostacolo burocratico.
Che Provincia, Cm e Comune siano contro l’opera dal punto di vista
paesaggistico è una sciocchezza." Su quelle parole "l'impianto
fotovoltaico è un bene di pubblica utilità e per questo può superare ogni
ostacolo burocratico" c'è da fare attenzione.
Il Pini poi
proseguiva: "Di sicuro la cosa non finisce qui. Impugnerò la
decisione in sede legale, perché le riserve riguardano solo la tutela di un
pezzetto di bosco che viene considerato come oro. Se avremo ragione noi,
qualcuno pagherà per i ritardi che stiamo subendo".
Per fortuna il parere
della Soprintendenza si è allineato a quello degli enti locali. C'è voluto un
po' perché ha voluto esaminare il 'rendering', i coni visuali ecc. Il
parere arrivato il 4 gennaio e non lascia scampo: a detto no perché il progetto
comporterebbe:
"la realizzazione di un'installazione assimilabile ad un
impianto industriale in ambito caratterizzato invece da grande
naturalità, con
ripercussioni legale alla rilevante alterazione sia dei caratteri cromatici e
materici del paesaggio per l'inserimento di elementi esterni (pannelli), sia di
quel sistema di relazioni fra bosco, maggengo, alpeggi, insediamenti antropici
e spazi aperti che tradizionalmente hanno segnato questa parte di territorio".
La contrarietà è stata espressa anche alla luce anche dei
presupposti di tutela paesistica, del piano paesaggistico regionale, del piano
territoriale di coordinamento provinciale e delle indicazioni della Regione
ed è motivata anche: "dalla visibilità dell'intervento almeno dal
versante opposto, in particolare dalla ss.39 dell'Aprica",
dall'abbattimento di circa: "18mila metri quadrati di bosco maturo,
costituito essenzialmente da larice e abete rosso per un totale di 560
piante".
Come si vede al geometra-progettista-consigliere comunale Bruni
non è stata data molta retta. Egli sosteneva che l'opera è a 'basso impatto
ambientale" e che sarebbe stata
rispettosa della "salvaguardia dei terreni e per quanto possibile
delle colture e dei fabbricanti esistenti cercando di garantire il territorio
rurale montano". Figuriamoci
Come si ammazza il turismo
Un'ultima considerazione: Giampiero Reghenzani, il capogruppo della Lega a Teglio, nonché locatore del terreno destinato a 'Parco solare, è anche titolare di un ristorante tipico nel centro di Teglio. Se, da una parte, come proprietario del terreno, farebbe un ottimo affare dall'altra non farebbe certo un favore alla sua categoria. Teglio ha le potenzialità di divenire una capitale enogastronomica della Valtellina. C'è l'Accademia del pizzocchero, il Presidio
Slow Food del grano saraceno, un antico mulino funzionante; ci sono i vigneti, le cantine, la strada dei vini.
La stragrande maggioranza dei turisti percorrono la '38', magari decine o centinaia di volte, per dirigersi verso Bormio e Livigno e, magari, non hanno mai avuto in vita loro l'idea di visitare Teglio o gli altri paesi della strada dei vini. Consiglio vivamente di percorrere almeno una volta la 'panoramica' partendo da Castel Grumello per arrivare a Teglio (dove, oltretutto, c'è anche il bellissimo Palazzo Besta in stile alpino-rinascimentale sorto sul sedime di un antico castello, testimonianza dell'importanza politico-militare
del luogo).
Qui c'è la Valtellina più ricca di storia e di tradizioni: tra Ponte, Teglio, Chiuro. Mi capita diverse volte l'anno di scendere dall'Aprica. Tutte le volte la vista di Teglio, della torre medioevale "de li beli miri", dei terrazzamenti la me fa slargàa el cöor. É un paesaggio fortemente segnato dalla storia e dalla mano dell'uomo, ma anche grandioso con la quinta delle montagne. Ci pensate a sistemare uno specchio di 2,4 ettari (inizialmente dovevano essere
4) di fronte?
Se la Valtellina vuole puntare sul turismo enogastronomico deve cominciare da qui. Ma se oltre alla bresaola industriale, alla linea ininterrotta di capannoni e ai centri commercali ci aggiungiamo gli specchi ...
|
|